AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


La Madonna e la Chiesa







La liturgia applica talvolta alla Madre di Dio gli stessi testi della Sacra Scrittura che usa per la Chiesa. Tuttavia, la Chiesa è composta di peccatori, mente la Madonna è Immacolata.
La Chiesa persegue il suo compimento riunendo nel suo seno tutte le anime che ancora le mancano, mentre la Santa Vergine ha raggiunto la sua perfezione definitiva il giorno dell’Assunzione, quando ha ricevuto la ricompensa eterna che la sua vita pura e ardente aveva meritato.

Ma questo accostamento non è solo apparente. San Paolo ci dice che la Chiesa è la Sposa di Cristo. Questo significa che l’unione di Cristo con la Chiesa è fondata su un amore espresso col muto consenso e che questa unione è dunque feconda.
Rispondendo alle attese di Cristo, la Chiesa gli fa onore con la santità che in essa si sviluppa, e con la santità stessa che le è conferita dal suo Sposo essa è feconda: le anime sono rigenerate alla vita di Dio.

La Madonna si è comportata allo stesso modo nei confronti del Verbo: il giorno dell’Annunciazione, comprendendo molto bene quello che Dio si aspettava da lei, ella disse il suo fiat, perché in lei si realizzasse l’unione del Verbo con la natura umana, a cui lei espresse il suo consenso. Il consenso porta ad una unione, quella della divinità e della umanità nella Persona del Verbo. Viene concepito un uomo nuovo, che era già una Persona divina. I teologi diranno più esattamente che Dio ha cominciato ad essere uomo.
Prima fecondità straordinaria.

Ma quest’uomo porta su di sé la responsabilità di tutta l’umanità, per espiare il peccato della natura umana commesso da Adamo. Si parla di una sola Persona mistica di Cristo, che raccoglie tutte le anime riscattate.
Seconda fecondità straordinaria: ogni anima riscattata lo deve al consenso della Madonna.

Non dimentichiamo mai di ringraziare la Madre di Dio per aver detto sì a Dio. Così ella ci ha dato il Salvatore e resa possibile la nostra unione con Lui. Noi saremo degni di una tale Madre se a nostra volta aderiremo a tutto quello che Dio si aspetta da noi.

La Madonna e la città di Dio

La liturgia fa recitare il salmo 86 nelle grandi feste della Santa Vergine. Questo salmo parla della Chiesa come di una città in cui sono raccolti tutti gli eletti: «Di te si dicono cose stupende,
 città di Dio». E in effetti, questa città gode di una grande gloria, poiché è la città dei santi, illuminata da tutte le anime le cui virtù furono eroiche. Tutta la debolezza e la malizia che può avvilire i suoi membri, non impedisce alla Chiesa di formare dei santi in ogni epoca. Allo stesso modo, si dicono grandi cose della Madre di Dio, e questo senza che vi sia qualche miseria da rimproverare alla persona dell’Immacolata: «tutte le generazioni mi chiameranno beata». Il buon Dio tiene che si onori Sua Madre: «quelli che mi onorano avranno la vita eterna» (Eccli XXIV, 31).

Quando i príncipi dell’antichità fondavano una città, mettevano, per ornarla, tutta la loro gloria e il loro onore con tutta la magnificenza che potevano. Ma questa gloria tutta terrena, di lasciare il proprio nome sui monumenti, non durerà; il tempo fa il suo lavoro e questa gloria passerà. Mentre la Madre di Dio è il gioiello della creazione, nel quale la magnificenza divina ha compiuto tutto ciò che voleva, e questo con la libera accettazione di Maria di Nazareth. Questo monumento della grazia divina non passerà: la bontà divina vi si compiacerà per l’eternità.

«Quelli che abitano tale città vivono nella gioia». E sicuramente quelli che vivono nella Chiesa cercando di modellarsi secondo il suo spirito, assumendo le privazioni che questo comporta, riceveranno il centuplo nel mondo di qua e la vita eterna nell’altro mondo.
Del pari, quelli che si affidano alla Madre di Dio si assicurano la pace dei riscattati e la gioia eterna.

Ricorrere a Maria significa assicurarsi un posto nella città di Dio.