Nel 1330, nei pressi di Siena, un sacerdote venne chiamato al capezzale
di un moribondo, per confessarlo e dargli la Comunione. Il sacerdote
prese con sé un’Ostia consacrata, deponendola fra le pagine del
suo breviario.
A casa del malato, dopo averlo confessato, si accinse a somministrargli
la Comunione: aprì il breviario e vide che l’Ostia era intrisa
di sangue e si era attaccata alle pagine del breviario. Impaurito,
disse al malato che sarebbe tornato più tardi. Richiuse il
breviario e si recò di corsa a Siena per parlare col Padre
agostiniano Simone Fidati da Cascia, che in quei giorni stava
predicando in città.
Padre Simone assolve il sacerdote
Padre Simone ascoltò il racconto del sacerdote e gli diede
l’assoluzione per la leggerezza con cui aveva trattato l’Ostia
consacrata.
Visto il prodigioso miracolo che si era prodotto, Padre Simone chiese
al sacerdote di consegnargli le due pagine del breviario: quella
bagnata dal sangue dell’Ostia la portò nel convento agostiniano
di Perugia; quella a cui aderiva l’Ostia consacrata la portò a
Cascia, nella chiesa di Sant’Agostino.
Nel 1389 il Papa Bonifacio IX confermò l’autenticità del
miracolo e, il 10 gennaio 1401, riconobbe il miracolo con una bolla,
con la quale concedeva la stessa indulgenza della Porziuncola a quanti,
“
contriti e confessati”,
avessero visitato la chiesa di Sant’Agostino il giorno del
Corpus Domini.