TRENTA RIGHE FUORI MODA

L’arcivescovo Paglia
e
l’omelia di Scalfari ai transumanisti


di Alessandro Gnocchi



Pubblicato sul sito Riscossa Cristiana
nella rubrica del martedì “Fuori moda” - La posta di Alessandro Gnocchi
 
 
Impaginazione e immagini sono nostre



Ogni martedì Alessandro Gnocchi risponde alle lettere degli amici lettori. Tutti possono scrivere indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it, con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso ed eventualmente si daranno ad altre lettere risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.


martedì 10 ottobre 2017


In un giornale, “trenta righe”, sono come un sigaro toscano e una medaglia di cavaliere: non si negano a nessuno. Sono perfette per i primi balbettii di un praticante, per i funambolismi del vecchio cronista, per l’elzeviro del professore un po’ dandy e per l’editoriale del direttore. Dunque bastano anche a noi per dare un taglio veloce ed esaustivo a questa rubrica che commenta quanto accade dentro e fuori la Chiesa. Ma per favore, anche se la forma non è più quella della risposta alle vostre lettere, continuate a scrivere. Gli spunti migliori vengono sempre da voi.





C’è qualche riga in più rispetto alle trenta promesse, ma non è roba mia. Per quanto mi riguarda mi limito solo a introdurre e chiosare un florilegio dell’articolessa che Eugenio Scalfari ha dedicato su Repubblica di lunedì 9 ottobre all’ultima fatica editoriale di Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, presidente della Fondazione Biblica Cattolica Internazionale, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, nonché noto arcivescovo. Il libro in questione si intitola Il crollo del Noi ed è pubblicato da Laterza. Non compratelo, fatevi bastare quanto segue tratto dall’articolo intitolato “La Chiesa che combatte il narcisismo contemporaneo” (tranne quello di Bergoglio, Paglia e accoliti).


Dalla Cinquantesima Lettera di Sant’Eugenio Scalfari apostolo ai transumanisti

(Ecco) il nucleo del pensiero (di Paglia): la fratellanza, la pace, l’amore e il nuovo umanesimo che, a suo parere, consente all’umanità di sviluppare una cultura adatta ai tempi senza perdere ed anzi consentendo la fraternità tra credenti e non credenti che però condividono e rafforzano valori comuni.

(…)

(cita) le parole di un suo collega di altissimo livello intellettuale, che ormai purtroppo non c’è più: Carlo Maria Martini. Queste parole furono da lui pronunciate nel 2003. Eccole: «Voi umanisti moderni, contrari alla trascendenza delle cose supreme, dovete riconoscere il nostro nuovo umanesimo. Anche noi, noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo. Vogliamo favorire una visione e un impegno comune tra credenti e non credenti per affrontare insieme le grandi sfide del presente». Ricordiamoci che Martini fu il grande sostenitore di papa Francesco. La pensavano allo stesso modo e di questo pensiero papa Francesco ha fatto l’impegno principale del suo pontificato portando avanti l’incontro della Chiesa con la modernità.

(…)

Mi permetto qui di ricordare ciò che ci dicemmo il Papa ed io su questo tema in uno dei nostri incontri durante i quali siamo diventati amici. Stavamo considerando il suo impegno per una Chiesa moderna che sappia intendersi con la modernità laica. «Santità – dissi io – tenga conto che non crediamo nella verità assoluta. Siamo relativisti, come la cultura illuministica ci ha insegnato. Voi cattolici credete invece nell’Assoluto». «È vero – rispose il Papa – noi credenti crediamo tutti nell’Assoluto per quanto riguarda la verità che promana da Dio. Il nostro Dio unico per noi rappresenta l’Assoluto». A quel punto della nostra conversazione gli domandai come fosse possibile un incontro con la modernità e la sua risposta fu questa: «Noi credenti e ovviamente soprattutto noi presbiteri e noi vescovi crediamo nell’Assoluto, ma ciascuno a suo modo perché ognuno ha la propria testa e il proprio pensiero. Quindi la nostra verità assoluta, da tutti noi condivisa, è però diversa da persona a persona. Non evitiamo infatti discussioni nel caso delle quali i nostri diversi pensieri si confrontano. Un tipo di relativismo c’è dunque anche tra noi».

(…)

Ricordate i valori iniziali della Rivoluzione francese del 1789? Ricordate la bandiera tricolore e il significato di quel simbolo dell’Europa liberale: “Liberté, Egalité, Fraternité”. E ricordate lo slogan dei fratelli Rosselli e del Partito d’Azione? Diceva “Giustizia e Libertà”. Non a caso furono uccisi dai fascisti. A questo proposito Paglia cita un brano di Aristotele che è altamente significativo: «Chi non può entrare a far parte di una Comunità o chi non ha bisogno di nulla, bastando a sé stesso, non è parte di una città ma è una belva o un Dio».

(…)

La religione cattolico-cristiana distingue ovviamente tra il bene e il male, ma non affronta l’origine del male: è Dio stesso ad averlo creato nel momento in cui riconosceva alle sue creature umane il diritto al libero arbitrio? Papa Francesco, preceduto in questo da Giovanni XXIII e da Paolo VI ma con una forza più rivoluzionaria rispetto alla teologia ecclesiale, ha abolito i luoghi dove dopo la morte le anime dovrebbero andare: Inferno, Purgatorio, Paradiso.

(…)

Tutte le anime sono dotate della Grazia e quindi nascono perfettamente innocenti e tali restano a meno che non imbocchino la via del male. Se ne sono consapevoli e non si pentono neppure al momento della morte, sono condannate. Papa Francesco – lo ripeto – ha abolito i luoghi di eterna residenza nell’Aldilà delle anime. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio. Questa è la tesi di Francesco ed anche di Paglia.

(…)

Chiuderò questa recensione con una frase che l’autore scrive illustrando con essa il nucleo del suo pensiero: «I credenti in Dio (religiosi) e i credenti nell’uomo (umanisti) nell’incontro con i poveri ritrovano una preziosa alleanza. Direi che è di qui che bisogna ripartire per ritessere le lacerazioni presenti nella nostra società. Il coinvolgimento per il riscatto dei poveri traccia una linea di cambiamento edificante. Per i cristiani questo umanesimo è fondamentale: chi incontra i poveri incontra Dio stesso». Aggiungo da parte mia: per i non credenti è un incontro con i valori laici della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità. Grazie, caro Vincenzo, per il libro che hai scritto.

E grazie, caro Eugenio per la recensione che ne hai fatto. Anche se il tuo apostolato non riesce ancora a convincere qualche stupidino che la chiesa (ex) cattolica è proprio ridotta così.


Alessandro Gnocchi

Sia lodato Gesù Cristo






ottobre 2017
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