
Siena
Italia
1730
Vedura di Siena
Siena è un comune italiano di circa 53.000 abitanti, capoluogo
dell’omonima provincia nel centro della Toscana.
La città è universalmente conosciuta per il suo ingente
patrimonio storico, artistico, paesaggistico e per la sua sostanziale
unità stilistica dell’arredo urbano medievale, nonché per
il celebre Palio, che si svolge tra luglio e agosto.
Nel 1995 il suo centro storico è stato inserito dall’UNESCO nel
Patrimonio dell’Umanità e nel 2015 è stata proclamata
Capitale italiana della cultura.

Il centro storico di Siena,
con piazza del Campo, dove si svolge il Palio
Il Miracolo Eucaristico di Siena è avvenuto a partire dal 1730:
351 Ostie consacrate, rubate da ignoti ladri sacrileghi, furono
successivamente ritrovate integre, e sarebbero le stesse che si
conservano tuttora intatte dopo quasi tre secoli, nella Basilica di San
Francesco.

Basilica di San Francesco
Il 14 agosto 1730, vigilia della solennità dell’Assunzione di
Maria, ignoti ladri sacrileghi rubarono, dalla chiesa di San Francesco
a Siena, la Pisside d’argento, contenente 351 ostie consacrate,
così numerose in vista dell’imminente festività.
Dopo tre giorni di ricerche, il 17 agosto le Ostie rubate furono
ritrovate integre nella chiesa di Santa Maria di Provenzano, in una
cassetta per le elemosine, e furono riportate il giorno seguente, con
una solenne processione, nella chiesa di San Francesco, dove si trovano
ancor oggi, integre come al momento del ritrovamento.
Il numero delle Particole è attualmente di 223,
perché le altre
sono state utilizzate nelle ricognizioni, controlli ed esami
effettuati.
Dopo il controllo fatto al momento del ritrovamento, eseguito per
assicurarsi che le Ostie rinvenute fossero proprio quelle rubate,
vennero effettuate in seguito diverse ricognizioni ufficiali, la prima
delle quali avvenne il 14 aprile 1780 per iniziativa di Padre Giovanni
Carlo Vipera, Ministro Generale dei Frati Minori, il quale concluse: “Abbiamo riconosciuto come una specie di
vero prodigio che si siano conservate incorrotte senza veruna
alterazione per il tratto lunghissimo di cinquant’anni”.
Altre ricognizioni vennero effettuate nel 1789, voluta dall’arcivescovo
Tiberio Borghese, nel 1889, nel 1815, nel 1854 e il 10 giugno 1914,
quest’ultima per volere di Papa Pio X: la relazione conclusiva afferma
che: “(Le particole) erano di
apparenza ben conservate e senza alcun segno di alterazione o
ammuffimento, né guaste per alterazione di tarli o di altri
parassiti, propri dei prodotti farinacei”.
Nella stessa relazione, il professor Siro Grimaldi
dell’Università di Siena dichiara: “Le particole costituiscono) un fenomeno
singolare, palpitante di attualità, che inverte le leggi
naturali della conservazione della materia organica. È un fatto
unico conservato negli annali della scienza”.
Un’ultima ricognizione è stata effettuata nel 2014 autorizzata
dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, disposta
dall’arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino: Monsignor
Antonio Buoncristiani e condotta da una commissione di esperti della
quale ha fatto parte anche un ricercatore del CNR.
Gli esperti hanno dichiarato che le Ostie sono incorrotte, non avendo
rilevato “alcuna crescita microbica sia dopo 7 giorni dal campionamento
sia dopo 14”.

Reliquario con le Ostie
aprile 2025
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