Santuario di Maria Santissima

di Polsi

San Luca (RC)

Italia

XI secolo



Indirizzo: Contrada Polsi, 89030 San Luca (RC)
Telefono: 0964 985012

San Luca è un comune italiano di 3 417 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria.




Panorama di San Luca


Ai piedi di Montalto, massima cima del massiccio dell’Aspromonte, in una profonda e solitaria vallata dalle pareti alte e scoscese, a circa 900 metri di altitudine, sorge il Santuario dedicato alla Madonna della Montagna (in dialetto: Maronna ra muntagna) di Polsi.
Il Santuario è uno dei più noti centri mariani del Sud dell’Italia. 

E’ raggiungibile da San Luca percorrendo una strada sterrata lunga circa 13 km e si trova in una suggestiva conca ai piedi del Montalto, una delle cime più alte dell’Aspromonte.




Veduta del Santuario

Si pensa che originariamente fosse un romitorio di uno o più monaci bizantini spinti verso i confini dell’Impero dalla furia iconoclasta degli imperatori isaurici o siriani; o di qualcuno dei monaci fuggiti dalla vicina Sicilia, sotto l’incalzare delle orde saracene durante la conquista araba dell’isola nel IX secolo, ritiratosi in preghiera in quei luoghi solitari ed inaccessibili.
Poi il sito fu abbandonato; forse a causa dell’estremo disagio e del rigore invernale.

La leggenda vuole che nel secolo XI, nel posto dove ora sorge il Santuario, un pastore intento a recuperare un piccolo toro che si era allontanato dalla mandria al pascolo, trovò il torello che con le corna aveva dissotterrato una croce di ferro.
Non si conosce l’origine della croce, ma si ritiene che debba risalire ai lavori in ferro di stile bizantino eseguiti da monaci un tempo residenti sul posto: le due braccia orizzontali sono formate da volute che l’arricchiscono e la rendono quasi unica nel suo genere, dal centro dove si incrociano le braccia della croce si irradiano dei raggi che ne indicano la valenza celeste.




La croce di Polsi


La croce è tutt’ora conservata nel Santuario.

Al ritrovamento della croce corrisponde l’apparizione della Vergine Maria che indicò al pastore dove fare costruire una chiesa a Lei dedicata.




L'apparizione della Madonna


Su questo avvenimento, che è all’origine del Santuario di Polsi, esistono due racconti diversi.
Uno è quello prima riportato, un altro afferma che invece del pastore si trattava del Conte Ruggero il Normanno (1095 – 1154), Conte di Calabria e Re di Sicilia, della dinastia degli Altavilla.




Ruggero il Normanno incoronato da Cristo Re di Sicilia e Calabria
[Mosaico nella chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio, detta Martorana, Palermo]


Mentre Ruggero stava effettuando una battuta di caccia, i suoi levrieri portarono alla luce una croce di ferro, accorso per controllare, a Ruggero apparve la Madonna, che gli indicò il posto dove costruire una chiesa a Lei dedicata.

A questo avvenimento miracoloso si fa risalire l’origine del Santuario, che per alcuni secoli fu monastero sotto la cura dei monaci dell’Ordine di San Basilio Magno, praticanti il rito greco.

Verso la fine del secolo XV, il luogo passò sotto il governo di Abati commendatari, spesso dimoranti lontano da Polsi, interessati soltanto alle ricche prebende e rendite.

Il Santuario subì un lento e graduale declino fino al secolo XVII.
Fu durante la prima metà di questo secolo che, il Vescovo di Gerace, Mons. Idelfonso del Tufo, iniziò un lavoro di rinascita culturale e religiosa con al centro il Santuario.
Programmò e fece eseguire una serie di lavori e ricostruzioni che in breve cambiarono radicalmente il luogo. Ingrandì la chiesa e la rese più accogliente, la impreziosì con stucchi e decorazioni, secondo l’uso del tempo; fece di una piccola e modesta chiesetta di campagna, un vero tempio mariano; ripristinò il convento e le case intorno; ravvivò nel popolo della diocesi il culto e la fede verso la Madonna della Montagna, che del resto non si era mai spento.

Il Santuario ritrovò lo splendore spirituale delle origini e divenne il Santuario più conosciuto della Calabria, meta di pellegrini provenienti anche dalla vicina Sicilia.




Esterno del Santuario

Nel 1784 la Cassa Sacra, istituita per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal terribile terremoto del 1783, fece requisire al Santuario tutti gli arredi preziosi e le suppellettili sacre. L’ufficiale che eseguì la requisizione mise insieme più di un quintale tra oro e argento.
Il Monastero subì anche la razzía del bestiame e delle derrate alimentari.




La porta di accesso al Santuario


Al Santuario si accede da una porta con bassorilievi in bronzo che raffigurano i miracoli attribuiti alla Madonna.




Interno del Santuario

L’interno del Santuario è a tre navate: la navata centrale più ampia con in fondo il presbiterio con l’Altare maggiore, e due navate laterali più strette e più basse.




La balaustra che separa il presbiterio dalla navata

L’acceso al presbiterio è delimitato da una balaustra in pietra scolpita.




L'Altare maggiore


Sopra l’Altare vi è una nicchia in cui è collocata la Statua della Madonna




La statua della Madonna in pietra


La statua della Madonna è in pietra siracusana, scolpita a tutto tondo da maestranze siciliane; proveniente dalla Sicilia, fu recata sul posto nel 1560.
La statua pesa circa 8 quintali ed è portata in processione ogni 50 anni.
Gli altri anni è portata in processione una copia in legno che riproduce fedelmente l’originale.




La statua della Madonna in legno


Nel 1751, il Principe di Scilla, Fulcone Antonio Ruffo, donò al Santuario una statua lignea della Madonna; è questa la statua che viene usata annualmente nelle processioni.




Odigitrìa (La Vergine che porta il Bambino)

Nel Santuario si trova anche un’antica icona del tipo Brephokratousa del gruppo iconografico Odigitrìa (La Vergine che porta il Bambino). A riprova dell’impronta bizantina del Santuario e del culto della Madonna.

In un piccolo museo, all’interno del Monastero, sono conservati oggetti preziosi di varie epoche, paramenti sacri, immagini, libri e pergamene, ex voto, che sintetizzano la vera storia del Santuario.


I giorni festivi del Santuario sono:
22 agosto: in questa data parte la carovana a piedi dal paese di San Luca e si inizia la novena.
2 settembre: giorno della festa solenne della Madonna di Polsi.
14 settembre: festa della Santa Croce di Polsi.
Ogni 25 anni si effettua l’incoronazione della statua della Madonna (l’ultima è stata il 2 settembre 2022).


La festa solenne della Madonna della Montagna di Polsi – 2 settembre

In preparazione della festa della Madonna, il giorno 1 settembre si svolge la Via Crucis, solitamente con la presenza del vescovo. La Via Crucis è guidata dal Superiore del Santuario che accompagna quattro sacerdoti in stola rossa.
Con in testa la croce di Polsi, si percorre il chilometro dove sono disposte le 14 Stazioni della Via Crucis, raffigurate da bassorilievi bronzei, distribuite lungo una salita tra castagni e querce centenarie.



Una stazione della Via Crucis


La Via Crucis si conclude con una quindicesima sosta davanti ad una statua di Cristo Risorto.



La statua di Cristo Risorto che chiude la Via Crucis


Il giorno 2 settembre - festa solenne -  inizia dalla notte precedente.

A tutti i fedeli è chiesto di fare una giornata di digiuno il venerdì precedente il 2 settembre, come atto penitenziale.

Un camion addobbato con nastri e palme trasporta la statua della Madonna.
Seguono i fedeli a piedi o con altri camion, detti “carovane”.
Si avvia il corteo al grido di “Viva Maria, viva Maria della Montagna”.
Dopo alcune ore si giunge al Santuario cantando inni alla Vergine.
Le donne attraversano la navata centrale del Santuario in ginocchio battendosi il petto. Tutti accedono ai sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia.
Dopo la celebrazione della Messa ci si avvicina alla statua e si tocca e si bacia tutto ciò che sta intorno: Altare, velo del tabernacolo, gradini dell’altare etc. Si “tocca” quindi la statua della Vergine; in questo momento si offrono gli ex voto che vengono posti sull’Altare.

I genitori portano i propri bambini davanti alla statua della Madonna, spogliandoli dagli abiti di festa che vengono offerti alla Madonna, e rivestendoli con indumenti quotidiani; si tratta di una forma di consacrazione propiziatoria che richiama una rinascita a nuova vita.

I fedeli fanno a gara per salmodiare novene, chiedere grazie, fare voti, per alzare il proprio figlio fino a fargli sfiorare le vesti di pietra della Madonna o per toccare la statua miracolosa.
Molti salgono fino al casello di Cano, incrocio tra i due versanti per poi discendere nella vallata che porta al Santuario, a piedi scalzi, gridando a più riprese: “Viva Maria, a Maronna ‘ra muntagna chi di lupi non si spagna!”(Viva Maria, Madonna della montagna che dei lupi non si spaventa).

L’Altare del Santuario, nella notte, accoglie le offerte votive dei fedeli.
Intorno al Santuario vi sono numerose case di appoggio per i fedeli, ogni paese ne possiede una, e alla “balconata” si possono leggere i nomi dei vari comuni di provenienza. Un nucleo importante è composto dai devoti siciliani che occupano la parte del complesso denominata “domus siculorum”, a testimonianza della diffusione del culto mariano in un’area vastissima.
I fedeli dello Stretto di Messina, che compiono due giorni di viaggio per arrivare fin qui, nel cuore dell’Aspromonte, hanno sempre venerato questa Madonna che sin dal tempo bizantino era definita la “Gorgo Epikoos”, la Madonna dei naufraghi, quella che interviene in soccorso di chi è in difficoltà in mare.

Tutta la notte che precede la festa del 2 settembre, si celebra la veglia, con preghiere, litanie e canti antichi.
All’alba si celebra la Santa Messa e alle ore 10,00 un’altra Santa Messa celebrata dal Vescovo.
Alla fine si procede alla tradizionale processione.

La statua della Madonna viene messa su un camion al grido di Viva Maria, e prosegue per il giorno tra le vie del borgo e di San luca portata a spalla dai confratelli pescatori di Bagnara fino al Santuario.
L’ultimo tratto i portantini lo fanno correndo.




Fedeli al Santuario



Fedeli alla festa




Fedeli alla festa




Fedeli alla festa




Processione con la statua della Madonna




Processione con la statua della Madonna

 


PREGHIERA ALLA MADONNA DI POLSI




Vergine Santissima della Montagna,
siamo felici di riconfermarti
il nostro amore filiale.
Insieme Ti ringraziamo
per le numerose grazie,
che ci hai ottenuto.
Ancora una volta
Ti sei mostrata nostra Madre.
Continua a proteggerci e a prenderti cura
della salvezza delle nostre anime.
Ti affidiamo i nostri ammalati.
Veglia su di loro,
arricchiscili di forza e di consolazione.
Ti offriamo le nostre famiglie,
la stabilità e la fecondità dei nostri focolari,
l’avvenire e la perseveranza nel bene dei nostri figli.
In mezzo a loro
fioriscano vocazioni sacerdotali e religiose,
per stabilire e sviluppare
il Regno del Tuo divin Figlio
nel mondo intero.
Sotto il segno del tuo materno sorriso
cresca tra noi la divina carità.
Ti affidiamo la nostra nazione,
l’Italia che Tu ami
e che, malgrado le sue miserie ed errori,
vuol rimanerti fedele.
Ti affidiamo, infine, il mondo intero
affinché in esso
la pace regni sovrana.

Prima di tornare alle nostre case,
al nostro lavoro di ogni giorno,
noi vogliamo consacrarci a Te
Ti offriamo le nostre persone ed i nostri beni,
il corpo e l’anima,
le gioie e le pene,
il lavoro e le preoccupazioni.
Ti offriamo tutto ciò che abbiamo
e tutto ciò che siamo.
Forti del Tuo aiuto,
saremo più fedeli a Gesù
secondo le promesse del nostro battesimo.

Nel cammino della vita,
o Madre nostra,
se ci allontanassimo da Dio, riportaci a Lui!
se stessimo per cadere, soccorrici!
Se dovessimo cadere, rialzaci e,
nell’ora della nostra morte, salvaci!

Amen.