Le cannonate del generale Bergoglio

- terza bordata -


di Alessandro Gnocchi


Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
  22 gennaio 2016

Titolo, immagine, impaginazione e neretti sono nostri



Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti potranno partecipare indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


venerdì 22 gennaio 2016

Terza parte della risposta alla lettera del lettore Cristian, qui di seguito nuovamente riportata. La prima parte è stata pubblicata martedì 12, la seconda parte mercoledì 20 gennaio.

È pervenuta in redazione:

Gentile dottor Gnocchi,
sono un cattolico di 40 anni un po’ confuso di fronte a una Chiesa che approva un movimento come quello neocatecumenale (e forse probabilmente non solo) e non accoglie, invece, la Fraternità San Pio X; confuso di fronte ad un Papa, di cui pur ammiro alcuni gesti di umiltà, ma di cui leggo anche frasi sinceramente sconcertanti, come ad esempio “Dio non è cattolico”, “Non m’interessa se un bambino viene cresciuto da genitori cattolici” o altro ancora. Sono al momento un po’ spaesato, devo ammettere, e quasi giunto a chiedermi se esiste ancora la Chiesa cattolica. Imbattutomi in questo sito scrivo forse per avere qualche lume in più che mi aiuti a capire in che direzione stiamo andando noi cattolici. Sperando in una gentile risposta invio cordiali saluti.

Cristian




Caro Cristian,
se risaliamo il corso dei suoi quesiti, si arriva a quello che fatalmente li genera tutti. Per il clamore unanime di cui gode, per le passioni folli a cui si abbevera, per il supporto mediatico di cui nutre l’abbraccio con il mondo anticristico, l’attuale Pontefice si presenta come il padre naturale di questa Chiesa in corso di rapida autodemolizione. Ma bisogna onestamente riconoscere che, in realtà, ne è anche il figlio e, da questo punto di vista, non tutte le colpe sono sue. La neochiesa della Casa Comune, priva di prospettiva eterna e di fatto atea non è stata generata da Bergoglio, che pure l’ha presentata Urbi et Orbi nello spazio di un “buonasera”. Esisteva da decenni, ma ci si ostinava a non vederla, si preferiva pensare che fosse effetto di un’infatuazione passeggera quando, invece, era frutto dell’amplesso sacrilego di un cattolicesimo lascivo preso dalla voglia matta per il mondo.

Data questa premessa, prima di procedere, vorrei sgombrare il campo dall’idea, che in molti è solo un’illusione pia e in altri un cedimento dell’intelletto e della fede, che il vero Pontefice sarebbe Benedetto XVI. Di grazia, siamo seri. Questo semi-sedevacantismo fatto in casa o in sacrestia è robetta per deboli di anima e di mente che non hanno il coraggio di affrontare la realtà. Certuni arrivano persino a dire che Ratzinger sarebbe il vero Papa perché rappresenta il vero e buono Vaticano II, mentre Bergoglio non lo sarebbe perché rappresenta il Vaticano II falso e cattivo al punto da diventare un Vaticano III. Come se il Vaticano II vero e buono non avesse procurato alla Chiesa più danni di quelli pensati in un consesso di eresiarchi.


Il sedevacantismo, per quanto non condivisibile, è una cosa seria e va lasciato alle persone serie. Non agli illusi che ergono Benedetto XVI a contraltare di Francesco I e non spiegano come mai, nei momenti cruciali, Benedetto XVI è sempre al fianco del suo preteso antagonista. Non spiegano l’orrenda rinuncia al pontificato di Ratzinger, che ha lasciato il campo alla successiva e orrenda assunzione al pontificato di Bergoglio. E neppure riescono a trovare una ragione che quieti i sinceri cattolici feriti dalle immagini così innaturali e direi anche preternaturali dei due Papi uno a fianco dell’altro, per le quali Benedetto XVI non ha mai lesinato il favore di camera. L’immagine dei due Papi insieme, come dicevo la volta scorsa caro Cristian, è il simbolo di una Chiesa invertita, omosessualizzata, proprio come una casa, e non una famiglia, con due papà o due mamme: i padri conciliari del Vaticano II, come vede, sono arrivati molto prima della senatrice Cirinnà.

Se si ritiene illegittimo il pontificato di Bergoglio, bisogna avere il coraggio, l’onestà e l’intelligenza di farlo per tutti i Papi che lo hanno preceduto fino al Concilio Vaticano II. Altrimenti, è meglio tornare nei ranghi all’oratorio, in parrocchia o a fare le vacanzine nel movimento. Come canta Paolo Conte, questo è un mondo adulto, si sbaglia da professionisti.

Il problema, invece, sta proprio nel fatto che questo Pontefice è stato riconosciuto universalmente in tutta la Chiesa dalla gerarchia e dai fedeli e, dunque, regna legittimamente anche se in modo nefando nel merito e nel metodo. Ma questo, ancora prima che un problema nostro, penso sia un problema di Bergoglio. Di quest’uomo costretto, dentro un disegno provvidenziale che può permettere il male allo scopo di trarne un bene maggiore, a essere il Vicario di Colui che con ogni suo gesto combatte consapevolmente, a rappresentare visibilmente il permanere di una Chiesa che tenta di distruggere fin nelle sue fondamenta.

Non deve essere un bel vivere, caro Cristian. Questa sorta di schizofrenia spirituale, abbracciata e vezzeggiata, ordisce disegni malati e tremendi, lascia segni e dolori ostili alla redenzione in quantità così sovrabbondante da traboccare sulle membra del Corpo Mistico, fino a predare e indurre alla perdizione anime e anime e ancora anime. E non viene certo lenita dalle serate trascorse nei salottini Santa Marta a tu per tu con Scalfari o con Tornielli per interviste a metà tra la seduta di analisi e il proclama ideologico. Quando non sono sorvegliati, certi stati dell’anima hanno bisogno di uscire alla luce e si palesano in episodi sentinella, di cui l’ultimo esempio è l’udienza concessa ai Francescani dell’Immacolata in cui Maurizio Blondet ha trovato segni e toni inquietanti.(clicca qui per leggere l’articolo di Blondet).

Forse, è per trovare un po’ di pace nel disperante orizzonte umano in cui si è confinato che Bergoglio evoca in modo ossessivo e ossessionante una misericordia monca della giustizia e della verità. Ma pretendere i frutti della misericordia di Dio senza rendere conto alla sua giustizia significa, di fatto, pretendere di salvarsi senza Cristo. E invece, come scriveva nel 1944 il gesuita Irénée Hausherr in Penthos. La dottrina della compunzione nell’Oriente cristiano, un libro che non è sicuramente tra i preferiti dal suo confratello Bergoglio, “l’innocenza battesimale più gelosamente conservata non toglie a nessuno la qualità di redento da Cristo; e a tutti i suoi redenti il Redentore dice senza eccezione: fate penitenza”.

Non è questo il luogo per teologare o strologare, caro Cristian. Mi limito solo a descrivere ciò che vedo cercando di trarne un senso. E vedo il capo visibile della Chiesa che muove guerra al Capo invisibile, vedo il facitore di ponti tra uomo e Dio che li distrugge per erigere fragili passerelle tra uomo e creato, vedo il Vicario di Cristo che umilia pervicacemente Cristo fino a non inginocchiarsi davanti al suo Corpo sacramentato, vedo il successore di Pietro che invece di confessare il Figlio del Dio vivente si prostra davanti all’uomo…

Vedo un uomo che mi ricorda con precisione inquietante il Saruman del Signore degli Anelli, il capo del potere religioso della Terra di Mezzo, che tradisce il suo mandato per allearsi con il Nemico. “Una nuova Potenza emerge” dice al suo sottoposto Gandalf. “Inutili sarebbero contro di essa i vecchi alleati e l’antico modo di agire. (…) Questa è dunque la scelta che si offre a te, a noi: allearci alla Potenza”. Naturalmente nell’illusione di guidare i tempi nuovi: “Non sarebbe necessario, anzi non vi sarebbe un vero cambiamento nelle nostre intenzioni; soltanto nei mezzi da adoperare”.

Ma, proprio mentre concepisce questo pensiero, proprio perché concepisce questo pensiero, Saruman è già mutato e ha mutato le sue intenzioni, come il cristiano che abbraccia il mondo nell’illusione di usarlo a proprio godimento. “Lo guardai” racconta Gandalf “e vidi che le sue vesti non erano bianche come mi era parso, bensì tessute di tutti i colori, che quando si muoveva scintillavano e cambiavano tinta, abbagliando quasi la vista. ‘Preferivo il bianco’ dissi. ‘Bianco?’ sogghignò ‘Serve come base. Il tessuto bianco può essere tinto. La pagina bianca ricoperta di scrittura e la luce bianca decomposta’”.

Dal pensiero arcobaleno al disprezzo per la tradizione, in queste poche righe si palesa in tutte le sue anse oscure il pensiero per nulla originale di chi combatte contro l’ordine stabilito da Dio. Ed è difficile non riconoscervi l’ideologia bergogliana della Casa Comune destinata a soppiantare il vecchio ordine cattolico.

Oltre a questa cronaca ragionata dei fatti, caro Cristian, non sono in grado di andare. Mi conforta pensare che il Signore, nella sua infinita sapienza, pur concedendo a un Pontefice di oltraggiarlo come fecero i giudei sul Calvario, lo costringa a rappresentare, con il suo semplice essere sul Soglio di Pietro, l’indefettibilità della Chiesa. A rigore di logica, la promessa che le porte degli inferi non prevarranno non comporta nulla di più. E tanto mi basta.


Alessandro Gnocchi


Sia lodato Gesù Cristo




gennaio 2016
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