Firenze - Italia

1230 - 1595






La chiesa di Sant'Ambrogio


Nella chiesa di Sant’Ambrogio, sita nel quartiere Santa Croce di Firenze, il 30 dicembre 1230 un anziano sacerdote, di nome Uguccione, nel detergere il calice durante la Messa, vi lasciò inavvertitamente del vino consacrato: il giorno dopo lo ritrovò “come sangue vivo raggrumato e incarnato”.
La suora sagrestana vedendo il fatto cadde in ginocchio gridando, mentre tutte le altre monache, accorse, constatarono l’avvenimento miracoloso.
Subito il vescovo di Firenze, Mons. Ardingo Foraboschi, ne venne informato e ordinò che gli fosse portato il calice con la preziosa reliquia. 
Dopo un periodo di osservazione di un anno la Reliquia, per intercessione dei frati Francescani, fu riportata nella chiesa di Sant’Ambrogio, dove tuttora è custodita in un artistico tabernacolo di marmo.




La Cappella del Santissimo Sacramento


Il Papa Gregorio IX  si limitò alla concessione tardiva di indulgenze, nel 1257 e nel 1266.

La cura della Reliquia venne affidata alla Corporazione dei Giudici e dei Notai, la più importante di Firenze, che ogni anno la portarono in processione.
La Reliquia avrebbe salvato la città in occasione della peste del 1348. L’episodio è raffigurato in un affresco del 1489 conservato nella chiesa stessa.




Affresco del miracolo della peste


Papa Bonifacio IX nel 1399, concesse alla chiesa di Sant’Ambrogio le stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi.

Il 24 marzo 1595, Venerdì Santo, nella stessa chiesa, mentre all’Altare maggiore si stava celebrando il sacro rito della passione e morte di Gesù, scoppiò all’Altare della Reposizione un incendio a causa delle scintille di una candela.
Clero e fedeli corsero immediatamente per estinguere le fiamme che si erano diffuse ovunque.
Il sacerdote, cercando di mettere in salvo la Pisside con le Ostie consacrate, inciampò facendo cadere le particole tra le fiamme.
Dopo l’incendio le particole, avvolte in un corporale, furono ritrovate miracolosamente intatte.




Le Reliquie salvate dall'incendio


Successivamente l’arcivescovo Alessandro Marzi Medici, dopo un’indagine, dichiarò l’episodio miracoloso, autorizzandone il culto.





Il tabernacolo in marmo



Ostensorio


Le Reliquie sono oggi conservate nella stessa chiesa, nel tabernacolo della Cappella del Miracolo del Sacramento, insieme all’altra reliquia del sangue raggrumato, e insieme vengono esposte ogni anno durante le Quarantore, raccolte in un unico Ostensorio.