
Veroli (FR)
Italia
1570
Veduta di Veroli
Véroli è un comune italiano di circa 20.000 abitanti
della provincia di Frosinone nel Lazio.
A Veroli vi è la Basilica di Santa Maria Sàlome, una
delle pie donne del Vangelo, madre degli Apostoli Giacomo il Maggiore e
Giovanni l’Evangelista. All’interno della Basilica vi è la Scala Santa, edificata tra il 1715
ed il 1740, una delle tre al mondo insieme a quelle di Gerusalemme e
della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma.
I suoi 12 scalini percorsi genuflessi permettono di ottenere
l’indulgenza, mentre l’undicesimo scalino custodisce una reliquia della
Croce del Calvario.
A Veroli, il 26 marzo 1570, giorno di Pasqua, don Angelo de Angelis,
parroco della Basilica di Sant’Erasmo, aveva esposto il Santissimo
Sacramento per l’adorazione eucaristica delle Quarantore, nella
Cappella dedicata a San Gregorio Magno.
Esterno della Basilica di
Sant'Erasmo
Allora la Particola non veniva abitualmente esposta come oggi
nell’Ostensorio, ma in una teca d’argento chiusa da un coperchio, posta
a sua volta in un Calice coperto dalla Patena; il tutto coperto con un
drappo di seta.

Interno della Basilica di Sant'Erasmo
Verso le due di notte, durante il turno di adorazione della Confraternita della Misericordia,
sarebbe apparsa sopra al Calice una stella splendente, e sopra di essa
l’Ostia consacrata; a questa visione ne sarebbero subentrate altre,
ripetutesi la sera seguente: Gesù Bambino, poi Gesù
morente in croce, tre ostie simboleggianti la Santissima
Trinità, e bambini in adorazione.
Raffigurazione del Miracolo
Tra le testimonianze raccolte dalla Curia subito dopo i fatti,
conservate nell’archivio della Basilica, c’è anche quella di
Giacomo Meloni, presente al fenomeno, il quale scrisse tra l’altro:
« Ritrovandomi nella chiesa
collegiata di Sant’Erasmo della città di Veroli a dì 26
del mese di marzo passato di questo anno 1570, avanti al Santissimo
Sacramento, che non si poteva vedere stando sopra l’altare dentro un
calice di argento indorato coperto dalla patena, et con una tovaglia di
seta sopra detta patena... orando in ginocchioni per mezza hora insieme
con gli fraternali et dicendo l’offizio, cominciarono detti fraternali
a gridare misericordia et battersi lo petto piangendo fortemente... uno
chiamato Giovanni Nardillo della città di Veroli mi disse: “Non
vedi la stella che è apparsa nel calice ove è il SS.mo
Sacramento?”. E così, alzando gli occhi verso il calice, vidi da
piede alla coppa del calice una stella splendidissima e sopra della
stella appariva il SS.mo Sacramento, di grandezza uguale di quello che
si suol usare nella Messa il sacerdote...»
Tra i testimoni vennero citati anche don Angelo de Angelis e don
Gierolamo Todino, canonico della chiesa; al diffondersi della notizia,
accorsero fedeli, il vescovo e le autorità civili.
Il SS.mo Sacramento rimase esposto fino al 6 aprile: durante tale
periodo si sarebbero verificate numerose guarigioni miracolose.
Il Calice del Miracolo
Il Calice e la ùPatena furono conservati nel Reliquario dei
santi, mentre l’Ostia consacrata venne successivamente consumata.
Il Miracolo viene ricordato ogni anno il martedì dopo Pasqua,
con una processione; inoltre ogni primo venerdì del mese, nella
Basilica di Sant’Anselmo, viene esposto il Santissimo Sacramento per
ricordare il miracolo, mentre le altre chiese cittadine rimangono
temporaneamente chiuse.
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