LA GUERRA DEI VESCOVI
contro il
Motu Proprio “ Summorum Pontificum
cura ”
Un esempio dall'Inghilterra
I preti non bastano, dice il vescovo di Leeds, in Inghilterra,
e toglie di mezzo il prete che celebra la S. Messa
tradizionale.
La battaglia dei fedeli di Allerton Bywater
Presentazione
La comunicazione della notizia
Il nostro commento
Presentazione
Segnaliamo di buon grado la brutta notizia che ci giunge
dall'Inghilterra, non tanto perché si tratta di un caso particolarmente
interessante, ma in quanto emblematico di un andazzo diffuso in tutto il
mondo. Ogni scusa è buona per sminuire la portata o vanificare del
tutto il disposto del Motu Proprio.
Questa volta si tratta di mons. Roche, vescovo di Leeds,
una diocesi dell'Inghilterra, già noto per essersi subito espresso
non certo a favore del Motu Proprio. No, non si è dichiarato contro,
è troppo pragmatico per farlo, ma si è rivolto ai suoi presbiteri
in maniera tale da far intendere che “vi dico io a cosa serve il Motu Proprio
e come bisogna intenderlo”.
Il suo scopo, dice il nostro vescovo, è “ di
ripristinare l'unità in seno alla Chiesa e di offrire la possibilità
di ritornare alla piena comunione a coloro che non hanno accettato le riforme
liturgiche e forse gli insegnamenti del Concilio Vaticano II ”.(Lettera
riservata al Clero del 10 settembre 2007).
In effetti il vescovo non dice una bugia, solo che non
si riferisce al Motu Proprio, ma alla lettera di accompagnamento, come
dire che ognuno coglie ciò che più gli fa comodo. Come quando
afferma: “ È anche importante notare che il Santo Padre intende
consultare entro tre anni i vescovi della Chiesa sulla loro esperienza
circa questa legge”. Come dire che prima ancora che entri in vigore
questo Motu Proprio è opportuno metterlo in discussione.
Non vogliamo farla lunga, ma quest'altra cosa ridicola
dobbiamo segnalarla.
A un certo punto mons. Roche, a proposito della facoltà
del celebrante di usare liberamente il Messale tradizionale nelle Messe
sine populo (art. 2 del Motu Propro), scrive: “ Occorre notare che le
Messe "senza il popolo", in entrambe le forme, per la loro stessa natura
non devono essere pubblicizzate. Tuttavia, se delle persone "di loro spontanea
volontà" chiedessero di essere ammesse a queste celebrazioni, devono
essere ammesse (art. 4 del Motu Proprio).
D'accordo che si tratta di una anomalia dello stesso
Motu Proprio, ma che il vescovo cerchi di specularci sopra, sottolineando,
qui sì una bugia, che le Messe senza il popolo, per loro natura,
dovrebbero essere segrete, è davvero patetico. Anche perché
non si capisce come i fedeli possano partecipare ad una Messa segreta e
di cui nessuno dovrebbe sapere niente.
Un pasticcio, insomma, uno dei tanti pasticci prediletti
dai moderni vescovi pasticcioni.
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La comunicazione della notizia
La battaglia dei fedeli di Allerton Bywater
Cari amici di Inter Multiplices Una Vox,
Da alcuni anni vivo in Inghilterra e vi scrivo perché
vorrei far conoscere a voi e possibilmente ai lettori del vostro sito una
battaglia che si sta svolgendo da queste parti, precisamente nella diocesi
di Leeds.
Una vicenda che potrebbe essere a pieno titolo inserita
nella vostra sezione "La guerra dei vescovi".
I fatti in breve.
Da anni ormai l'attivitá principale della diocesi
sembra essere quella di chiudere e lasciare andare in rovina chiese, alcune
di notevole pregio artistico.
È di poche settimane fa la notizia che il vescovo
Arthur Roche ha deciso la chiusura di altre 5 chiese, che andranno ad aggiungersi
ad altre chiuse negli anni scorsi. Le ragioni che vengono addotte sono
la mancanza di sacerdoti e la diminuzione del numero dei fedeli. Il vescovo
Arthur Roche ha avuto il buon gusto e la sensibilitá di annunciare
la chiusura ai fedeli delle parrocchie interessate non di persona, ma inviando
un DVD in cui rende nota la sua decisione.
Tra le parrocchie che la diocesi ha deciso di sopprimere
c'é quella di St John the Evangelist, nel villaggio minerario di
Allerton Bywater, West Yorkshire. La cosa sorprendente é che
la parrocchia non soffre affatto di carenza di fedeli. Anzi, la messa domenicale
é affollata di gente. E il sacerdote responsabile, padre Mark Lawler,
é ben lontano dall'etá da pensione. Il problema sembra allora
essere un altro. Padre Mark celebra la messa in latino, sia nella forma
ordinaria, secondo il messale di Paolo VI, sia nella forma straordinaria,
secondo il messale di san Pio V. La cosa evidentemente non piace a Sua
Eminenza, il quale l'anno scorso, immediatamente dopo la pubblicazione
del Motu Proprio Summorum Pontificum che liberalizza la messa
secondo il rito di san Pio V, emanó delle direttive in senso restrittivo
rispetto al documento papale. |
La chiesa di San Giovanni Evangelista
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I parrocchiani di St John hanno subito fatto appello al
vescovo chiedendogli di rivedere la sua decisione. In tutta risposta
questi ha confermato la chiusura, e ha disposto che padre Mark Lawler non
venga assegnato ad un'altra parrocchia (alla faccia della carenza di sacerdoti),
con l'incredibile motivazione che le sue inclinazioni liturgiche creano
"divisione".
È allora evidente che mons. Roche, piú
che costretto da circostanze avverse, é mosso da intenti ideologici
che pensavamo ormai superati.
I fedeli si sono allora radunati per protesta fuori dalla
chiesa, recitando il rosario, cantando inni e spiegando ai giornalisti
accorsi i motivi del loro scontento. La notizia é apparsa sul Yorkshire
Evening Post , e Damian Thompson, giornalista del Daily Telegraph
e del Catholic Herald, segue passo passo sul suo blog (http://blogs.telegraph.co.uk/damian_thompson)
l'evolversi della vicenda.
È del 15 agosto, la notizia che i parrocchiani
hanno deciso di "marciare" su Leeds per consegnare al vescovo un
documento in cui si accusa il prelato di grave violazione del diritto canonico
nella soppressione della loro parrocchia.
Sarei davvero grato se rendeste partecipi i lettori del
vostro sito di questa vicenda.
È importante per i parrocchiani di Allerton Bywater
sapere che i fedeli cattolici, anche di altre nazioni come l'Italia, sono
loro vicini in questa battaglia per la salvaguardia non solo della loro
chiesa, ma anche di altre minacciate dalla stessa sorte, nonché
del diritto, confermato dal Motu Proprio di Benedetto XVI, di vedere celebrata
la messa secondo l'antico rito.
E' possibile sostenere i fedeli, oltre che ovviamente
con la preghiera, firmando la petizione on line contro il vescovo Roche
all'indirizzo http://www.ipetitions.com/petition/voteofnoconfidence/
(basta inserire nome, cognome e indirizzo email e cliccare sull'apposito
tasto) o scrivendo un'email di protesta alla diocesi di Leeds al seguente
indirizzo john.grady@dioceseofleeds.org.uk
Il nostro commento
In realtà la notizia si commenta da sé,
ma a questa vicenda si legano due elementi che ci sembra il caso di segnalare,
se non altro perché, chi ne ha voglia, possa riflettere con attenzione
su ciò che gira intorno alle vicende che sono legate all'attuazione
del Motu Proprio Summorum Pontificum cura.
Nella diocesi di Leeds, al fine di stimolare le vocazioni,
si è pensato bene di approntare e di diffondere un “calendario”
con le immagini di dodici preti. Ovviamente, non si tratta di immagini
di “preti nudi”, ci mancherebbe, ma neanche di immagini di preti che fanno
i preti.
E già! Perché la moderna sensibilità
conciliare reputa utile ed efficace presentare i preti come delle persone
qualsiasi, magari mentre fanno qualcosa di “utile” socialmente, come si
usa dire oggi, ma guai a raffigurarli vestiti da preti, mentre fanno quello
per cui sono diventati preti… che dire?… toh!… la celebrazione di
una Messa… per fare un esempio a caso!!
Niente!
Tutti vestiti come gente qualsiasi, mentre fanno cose
qualsiasi.
Morale della favola: si cerca di stimolare le vocazioni
sacerdotali offrendo dei validi esempi qualsiasi, di gente qualsiasi, che
fa delle cose qualsiasi.
Vuoi vedere che anche Nostro Signore, per questa gente,
non sarebbe che una cosa qualsiasi1
In occasione della XI Assemblea generale ordinaria
del Sinodo dei vescovi, che si è celebrata in Vaticano dal 2
al 23 di ottobre 2005 e avente per tema: “L'Eucaristia: fonte e culmine
della vita e della missione della Chiesa”, il Santo Padre Benedetto XVI
ha scelto personalmente 34 vescovi da affiancare ai rappresentanti delle
Conferenze episcopali.
Ci chiediamo quali meriti speciali e quali specifiche
competenze possieda mons. Roche per risultare tra i 34 prescelti.
Vero è che in Vaticano sono più i misteri
che vigono, che le cose chiare, ma non si può evitare di pensare
che la politica del compromesso, in questi 40 anni, ha prodotto dei guasti
immensi.
Una volta si promuoveva per rimuovere, oggi, dopo il
Concilio, si premia chi non è in linea con la Santa Sede.
Pontificia Commissione
Ecclesia Dei
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la Dottrina della Fede
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