Ferrara - Italia

1171




Raffigurazione del miracolo


Il giorno di Pasqua del 1171, 28 marzo, nella chiesa di Santa Maria del Vado, a Ferrara, mentre il Priore Pietro da Verona stava celebrando la Santa Messa ebbe un dubbio sulla Presenza Reale di Gesù Cristo nell’Eucarestia. Appena spezzò l’Ostia consacrata da essa fuoruscì un fiotto di Sangue che arrivò a bagnare la bassa volta sovrastante l’Altare.
Al fatto miracoloso assistettero i tre sacerdoti che aiutavano il celebrante, i numerosi chierichetti e i fedeli che affollavano la chiesa.
L’evento venne subito riferito al vescovo, Amato,  che si recò nella chiesa insieme all’arcivescovo di Ravenna, Gerardo. Ascoltati i testimoni, i due prelati dichiararono che si trattava “del vero e realissimo Sangue miracoloso di Nostro Signore”.

La notizia si diffuse in poco tempo in tutta l’Europa, tanto che nel 1197 ne parlò lo storico benedettino Giraldo del Galles nel suo Gemma Ecclesiastica.

La lastra di marmo sulla quale arrivarono gli schizzi di sangue venne incorniciata e conservata come Reliquia e venne posta all’interno della chiesa.




La lastra di marmo macchiata di Sangue


Il 26 marzo 1501 la lastra di marmo venne spostata nel transetto destro della chiesa, inserita in un tempietto sopraelevato a cui si accede da due rampe di scale.





Il tempietto


Il prospetto principale della chiesa, rivolto a ovest, è realizzato in cotto ed ha un portale in marmo.



Facciata della chiesa


L’interno della chiesa è a tre navate, con il transetto e l’abside.
Il presbiterio è decorato con vari dipinti; nel catino absidale è raffigurata la Gloria del Santo Nome, dipinta a olio su intonaco tra il 1616 e il 1621.




Interno della chiesa



Sull’Altare maggiore è posta una pala raffigurante l’Annunciazione.




L'Altare maggiore


Il braccio sinistro del transetto ospita l’organo monumentale cinquecentesco.

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Il 25 marzo 1925 fu inaugurato il Lapidarium, ai lati del tempietto: composto da due cappelle in cui sono esposte 529 piccole lapidi che ricordano altrettanti caduti ferraresi in guerra. Altre lapidi riportano cumulativamente i nomi dei caduti e dispersi dalla prima guerra d’indipendenza alla seconda guerra mondiale.