L’ideologia del genere

di nuovo sul banco degli accusati


Articolo della Fraternità San Pio X









A Washington D.C. (Stati Uniti) si è tenuto un vertice internazionale che ha visto riuniti ricercatori, sociologi e diplomatici, allo scopo di unire gli sforzi nella lotta contro il wokismo e l’ideologia del genere. Un’occasione per constatare ancora una volta i segni di indebolimento del progressismo.

Il 27 febbraio 2024, la capitale federale americana ha ospitato in incontro internazionale molto politico, con partecipanti provenienti dall’Ungheria, dal Messico, dalla Spagna, dalla Polonia, dall’Italia, dal Canada e dal Brasile, i quali hanno discusso delle numerose sfide poste dall’ideologia del genere e in generale dal wokismo alle società e alla famiglia.

Nel corso dell’incontro, i membri hanno discusso su un progetto di dichiarazione di princìpi in grado di mettere in guardia contro i pericoli dell’ideologia del genere, sottolineando l’importanza di proteggere la libertà di credo e di espressione, nonché il mantenimento della distinzione giuridica tra sesso e “identità di genere”.

Austin Ruse, Presidente del Centro per la famiglia e diritti dell’uomo, ha espresso le sue preoccupazioni circa l’inserimento dell’espressione «persecuzione fondata sul genere» in un nuovo trattato sui crimini contro l’umanità, avvertendo che questo potrebbe mettere in pericolo le persone religiose o aventi delle convinzioni tradizionali.

La coalizione internazionale prevede di continuare a lavorare su tale dichiarazione di princìpi, allo scopo di definire chiaramente l’ideologia del genere e di sottolineare la natura non partigiana dei suoi sforzi. Malgrado le loro differenze politiche, i membri della coalizione sono uniti nell’impegno di resistere e rigettare l’ideologia del genere, che minaccia i diritti individuali, familiari e nazionali.


Una organizzazione influente

 Il colloquio è stato organizzato dalla The Heritage Foundation (HF), un tink tank conservatore molto conosciuto oltre Atlantico: eretto nel 1971, HF ha acquisito notorietà sotto la presidenza di Reagan.

Dato che Reagan, al termine del suo primo anno al potere, aveva attuato solo la metà delle proposte dell’organizzazione, questa ha cercato di estendere la sua influenza «piazzando» dei simpatizzanti. Dopo l’elezione di Donald Trump, nel marzo 2016, HF gli ha fornito una lista di candidati per la Corte Suprema e ha piazzato i suoi sostenitori nel suo governo e nella sua amministrazione.

Bilancio: al termine del suo primo anno di mandato presidenziale, Donald Trump, secondo la Fondazione, aveva applicato il 64% delle proposte della HF. Tra cui: lasciare l’accordo di Parigi, smettere di finanziare le organizzazioni internazionali che difendono l’aborto, aumentare le spese militari, ritirarsi dall’Unesco.

Al termine dell’incontro di Washington, i sostenitori riuniti dalla The Heritage Foundation hanno firmato una dichiarazione comune con la quale si sono impegnati a lavorare di più nei loro paesi per difendere i valori che attacca l’ideologia del genere: nel testo pubblicato sul sito della HF si può leggere:
«L’ideologia del genere contraddice la conoscenza scientifica e costituisce una sfida alle verità antropologiche e morali che sono le fondamenta di ogni civiltà.
«Essa ha sconvolto le famiglie e le nazioni, viola i legami naturali fra genitori e figli ed estende la sua influenza nelle scuole, negli spazii privati, negli sport, nella medicina, nei tribunali e nel linguaggio quotidiano. (…) Noi ci impegniamo a rifiutare essa e i suoi sostituti». 

C’è da sperare che la follia dell’ideologia del genere venga a poco a poco relegata nel museo delle follie che nascono periodicamente nei cervelli annebbiati degli ideologi. Ma ci vorrà del tempo per ripulire l’atmosfera dai miasmi che essa ha diffuso. Tuttavia, studi sempre più numerosi, sia medici sia sociologici, confermano il diritto della sana ragione.









 
marzo 2024
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