
Mogoro (Oristano)
Italia
1604
Veduta di Mogoro
Mogoro (Mòguru in
sardo) è un comune di circa 3 800 abitanti della provincia di
Oristano in Sardegna, nella subregione dell’Alta Marmilla.
Il suo territorio è ricco di testimonianze archeologiche dal
periodo prenuragico fino all’epoca romana: il villaggio prenuragico di
“Puisteris”, una delle prime officine della lavorazione dell’ossidiana
in Sardegna; il complesso di “Cuccurada”, un insieme monumentale che
comprende un’imponente struttura megalitica e i resti di una muraglia;
numerosi nuraghi e testimonianze nel tempo, di villaggi romani e
medioevali.
La chiesa di San Bernardino
Il lunedì di Pasqua del 1604, Don Salvatore Spiga, parroco della
chiesa di San Bernardino, stava celebrando la Messa e dopo la
Consacrazione cominciò a distribuire la Comunione ai fedeli. A
un certo punto vide accostarsi per assumere la Comunione anche due
uomini, conosciuti da tutti per la vita dissoluta che conducevano.
Il Parroco diede loro la Comunione, ma appena questi ricevettero le
Particole in bocca, le sputarono sulla pietra della balaustra.
I due uomini, si giustificarono dicendo che le Ostie erano bollenti
come dei carboni ardenti e avevano bruciato loro la lingua. Poi, presi
dai rimorsi per non essersi confessati prima, scapparono via.
Don Salvatore fece raccogliere le sacre Ostie cadute e vide che nella
pietra erano rimaste come scolpite le impronte delle due Particole.
Ordinò allora di lavare accuratamente la pietra, sperando che le
impronte potessero essere cancellate. Ma ogni tentativo fallì.

Raffigurazione del Miracolo
Numerosi storici, fra cui il sacerdote Pietro Cossu e il Padre Casu,
descrissero gli accertamenti fatti dal Vescovo del tempo, Monsignor
Antonio Surredo, e dai suoi successori.
Tra i documenti più importanti che confermano il Miracolo, vi
è l’atto pubblico rogato dal notaio Pedro Antonio Escano il 25
maggio 1686, con cui il Rettore di Mogoro stipulò un contratto
per l’erezione di un tempietto di legno dorato sulla sommità
dell’Altare Maggiore, tempietto che alla base doveva contenere una
cavità per accogliervi la «pietra del Miracolo», la
quale doveva essere conservata racchiusa entro una decorosa scatola e
collocata in modo da poter essere vista dai fedeli.
La pietra presenta ancora oggi le impronte rotonde delle due sante
Ostie.
Il Miracolo fu riportato da Padre Salvador Vidàl, al tempo
Giovanni Andrea Contini da Maracalagonis, nel suo Floretum Alverninum del 1626, dove
racconta:
“… le impronte delle ostie erano talmente
impresse in essa che penetravano profondamente la pietra come dei
nodi nella tavola… le Ostie non caddero dal vaso, né dalla mano
del Sacerdote.
… Caddero dalla bocca di
quei due uomini: esse preferirono essere abitanti della pietra
più che del cuore di quelli.”
Oggi la pietra sacra del miracolo eucaristico è
conservata dentro la teca, incassata nel paliotto dell’Altare maggiore
della parrocchia di San Bernardino.
La teca con la Reliquia
In ricordo del Miracolo, ogni anno, nel giorno di Pasqua, si svolge una
solenne processione eucaristica.

Processione Eucaristica
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