Dalla scomunica dei comunisti
alla scomunica degli anticomunisti

di Belvecchio




Segnaliamo un caso emblematico della deriva che trascina la moderna compagine cattolica.
Si tratta di quanto è accaduto in Brasile, nella diocesi di Goiás, suffraganea dell’arcidiocesi di Goânia, dove un giovane cattolico è stato pubblicamente minacciato di scomunica per aver contestato una manifestazione comunista organizzata dalla Pontificia Università Cattolica di Goiás.

L’accaduto ci è stato segnalato dall’amico Gederson Falcometa, che ha fatto in tempo a farci pervenire il testo di due documenti pubblicati dall’arcidiocesi, che sono poi spariti, dopo le roventi polemiche sorte intorno alla improvvida presa di posizione “pro comunismo” degli organi preposti alla difesa del cattolicesimo, della Chiesa e del bene comune dei fedeli.

Il fatto



Il 24 aprile 2015, la Pontificia Università Cattolica (PUC) di Goiás ha organizzato una conferenza sul tema “La riforma politica di cui il Brasile ha bisogno”, tenuta da Daniel Seidel, consigliere politico della CNBB (Conferência Nacional dos Bispos do Brasil - Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile), segretario esecutivo della “Comissão Brasileiro Justiça e Paz  - Commissione brasiliana per la Giustizia e la Pace”, nonché esponente di spicco del PT (Partido dos Trabalhadores), il partito comunista brasiliano.



In questa iniziativa, la cosa curiosa è che a farsene promotori, in vista della celebrazione del 1 maggio – “festa dei lavoratori” -, sono stati: la CTB (Central dos Trabalhadores e Trabalhadoras do Brasil), la CUT (Central Única dos Trabalhadores), la CSPB (Confederação dos Servidores Públicos do Brasil) e il MST (Movimento dos Trabalhadores Sem Terra), tutti appoggiati dalla stessa CNBB, rappresentata alla conferenza dal suo tesoriere.

Daniel Seidel ha presentato il progetto di iniziativa popolare della Coalizão pela Reforma Política Democrática e Eleições Limpas (Coalizione per la riforma politica democratica ed elezioni pulite), ed ha esortato i movimenti sociali a mobilitare la popolazione alla lotta.



Nel corso della conferenza si è prodotto un certo trambusto a causa dell’intervento di alcuni giovani studenti cattolici che hanno contestato la presenza degli esponenti comunisti all’interno della Pontificia Università Cattolica, per di più dediti alla propaganda politica di parte con l’appoggio dei responsabili cattolici della stessa Università.



Un diciassettenne studente in particolare, Marco Rossi Medeiros, ha suscitato l’ira degli esponenti comunisti presenti, tra cui una professoressa dell’Università, Sônia Maria Ribeiro dos Santos, esponente della CTB (Central dos Trabalhadores e Trabalhadoras do Brasil – Centrale dei lavoratori e delle lavoratrici del Brasile), la quale, appellandosi alla democrazia, ha ricordato ai giovani contestatori cattolici che avrebbero dovuto iscriversi a parlare.

In realtà l’elemento centrale della contestazione era costituito dal richiamo alla palese incompatibilità tra l’acclarata militanza comunista degli organizzatori e dell’oratore e il contesto ecclesiale cattolico in cui erano ospitati. I giovani hanno ricordato a gran voce che i comunisti e i loro fiancheggiatori sono fuori dalla comunione con la Chiesa cattolica in base alla tuttora vigente scomunica comminata dal Papa Pio XII il 1 luglio 1949, che approvò e fece pubblicare il decreto disposto dall’allora Sant’Uffizio (DS 3865); scomunica che venne poi confermata nel 1959 dal Papa Giovanni XXIII, che approvò e fece pubblicare la risposta dell’allora Sant’Uffizio ad un dubium.

Pubblichiamo i detti documenti in calce a questo articolo.

Per chi fosse in grado di capire il portoghese, rimandiamo a due registrazioni dell’accaduto tuttora reperibili su Youtube


e


Di questi video riportiamo, con l’aiuto dell’amico Gederson Falcometa, la trascrizione di alcune parti:

Stralci dell’intervento di Daniel Seidel:
«… in effetti, noi non miriamo solo alla riforma politica. La riforma politica darà luogo alla riforma fiscale, darà luogo ad altre riforme necessarie per distribuire il reddito. … questi dodici anni di governo popolare hanno prodotto importanti sviluppi, ma tutto si è fermato… ora dobbiamo distribuire la ricchezza che la classe operaia produce nel nostro paese. … il popolo chiede di più, chiede una economia più ugualitaria. E per far questo è necessario riformare il sistema polito brasiliano

Un giovane cattolico: «Segretario Daniel, chiedo la parola per un secondo. C’è qui il rettore della PUC? Farà un discorso o qualcosa? No? ... Non c’è? Forse perché c’è Lei che rappresenta la CNBB, giusto?»

Daniel Seidel: Sono venuto per conto della Coalizione per la riforma politica…

Lo stesso giovane cattolico: C’è qualche gruppo della Chiesa, qui? Della Chiesa?

Daniel Seidel: … per la CNBB ci sono io…

Lo stesso giovane cattolico: Qualcuno che non sia della CNBB, ma dell’arcidiocesi di Goiânia.

Un comunista: No, no, bisogna prima iscriversi. Di quelli che stanno ascoltando, c’è un'istituzione legata alla Chiesa?

Lo stesso giovane cattolico: Perché vorrei capire una cosa…

Daniel Seidel: Posso rispondere io, quindi?

Lo stesso giovane cattolico: Io vorrei capire una cosa: Com’è che un’istituzione cattolica permette una tavolata composta solo da scomunicati? È questo che vorrei capire. Incluso il signore che è rappresentante della CNBB. È questo che voglio capire. Ho qui il decreto contro il comunismo, del 1949, firmato da Papa Pio XII: “Ogni cattolico che appoggia il movimento comunista è automaticamente scomunicato”. Tavolata di scomunicati! Tavolata di scomunicati! È questo che voglio capire, voglio capire com’è che la CNBB, la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile ... cos’è che vi ha insegnato? Voi volete fare la rivoluzione armata! Volete fare la rivoluzione armata e parlate di istruzione! Se si sta predicando la rivoluzione armata è perché si vuole uccidere la gente. Volete uccidere i coltivatori diretti! Volete uccidere gli imprenditori! Volete che io esca. Io sono in casa mia. Quello che c’è qui è in funzione della Chiesa cattolica, che ha già condannato tutti questi movimenti, uno per uno. […] Chi è che aggredisce? Chi aggredisce la gente siete voi! Alla manifestazione contro il PT c’erano 2 milioni di persone, e non si è avuto un caso di aggressione. Quelli che aggrediscono sono i componenti del CUT, i componenti del MST. Siete solo voi che aggredite la gente per la strada.

Lo stesso comunista: Finiamo il discorso e avrai il diritto di parlare, perché qui siamo democratici. E tu devi rispettare la democrazia. La democrazia esige ordine, ordine.

Lo stesso giovane cattolico [cattolico 1]: Non c’è democrazia quando si predica la rivoluzione armata. Non c’è democrazia nel socialismo.

Altro giovane cattolico [cattolico 2]: Questa è un’istituzione privata della Chiesa cattolica, che condanna questi movimenti.

Cattolico 1: Esiste un documento della Chiesa che scomunica i comunisti. Esiste un documento della Chiesa che scomunica tutti quelli che collaborano col socialismo.

Comunisti – in coro: Fuori, fuori!

Cattolici – in coro: Scomunicati! Scomunicati!

Cattolico 1: Vai fuori tu, caro mio, io sto nella Chiesa, io sono cattolico…

Cattolico 2: Sei uno scomunicato e stai usando una disonestà intellettuale monumentale: stai usando lo spazio cattolico per predicare contro il cattolicesimo…

Cattolico 3: Ehi, hai sentito?. Ehi, CNBB, hai sentito?

Professoressa Ribeiro dos Santos, rivolgendosi al cattolico 1: Moccioso, senza rispetto,  mi vuoi aggredire? Mi aggredisce!

Cattolico 1: Guarda che io non sono di sinistra. Chi aggredisce è comunista. Chi aggredisce è comunista.

Professoressa Ribeiro dos Santos, rivolgendosi al cattolico 1: Senza rispetto, irrispettoso, moccioso! Irrispettoso, esci da qui. Moccioso! Io sono una professoressa di qui. Sono una professoressa di qui… Esci da qui, moccioso!

Cattolico 2: È lui che è aggredito, è lui che è aggredito, non ha aggredito nessuno. Tu non hai il diritto di usare lo spazio cattolico…

Comunista 2: Io sono cattolico.

Cattolico 2: No, non sei cattolico. Tu appoggi questi qui, non sei cattolico…

Cattolico 4, rivolgendosi a Daniel Seidel: Lei dovrebbe vergognarsi, dovrebbe vergognarsi di tutto questo… guardi: il decreto contro il comunismo…

Comunista 2: Il Papa appoggia la CNBB in Brasile! Il Papa appoggia…! Il Papa appoggia…

Comunisti – in coro: Riforma politica, deve accadere!
                                   Voglio vedere il popolo e le donne al potere!




Marco Rossi Medeiros interviene nel corso della conferenza


La reazione dell’arcidiocesi


Dell’accaduto, ovviamente, sono state informate la diocesi di Goiás e l’arcidiocesi di Goânia.
Quest’ultima ha pensato bene di intervenire “a gamba tesa”, se così possiamo dire, emanando il seguente comunicato, non più reperibile sul sito dell’arcidiocesi:

In ragione delle posizioni pubbliche assunte da Marco Rossi Medeiros contro la Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile e diversi fratelli nell’episcopato, come pure recentemente contro la Pontificia Università Cattolica di Goiás, il suo Rettore, la rettoria e il corpo docente, in adempimento della responsabilità del nostro ministero, rendiamo pubblica la nostra riprovazione per le sue parole, i suoi atteggiamenti e i suoi metodi diffamatorii che tentano di infangare le istituzioni, le organizzazioni e la vita delle persone.

Nelle sue invettive, anche se si dichiara cattolico, Marco Rossi Medeiros non parla né agisce in nome della Chiesa cattolica.

Ricordiamo opportunamente che è al vescovo della Chiesa arcidiocesana - e solo a lui, nella sua circoscrizione ecclesiastica -, che compete la responsabilità canonica di promuovere e garantire l’unità e la correttezza della dottrina e della fede. Compete solo all’arcivescovo discernere, decidere, nominare, destituire e condurre il governo delle istituzioni ecclesiastiche dell’Arcidiocesi di Goiânia.

Qualunque cattolico che si attribuisce illegittimi diritti per suscitare rotture nell’unità della Chiesa, per ciò stesso attenta alla comunione e si colloca fuori di essa “latae sententiae”.

Ribadiamo il nostro sostegno, la solidarietà e la gratitudine al PUC di Goiás, al suo Rettore e alla rettoria, ai dirigenti, ai docenti e ai funzionarii, per il servizio e il bene che forniscono all’istruzione superiore, alla nostra cara Pontificia Università Cattolica e all’Arcidiocesi di Goiânia.

Nell’Anno della misericordia, preghiamo ardentemente per la pace e per l’armonia del popolo brasiliano. Rifiutiamo e riproviamo, con fermezza, qualsiasi pratica accusatoria e offensiva che incita all’odio e alla divisione, nella famiglia, nella Chiesa e nella società.

Nel fedele discepolato missionario, uniti alla passione di Cristo, come Chiesa continuiamo perseveranti, verso il Regno definitivo.

Preghiamo per questo fratello, perché sia toccato dall’azione dello Spirito Santo e ottenga la protezione della Santa Madre di Dio.

Dom Levi Bonatto, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Goiânia


Ci si consenta di fare un piccolo appunto:

Intanto chi scrive è un “vescovo ausiliare”, così che si debba ritenere che egli parli anche a nome dell’Arcivescovo; poi, visto il richiamo alla responsabilità dell’Arcivescovo e visti gli apprezzamenti espressi nei confronti di “tutta” la Pontificia Università Cattolica di Goiás, quanto segnalato dai giovani cattolici come scomposto, irregolare e anticattolico nei confronti della PUC, dev’essere addebitato in primis all’arcidiocesi e all’Arcivescovo; infine la maldestra minaccia di scomunica “latae sententiae”, rivela tutta la superficialità con cui si governa questa chiesa di Goiânia, nonché tutta la partigianeria che informa i suoi vescovi: pronti a promuovere e sostenere i comunisti e altrettanto pronti a bacchettare, a respingere, a riprovare e a condannare i cattolici.

Era inevitabile che da questo improvvido comunicato ufficiale scaturissero proteste e richieste di chiarimento, a dimostrazione del fatto che è in primis l’arcidiocesi a seminare divisioni e rotture. Al punto che i politicanti che la governano, perché politicanti sono per la pratica e per i comportamenti che attuano, si sono visti costretti a diffondere un nuovo comunicato, anch’esso poi scomparso dal sito dell’Arcidiocesi, comunicato che non era più firmato da un “vescovo”, ma dall’ufficio per le comunicazioni. Eccolo:

In ragione della polemica riguardante il Comunicato dell’arcidiocesi di Goiânia relativo al Sig. Marco Rossi Medeiros, pubblicato sul sito, chiariamo:

Il nostro obiettivo è, innanzi tutto, dirimere i dubbii in maniera fraterna e nello spirito della Pasqua che dev’essere presente in questo tempo liturgico che stiamo vivendo.
Davanti al tono aggressivo e diffamatorio del Sig. Marco Rossi Medeiro, l’arcidiocesi, nel quadro delle sue attribuzioni canoniche e amministrative, ha deciso di pronunciarsi per il bene della verità e per preservare le persone coinvolte.

In relazione al paragrafo che cita la scomunica latae sententiae, tale testo è stato citato a causa della possibilità che le persone che attentano all’unità della Chiesa hanno di incorrere in essa.
Il testo non è, in alcuna maniera, un decreto di scomunica, pertanto il Sig. Marco Rossi non è scomunicato.

Nostro malgrado, il comunicato pubblicato dall’ufficio stampa dell’Università nel sito e nel social network della PUC di Goiás, ha assunto una connotazione indesiderata, non essendo stato percepito che nel comunicato si trattava di una presa di posizione e non una questione canonica.

L’Arcidiocesi di Goiânia ribadisce la sua posizione, lamenta l’atteggiamento aggressivo e radicale del Sig. Marco Rossi Medeiros e spera che con questo chiarimento, in mezzo a noi torni a regnare la pace e si ristabilisca l’unità, nell’ottica dell’appello del Santo Padre che dice che ogni cristiano è chiamato a lavorare per l’unità della Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo.

Non siamo contro nessuno, rispettiamo, come dimostra la storia dell’Arcidiocesi, tutte le opinioni e le posizioni politiche in quanto pratica umana che mira al bene comune.

Ufficio delle comunicazioni
Arcidiocesi di Goiânia
Goiânia, 29 marzo 2016


Conclusione

Non è una novità che la gerarchia cattolica scivola sempre più verso una concezione mondana, umanista e populista del cattolicesimo, dell’insegnamento di Cristo, del Vangelo e della Rivelazione, ma non può non indignare il fatto che questi moderni uomini di Chiesa ne menino vanto e giungano fino alla persecuzione, a volta pesante, altre volte larvata, come in questo caso, di tutti i cattolici che intendono rimanere fedeli all’insegnamento millenario della Chiesa.

A proposito di comunismo e di socialismo, pensiamo sia opportuno ricordare che i papi hanno sempre condannato queste ideologie anticristiane e antiumane. A chi volesse soffermarsi su questo insegnamento della Chiesa, segnaliamo le seguenti encicliche:
Pio IX, Qui pluribus, 9 novembre 1846
Pio IX, Noscitis et Nobiscum, 8 dicembre 1849
Pio IX, Quanta cura – Syllabus, 8 dicembre 1864
Leone XIII, Quod Apostolici muneris, 28 dicembre 1878
Leone XIII, Dall’alto, 15 ottobre 1890
Leone XIII, Rerum novarum, 15 maggio 1891
San Pio X, Fin dalla prima, 18 dicembre 1903
Pio XI, Quadragesimo anno, 15 maggio 1931
Pio XI, Divini Redemptoris, 19 marzo 1937
Pio XII, Humani generis, 22 agosto 1950
Pio XII, Menti nostrae, 23 settembre 1950 (nella parte sui pericoli del nostro tempo)
Giovanni XXIII, Mater et magistra, 15 maggio 1961
Paolo VI, Ecclesiam suam, 6 agosto 1964 (n° 105)



DOCUMENTI DI CONDANNA DEL COMUNISMO




Suprema Sacra Congregazione del Santo Uffizio

Decretum contra communismum

È stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione:
           
1. se sia lecito iscriversi al partito comunista o sostenerlo;
           
2. se sia lecito stampare, divulgare o leggere libri, riviste, giornali o volantini che appoggino la dottrina o l'opera dei comunisti, o scrivere per essi;
           
3. se possano essere ammessi ai Sacramenti i cristiani che consapevolmente e liberamente hanno compiuto quanto scritto nei numeri 1 e 2;
           
4. se i cristiani che professano la dottrina comunista materialista e anticristiana, e soprattutto coloro che la difendono e la propagano, incorrano ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica, in quanto apostati della fede cattolica.

Gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri preposti alla tutela della fede e della morale, avuto il voto dei Consultori, nella riunione plenaria del 28 giugno 1949 risposero decretando:
           
1. negativo: infatti il comunismo è materialista e anticristiano; i capi comunisti, sebbene a volte sostengano a parole di non essere contrari alla Religione, di fatto sia nella dottrina sia nelle azioni si dimostrano ostili a Dio, alla vera Religione e alla Chiesa di Cristo;
           
2. negativo: è proibito dal diritto stesso (cfr. canone 1399 del Codice di Diritto Canonico);
           
3. negativo, secondo i normali principii di negare i Sacramenti a coloro che non siano ben disposti;
           
4. affermativo.

Il giorno 30 dello stesso mese ed anno il Papa Pio XII, nella consueta udienza all'Assessore del Santo Uffizio, ha approvato la decisone dei Padri e ha ordinato di promulgarla nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.
       
(Decretum, 1 luglio 1949 - AAS 41 (1949) p. 334)


Suprema Sacra Congregazione del Santo Uffizio

Dubium

25 marzo 1959

È stato chiesto a questa Suprema Sacra Congregazione se sia lecito ai cittadini cattolici dare il proprio voto durante le elezioni a quei partiti o candidati che, pur non professando principî contrari alla dottrina cattolica o anzi assumendo il nome cristiano, tuttavia nei fatti si associano ai comunisti e con il proprio comportamento li aiutano.

I Cardinali preposti alla tutela della fede e della morale risposero decretando:
negativo, a norma del Decreto del Sant'Uffizio del 1/7/1949, numero 1.

Il giorno 2 aprile dello stesso anno il Papa Giovanni XXIII, nell'udienza al Pro-Segretario del Santo Ufficio, ha approvato la decisione dei Padri e ha ordinato di pubblicarla.

(Dubium, 4 aprile 1959 - AAS 51 (1959), pp. 271-272)






aprile 2016
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