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A proposito di grandi teologi … tomisti

Il “grande teologo” Schönborn
in visita dai Sikh di Vienna






Il 16 giugno scorso, in San Giovanni in Laterano, in occasione del Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, papa Bergoglio, dopo aver pronunciato un discorso iniziato con “Buona sera”, ha risposto a delle domande rivoltegli da alcuni sacerdoti presenti.

Alla seconda domanda, che verteva sul matrimonio cattolico: “Come evitare che nelle nostre comunità nasca una doppia morale, una esigente e una permissiva, una rigorista e una lassista?”  Papa Bergoglio ha risposto: “Entrambe non sono verità: né il rigorismo né il lassismo sono verità. Il Vangelo sceglie un’altra strada. Per questo, quelle quattro parole – accogliere, accompagnare, integrare, discernere – senza mettere il naso nella vita morale della gente. Per la vostra tranquillità, devo dirvi che tutto quello che è scritto nell’Esortazione – e riprendo le parole di un grande teologo che è stato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Schönborn, che l’ha presentata – tutto è tomista, dall’inizio alla fine. E’ la dottrina sicura.

Una risposta lapidaria, sia nella premessa, sia nella conclusione: nella premessa il Vangelo sceglierebbe “un’altra strada”, quella di non “mettere il naso nella vita morale della gente”. Affermazione che rivela con chiarezza come Bergoglio di Vangelo sappia proprio un bel niente. Nella conclusione si dice “a lettere di fuoco” e senza il minimo dubbio, né il minimo rossore: “Per la vostra tranquillità, devo dirvi che tutto quello che è scritto nell’Esortazione tutto è tomista, dall’inizio alla fine. E’ la dottrina sicura.”
E chi cita Bergoglio per avvalorare questa sua “verità”?
Nientemeno che il noto cardinale austriaco Christoph Maria Michael Hugo Damian Peter Adalbert Schönborn, già intimo di Ratzinger e oggi teologo di Bergoglio.

I nostri lettori non hanno bisogno di ulteriori precisazioni per capire di chi si tratta, tanto è noto questo cardinale dalla variopinta eterodossia, ma forse non guasta aggiungere al bagaglio informativo l’ultima bravata viennese di questo campione del “tomismo”, come lo esalta Bergoglio.

Domenica 12 giugno 2016, questo “pastore di anime” è andato a visitare il tempio Sikh di Vienna, a Meidling, nel 12° distretto della sua Arcidiocesi, e si è esibito in una performance da vero “successore degli Apostoli”.

Eccolo seduto a terra, con la tonaca e una bandana rossa, molto sikh e poco kath:




e poi eccolo mentre viene accolto al palco e invitato a parlare, certo non di cattolicesimo




e poi eccolo che si esibisce in una concione che esalta la libertà religiosa del Vaticano II




ed infine, eccolo che si pappa il suo bel premio di consolazione; una miniatura del Harmandir Sahib, o il Tempio d’Oro, e cioè il tempio “madre” Sikh di Amritsar, nel Punjab, in India.




A Vienna ci sono 10.000 Sikh che gestiscono tre templi, quasi a riprova che, non solo è scomparso ogni residuo del vecchio Sacro Romano Impero di asburgica memoria, ma è quasi scomparsa ogni vestigia della katholischen Österreich - cattolicissima Austria -, ormai ridotta ad essere affidata alla cura pastorale di questo cardinale che solo Bergoglio, e forse ancora Ratzinger, reputano cattolico e financo “grande teologo”.

Chi può dimenticare quando questo “grande teologo” si mise a tessere gli elogi di un noto travestito austriaco?


Quanto ancora dovremo sopportare questi frutti del Vaticano II?


Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio,
abbi pietà di noi peccatori


Kyrie, eleison




luglio 2016



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