AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


La Madre di Dio ha fatto
il voto di verginità?




Pubblicata dalla FSSPX il 22 gennaio 2022


La Madonna è Vergine, di una verginità che ella ha conservata per tutta la sua vita: prima, durante e dopo la nascita del suo divino Figlio.
I Padri si sono chiesti se Maria avesse fatto il voto di rimanere vergine.
A questo proposito, San Tommaso d’Aquino riassume la Tradizione.

Il punto di partenza di questa riflessione è la risposta di Maria all’Arcangelo Gabriele che le annuncia la sua maternità: «Come è possibile se non conosco uomo?» Lc. 1, 26.
Per comprendere bene questa interrogazione di Maria, occorre ricordare che il verbo «conoscere» è utilizzato nella Sacra Scrittura per indicare le relazioni carnali.

Poiché la Vergine Maria è promessa a San Giuseppe - un fidanzamento che tra gli Ebrei è quasi equivalente al matrimonio - questa domanda denota il fatto della verginità con l’intenzione di conservarla in uno spirito di consacrazione a Dio.

Ecco come lo intende Sant’Agostino: «All’annuncio dell’Angelo, Maria risponde: “Come è possibile visto che non conosco uomo?” Questo non l’avrebbe certamente detto se non avesse precedentemente consacrato la sua verginità a Dio» De sancta virginitate, 4 (citato da San Tommaso).
Molti Padri hanno seguito Sant’Agostino.

La bella spiegazione del Dottore Comune

Nella esposizione della convenienza di questo voto, San Tommaso avanza il principio dell’attribuzione dei privilegi: è necessario supporre il più perfetto nella santa Vergine, e la verginità consacrata per voto è più perfetta della verginità non consacrata. Perciò ella ha fatto questo voto.

Il Dottore Angelico spiega altrove che «ciò che è fatto per voto è più perfetto. Ma l’uso principale del voto è quello di rafforzare la volontà nel bene»; e dice anche che «ad una volontà già santificata come quella della Madonna, che gode di virtù perfetta, non è utile fare molti voti».

Egli pone dunque la domanda: «Perché il voto di verginità, quando bastava praticare la castità perfetta?» La risposta è molto bella e chiara: «perché fissa in uno stato di vita», in modo che nell’atto di tale voto, si può fare il dono di tutta la propria vita.

E precisa: «Se lo confrontiamo con gli altri voti della religione, il voto di obbedienza è sufficientemente sostituito dall’impegno del matrimonio, sotto l’autorità di San Giuseppe, e il voto di povertà non è prudente per una madre di famiglia».

Tuttavia, egli nota che i costumi dell’epoca non avrebbero permesso a una donna di non sposarsi, perché tutti i membri del popolo eletto dovevano partecipare alla sua propagazione. Considera dunque, con certi Padri, che la Vergine fu prima promessa a Giuseppe, e che in seguito, di comune accordo, entrambi fecero voto di verginità.

Ma è anche possibile, secondo altri autori, che l’accordo tra Giuseppe e Maria abbia avuto luogo prima del fidanzamento e che essi abbiano fatto il voto prima di sposarsi.

I
l cardinale Cajetano – grande commentatore di San Tommaso – aggiunge: «Non è forse naturale pensare che questo santo sposo, nel concedere a sua moglie di fare voto di verginità pur rimanendo nel matrimonio, abbia fatto lui stesso lo stesso voto nello stesso momento?»

«Questo è particolarmente vero per la divina Provvidenza, che dovette ispirare questa risoluzione a Giuseppe, affinché la Vergine delle vergini avesse un marito altrettanto vergine come compagno e custode. Inoltre, Maria non sarebbe stata «piena di grazia» se questa grazia, che avrebbe dovuto desiderare sopra ogni altra cosa nella sua rettitudine fondamentale, fosse mancata al suo sposo».

Così, secondo la sentenza comune, la Vergine Maria fu la prima a fare il voto di verginità, secondo i tempi e secondo la perfezione dell’atto.