NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA
MANTOVA
Basilica concattedrale di Sant'Andrea
La veglia di Pentecoste con canti e danze
alla presenza del vescovo Busti
7 giugno 2014
E poi dicono
che le chiese sono luoghi abitati da silenzio e dalla desolazione.
Niente affatto. Ieri sera chi è entrato dentro la Basilica di
Sant'Andrea non ha trovato niente di tutto ciò, ma colori, luci,
danze, una comunità di persone unite in occasione della veglia
diocesana di Pentecoste dal titolo “Chiamateci Nuovi”. «Io faccio
nuove tutte le cose, anche il tuo cuore: bisogna lasciare che Cristo
prenda possesso della nostra vita e ci trasformi nello spirito»
spiega don Giampaolo Ferri, direttore del centro diocesano, riportando
il versetto 21 dell'Apocalisse.
Per entrare nel clima di preghiera i giovani si sono radunati alle 17
davanti al molo delle motonavi Andes sul lago Superiore per un momento
di catechesi compiuto durante la navigazione.
A seguire, dopo una cena frugale, la celebrazione presieduta dal
vescovo Roberto Busti è stata animata da una serie di momenti
successivi. Pier Paolo Triani, docente di Pedagogia
all'università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha parlato
ai giovani di come la Pentecoste sia occasione di rinnovo perché
il Signore guida le nostre scelte, ristora i nostri cuori, abbraccia
chi ha fede incerta.
«Non farti schiacciare dal senso di colpa e dalle cose negative,
ma cerca sempre il bene»: non di solo fede ha parlato Triani, ma
di libertà e servizio. Sulle note di "Look at the world" i ballerini
della scuola di danza classica di Marina Genovesi sono entrati dal
fondo della chiesa diffondendosi nelle navate della basilica. E a tempo
del battito di mani Gianluca Cosentino ha cantato il pezzo rap "Adesso" che ha coinvolto anche
monsignor Busti.
La Gazzetta di Mantova
- 8 giugno 2014
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chissà
se qualcuno di questi cattolici moderni,
vescovo compreso,
abbia mai sentito parlare di blasfemia

L'introduzione
e la preghiera del vescovo di Mantova, Mons. Roberto Busti.
I
fedeli seguono e aspettano il seguito
E il
seguito arriva col cantante “rap” che si lancia in una esibizione
canora che dovrebbe essere trascinante… non si sa bene verso dove!
Ma i fedeli si alzano e
applaudono e ritmando col battimani accompagnano l'esibizione.

E allora il cantante va
prima dal vescovo, che gli dà il “cinque”
e poi torna a scorazzare per
la navata.
Con i fedeli festosi e presi dall'esibizione

Ed ecco che, festanti, arrivano le danzatrici, che
portano alto un drappo rosso, girano intorno alla balaustra ottogonale
della cripta che contiene il “Preziosissimo Sangue” e vi appoggiano il
drappo.
Dopo di che, le ragazze si
esibiscono in passi di danza “classica”, non si capisce a quale scopo e
con quale intenzione, però volteggiano leggiadre.
Chiunque può
rendersi conto che tutto questo non ha niente a che vedere con la
Pentecoste, né dal punto di vista liturgico, né dal punto
di vista della devozione popolare, né tampoco con la discesa
dello Spirito Santo sugli Apostoli e quindi con la costituzione della
Chiesa.
Sono questi i frutti del
Concilio, con buona pace di chi si arrampica sugli specchi per cercare
di dare ad intendere che il Concilio, nonostante tutto, fu “cosa buona”.
Disgraziatamente, il
Concilio e i suoi frutti non appartengono al passato, ma sono vivi e
vegeti nel presente, e nel prossimo futuro continueranno nella loro
opera di demolizione della Fede e della Chiesa.
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giugno 2014
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I
frutti del Concilio
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