BISOGNA CACCIARE L'IMPOSTORE!


Cacciare l’impostore è ormai un caso di coscienza

di Francesco Lamendola


Articolo pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia







Ogni giorno che passa le forze che mirano a distruggere la Chiesa cattolica, a stravolgerne la dottrina, a vanificare completamente il messaggio del Vangelo, ad annacquarlo, a edulcorarlo, a falsificarlo, sino a spingere nell’apostasia un miliardo e 300 milioni di fedeli in tutto il mondo, acquistano sempre più forza.
Ogni giorno che passa senza che le forze sane reagiscano, aumenta la probabilità che tale processo di distruzione diventi irreversibile.
E ogni giorno che passa la coscienza dei veri cattolici viene interpellata da un interrogativo drammatico, urgente, non più dilazionabile: che fare?
estare a guardare, mentre le forze della massoneria ecclesiastica portano a termine la loro opera diabolica?
Lasciare che i malvagi operino questa inaudita falsificazione del cattolicesimo, si facciamo beffe di una Tradizione due volte millenaria, prendano in giro così tante persone e mettano in gravissimo pericolo le loro anime immortali?
È possibile restare ancora a osservare passivamente lo sfascio, l’aggressione maligna, la sistematica opera di decostruzione del cattolicesimo?
O non è forse giunta l’ora di prendere risolutamente in mano la situazione e assumersi la propria parte di responsabilità, di rischio e, se necessario, di martirio?
Non è forse vero che il vero cristiano deve essere sempre pronto a dare la vita per Colui che ha dato la sua vita per noi?
Non è forse vero che a nulla giova dire: Signore, Signore!, se ci si tira indietro nel momento del pericolo, nel momento della grande tribolazione, nel momento in cui si assiste a una satanica offensiva per distruggere l’opera di Cristo, la redenzione da Lui portata agli uomini mediante la sua Incarnazione e a prezzo del suo stesso Sangue?
Rimanere passivi  ed inerti in questo momento, non equivale a lasciare che Gesù Cristo venga crocifisso per la seconda volta, che subisca nuovamente il martirio per causa nostra?




Bergoglio ha protestantizzato il Cattolicesimo, peggio l'ha trasformato in un “Umanesimo ateo”!


Ci sono moltissime ragioni per rimanere fermi e zitti, per non fare nulla; e alcune, almeno apparentemente, più che rispettabili. Qui non stiamo parlando di un personaggio politico o di un pubblico amministratore: stiamo parlando del papa.
Il papa è il vicario di Cristo e si dà per scontato che egli sia, quanto meno, un fedele custode del Deposito della fede. Si ammette che, come uomo, possa avere dei difetti, anche gravi; ma non che possa tradire intenzionalmente e deliberatamente la fede in Gesù Cristo. Non è mai successo.
Nemmeno i papi peggiori lo hanno mai fatto; neppure nei secoli più bui, quando venivamo investiti della suprema dignità anche personaggi discutibili, avidi, immorali, o adolescenti irresponsabili, manovrati da qualcun altro. Mai, però, un papa è arrivato a tradire scientemente il proprio mandato; mai si è macchiato pienamente di eresia e apostasia; mai ha costituito una minaccia e un pericolo per le anime del gregge di Cristo, tranne che, eventualmente, per il cattivo esempio dei suoi costumi personali.

Inoltre, dal Concilio Vaticano I sappiamo che un papa, allorché si esprime solennemente, ex cathedra, su questioni di fede, è infallibile. Tale attribuzione è stata contestata da una parte dei cattolici, ma infine è stata accettata da tutta la Chiesa e più nessuno l’ha messa in discussione, da un secolo e mezzo, quando tale dottrina è stata formulata.
E dunque, come ammettere che il signor Bergoglio si sia macchiato d’una colpa così grave, da giustificare una vera e propria ribellione?
Come se questo dubbio non bastasse a paralizzare qualunque volontà, c’è un altro aspetto da tener presente: che la Chiesa è una struttura gerarchica, che si regge sulla disciplina, e che ha per oggetto un contenuto sacro, la divina Rivelazione. Ce n’è più che abbastanza per far tremare le vene e i polsi a chiunque pensi di non riconoscere come legittima l’autorità papale di Bergoglio.
Non solo le eresie sono sempre venute da fuori, e mai dal romano pontefice, ma nessun romano pontefice ha mai minacciato la fede in quanto tale, piuttosto ha dato cattivo esempio sul piano personale. Questo, però, non è il caso attuale: a livello personale, costui non ha dato scandalo.

Ha dato scandalo solo con il mentire e con l’ostentare una falsa umiltà, questo sì: ha mentito quando ha detto di non aver ricevuto la lettera coi dubia dei quattro cardinali, e ha mentito ancora quando ha rifiutato di rispondere al memoriale Viganò, dando a intendere che il suo contenuto è  falso: perché, se fosse vero, avrebbe dovuto anche trarne le logiche e necessarie conclusioni e dimettersi lui stesso, spontaneamente. Ma si guarda bene dal farlo.
E pecca di vanità e di narcisismo quando si mette continuamente al centro della scena, si fa applaudire, si fa idolatrare, quasi che sia più di un semplice uomo, e fin da quando ha assunto il nome di Francesco, paragonandosi al più grande santo nella storia della Chiesa, cosa che nessun papa prima di lui aveva mai osato fare: e ce ne sono stati un centinaio.

Sorvoliamo, in questa sede, sul fatto che un gesuita non può essere eletto papa: questo avrebbe dovuto far insorgere  cardinali e i vescovi, perché è una violazione diretta e imperdonabile del diritto canonico, e avrebbe dovuto invalidare automaticamente la sua elezione. Ma non si può pretendere che un semplice fedele, un sacerdote qualsiasi, o, a maggior ragione, un laico, si facciano giudici in un tale genere di cose.
I semplici sacerdoti e i semplici laici si fidano della Chiesa: si aspettano che, se avviene qualche grave irregolarità nell’elezione di un pontefice, qualcuno intervenga per rimettere le cose a posto. Quel che il semplice fedele può vedere coi suoi occhi, però, è lo spettacolo quotidiano di un sedicente papa che fa a pezzi la dottrina, che svilisce la pastorale, che stravolge la liturgia, che proferisce espressioni ambigue, calcolatamente a doppio senso, le quali seminano la confusione, lo smarrimento e l’amarezza tra i fedeli; e, in alcuni casi, espressioni addirittura blasfeme, offensive, nei confronti di Gesù, della Madonna e della Santissima Trinità.

Non doveva essergli permesso dire che Gesù fa lo scemo, o che Gesù era brutto da fare schifo; non doveva essergli consentito dire che Gesù si è fatto diavolo e serpente; non doveva essergli consentito dire che Maria si è sentita ingannata da Dio, o che le Persone della Santissima Trinità sono sempre impegnate a litigare fra di loro.
Tali espressioni, oltre che intrinsecamente aberranti, sono anche gravemente irrispettose del divino e qualcuno, fra i cardiali e i vescovi, avrebbe dovuto ribellarsi.
Allo stesso modo, non doveva essergli consentito di commissariare i Francescani dell’Immacolata, trattarli quasi da delinquenti, provocarne l’esodo in massa, senza fornire spiegazioni ad alcuno.
E non doveva essergli consentito di ignorare la richiesta dei quattro cardinali, e la successiva Correctio filialis dei settanta teologi e sacerdoti, a proposito di Amoris laetitia.
Non doveva essergli permesso offendere quotidianamente i suoi critici, sfruttando l’ambone della Messa, né chiamare cani selvaggi quanti attendono chiarezza sul memoriale Viganò.
Non doveva essergli permesso affermare che la norma suprema del cristiano è la sua coscienza soggettiva; né che in base a essa un divorziato risposato può decidere di far la Comunione; né che Lutero aveva ragione; né invitare alla santa Messa gli islamici, con tutto il rispetto per loro; e meno ancora dichiarare solennemente che l’Antica Alleanza è sempre valida, perché ciò, oltre a contraddire frontalmente il Magistero, equivale ad affermare che l’ebraismo ha lo stesso valore di verità e di salvezza del cristianesimo, e quindi che Gesù, rispetto agli ebrei, poteva risparmiarsi la fatica di farsi uomo, di affrontare la Passione e di morire sulla croce, perché tanto essi sono già nella verità e sono già salvi.
Ma tutte queste cose non solo un papa non le può dire: non le può dire alcuno che pretenda di essere cristiano e di essere cattolico. Sono errori, cioè eresie, puramente e semplicemente.
Invece lui ha potuto dire simili cose e nessuno, o solo qualcuno, lo ha contraddetto; nessuno, nella folla dei ministri di Dio, gliene ha chiesto conto; non parliamo dello stuolo di servili adulatori che approva tutto quel che egli fa e dice, e che lui stesso ha collocato nei posti chiave, al punto che la Chiesa sembra appiattita sulle sue posizioni e la stampa sedicente cattolica intona inni a ogni sua iniziativa e a ogni suo discorso, anche i più sconvenienti, erronei e blasfemi; il tutto colla benedizione dei confratelli gesuiti, veri artefici di questo complotto.



Chi è l'antipapa? Sulle dimissioni di Benedetto XVI tutti, o quasi tutti, hanno sospettato, sin da allora, che vi fosse dietro qualcosa di sporco, una pressione, un ricatto.


Ma che i cattolici fossero già in condizioni comatose, che la loro fede si fosse già quasi del tutto spenta, si era visto quando Benedetto XVI ha dato le sue dimissioni.
Nessuno ha protestato, nessuno ha preteso che il vicario di Cristo rimanesse nel posto al quale era stato chiamato; e, soprattutto, nessuno ha preteso di sapere quali gravissime ragioni avessero  motivato quella decisione.
Tutti, o quasi tutti, hanno sospettato, sin da allora, che vi fosse dietro qualcosa di sporco, una pressione, un ricatto; e questo sospetto è divenuto certezza grazie alle sfrontate rivelazioni del cardinale Danneels, il quale si è vantato di aver partecipato alla mafia di San Gallo e ha candidamente ammesso che, fin dal 2005, questo gruppo di cardinali massoni aveva cercato di piazzare proprio il signor Bergoglio sulla cattedra di san Pietro.




Un gesuita non può essere eletto papa: questo avrebbe dovuto far insorgere cardinali e vescovi, perché è una violazione diretta e imperdonabile del diritto canonico.

Ce n’era abbastanza per sollevare una questione di legittimità del signore argentino; eppure nessuno lo ha fatto.
Che altro deve ancora accadere, perché i cattolici comprendano e si decidano a far sentire, forte e chiara, la loro voce, in difesa della Verità e di Gesù Cristo?
Abbiamo udito costui dichiarare che nessuno sa perché esiste la sofferenza; che Dio è ingiusto; che Dio non è cattolico; che la signora Bonino è una grande italiana; e lo abbiamo visto negare la benedizione ai fedeli, a Palermo, dieci giorni fa, sostenendo di non voler mancare di rispetto ai non cattolici. Che altro ci vuole, ancora, per capire e per dire a voce alta che costui non è cattolico, e quindi non è, non può, e non vuole essere papa?
Abbiamo visto i suoi fedelissimi, Paglia, Galantino, Bassetti, Parolin, dire che Lutero è stato mandato dallo Spirito Santo; abbiamo udito l’elogio pubblico e sperticato di Marco Pannella; abbiamo visto il gesuita James Martin sproloquiare all’Incontro mondiale della Famiglia a favore delle unioni omosessuali; e abbiamo visto la Chiesa cattolica inglese ringraziare, per bocca dei suoi capi, i giudici e i medici inglesi che hanno soppresso il piccolo Alfie Evans, mentre il signore argentino taceva.
Abbiamo visto il Vaticano emettere un francobollo per glorificare i cinquecento anni del felice evento dello scisma di Lutero, che ha spaccato in due la cristianità e ha inferto una ferita mai più rimarginata.
Abbiamo visto un vescovo italiano profanare la sua stessa cattedrale facendovi dipingere un affresco blasfemo, che inneggia al vizio impuro contro natura, e compiacersene al punto da farsi ritrarre nella folla degli altri osceni personaggi.
Abbiamo udito un generale dei gesuiti affermare che nessuno sa cosa disse realmente Gesù Cristo, ma che, in ogni caso, non è vero che Gesù abbia affermato l’indissolubilità del matrimonio; e abbiamo udito quello stesso personaggio dichiarare bel bello che il diavolo non esiste, è solo un’immagine simbolica del male.


Domandiamo che altro deve ancora accadere, che altro devono ancora fare questi signori, questi abusivi, questi impostori, perché i cattolici comprendano che ai vertici della Chiesa, e in parte anche alla base, è in atto una cospirazione, una enorme mistificazione, una sporca operazione che consiste nel sostituire un umanesimo ateo, che parla solo di cose umane, di diritti umani, al vero cristianesimo, cioè nel portare milioni anime in piena apostasia, senza che se ne rendano neppure conto?
Che cosa manca perché il quadro sia completo, perché il complotto sia abbastanza chiaro, e i buoni cattolici insorgano, sdegnati, e caccino a frustate i profanatori dal tempio?
Che cosa è ancora necessario che accada, quante altre spine devono essere piantate nella fronte del nostro Signore, quanti altri chiodi devono essere infissi nel suo Corpo, prima che noi, cattolici tiepidi, ignavi, vili e conformisti, cominciamo ad alzare la testa e facciamo sentire la nostra fermissima protesta, mossi non da orgoglio o superbia, ma da amore per Gesù Cristo e da doveroso rispetto verso il Vangelo che ci ha annunciato per la nostra salvezza, e che quei personaggi stanno completamente rovesciando, sino a trasformarlo in una cosa tutta umana, eretica, blasfema, demoniaca?
Perché deve esser chiaro che costoro non sono minimamente in buona fede. Certi sbagli non si fanno in buona fede. Tutto quel che è accaduto dopo l’elezione del signore argentino, e una parte di quel che è accaduto a partire dall’elezione di Giovanni XXIII e, poi, dalla convocazione del Concilio Vaticano II, è il frutto di una congiura spregiudicata, atroce, che solo delle menti infernali avrebbero potuto concepire.
Una macchinazione di questo genere si può qualificare in un modo soltanto, come satanica.
È satanico operare una apostasia silenziosa e ingannare milioni e milioni di fedeli, dando loro una comunione che non è più la vera Comunione, una messa che non è più la vera Messa, una dottrina che non è più cattolica, un Gesù puramente umano, oltretutto mistificato, e non quel Gesù che disse di Sé: Io sono la via, la verità e la vita.

Perciò, con l’aiuto dello Spirito Santo, è arrivato il momento di ribellarsi. Una sola cosa Gesù non ha tollerato e vi ha reagito con estrema energia: la profanazione delle cose del Padre suo. Quando ha visto come gli ebrei avevano trasformato il Tempio in un mercato, si è indignato e li ha scacciati con forza. La stessa cosa devono fare i cattolici, oggi, di fronte alla inaudita profanazione della Chiesa.
Questa non è più la vera Chiesa di Cristo; perché torni ad essere tale, bisogna ripristinare la Verità; e, per farlo, bisogna cacciare i falsari.
La moneta contraffatta che essi spacciano è una fede adulterata, manipolata, rovesciata; una falsa fede che non salva le anime, ma le porta verso la perdizione. Quel che dicono Martin, Paglia e gli altri porta alla perdizione: vogliono fare della casa di Dio la sinagoga di Satana.

E dunque basta! Dovremo dare conto del nostro silenzio: abbiamo permesso, per viltà, ciò che un cristiano non può assolutamente tollerare


settembre 2018
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