Un vescovo e un cardinale

giudicano severamente “Fiducia supplicans”



Articolo della Fraternità San Pio X



Pubblicato in due parti sul sito informazioni della Fraternità

prima parte - seconda parte



Se il cardinale Victor Manuel Fernández pensava che l’opposizione a Fiducia supplicans a poco a poco si esaurisse, dev’essere deluso.
Gli oppositori non si calmano e continuano a reagire.




Mons. Mutsaerts persiste






Su InfoVaticana del 27 febbraio 2024, Mons. Mutsaerts, il coraggioso vescovo ausiliare di Bois-le-Duc in Olanda, che ha parlato del Sinodo sulla sinodalità come di «un Sinodo delle tenebre», ha dichiarato:
«I tempi attuali sono estremamente confusi. Uno dei principali compiti del Papa è di creare chiarezza dove c’è confusione.
«Ora, Papa Francesco è selettivo nel rispondere alle domande (certi dubia non ricevono mai risposta, altri la ricevono rapidamente) e inoltre le sue risposte sono suscettibili di molteplici interpretazioni, cosa che finisce con l’accrescere la confusione e la divisione.
Prendiamo Amoris laetitia: è permesso ad una persona che non è in stato di grazia, ricevere la santa Comunione?
«La risposta inequivoca della Chiesa è sempre stata un “no” secco. Amoris laetitia contiene numerose dichiarazioni in cui l’imprecisione o l’ambiguità permettono delle interpretazioni contrarie alla fede o alla morale, o che suggeriscono una dichiarazione contraria alla fede e alla morale, senza enunciarla esplicitamente».

Poi il prelato olandese passa a Fiducia supplicans:
«Un prete può benedire i peccatori? Evidentemente, . Può benedire il peccato? Evidentemente, no. E’ su questo punto che Fiducia supplicans svirgola l’essenziale.
Questo documento afferma che le unioni omosessuali possono essere benedette. Si tratta di una dottrina contraria agli insegnamenti della Chiesa cattolica.

«Fiducia supplicans ha suscitato una grande controversia. Il fatto che il cardinale Fernández faccia una distinzione artificiale tra “coppia” e “unione” in risposta alle critiche, non è d’aiuto. Dire che un prete può benedire la “coppia” ma non l’“unione” è una cosa senza senso. Dopotutto si tratta di una coppia perché c’è una unione».

E il vescovo avverte, prendendo di mira Francesco:
«Io non escludo che Papa Francesco faccia altri passi nella direzione che ha preso. Ma noi sappiamo che dove non c’è continuità, vi è una rottura con la tradizione. Non abbiamo mai visto questo in 2000 anni. Il fatto che si abbia una rottura con la tradizione può essere evidente dalla resistenza: in 2000 anni non abbiamo mai visto che tante persone – tra cui un intero continente – si siano opposte ad una dichiarazione romana».

Poi Mons. Mutsaerts denuncia un flagrante «due pesi e due misure» a Roma:
«“Tutti, tutti, tutti” dice Papa Francesco, tutti sono benvenuti. Tutti? Sembra si faccia eccezione per i tradizionalisti. Il tono di Traditionis custodes è duro; e quante volte i tradizionalisti sono stati qualificati come “rigidi” o con dei termini più stravaganti? Chiedete la Messa tradizionale e sarete cancellati.

«Un uomo dalla voce dolce come Mons. Strickland [vescovo di Tyler nel Texas, destituito da Francesco l’11 novembre 2023] ne è un esempio tra tanti altri. I vescovi tedeschi e belgi che chiedono senza posa dei cambiamenti nella dottrina e nella morale della Chiesa, sono trattati con gentilezza. E’ il marchio dell’attuale pontificato».


Ampliando le sue considerazioni, il prelato denuncia la scristianizzazione dell’Europa.
Alla domanda: «La scristianizzazione e la secolarizzazione avanzano in tutta Europa. Qual è, secondo lei, la soluzione perché l’Europa torni ad essere un continente cattolico?»,
il prelato risponde:
«Ne L’uomo eterno, Chesterton descrive le “cinque morti della fede”, i cinque momenti della storia in cui il cristianesimo sembrava essere destinato a scomparire.
«Chesterton elenca: (1) l’Impero romano; (2) l’epoca in cui le armate islamiche conquistarono il Medio Oriente e l’Africa del Nord; (3) il Medio Evo con la sparizione del feudalesimo e l’emergere del Rinascimento; (4) l’epoca in cui sparirono gli antichi regimi in Europa e l’epoca convulsa delle rivoluzioni; e infine (5) il XIX secolo con Marx, Darwin, Nietzsche e Freud.
«Ogni crisi è stata seguita da un tempo di rinnovamento, un tempo di rinascita. E ogni volta la fede sembrava che andasse in pasto agli squali, ma ogni volta erano gli squali a non sopravvivere. Ogni volta la rinascita è stata totalmente inaspettata. Anche oggi, la Chiesa sembra vicina alla fine, ma potrebbe essere altrimenti.
«Generalmente è stata l’ortodossia la risposta che ha annunciato la ripresa. Certo, ci sono sempre state delle voci che si sono appellate all’adattamento ai tempi. La Chiesa dovrebbe certamente farlo, ma a condizione che questo non implichi un adattamento della fede. In ogni caso, la soluzione non è abbassare l’asticella, semplificare la fede. Compiacere il mondo secolare porta sempre all’evaporazione della fede.
La Chiesa è sempre sopravvissuta quando ha mantenuto la sua identità, con la riforma, la purificazione e la rivitalizzazione».

Verso la fine, Mons. Mutsaerts denuncia legittimamente l’allineamento degli uomini di Chiesa con la politica e lo spirito del mondo contemporaneo, e si felicita giustamente dell’indipendenza della Chiesa rispetto al potere politico, ma sembra misconoscere l’importanza delle istituzioni cristiane per la salvezza degli uomini:
«La Chiesa non deve più servire gli interessi del governo o della maggioranza. Essa quindi non deve più parlare a nome di chicchessia.
«Essa può supplicare, alla sua maniera, per gli impotenti, per gli emarginati, per gli handicappati, per i bambini che devono nascere, per tutti quelli che non hanno voce. La Chiesa può aprirsi alla parola di Gesù: “Non dovete governare, ma servire”. La Chiesa non deve svolgere il ruolo del Re, ma piuttosto quello del giullare [critico; NDLR].
«Noi perdoniamo l’imperdonabile, porgiamo l’altra guancia a chi è assetato di potere, noi rimaniamo sulle nostre posizioni perché ci crediamo, a qualunque costo. La Chiesa potrà allora tornare a dire chiaramente quello per cui esiste: la salvezza delle anime. Nient’altro. Essa si avvicinerà al Vangelo; ed è una vittoria. Ed ecco che allora vi sono delle possibilità di crescita».


Per operare per la salvezza delle anime, la Chiesa dev’essere certo libera dalle influenze politiche mondane e a fortiori da quelle mondialiste, ma essa non può sottrarsi al dovere di cercare di promuovere delle istituzioni cristiane, poiché gli uomini sono degli esseri sociali e non degli individui. «Venga il Tuo Regno» chiediamo nel Padre Nostro, cioè nei cuori e nelle istituzioni che governano gli uomini. Il Regno di nostro Signore è spirituale e sociale.





Matrimonio cattolico




Il cardinale Müller non demorde

In una intervista con Edward Pentin del  National Catholic Register, rilasciata a Roma il 29 gennaio, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha reagito anche lui alle persistenti ricadute della Dichiarazione Fiducia supplicans. Ai suoi occhi, invece di giustificazioni nebulose «noi dobbiamo dire la verità [sulle pseudo benedizioni]: si tratta di una blasfemia, che è un peccato».
«Voi potete tradire voi stessi, potete tradire gli altri, ma nessuno può tradire Dio».

A proposito della cura pretesa pastorale nei confronti degli omosessuali, il prelato afferma:
«Non si riconducono queste persone alla Chiesa relativizzando la verità e svalorizzando la grazia, ma tramite il Vangelo non falsificato di Cristo».

Il cardinale denuncia una pastorale viziata nei confronti delle coppie irregolari o dello stesso sesso, perché questa pastorale non si basa sulla dottrina cattolica della salvezza:
«Per le attuali autorità, queste persone [adulteri o omosessuali] sono in situazioni difficili solo in ragione della loro debolezza; quindi tali autorità negano l’esistenza del peccato come volontà di fare il male e di agire contro la santa volontà di Dio: sono solo delle povere persone e noi dobbiamo aiutarle.
«Ma cos’è l’aiuto di Gesù Cristo? E’ l’aiuto della grazia, è il rinnovamento della vita. Tutti sono chiamati al Regno di Dio. Si, tutti sono chiamati. Ma la salvezza è la vita nuova in Gesù Cristo, è la libertà dal peccato.

«E non solo rispettando una norma morale come un ideale fissato da un’elite o delle regole stabilite dalla società, ma farlo secondo la santa volontà di Gesù. E’ questo il significato della santificazione ed è la vera felicità che va in direzione di Dio. E’ questa la vera felicità, non il ripetere ostinatamente i peccati».

In sostanza, secondo il cardinale Müller, il dramma è che in Fiducia supplicans
«Non vi è una antropologia chiara, una dottrina chiara: Che cos’è la grazia? Che cos’è il peccato? Che cos’è il peccato originale? Quali sono i peccati personali? Che ne è della propria volontà e della cooperazione del proprio libero arbitrio con la grazia?
«Nel Concilio di Trento, noi abbiamo quel grande documento sulla giustificazione e il peccato originale, in cui è detto: “Se qualcuno dice che anche con l’aiuto della grazia non si è in grado di evitare il peccato, anatema sit, e si è esclusi dalla piena comunione con la Chiesa”. Ciò che occorre fare è allontanarsi realmente dal peccato e convertirsi pienamente al Signore».

E il cardinale invita:
«Torniamo alla chiarezza della Parola di Dio, a ciò che è detto nel Catechismo, ed evitiamo di inchinarci davanti alle ideologie LGBT e woke che sono totalmente errate. Questo non è moderno, ma è un ritorno al paganesimo. Nel vecchio mondo pagano greco, romano e persiano, tutti, ovunque, permettevano gli atti omosessuali e le relazioni sessuali con i minori.
«Essi non avevano questa norma elevata di moralità data nei Dieci Comandamenti. E d’altra parte, San Paolo dice che anche i pagani, alla luce della loro ragione e della loro coscienza, erano in grado di comprendere ciò che era scritto nei loro cuori [la legge morale naturale]».


E nel frattempo la famiglia naturale affonda

Da parte sua, Sandro Magister propone un ritorno alla realtà: mentre Roma pensa prioritariamente alle coppie irregolari e dello stesso sesso, in Italia la famiglia naturale affonda.
Il vaticanista, sul suo sito Settimo Cielo, il 9 febbraio scrive:
«In Italia, la nazione che conta 59 milioni di abitanti e di cui Papa Francesco è il primo Pastore, si registrano ogni anno circa 2000 unioni civili tra persone dello stesso sesso.
«Si può dunque legittimamente supporre che tra di esse saranno pochissime le coppie omosessuali che busseranno alla porta della Chiesa per avere una benedizione, vista la crescente parte della popolazione che si allontana dalla Chiesa, in Italia come in molti altri paesi.
«E tuttavia, la benedizione delle coppie dello stesso sesso è diventata il problema n° 1 per la Chiesa di Papa Francesco, ed è quella su cui ha esercitato la sua autorità più di recente, arrivando a suscitare l’opposizione di cardinali, vescovi, fedeli, e di intere chiese locali, tra cui quelle di tutta l’Africa nera».

Il giornalista italiano avverte:
«Le statistiche dovrebbero indurre la Chiesa a delle preoccupazioni e a degli impegni completamente diversi. Non a focalizzarsi, come avviene oggi, sulle unioni più o meno irregolari e tra persone dello stesso sesso, ma sulle coppie regolari, sulle coppie eterosessuali ordinarie, sulle famiglie nel senso più classico del termine.
«Perché nel frattempo, nel silenzio e nell’apparente disinteresse della più alta autorità della Chiesa, queste famiglie stanno appassendo di anno in anno. Negli anni settanta, in Italia si celebravano più di 400.000 matrimoni l’anno, quasi tutti celebrati in chiesa, mentre nel 2023, nonostante l’aumento della popolazione, i matrimoni religiosi hanno superato appena il numero di 70.000. Con un drastico crollo del 14% in un solo anno rispetto al 2022». 

E Magister precisa:
«Oggi in Italia si celebra appena un matrimonio per ogni mille abitanti. In Lombardia, la regione più popolata e più industrializzata, il cui capoluogo è Milano, le cifre sono anche più basse: 0,7 matrimoni religiosi per ogni mille abitanti. In altri termini, in un comune lombardo con 10.000 abitanti si celebrano appena 7 matrimoni in chiesa per anno, praticamente nulla».

Qual è la causa di questo disinteresse per la famiglia naturale?
Sandro Magister cita Domenico Delle Foglie, ex vicedirettore del quotidiano della Conferenza Episcopale italiana, Avvenire, e coordinatore generale del Family Day del 2007, l’ultima iniziativa importante ed influente per la famiglia che si svolta in Italia.
Ne Il Foglio del 6 gennaio, il Delle Foglie ha scritto: oggi «sembra prevalere una sorta di gigantesco e indulgente “chi sono io per giudicare?”.
«Di modo che la rinuncia all’esercizio della facoltà di giudicare (da non confondere con la mania a condannare) sembra prevalere su ogni altra valutazione oggettiva del rischio umano, molto più di quello sociale e culturale, che sta alla base della fabbrica di questi nuovi diritti. Stiamo assistendo impotenti ad una sorta di frenesia ecclesiale di assimilazione che ci spingerebbe ad accettare (e dunque ad appropriarci) tutte le scelte del mondo».

Alla fine, il vaticanista italiano riporta un fatto che manifesta, meglio di ogni argomento speculativo, l’accecamento delle attuali autorità: su una fotografia scattata il 20 dicembre 2023, due giorni dopo la pubblicazione della Dichiarazione Fiducia supplicans, «il gesuita americano James Martin, molto vicino a Papa Francesco, compie un atto che è stato presentato così nelle reti sociali:
«“Cari amici, questa mattina nella nostra residenza dei Gesuiti, ho avuto l’onore di benedire pubblicamente i miei amici James e Damien, secondo le nuove direttive promulgate dal Vaticano per le coppie dello stesso sesso. Ma prima di questo, sono loro che mi avevano benedetto con la loro amicizia e il loro sostegno”».

Di fronte a tale cecità non c’è da stupirsi che certuni arrivano a chiedere per questo tipo di gesuita «arcobaleno»: «Mio Dio, apritegli gli occhi, o chiudeteglieli».






 
aprile 2024
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