Comunicato del Superiore generale

della Fraternità San Pio X

19 dicembre 2023







Don Davide Pagliarani


Chi mi ama osserva – e fa osservare – i miei comandamenti

La Dichiarazione Fiducia supplicans del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, sulla questione delle benedizioni per «le coppie in situazione irregolare e le coppie dello stesso sesso», ci lasciano nella costernazione. Tanto più che il documento è stato firmato dal Papa stesso.

Benché esso pretenda di prevenire ogni confusione tra la benedizione di tali unioni illegittime e quella del matrimonio tra un uomo e una donna, questa dichiarazione non evita né la confusione né lo scandalo: non solo essa insegna che un ministro della Chiesa può invocare la benedizione di Dio su delle unioni peccaminose, ma con tale possibilità essa conforta di fatto tali situazioni di peccato.

L’invocazione di una tale «benedizione» consisterebbe solo nel chiedere per queste persone, in un quadro liturgico, che «tutto quello che è vero, buono e umanamente valido nella loro vita e nelle loro relazioni sia investito, guarito ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo».

Ma far credere a quelli che vivono in una unione necessariamente viziata, che questa possa essere nello stesso tempo positiva e portatrice di valori, è il peggiore inganno e la più grave mancanza di carità verso queste anime perdute. E’ falso immaginare che vi sia qualcosa di buono in una situazione di pubblico peccato; ed è falso pretendere che Dio possa benedire delle coppie che vivono in una tale situazione.

Senza dubbio, ogni uomo può essere aiutato dalla misericordia preveniente di Dio, e scoprire con fiducia che è chiamato a convertirsi per ricevere la salvezza che Dio gli offre. E la Santa Chiesa non rifiuta mai la benedizione ai peccatori che legittimamente la chiedono: ma in questo caso questa benedizione non ha altro scopo che aiutare l’anima a vincere il peccato per vivere in stato di grazia.

Quindi, la santa Chiesa può benedire qualsiasi individuo, anche un pagano. Ma mai, in nessun modo, potrà benedire una unione in se stessa peccaminosa, col pretesto di incoraggiare ciò che di buono ci sarebbe in essa.

Quando si benedice una coppia non si benedicono degli individui isolati, si benedice necessariamente la relazione che li unisce. Ora, non si può riscattare una realtà intrinsecamente malvagia e scandalosa.

Un tale incoraggiamento a procedere pastoralmente a queste benedizioni, in pratica conduce inesorabilmente all’accettazione sistematica di situazioni incompatibili con la legge morale, qualunque cosa si dica.

Questo corrisponde, sfortunatamente, alle affermazioni di Papa Francesco, che definisce «superficiale e ingenua» l’attitudine di coloro che obbligano le persone a dei «comportamenti per i quali esse non sono ancora mature, o di cui non sono capaci» (1).

Questo pensiero, che non crede più alla potenza della grazia e rifiuta la croce, non aiuta nessuno ad uscire dal peccato; esso sostituisce il vero perdono e la vera misericordia con una amnistia tristemente impotente; e non fa altro che accelerare la perdita delle anime e la distruzione della morale cattolica.

Tutto il linguaggio contorto e il travestimento sofistico del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non può nascondere la realtà elementare ed evidente di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirli. Questo sarà solo un sostituto del matrimonio cattolico.

In effetti, questo manifesta una profonda mancanza di fede nel soprannaturale, nella grazia di Dio e la mancanza della forza della croce per vivere nella virtù, nella purezza e nella carità, conformemente alla volontà di Dio.

Si tratta di uno spirito naturalista e disfattista che segue tranquillamente lo spirito del mondo, nemico di Dio. Si tratta di una ulteriore resa e sottomissione al mondo da parte della gerarchia liberale e modernista che a partire dal Vaticano II è al servizio della Rivoluzione sia all’interno e sia all’esterno della Chiesa.

Che la beata Vergine Maria, guardiana della fede e della santità, venga in aiuto alla santa Chiesa; che ella protegga soprattutto i più esposti a questo caos: i ragazzi, ormai obbligati a crescere in una nuova Babilonia, senza punti di riferimento né una guida che richiami la legge morale.

Don Davide Pagliarani, Superione generale

Menzingen, 19 dicembre 2023









 
dicembre 2023
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