AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


La Madre del Buon Pastore




Pubblicata dalla FSSPX il 27 aprile 2020


Esiste una festa della Vergine “Madre del Divino Pastore”, che in alcuni luoghi si celebra l’8 settembre. Il sermone di San Bernardo su “l’acquedotto” ne è una bella illustrazione.
Con un’immagine molto appropriata, egli spiega come la Madre di Dio sia il canale di tutte le grazie che il Buon Pastore ha acquistato per noi e di cui è la fonte inesauribile.

Cristo, fontana di vita

La vita eterna è una fonte inestinguibile; essa cosparge tutta la superficie del Paradiso, e non solo la cosparge, ma l’inonda. Essa è la fontana dei giardini, la fonte da cui tutte le acque vive zampillano in abbondanza dal Libano e scorrono impetuose per la gioia della città di Dio.
Ora, qual è questa fonte? «Allorché Cristo, vostra vita – dice San Paolo – si sarà manifestato, allora anche voi vi manifesterete con Lui nella gloria». Ecco, la pienezza in persona si è ridotta da se stessa a niente per farsi a nostro favore giustizia, santità e remissione, senza apparire ancora come vita, gloria o beatitudine.
La fonte è stata incanalata verso di noi e le sue acque sono state deviate nei nostri luoghi, e tuttavia lo straniero non beve di queste acque.
E questo torrente celeste è sceso tramite un acquedotto, senza presentare tuttavia l’abbondanza della sua fonte, ma versando goccia a goccia la grazia nei nostri cuori inariditi, ad alcuni più ad altri meno.
L’acquedotto trasborda, in modo che gli altri ricevano del suo troppo pieno senza ricevere esso stesso la pienezza.

L’acquedotto è Maria

Avete già indovinato, se non sbaglio, di quale acquedotto voglio parlare, che ricevendo la fonte nella sua pienezza dal cuore del Padre ce la consegna, se non così com’è, almeno in misura delle nostre capacità; voi sapete bene a chi è stato detto: «Ti saluto, o piena di grazia». Ma ci sorprende che si sia potuto trovare un acquedotto di una così buona qualità e di una tale grandezza conforme alla sua fonte, che come la scala di Giacobbe ha potuto arrivare in Cielo, o meglio ha attraversato i cieli e potuto raggiungere questa fonte infinitamente vivente delle acque sopracelesti. Lo stesso Salomone se ne stupì e come disperato scriveva: «Questa donna forte, chi la scoprirà?».
In verità, se i flutti della grazia sono mancati per tanto tempo al genere umano, è per la mancanza di un acquedotto, di questo acquedotto tanto desiderabile di cui parliamo.
D’altronde, non vi stupirete più di questa lunga attesa, se vi ricorderete dei numerosi anni che impiegò Noè, quest’uomo giusto, per costruire l’arca; e anche delle poche persone, esattamente otto, che vi trovarono la salvezza e per pochissimo tempo.

La salita alla fonte

Ma questo acquedotto, il nostro, come ha potuto raggiungere una fonte posta così in alto?
Come, pensate, se non grazie alla veemenza del suo desiderio, se non grazie all’ardore della sua devozione, se non per la purezza della sua preghiera, come testimonia la Scrittura: «La preghiera del giusto attraversa i cieli»? E chi è giusto, se non Maria, da cui è sorto per noi il Sole di Giustizia? Come ha fatto dunque Maria a raggiungere la maestà inviolata? Se non bussando, chiedendo e cercando?
Sì, quello che cercava ella l’ha trovato, lei a cui fu detto: «Hai trovato grazia presso Dio».
Ma come? Maria, piena di grazia trova ancora la grazia?
Ella è degna di trovare a colpo sicuro quello che cerca, la donna a cui non basta la propria pienezza, che non può accontentarsi del bene che possiede, ma che, obbedendo alla parola: “Chi mi berrà, avrà ancora sete”, chiede un sovrappiù di grazia per la salvezza dell’universo.

San Bernardo di Chiaravalle (1090 – 1153).