AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


Madonna dei Sette Dolori







Il venerdì della prima settimana di Passione la Chiesa commemora la Compassione della Madonna ai piedi della Croce. Per far questo essa usa la Messa della Madonna dei Sette Dolori (festa il 15 settembre).
Questi Sette Dolori sono tradizionalmente: la Presentazione al Tempio (4° Mistero gaudioso); la fuga in Egitto; la perdita e il ritrovamento di Gesù al Tempio (5° Mistero gaudioso); l’incontro di Gesù e Maria sulla Via Dolorosa (4° stazione della Via Crucis); Maria ai piedi della Croce (12° stazione della Via Crucis); la deposizione di Gesù dalla Croce (13° stazione della Via Crucis); la deposizione di Gesù nella tomba (14° stazione della Via Crucis).

I Sette Dolori della Vergine sono contenuti come in germe nella profezia di Simeone, alla Presentazione al Tempio: «Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione… E anche a te una spada trafiggerà l'anima”» (Lc. II, 34-35). Questi dolori raggiungono una vetta insuperabile ai piedi della Croce. La liturgia ha preferito riprendere il Vangelo ai piedi della Croce (Gv. XIX, 25-27).

La Compassione della Vergine è legata alla Passione di Gesù. San Tommaso d’Aquino († 1274) dice che Gesù ha sofferto ogni genere di sofferenze (Summa Theologica, IIa, q. 46, art. 5), e questo ad un grado di intensità ineguale e ineguagliabile (art. 6).

Jacques de Milève (XIII secolo) ricapitola la Tradizione mariana sulla Compassione: «Mentre Egli soffre nel Suo corpo, tu soffri nel tuo Cuore; e le ferite disperse sul Suo corpo si ritrovano riunite nel tuo Cuore. Là il tuo Cuore fu trafitto dalla lancia, là fu inchiodato, là fu coronato di spine… tutto Cristo fu crocifisso nell’intimo del tuo Cuore».
Il fondamento di questa eco di dolore viene da due fattori: il naturale legame materno e il legame soprannaturale della carità.

San Gerolamo († 420) dice: «Non vi è alcuna sofferenza del Corpo di Cristo che non trovi un’eco nel Cuore della Madre». Un eco naturale si forma con una ripetizione sempre più distanziata di un suono sempre più debole. Invece, l’eco delle sofferenze di Gesù nel Cuore di Maria si è formato con la ripercussione delle sofferenze di Gesù nel Cuore di Maria ad un ritmo sempre più rapido e con una intensità sempre più forte: “per una ferita del Figlio, Ella soffriva innumerevoli dolori” (Siméon Métaphraste)».

San Bonaventura († 1214) lascia intendere che in una certa maniera Maria ha sofferto più di suo Figlio: «Ella soffriva nel suo Cuore tutto ciò che Cristo soffriva nel suo corpo, e poiché i dolori del cuore sono più pesanti di quelli del corpo, si può dire che la Vergine Maria, ai piedi della Croce, ha sopportato un dolore più grande di quello del Salvatore».

Tommaso di Kempis († 1471) ci invita alla compassione: «Se voi amate veramente la Madonna tenetevi con Lei vicini alla Croce di Gesù, compatendo nel fondo del vostro cuore con Lei e il suo Figlio prediletto» (Conf. XXI, 3).

Per tradurre i sentimenti della Santa Madre Chiesa, la liturgia ha ripreso la commovente sequenza che comincia con le parole: «Stabat Mater Dolorosa», composta dal beato Jacopone da Todi (XVI secolo).

La compassione, così tanto meritoria, ha fatto di Maria la Corredentrice del genere umano: «Come Eva fu la cooperatrice di Adamo nell’opera della nostra caduta, al contrario, Maria fu associata a Cristo nell’opera della Riparazione» dice Sant’Ireneo ((† 202).