Offida (AP) - Italia

1273



Offida è un piccolo paese del subappennino marchigiano, il cui territorio è posto tra le valli del fiume Tesino a nord e del fiume Tronto a sud.




Raffigurazione del Miracolo


Questo miracolo eucaristico è impropriamente collocato nella cittadina di Offida, poiché in realtà ad Offida sono conservate parte delle reliquie di un miracolo avvenuto a Lanciano, in Abruzzo, nel 1273.


Nel 1273, nel quartiere di Lanciano Vecchia viveva il mercante Giacomo Stasio con la moglie Ricciarella. I due erano noti per le continue liti.
Ricciarella, desiderosa di riacquistare la pace familiare, si rivolse ad una fattucchiera, la quale le disse che avrebbe dovuto preparare una pozione da far bere al marito; per preparare la pozione era necessario recuperare un’Ostia consacrata da polverizzare sul fuoco. Ricciarella seguì le indicazioni della fattucchiera e durante la Messa del mattino nella chiesa di Sant’Agostino nascose l’Ostia consacrata invece di ingerirla.
Giunta a casa, Ricciarella si recò nella stalla e mise un coppo sul fuoco per arroventarlo, quindi vi pose dentro l’Ostia trafugata per polverizzarla. Ma invece di bruciare l’Ostia si trasformò in carne e incominciò a sanguinare.
Impaurita, la donna cercò di spegnere il fuoco con della cenere, ma senza risultato, allora prese il coppo e l’Ostia e le nascose sotto un cumulo di letame e paglia, avvolte in una tovaglia, e corse a casa.
Passarono i giorni e Ricciarella non si dava pace. Decise allora di liberarsi la coscienza e si recò a confessare tutto al Priore del convento agostiniano di Lanciano, Dom Giacomo Diotallevi. Accompagnato dalla donna, questi si recò nella stalla per recuperare quelli che riteneva fossero i resti del coppo e dell’Ostia. Tuttavia, sotto il letame trovò la tovaglia con dentro il coppo e l’Ostia, che si era conservata intatta.  Raccolse il tutto e lo portò in chiesa.

Nel 1280 Dom Giacomo dovette recarsi a Offida, suo paese natale. Decise allora di portare con sé le reliquie.
Giunto a Offida, raccontò l’accaduto ai religiosi e alle autorità del paese, i quali decisero di onorare l’evento miracoloso facendo conservare le reliquie in una croce d’argento dorato. Per la bisogna, Dom Giacomo venne mandato a Venezia da un noto orafo.
Quando consegnò il coppo e l’Ostia all’orafo avvenne un fatto miracoloso: non appena l’orafo toccò l’Ostia si ammalò gravemente. Dom Giacomo gli chiese se avesse commesso un peccato mortale e l’orafo confessò di avere peccato gravemente; appena finita la confessione guarì miracolosamente. 
Completata la croce commissionata, Dom Giacomo si imbarcò per tornare a Offida.
Il Doge di Venezia, venuto a sapere che il monaco si era imbarcato portando con sé le reliquie e la croce dorata, decise di impossessarsene per arricchire il tesoro della città: armò le sue galee e inseguì la navicella del frate, ma una tempesta in mare costrinse le galee a tornare nel porto di Venezia, così che Dom Giacomo riuscì a tornare a Offida con le reliquie e la croce intatte.

Papa Bonifacio VIII confermò il possesso delle reliquie alla chiesa di Sant'Agostino di Offida.
 



La chiesa di Sant'Agostino, dove sopra l'Altare erano conservate
parte delle Reliquie del Miracolo


In seguito al terremoto del 2016 le reliquie vennero trasferite dalla chiesa agostiniana alla collegiata di Santa Maria Assunta.



La collegiata di Santa Maria Assunta

Le Reliquie consistono in una tovaglia con macchie di sangue, il coppo macchiato anch’esso di sangue e i frammenti di Ostia consacrata, trasformati in carne, contenuti in una preziosa croce in argento dorato.



Il Reliquario


La storia del miracolo è illustrata nel portale bronzeo della chiesa di Sant'Agostino, realizzato da Aldo Sergiacomi nel 1994.



Il portale della chiesa

Il Miracolo Eucaristico di Offida è stato riconosciuto ufficialmente e le Reliquie – gelosamente conservate – vengono mostrate al pubblico ogni anno il 3 maggio giorno di grandi feste per la città. 

Anticamente la ricorrenza del 3 Maggio assumeva carattere di particolare solennità ed otto giorni prima della festa, mentre le campane suonavano a distesa e le salve degli archibugi rompevano il silenzio, sulle torri del Palazzo Comunale e della Chiesa di Sant’Agostino venivano issate le bandiere della franchigia ed in questo periodo gli Offidani venivano esentati dal pagamento dei debiti ed i commercianti forestieri dal pagamento del dazio.
Venivano mandati Nunzi speciali per fare bandire pubblicamente, per terre e città, che chiunque volesse venire alla fiera, che si teneva per l’occasione, avrebbe potuto farlo senza timore per la venuta, per la permanenza e per le proprie merci.
La sera precedente, alcuni armigeri venivano messi di guardia davanti alla porta della chiesa perché nessuno disturbasse le donne che vegliavano in preghiera.




La processione del 3 maggio

Il giorno della festa si svolgevano il Palio dell’Anello, con l’assalto ai tre castelli: uno nel piano Mostacci, uno nel piano di San Nicola e uno davanti alla chiesa di Sant’Agostino.

Si svolgeva anche una solenne processione seguita da un gran numero di pellegrini che, dalle prime ore del mattino, avevano già attraversato la chiesa strisciando le ginocchia sul pavimento in segno di penitenza, per chiedere grazie.

Durante le festività della Santa Croce si svolgevano in Offida delle fiere che iniziavano otto giorni prima della festa e continuavano per otto giorni dopo.




L'esterno della cappella della Santa Croce a Lanciano


A Lanciano, dove anticamente si trovava la stalla di Ricciarella, oggi si trova l’attuale cappella della Santa Croce nel quartiere di Lanciano Vecchia, in via dei Frentani.

Alla fine degli anni novanta, Monsignor Enzio d’Antonio dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona, l’avvocato De Giorgio e una delegazione di fedeli fecero pressione presso la Diocesi di Ascoli Piceno, affinché una parte delle Reliquie tornassero a Lanciano, per essere collocate nella cappella della Santa Croce, eretta nel luogo della stalla dove si era verificato il miracolo; dal 2003 alcuni frammenti sono tornati ed esposti in un reliquiario.




L'interno della cappella della Santa Croce