Santuario di
Santa Maria la Real de Covadonga

Lugar Covadonga, s/n, 33589 Covadonga, Asturias, Spagna
Telefono: +34 985 84 60 35





Il Santuario di Santa Maria la Real de Covadonga si trova in una frazione del comune di Cangas de Onís, in provincia di Oviedo, nelle Asturie, nel Nord-Ovest della Spagna; il comune è inserito nel Parco Nazionale del Picos de Europa.




L’origine del Santuario è legata ad un avvenimento il cui protagonista fu Pelagio, condottiero di un gruppo di guerrieri cristiani – si dice trecento - che nel luogo contrastarono l’avanzata dei musulmani. I guerrieri cristiani si erano rifugiati tra le montagne per poter meglio affrontare i musulmani che avanzavano dopo aver conquistato l’intera penisola iberica.
La tradizione narra che un giorno Pelagio inseguì un malfattore per punirlo, ma questi si rifugiò in una caverna dove c’era un eremita che venerava la Vergine Maria. All’arrivo di Pelagio, l’eremita gli chiese di perdonare il reo, perché entrando nella grotta si era posto sotto la protezione della Vergine. Con l’occasione, l’eremita predisse a Pelagio che anche lui avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della Vergine e che proprio a partire da quel posto lui sarebbe stato il salvatore della Spagna.




Pelagio


Infatti, per sfuggire ai musulmani, gli uomini di Pelagio si rifugiarono nella caverna, dove c’era una grotta in cui era posta una statua della Madonna, accudita dall’eremita. In vista dell’arrivo dei musulmani, i cristiani pregarono giorno e notte la Madonna perché li aiutasse.
I musulmani avanzavano con un grosso esercito, decisi ad insediarsi stabilmente nella regione; quando fra le montagne si trovarono di fronte i guerrieri cristiani rifugiati nella caverna attaccarono in forze, e il capo – Tarik, che veniva con i suoi uomini da Cordova - ordinò ai frombolieri e agli arcieri di avanzare e di lanciare. Accadde però che le pietre e le frecce scagliate contro la caverna ritornavano indietro contro gli aggressori. I musulmani, perplessi e impauriti, si ritirarono disordinatamente, mentre Pelagio e i suoi li caricarono. I musulmani si ritirarono verso Sud e cercarono di seguire una delle valli del fiume Deva; accadde però che la montagna intorno si frantumò e travolse i musulmani seppellendoli tutti.
Da lì ebbe inizio il regno cristiano delle Asturie e Pelagio ne venne proclamato re.
Eravamo nel 718.

Pelagio si insediò a Cangas e, sotto la protezione della Madonna di Covadonga, ampliò il suo regno, che divenne esemplare nella lotta contro i musulmani. A Pelagio successe il figlio Favila e poi il genero Alfonso, conosciuto come Alfonso I il cattolico. Questi estese il regno fino a comprendere la Galizia e le città di Burgos, Santander e León. Il suo impegno nel contrastare i musulmani costituì l’inizio della cosiddetta “Reconquista”, durata quasi 770 anni e culminata con l’espulsione dalla penisola iberica dell’ultimo sultano musulmano di Granada, Boabdil, avvenuta il 2 gennaio 1492 ad opera dei “Re cattolici”: Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia.



Il sultano Boabdil si arrende ai Re cattolici


Nel 740, Alfonso I fece erigere a Covadonga una chiesa in legno con tre altari: il principale dedicato alla Vergine Maria e gli altri due a San Giovanni Battista e a Sant’Andrea. La grotta fu ricoperta di legno. La chiesa fu donata all’Ordine Benedettino.
Nel 1777 un incendio distrusse le strutture in legno, insieme con la statua della Madonna.
A causa dell’invasione napoleonica, la ricostruzione della chiesa, in stile romanico, poté essere iniziata solo nel 1820.




L’attuale statua fu donata al Santuario dalla Cattedrale di Oviedo, nel 1778: scolpita in legno policromo, raffigura la Vergine che porta in grembo il Bambino Gesù e nella mano destra una rosa d’oro. Per le piccole dimensioni della statua, la Madonna venne chiamata “Santina”.
Durante la Guerra Civile spagnola – 1936-1939 –, per preservarla dalle diffuse profanazioni operate dei comunisti repubblicani, la statua della “Santina” fu portata nell’ambasciata spagnola in Francia.









Nella grotta sono collocate le tombe di Pelagio, di sua moglie, Gaudiosa, e di Alfonso I e sua moglie, Ermesinda, figlia di Pelagio.
Inizialmente le tombe si trovavano nella chiesa di Santa Eulalia d’Abamia, fu Alfonso X il Saggio (1221 – 1284) che dispose il loro trasferimento a Covadonga.

Dalla grotta sgorga una cascata e ai suoi piedi si trova una fontana con sette cannelle; la tradizione vuole che le ragazze nubili che berranno da tutte e sette le cannelle troveranno marito entro l’anno.






Su un’altura vicino alla Grotta è stata eretta la nuova Basilica di Covadonga, la cui costruzione è cominciata nel 1877 su progetto dell’architetto Roberto Frassinelli e terminata nel 1901: il 7 settembre 1901 è stata consacrata dal vescovo Fray Ramón Martinez Vigil.
La Basilica è in stile neoromanico, all’interno si trova la fontana del leone, una maestosa vasca semicircolare costruita da Luis Menéndez Pidal.










Nella spianata della Basilica si trova il Museo della Madonna, il seminario, la casa degli esercizi e una grande statua di Pelagio, opera dello scultore Zaragoza.