AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


La Maternità di Maria
e
la Santissima Trinità







Con la sua Divina Maternità, la Santa Vergine Maria procura alla Santissima Trinità una gloria nuova e unica, è quello che esprime San Cirillo d’Alessandria col titolo: «Maria, complemento della Santissima Trinità».

Non che manchi una qualche cosa all’adorabile Trinità. In Sé, Dio possiede una pienezza infinita, Egli è infinitamente perfetto e infinitamente felice.

Ma, estrinsecamente – nella gloria e l’amore che giungono alla Santissima Trinità dalle creature, e della Sua azione su di esse – Maria Le apporta un concorso tutto speciale, non come causa principale, ma come strumento.

Con la divina maternità di Maria, Dio Padre acquisisce sul Figlio, che Gli è uguale nella Sua natura e nelle Sue perfezioni, un’autorità reale sulla Sua santa umanità. Da questo Figlio incarnato Egli riceve dei segni di rispetto, di sottomissione e di abbandono, e degli omaggi di adorazione e d’amore superiori a quelli che Gli sono offerti dall’insieme di tutte le creature.

Egli sente proclamare da questo Figlio: «Mio Padre è più grande di me» (Gv. XIV, 28). Egli gli vede offrire il solo sacrificio degno di Lui: «Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
 un corpo invece mi hai preparato.
 Non hai gradito 
né olocausti né sacrifici per il peccato.
 Allora ho detto: Ecco, io vengo … 
 per fare, o Dio, la tua volontà.» (Eb. X, 5-7).
Egli lo sa impegnato senza posa a rivelare Suo Padre agli uomini e a pregare tutti i giorni: «Padre nostro, che sei nei Cieli».

Da parte loro, gli uomini comprendono meglio questo Padre da quando, per mezzo di Maria, essi hanno conosciuto Suo Figlio, e sentono come d’istinto che questo Padre celeste è veramente il loro Padre, e vedono accanto a Lui la loro Madre celeste.

La maternità divina di Maria dona al Figlio una nuova esistenza, la Sua esistenza temporale. Grazie a questa maternità, il Figlio può rendere a Suo Padre quegli omaggi di sottomissione e di adorazione, di riconoscenza e di riparazione, che la Sua natura divina non Gli permetteva di offrire.
In rapporto agli uomini, la maternità divina ha fatto del Figlio il «beneamato dell’umanità»: verso il Figlio si dirigono soprattutto i nostri pensieri e i nostri affetti; tramite il Figlio, la creatura umana vive, lavora, s’immola e muore; al pensiero di questo Figlio crocifisso, i Martiri hanno gioiosamente dato la loro vita;  verso il Figlio, nell’Ostia, si volgono i voti ardenti di migliaia di anime di tutte le età e di tutte le condizioni.

Infine, grazie alla divina maternità di Maria, lo Spirito Santo, infecondo quanto alle processioni divine, riceve una fecondità riguardo al Figlio, a cui contribuisce a dare un corpo. Egli fa di questo Figlio il grande Adoratore del Padre e il beneamato dell’umanità.
Riguardo agli uomini, Lo Spirito Santo esercita per mezzo di Maria una fecondità analoga, generando con Lei, fortificando e conducendo alla perfezione la vita di Gesù nelle anime.

Per sua natura, Maria è infinitamente al di sotto di Dio, ma con la sua divina maternità Ella è stata introdotta, in un certo senso, nella stessa famiglia di Dio e posta ai confini dell’adorabile Trinità.