Raffigurazione del Miracolo
in una miniatura di un cartolario del XVI secolo,
conservata negli Archivi Nazionali.
Nel 1290, sotto il regno dell’empio Filippo il Bello, una povera donna
diede in pegno il suo vestito a un giudeo di nome Jonathas per una
somma di 50 franchi; il giudeo faceva l’usuraio nella sua casa in Rue
des Billettes.
La donna nella casa dell'usuraio giudeo
Il 2 aprile dello stesso anno, pochi giorni prima di Pasqua, la donna
chiese al giudeo di restituirle il vestito perché voleva
indossarlo per la festa di Pasqua. Il giudeo le rispose: «
Te lo darò volentieri senza farti
pagare interessi se mi porterai quel pane che ricevi in chiesa e che
voi cristiani affermate di essere il vostro Dio; voglio vedere se lo
è davvero».
Per ignoranza o per avidità, la povera donna acconsentì,
e quando andò a ricevere la Comunione nella sua parrocchia
conservò furtivamente l’Ostia, che andò a consegnare al
giudeo.
Uscita la donna, l’usuraio pose l’Ostia in un contenitore e
iniziò a colpirla con un coltello, ma l’Ostia cominciò a
sanguinare, inondando il contenitore. Stupito e furioso nel vedere
uscire del sangue, il giudeo prese l’Ostia e la inchiodò con un
martello, ma il sangue continuò ad uscire, riversandosi fuori
dal contenitore. Allora il giudeo, con un impeto di rabbia, tolse il
chiodo, prese l’Ostia Santa e la gettò nel fuoco, pensando
così di liberarsene. Ma ecco che la rabbia si mutò in
terrore quando vide l’Ostia uscire dalle fiamme e volteggiare per la
stanza.
Erano presenti la moglie e figli, impauriti e stupefatti. Al che il
giudeo, sempre più furioso, afferrò l’Ostia, la
legò ad un bastone e incominciò a percuoterla con un
flagello, ma l’Ostia rimaneva intatta.
Sconvolto e in preda ad una rabbia diabolica, il giudeo portò
l’Ostia nella latrina, e, degno figlio dei suoi progenitori, la
fissò al muro con tre chiodi e quindi la trafisse con una grossa
lancia: dall’Ostia sgorgavano fiumi di sangue.
Non sapendo che altro fare, il giudeo sganciò l’Ostia e, ancora
rabbioso, la gettò in un calderone di acqua bollente che sua
moglie aveva messo sul fuoco.
Ma ancora un prodigio: l’acqua divenne tutta insanguinata e l’Ostia
Santa si alzò assumendo davanti al giudeo, a sua moglie e
ai suoi figli la figura del Salvatore crocifisso.
La moglie, commossa e allo stesso tempo spaventata, rimproverò
il marito per quello che aveva fatto, e lui, impazzito, si nascose nel
profondo della sua cantina.
A quel punto, si udirono le campane della parrocchia che chiamavano i
fedeli per la celebrazione della Santa Messa.
Raccoltisi molti fedeli, uno dei figli del giudeo, già
impressionato per ciò che aveva visto, raggiunse un suo compagno
di classe che stava andando a Messa e gli disse: “
Perdi il tuo tempo andando a pregare il
tuo Dio in chiesa: Lui non c’è più; mio padre, dopo
averlo tormentato, lo ha fatto morire”.
Queste parole eccitarono la curiosità di un vicino che le aveva
ascoltate; il quale, sospettando qualcosa, entrò in casa del
giudeo con il pretesto di chiedergli una luce. Ed ecco che notò
subito il Crocifisso che si ergeva sopra il calderone, si
inginocchiò e adorò il suo Signore.
Ma, appena il Crocifisso scomparve, vide solo la Sacra Ostia, che venne
a posarsi su un vaso che aveva tra le mani. Corse subito a portare il
suo prezioso e formidabile tesoro nella Chiesa di Saint-Jean de
Grèves, dove l’Ostia miracolosa venne deposta dai sacerdoti in
un ostensorio d’oro.
Allora i fedeli invasero la casa del giudeo e, afferratolo insieme alla
moglie e i figli, condussero tutti davanti al tribunale episcopale.
Lì Jonathas confessò il delitto con tutte le sue
circostanze. Per il detestabile sacrilego il giudeo fu condannato
dalla giustizia del Re ad essere bruciato vivo in Place de
Grève. Sua moglie e i suoi figli, nonché tanti altri
giudei non credenti, toccati da questo grande miracolo, si convertirono
e ricevettero il Battesimo.
La casa del giudeo venne demolita e al suo posto furono costruiti una
cappella e un convento di Carmelitani. Ancora oggi si possono vedere i
resti delle pareti esistenti adornate con immagini che rappresentano
l’Eucarestia.
Purtroppo, oggi la cappella è in mano a dei protestanti, che
hanno cercato di far sparire i dipinti che ricordano la Presenza Reale
di Nostro Signore nell’Eucarestia, ma senza riuscirvi del tutto. La
cosa strana è che dei protestanti abbiano acconsentito a
stabilirsi in un luogo ove perfino le mura li accusano e li condannano
per il loro essere nemici giurati della Presenza Reale.
Il racconto particolareggiato dell’evento miracoloso è stato
riportato dal Don Berault-Bercastel, Canonico di Noyon, nella sua
Storia della Chiesa, corretta e
completata nel 1719 dal barone Henrion.
Oltre a diversi racconti come questo di Don Berault-Bercastel, esiste
la documentazione sui alcuni fatti significativi: la casa del giudeo
venne confiscata dal Re Filippo il Bello, come risulta da un atto di
vendita del 1291; la Bolla di Bonifacio VIII che autorizza la
costruzione di un oratorio al posto della casa: la cappella Des
Billettes; l’uso popolare degli abitanti di Parigi di indicare la via
Des Billettes col nome significativo di
Rue du Dieu bouilli (via del Dio
bollito); la celebrazione eucaristica nella cappella des Billettes
dell’Ufficio della Riparazione tutte le seconde Domeniche d’Avvento e
della Quaresima.
La chiesa di Saint Etienne
Nella chiesa di Saint Etienne è presente una vetrata che ricorda
il fatto miracoloso.
La vetrata nella chiesa di Saint Etienne
Nel corso dei secoli, l’Ostia miracolosa è rimasta in un piccolo
reliquiario che adorna l’Ostensorio di Saint-Jean; ma che durante la
Rivoluzione Francese fu perso di vista.
Fino allora la memoria di questo miracolo veniva celebrata ogni anno
mediante un ufficio pubblico; e l’Ostia miracolosa, conservata in una
teca di cristallo, veniva esposta alla venerazione dei fedeli.