Bergoglio riceve a Santa Marta dei rabbini “moderati”



di Redazione, 28 febbraio 2024



Dopo l’attacco terroristico che il 7 ottobre 2023 il gruppo palestinese di Hamas ha condotto contro Israele, quest’ultimo ha reagito con dovizia di uomini e di armamenti ed ha iniziato ad attaccare i Palestinesi che vivono nella cosiddetta Striscia di Gaza.

Se l’intenzione dichiarata da Israele è stata quella di attaccare per difendersi, non v’è dubbio che nel corso di questi quattro mesi tale intenzione si è dimostrata essere qualcosa di più. Molti commentatori non hanno esitato a riconoscere nell’attacco israeliano l’obiettivo ultimo di radere al suolo la Striscia di Gaza con la conseguente eliminazione dei Palestinesi ivi residenti, sia con una totale evacuazione sia con l’eliminazione fisica degli stessi. In tal modo la Striscia di Gaza verrebbe inglobata nello Stato di Israele, insieme con i territori anch’essi oggetto di attacchi militari israeliani: in Giordania occidentale e nel Libano meridionale, il tutto accompagnato dall’occupazione degli stessi territori da parte di coloni israeliani.

L’operazione progettata e attuata dallo Stato di Israele ha suscitato commenti e critiche di vario genere: si è parlato di eccessiva e ingiustificata reazione all’attacco di Hamas del 7 ottobre, addebitabile ai dirigenti israeliani denominati per questo “falchi”; e si è anche parlato di studiata manipolazione dei Palestinesi di Hamas atta a permettere agli Israeliani l’espansione dello Stato di Israele. Diversi appunti in questo senso sono venuti perfino dal Vaticano, che ha mobilitato i prelati in contatto con molti rabbini in Israele e nel resto del mondo.
In realtà, l’operazione condotta dai dirigenti israeliani ha suscitato critiche e distinguo da parte di diversi gruppi di Ebrei presenti sia in Israele sia altrove. Gruppi che per questo sono stati denominati “colombe”.

A titolo soprattutto propagandistico, alcuni rappresentanti di tali “colombe” si sono industriati per attuare un evento dal forte impatto mediatico e si sono accordati con i prelati cattolici modernisti con cui sono in contatto per organizzare un pubblico incontro con Papa Francesco.




15 febbraio 2024 - L'incontro a Santa Marta fra Bergoglio e alcuni rabbini



L’incontro si è svolto il 15 febbraio 2024 in Vaticano nella residenza Santa Marta, dove si sono riuniti col Papa diversi rabbini; esso è servito a creare un contraltare mediatico atto a mostrare che non vi sono solo i “falchi” che stanno eliminando i Palestinesi, ma anche le “colombe” che sono contrarie, ma che non hanno la forza necessaria per fermare la detta eliminazione.

A riprova del fatto che l’evento è stato un espediente in grado di mettere in risalto che vi sono rabbini dalle buone intenzioni, durante l’incontro si è parlato soprattutto della politica vaticana inaugurata con la Dichiarazione conciliare Notra Aetate, secondo la quale gli Ebrei sarebbero i fratelli maggiori dei cristiani e vanno compresi e sostenuti come possibile.

Sotto l’apparente distinguo rispetto alla concreta operazione anti palestinese condotta dallo Stato di Israele, è emerso il sentimento di solidarietà per tutti gli Ebrei in generale, elemento primario che deve servire da quadro basilare di riferimento per leggere anche l’attuale operazione militare israeliana.

Non sfugge la sostanziale concordanza tra la forma mentis fin troppo poco cattolica dei modernisti che attualmente imperversano in Vaticano e la forma mentis che caratterizza gli Ebrei sparsi nel mondo, in primis nello Stato di Israele. Il comune sentire dei modernisti e degli Ebrei conferma l’istanza anticristica che li accomuna e che mira a far trionfare la sinagoga di Satana contro la Chiesa di Cristo.

Purtroppo per loro, tale prospettiva è destinata al fallimento, perché nulla avviene che non rientri nel disegni di Dio: non praevalebunt ha promesso il Signore Gesù (Mt. 16, 18), e per i modernisti e gli Ebrei che si rifiutano di convertirsi a Cristo è pronta la fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti (Mt. 13, 42). 






 
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