AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


La patena e la Santa Vergine Maria




Pubblicata dalla FSSPX il 14 dicembre 2019


La patena porta l’ostia che ben presto diverrà il Corpo adorabile di Gesù, vittima reale del Sacrificio e nato da Maria: Ave verum corpus natum de Maria Virgine.

Ora, è la carne di Maria che, secondo l’espressione di Bossuet, fu: «la prima origine del sangue di Gesù. È da lì che comincia a effondersi quel bel fiume di grazie che scorre nelle nostre vene attraverso i sacramenti» (La Madre degli uomini, II, 42).

Il nome di patena viene dal latino “patere” -  «essere ampiamente aperto» (Innocenzo III, De Sacr. Mis. Lib. II, cap. 59). Un tempo era molto più grande di oggi, era un vero piatto che poteva contenere molti pezzi di pane da consacrare e distribuire.
Ora, secondo Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, uno dei più bei privilegi della Mediatrice universale è di essere dappertutto e sempre tutto a tutti: Ella apre a tutti gli uomini la pienezza della sua misericordia (Glorie di Maria, I, 7). E’ certo anche che l’influenza di Maria si estende fin dove si estendono gli effetti del Santo Sacrificio; Ella è aperta a tutti nell’intero universo: in Cielo, in Purgatorio, nella Chiesa militante, in tutte le contrade del mondo - ubique patet -.

La patena ha una forma circolare. Ora, di tutte le forme geometriche, il cerchio è la più perfetta; e Maria è evidentemente la più perfetta delle creature, il capolavoro di Dio nella natura, nella grazia e nella gloria. Maria ha raggiunto una santità tale «da non poterne concepire una maggiore dopo Dio, e che nessuno, all’infuori di Dio, può abbracciare con la propria mente» (Pie IX, Ineffabilis Deus, 1).

La patena dev’essere interamente dorata. Si sa che l’oro è il simbolo della carità, e Maria fu ripiena di una carità tale che una creatura pura non poteva quasi riceverne una più grande sulla terra (Sant’Anfonso, Glorie di Maria, IV, 2). La ragione è semplice: Dio ama Maria più di quanto ami tutto il resto della creazione. Ora, la misura dei doni celesti è quella dell’amore che Dio nutre per la sua creatura, e il primo di questi doni è l’amore infuso. Dunque, solo Maria ha amato Dio più di quanto l’hanno amato tutti gli Angeli e tutti gli uomini messi insieme.
La doratura della patena deve dunque ricordarci la Madre del bell’amore.

E’ necessario che la patena sia integra e pura, senza difformità, senza sporcizia alcuna.
Ora, per essere la degna Madre del Figlio di Dio, Maria era immacolata nella sua anima, nel suo corpo, e tutta bella sotto ogni aspetto. Tutta la sua vita, dal primo istante della sua concezione immacolata fino al suo ultimo respiro, fu un solo atto d’amore, atto immenso, continuo, senza una sola distrazione, senza alcuna interruzione.
Ecco quello che può ricordarci la completa doratura della patena.

La patena è consacrata dal vescovo con l’unzione col Santo Crisma e l’aspersione con l’acqua benedetta. Questa solennità con cui la Chiesa compie questa consacrazione, insieme alla scelta del pontefice come ministro, ci ricordano quale cura impiegò il Sommo Pontefice nella consacrazione di Maria per le sue alte funzioni e le grazie con cui l’ha arricchita.
Al pari della patena, che è divenuta un oggetto così sacro che non può essere lecitamente toccato dai laici, Maria è chiamata dalla Chiesa: «Madre senza macchia, vaso sacrosanto dello Spirito Santo».