Cronache della
“nuova famiglia moderna” 

di Paolo Pasqualucci


Articolo pubblicato sul Riscossa Cristiana

Impaginazione e neretti sono nostri


I piccoli esempii riportati qui dal Prof. Pasqualucci, sono il chiaro indizio che il disatro si avvicina con moto accelerato, come ricordava il Prof. de Mattei.
Un processo legato inesorabilmente al fluire del tempo all'insegna dell'allontanamento e del rifiuto di Dio.
Chi si culla nella bambagia del mondo che progredisce e migliora, non solo vive fuori dal mondo e dalla sua terrificante realtà, ma si fa complice della progressiva degenerazione che conduce al regno dell'Anticristo e, quindi, al giudizio finale.
Il drammatico è che ultimamente sono gli uomini di Chiesa ad essere diventati i critici dei “profeti di sventura” e i manutengoli delle magnifiche sorti e progressive, marcate 666.


Sul London Times edizione del sabato, del 22 Febbraio scorso, era riportata questa notizia, a p. 14:  “Una lesbica ha l’obbligo di lasciar vedere suo figlio al “donatore di sperma” con il quale l’ha concepito”.

Si tratta di una sentenza dell’Alta Corte di Sua Maestà Britannica.
Una lesbica convivente con un’altra in “civil partnership”, iniziò ad un certo punto ad avere rapporti sessuali con un uomo, conosciuto su di un “sito web per appuntamenti”, nella speranza di essere messa incinta da lui.  Ne nacque un bambino che ora ha due anni.  La madre disse al giudice che ora essa “detestava” quell’uomo, visto da lei semplicemente come un “donatore di sperma” (sperm donor), che essa non intendeva lasciar entrare in alcun modo nella propria vita.  L’uomo, infatti, forte del fatto di essere il padre del bambino, avanzò ad un certo punto la pretesa di poter vedere regolarmente il bambino.

Il giudice ha dato torto alla donna, ricostruendo così la vicenda.  L’uomo, XY, un divorziato senza figli, dichiarava di avere avuto una relazione “romantica” con la donna ossia di aver voluto aver rapporti intimi con lei proprio con l’idea di diventare padre, cosa che non gli era riuscita nel precedente, fallito matrimonio.  La coppia si incontrava in un albergo in modo non continuativo. Nello stesso tempo la futura madre coltivava rapporti intimi con un “collega di lavoro”, anche qui solo al fine di restarne incinta e quindi senza alcuna “partecipazione emotiva” da parte sua.  Ma non c’è dubbio, ha precisato il giudice, che il padre del bambino è XY.  XY ha cercato di avere contatti con suo figlio e il giudice si è dichiarato “onestamente sconcertato” dall’”intensità del rifiuto” espresso dalla madre e dalla lesbica sua partner.  Le due donne hanno detto di aver dapprima tentato senza successo l’inseminazione artificiale e di aver poi convenuto con XY che egli sarebbe sparito dalla circolazione, una volta portato a termine il suo compito di inseminatore.
Nella motivazione della sentenza, il giudice ha scritto:  «È possibile che la madre e la sua partner cercassero un mero “donatore di sperma”.  Ma non posso accettare che, nell’entrare in intimità con la donna,  XY avesse accettato di svolgere solo il ruolo di donatore di sperma.  In ogni caso, anche chi  accetti di limitarsi a tale ruolo, a meno che non resti nell’anonimato, non dovrebbe esser necessariamente escluso dalla vita del bambino da lui nato».  
Decidendo a favore della richiesta del padre, di avere contatti regolari con il bambino, il giudice aggiunse esser «opinione comune che i bambini si trovino meglio se possono crescere conoscendo entrambi i loro genitori».  Perciò: «Sta alla madre superare  i suoi forti sentimenti personali [di ostilità verso il padre naturale] nel migliore interesse del bambino».

Il Times di Londra, uno dei quotidiani più famosi e diffusi del mondo, è da parecchi anni di proprietà del miliardario australiano Rupert Murdoch.
Da anni il suo inserto illustrato del sabato pubblica, con cadenza quasi settimanale, servizi intesi ad esaltare l’omosessualità, le convivenze civili e i “matrimoni” omosessuali, con tanto di foto di coppie omo e bambini concepiti per inseminazione artificiale o nel modo appena illustrato o grazie all’uso di “madri in prestito” (insomma, utilizzando le mostruose biotecnologie messe a punto da una scienza deviata per le coppie eterosessuali senza figli).
Nell’inserto del 2 marzo 2013 dello stesso quotidiano, troviamo questo servizio, alle pp. 31-36, dal titolo:  “Avete mai incontrato la nuova famiglia moderna?”.  Nella foto di copertina  si vede “il paparino gay” con in braccio una bambina, a fianco della madre surrogata. Il “gay dad” convive con un altro omosessuale.  Possiedono due figlie e lavorano nell’ambiente del cinema, ad Hollywood. 

In California, la riproduzione di bambini per le coppie omosessuali maschili è un lucroso commercio. Il prezzo medio per un bambino è tra i 25.000 e i 30.000 dollari.  Questa è la somma che va alla “madre” (nel caso specifico, donna sposata con due figli). I dati risultano da un’inclusa intervista al direttore di un’agenzia impegnata in questo traffico.
A dire di quest’ultimo, ci sono anche donne insospettabili della buona borghesia degli impieghi (blue-collar women) provenienti dalle zone (protestanti) più conservatrici degli Stati Uniti, che si offrono di portare bambini per ricchi omosessuali delle due coste del Paese.  L’agenzia di cui all’intervista organizza “le surroghe” e ha fatto nascere 1.100 bambini a partire dal 1996. 
Il direttore proclama compiaciuto all’intervistatore che l’agenzia contribuisce alla nascita di una “nuova generazione”, ad un nuovo modo di nascere. 
Al ricco gay che vuole diventare “padre”, l’intero processo costa tra i 150.000 e i 200.000 dollari perché coinvolge uno stuolo di personaggi intermedi (che comprende anche psicologi ed avvocati oltre a medici ed infermieri). 
La donna surrogante deve accettare la possibilità di abortire, se del caso.  Deve inoltre aver già avuto figli (almeno secondo la prassi della sua agenzia, afferma il direttore).
Il processo che conduce alla nascita, nelle sue fasi essenziali, funziona in questo modo: lo sperma viene da uno dei due gays, l’ovulo da una donatrice, scelta da loro, in genere on line.  Si usa la pillola per sincronizzare i cicli mestruali della donatrice dell’ovulo e della surrogata. La “in vitro fertilization” ha luogo quando “gli ovuli sono raccolti dalle ovaie della donatrice”.  Spesso gli embrioni trapiantati fanno cilecca.  Spesso la madre surrogata soffre di crisi depressive.  (È il minimo che ci si possa aspettare, direi). 
L’articolo, come tanti altri, cerca di dimostrare che la “famiglia gay” funziona bene e che forse la si può ritenere migliore di quella secondo natura (anche se il termine “secondo natura” non viene usato, si preferisce scrivere “famiglia tradizionale”).

Che dire?
Ogni commento sarebbe ìmpari, non credo riuscirebbe a rendere in modo adeguato l’orrore che le persone normali (credenti e non) provano di fronte a tutto questo.
Un pensiero particolarmente doloroso ci tormenta: la sorte dei bambini messi al mondo in quel modo, costretti a vivere in una “famiglia” di quel tipo, vittime innocenti della corruzione degli adulti e delle leggi inique che la permettono. 

In Italia, i nostri ineffabili governanti, con alla testa quelli che si dichiarano cattolici e persino ostentano la loro presenza alla Messa domenicale (del Novus Ordo), vogliono imporre a tutti i costi leggi che consentano le aberrazioni appena illustrate, e certa magistratura si è già messa a far da apripista (vedi la recente, immorale, incomprensibile sentenza della Cassazione, che ha autorizzato le coppie gay a prendere in affidamento bambini e giovani che si trovino in situazioni difficili). 
Questa è la strada che porta alla perdizione individui e popoli, non bisogna mai stancarsi di ripeterlo. 
Dio Onnipotente, Uno e Trino, ha finora tollerato tutta questa corruzione, ovviamente non limitata alle convivenze dei gays: ciò significa che siamo ancora in tempo a  mutar rotta, per renderGli gloria e salvarci dalla sua giusta Ira. 
Ma il male non fa che peggiorare e non se ne vede al momento la fine, anche per il tradimento di troppi chierici. 

Tuttavia, se qualcuno tra i chierici rimasti ancora fedeli al dogma della Fede avesse finalmente il coraggio di alzarsi in piedi e  affrontare il mondo predicando il vero messaggio di Nostro Signore Gesù Cristo (“Pentitevi dei vostri peccati, poiché il Regno dei Cieli è vicino”, Mt 4, 17), in modo simile a quanto fece il profeta Giona con gli abitanti di Nìnive, forse potrebbe verificarsi un’inversione di tendenza, anche rapida e sbalorditiva.
Non disse Dio ad Abramo che chiedeva clemenza per Sòdoma,  prima di distruggerla, “se vi si troveranno dieci giusti, non la distruggerò” (Gn 18, 32)?  Ma non li trovò.






marzo 2014

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