60 anni dopo il Concilio,

i cattolici rifiuteranno gli empi errori

della Dignitas Infinita di Tucho?



di Robert Morrison

Pubblicato su The Remnant








L’8 aprile 2024, il cardinale Víctor Manuel “Tucho” Fernández e il suo Dicastero per la Dottrina della Fede hanno pubblicato la Dichiarazione sulla dignità umana, Dignitas Infinita.
Sebbene i cattolici abbiano celebrato la festa dell’Annunciazione, quest’anno trasferita all’8 aprile, possiamo fare un paragone appropriato con Dignitas Infinita a partire dall’eclissi solare che si è verificata anche in America.
Quasi tutti coloro che hanno assistito all’eclissi solare hanno capito che il sole in realtà non è scomparso anche se è stato temporaneamente oscurato dalla luna – ma chi ricorderà l’insegnamento cattolico che è stato eclissato dal Vaticano II?
Ricordiamo ancora abbastanza l’attuale insegnamento cattolico sulla dignità umana per vedere il modo in cui la Dignitas Infinita di Tucho lo oscura?

Per valutare adeguatamente la Dignitas Infinita, vale la pena ricordare la battaglia svoltasi al Vaticano II sulla Dichiarazione del Concilio sulla Libertà Religiosa, Dignitatis Humanae, su cui si basa la nuova Dichiarazione di Tucho.

La lettera dell’8 luglio 1987 di Mons. Marcel Lefebvre inviata al cardinale Ratzinger identificava due lati di quella battaglia e le conseguenze della vittoria dei liberali al Concilio:
Sembra di poter concludere che la dottrina liberale della libertà religiosa e la dottrina tradizionale siano radicalmente opposte. Si doveva scegliere tra la bozza dello schema del cardinale Ottaviani e quello del cardinale Béa, sullo stesso argomento. Nell’ultima riunione della Commissione Centrale preparatoria al Concilio ci fu una accesa contrapposizione tra questi due cardinali. Il cardinale Béa affermò poi che la sua tesi era assolutamente contraria a quella del cardinale Ottaviani. Da allora non è cambiato nulla. Il magistero tradizionale si oppone alle tesi liberali fondate su una falsa concezione della dignità umana e su un’errata definizione di società civile. Il problema è sapere chi ha ragione: il cardinale Ottaviani o il cardinale Béa. Le conseguenze pratiche della tesi liberale adottata dalla Santa Sede dopo il Concilio sono disastrose e anticristiane. È la detronizzazione di Nostro Signore Gesù Cristo, con la riduzione ad uno stato paritario davanti alla legge di tutte le religioni che porta ad un ecumenismo apostata come quello di Assisi”.

Se molti cattolici istruiti non hanno più la capacità di discernere il modo in cui la nuova Dichiarazione di Tucho si discosta da ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, possiamo far risalire la causa principale a quella battaglia dimenticata tra le parti rappresentate dai cardinali Ottaviani (che sostenevano l’insegnamento della Chiesa) e Bea (che promuovevano una nuova visione, apparentemente motivata da preoccupazioni ecumeniche).
E’ anche opportuno, ai fini del dibattito in corso su Cristo Re, notare che Mons. Lefebvre ha collegato l’adozione della tesi liberale di Bea alla “detronizzazione di Nostro Signore Gesù Cristo”.

Quali erano, però, le reali questioni sostanziali in gioco nella battaglia tra i cardinali Ottaviani e Bea? Possiamo avere un quadro relativamente completo considerando l’intervento di Mons. Lefebvre del 26 novembre 1963 al Vaticano II, in cui si oppose alla seguente dichiarazione che era allora nella bozza del documento che sarebbe diventata la Dichiarazione del Concilio sulla Libertà Religiosa:
Così l’uomo che obbedisce sinceramente alla propria coscienza intende obbedire a Dio stesso, anche se talvolta in modo confuso e senza saperlo, e quell’uomo deve essere giudicato degno di rispetto”.

Come vedremo in seguito, questo linguaggio assomiglia alla Dichiarazione di Tucho. Ecco la risposta di Mons. Lefebvre al suo intervento al Concilio:
La mia risposta pura e semplice all’accettazione di tale affermazione così com’è è no. . . . Da dove trae, infatti, la sua dignità la persona? Trae la sua dignità dalla sua perfezione. Ora, la perfezione della persona umana consiste nella conoscenza della Verità e nell’acquisizione del Bene. Questo è l’inizio della vita eterna, e la vita eterna è “affinché conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3).
Di conseguenza, finché si aggrappa all'errore, la persona umana viene meno alla sua dignità. La dignità della persona umana non consiste nella libertà separata dalla verità. La libertà, infatti, è buona e vera nella misura in cui è governata dalla verità”.

Quindi, mentre la tesi liberale postula che essere in errore non ha alcun effetto sulla dignità di un uomo, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che la dignità dipende dalla conoscenza della verità e dal perseguimento della volontà di Dio.
Ciò corrisponde a quanto scrisse Papa Leone XIII nella sua enciclica del 1885 sulla Costituzione cristiana degli Stati, Immortale Dei:
«La libertà, come virtù che perfeziona l’uomo, deve applicarsi al vero e al bene; la natura del vero e del bene non può mutare ad arbitrio dell’uomo, ma rimane sempre la stessa, e non è meno immutabile dell’intima natura delle cose. Se la mente accoglie false opinioni, se la volontà sceglie il male e vi si dedica, l’una e l’altra, lungi dall’operare per il proprio perfezionamento, perdono la loro naturale dignità e si corrompono».

Pertanto, secondo l’insegnamento cattolico così come era inteso prima del Vaticano II, la dignità umana viene compromessa nella misura in cui ci aggrappiamo all’errore e non facciamo la volontà di Dio.

Perché è importante che la Chiesa cattolica insista su questo aspetto della dignità umana? Molto semplicemente, perché i cattolici credono che Nostro Signore Gesù Cristo abbia affidato alla Chiesa il compito senza precedenti di insegnare a tutte le persone i modi in cui devono seguire la volontà di Dio per onorarLo e salvare le loro anime.
Poiché Dio è il giudice ultimo del nostro valore – e quindi della nostra dignità – la Chiesa cattolica ha il dovere fondamentale di dire alle anime che la loro dignità umana dipende da quanto bene corrispondono alla grazia di Dio nell’imparare la vera religione e nel seguirla. Dio ha dato alla Chiesa questa missione, e quindi ogni volta che la Chiesa pretende di parlare di “dignità umana”, questo deve essere assolutamente il messaggio più saliente.

Poiché lo abbiamo in gran parte dimenticato, la maggior parte delle persone (anche i cattolici) si concentreranno sul modo in cui la Dichiarazione di Tucho tratta questioni come l’aborto, la teoria del genere, la pena di morte, ecc. Ma qualsiasi organizzazione nel mondo può parlare di queste cose – e quasi ogni denominazione cristiana che cerca sinceramente di seguire la Bibbia può fare un lavoro più o meno soddisfacente nel discutere la maggior parte delle questioni trattate in Dignitas Infinita. Nessuna organizzazione diversa dalla Chiesa cattolica, tuttavia, è stata incaricata da Dio di dire alle anime che la loro dignità umana dipende da quanto bene seguono la religione cattolica. Su questo punto, però, ecco cosa leggiamo in Dignitas Infinita:

«Una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi».

«Entrambi [l’uomo e la donna], nel loro mutuo rapporto di uguaglianza e vicendevole amore, espletano la funzione di rappresentare Dio nel mondo e sono chiamati a custodire e coltivare il mondo. Essere creati a immagine di Dio significa, pertanto, possedere in noi un valore sacro che trascende ogni distinzione sessuale, sociale, politica, culturale e religiosa. La nostra dignità ci viene conferita, non è né pretesa né meritata. Ogni essere umano è amato e voluto da Dio per sé stesso e quindi è inviolabile nella sua dignità»

«Anche oggi, davanti a tante violazioni della dignità umana che minacciano seriamente il futuro dell’umanità, la Chiesa incoraggia la promozione della dignità di ogni persona umana quali che siano le sue qualità fisiche, psichiche, culturali, sociali e religiose. Lo fa con speranza, certa della forza che scaturisce dal Cristo risorto, il quale ha rivelato in pienezza la dignità integrale di ogni uomo e di ogni donna».

Così, secondo la Dignitas Infinita di Tucho, tutti gli uomini hanno una dignità infinita e inviolabile che non dipende dal fatto di seguire o meno le verità religiose che Dio ha affidato alla Chiesa cattolica.

I difensori di Dignitas Infinita potrebbero sostenere che il documento parla effettivamente della distinzione tra “dignità ontologica” (che non può essere persa) e “dignità morale”, che descrive come segue:

«Quando si parla di dignità morale ci si riferisce, invece, all’esercizio della libertà da parte della creatura umana. Quest’ultima, pur dotata di coscienza, resta sempre aperta alla possibilità di agire contro di essa. Facendo così, l’essere umano si comporta in un modo che “non è degno” della sua natura di creatura amata da Dio e chiamata all’amore degli altri. Ma questa possibilità esiste. Non solo. La storia ci attesta che l’esercizio della libertà contro la legge dell’amore rivelata dal Vangelo può raggiungere vette incalcolabili di male inferto agli altri. Quando questo accade, ci si trova davanti a persone che sembrano aver perduto ogni traccia di umanità, ogni traccia di dignità. Al riguardo, la distinzione qui introdotta ci aiuta a discernere proprio tra l’aspetto della dignità morale che può essere di fatto “perduta” e l’aspetto della dignità ontologica che non può mai essere annullata. Ed è proprio in ragione di quest’ultima che si dovrà con tutte le forze lavorare perché tutti coloro che hanno compiuto il male possano ravvedersi e convertirsi».

Questo rettifica le affermazioni secondo cui l’uomo non può perdere la sua dignità seguendo false religioni? No, al contrario: suggerendo che le anime possono perdere la loro dignità morale agendo contro la loro coscienza - ma non venendo meno alla verità cattolica che Dio vuole che tutte le anime seguano - questo documento è forse la dichiarazione più malvagia possibile sulla dignità umana.
Qualsiasi lettore della Dignitas Infinita che la scambiasse per un insegnamento cattolico penserebbe che la Chiesa non crede più che la nostra dignità umana dipenda dal fatto che seguiamo le verità soprannaturali insegnate da Nostro Signore.

Altrove, Dignitas Infinita afferma in modo blasfemo che Gesù ci giudicherà solo in base al fatto che abbiamo agito con gentilezza verso il prossimo:
«Il Cristo glorioso giudicherà in base all’amore verso il prossimo che consiste nell’aver assistito l’affamato, l’assetato, lo straniero, il nudo, l’ammalato, il carcerato, con i quali egli stesso si identifica (cf. Mt 25, 34-36). Per Gesù, il bene fatto a ogni essere umano, indipendentemente dai legami di sangue o di religione, è l’unico criterio di giudizio».

Sostenendo che le opere di misericordia corporale - compiute o meno nel nome di Gesù - sono “l’unico criterio di giudizio”, Dignitas Infinita insegna l’eresia. Inoltre, se prendiamo sul serio queste parole, dobbiamo logicamente concludere che Cristo giudicherebbe Giuda più favorevolmente di Maria Maddalena, perché Giuda sosteneva di voler aiutare i poveri con il costoso unguento con cui ella aveva unto i piedi di Gesù: «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?» (Giovanni, 12, 5).

Questa è davvero un’immagine appropriata per Dignitas Infinita e per l’intera Chiesa sinodale scimmiesca di Francesco.  
Come Giuda, Francesco e Tucho non anno pazienza per coloro che vogliono onorare Dio con tutto ciò che hanno - dobbiamo invece concentrarci sull’uomo, e solo sull’uomo, la cui dignità è infinita, che onori o meno Dio.

In questa luce, possiamo capire perché fanno di tutto per mettere a tacere i cattolici tradizionali per la loro insistenza arretrata sul fatto che a Dio interessi davvero se accettiamo gli insegnamenti che ci ha affidato.

Tucho ci dice che tutti hanno una dignità infinita “indipendentemente dalle caratteristiche religiose”, ma lui e Francesco trattano i cattolici tradizionali come se fossimo degni del massimo disprezzo e della massima persecuzione.

Questa assurdità blasfema sarà l’ultima goccia che farà capire ai cattolici che siamo stati ingannati per sessant’anni?
I pastori cattolici insisteranno finalmente sul fatto che ogni tentativo del Vaticano II di eclissare l’insegnamento cattolico come esisteva prima del Concilio era malvagio e deve quindi essere ripudiato?
In caso contrario, non ci sono molte basi logiche per obiettare a Tucho e Francesco che continuano a cercare di demolire la Chiesa e di condurre le anime all’inferno.
Al contrario, Nostro Signore e tutti i Santi si rallegrano ogni volta che un cattolico apre gli occhi per vedere e proclamare che, nonostante quello che ci hanno detto gli innovatori, Cristo è ancora il Re e vuole che Lo seguiamo.

Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!


 
aprile 2024
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