|
Grado (GO) Italia 582 Santuario Madonna di Barbana 34073 Grado (Gorizia) Tel. 0431/80453 Posta elettronica: madonnadibarbana@gmail.com Grado (in friulano Grau, in veneto Gravo) è un comune italiano di circa 8000 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, importante centro turistico e termale, noto anche come l’Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia. Veduta di Barbana Barbana è un’isola
posta all’estremità orientale della laguna di Grado. Si estende
su circa tre ettari e dista circa cinque chilometri da Grado; è
abitata in modo stabile da una comunità di monaci benedettini.
Il suo nome deriva probabilmente da Barbano, un eremita del VI secolo che viveva nel luogo e che raccolse attorno a sé una comunità di monaci. Le origini dell’isola sono relativamente recenti: la laguna di Grado si è infatti formata tra il V e il VII secolo su di un’area precedentemente occupata dalla terraferma. Il luogo ospitava, in epoca romana, un tempio di Apollo Beleno e, probabilmente, l’area destinata alla quarantena del vicino porto di Aquileia. Un piccolo bosco si estende sul lato occidentale dell’isola e ne copre più della metà della superficie: vi sono bagolari, pini marittimi, magnolie, cipressi e olmi. L’isola di Barbana è collegata a Grado da un regolare servizio di traghetti, con partenza dal Canale della Schiusa. Il viaggio richiede circa 20 minuti di navigazione. L’isola è inoltre dotata di un piccolo porto e può essere raggiunta anche con mezzi privati. Veduta del Santuario Secondo la tradizione, la nascita del Santuario della Madonna di Barbana risale all’anno 582, quando una violenta mareggiata minacciò la città di Grado: l’eccezionale evento meteorologico, che allora destò grande stupore e preoccupazione, si inserisce probabilmente nella genesi dell’attuale laguna. Al termine della tempesta un’immagine della Madonna, trasportata dalle acque, venne ritrovata ai piedi di un olmo (o, secondo un’altra tradizione, sui suoi rami), nei pressi delle capanne di due eremiti originari del trevisano, Barbano e Tarilesso. Il luogo era allora relativamente lontano dalla linea di costa e il patriarca di Grado Elia (571-588), come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città dalla mareggiata, fece erigere una prima chiesa. A Barbana si formò una prima comunità di monaci che resse il Santuario per i successivi quattro secoli. In questo arco di tempo il mare proseguì la sua avanzata: nel 734, da un documento di Papa Gregorio III, si apprende infatti che Barbana era già un’isola. La chiesa venne probabilmente ricostruita più volte e la stessa immagine della Madonna, non si sa se una statua o un’icona, andò perduta. Attorno all’anno mille, subentrarono i Benedettini che custodirono il Santuario per cinquecento anni. A questo periodo risale la pestilenza che colpì Grado nel 1237 e l’origine del pellegrinaggio a Barbana da parte degli abitanti di Grado. Dal 1450 è documentata la presenza di frati Francescani Conventuali, che sostituirono i Benedettini prima provvisoriamente e poi, dal 1619, in modo definitivo. I Francescani, che nel 1738 eressero una nuova chiesa a tre navate, rimasero nell’isola fino al 1769, quando la Repubblica di Venezia soppresse il convento. I legami di Venezia con il Santuario, nonostante questo provvedimento, furono comunque sempre intensi, com’è testimoniato da lasciti testamentari di dogi (Pietro Ziani, 1228) e dall’esistenza, in passato, di un’apposita confraternita di gondolieri (la “Fratellanza della Beata Vergine di Barbana”). Lo stesso bassorilievo dell’altare maggiore del Santuario di Barbana rappresenta, non a caso, una gondola in laguna. Dopo l’allontanamento dei Francescani, il santuario venne affidato per oltre 130 anni ai sacerdoti diocesani, prima di Udine (1769-1818), poi di Gorizia (1818-1901). Un ruolo di particolare rilievo venne svolto da don Leonardo Stagni, al quale si devono la costruzione degli argini (1851), la realizzazione dell’attuale cappella del bosco nel luogo dove venne ritrovata l’immagine della Vergine Maria (1854) e l’incoronazione della Madonna di Barbana (1863) effettuata dal Beato Papa Pio IX. Cappella del ritrovamento dell'immagine della Madonna Nel 1901 il Santuario venne affidato ai frati Francescani Minori della provincia dalmata, che edificarono un nuovo convento, curarono alcune bonifiche e iniziarono la costruzione della chiesa attuale. Nel 1924, mutati i confini politici, il testimone passò ai confratelli della provincia veneta di San Francesco, che hanno provveduto alla realizzazione della casa di esercizi spirituali “Domus Mariae” (1959) e delle più recenti: casa del pellegrino (1980) e cappella della riconciliazione (1989). Nel 2019 i frati Minori hanno lasciato il Santuario; che è attualmente custodito da una comunità di monaci benedettini della Congregazione Benedettina del Brasile, che il 6 gennaio 2020 hanno fondato il Monastero di Santa Maria di Barbana. Esterno del Santuario Il Santuario, che presenta alcuni richiami all’architettura orientale, è in stile neoromanico, è relativamente recente e sorge sul luogo dove erano costruite le chiese precedenti. I lavori di costruzione dell’attuale edificio, progettato dall’architetto goriziano Silvano Barich, sono stati avviati nel 1911 e completati, dopo una pausa dovuta alla prima guerra mondiale, nel 1924. La semplice facciata è arricchita da lesene di pietra e da un rosone. La struttura culmina con un’ampia cupola ed è affiancata da un alto campanile. Interno del Santuario L’interno del Santuario è a tre navate, con soffitto a carena di nave. All’ingresso è posta una grande acquasantiera che raffigura il diavolo costretto a portare l’acqua santa. Acquasantiera
In fondo alla navata centrale si trova il presbiterio con l’Altare Maggiore, che è del 1706. Altare Maggiore Sopra l’Altare è collocata, in una apposta nicchia, la statua lignea della Madonna, opera di scuola friulana della fine del Quattrocento. Statua della Madonna La statua, a grandezza naturale, rappresenta Maria in trono con in braccio Gesù Bambino: la Madonna regge con la mano destra una rosa, che simboleggia la fede, Gesù Bambino tiene in mano un libro, con chiaro riferimento al Vangelo. I due Altari laterali, in stile rinascimentale-barocco, sono di scuola veneziana e sono dedicati a San Benedetto (sulla sinistra, 1763) e a Sant’Antonio da Padova (sulla destra, 1749). Della scuola del Tintoretto è invece il quadro dei gondolieri in pellegrinaggio (1771) custodito nella sagrestia, dove è possibile ammirare anche una Madonna col Bambino di autore ignoto (1734). Nel Santuario vi è l’organo a canne Mascioni opus 652, costruito nel 1950. Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha due tastiere di 58 note ciascuna e una pedaliera concavo-radiale di 32. Interno della cupola
Gli affreschi della cupola (oltre 500 metri quadrati) sono un’opera più recente di Tiburzio Donadon (1940). Lo spazio è diviso in quattro grandi quadri che rappresentano: l’Incoronazione di Maria Santissima, la processione del perdòn di Barbana, l’apparizione della Vergine sull’olmo e una visione del patriarca Elia. I quadri sono separati da figure bianche che simboleggiano le quattro Virtù Cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza. Le vetrate della chiesa rappresentano i Misteri del Santo Rosario. Il campanile, alto 47,8 metri, è stato inaugurato nel 1929: le quattro campane attuali sono state ricavate dal metallo di cannoni tedeschi della seconda guerra mondiale. La piccola Cappella della riconciliazione, alla destra dell’altare maggiore, conserva una statua della Vergine del 1700 in pietra di Aurisina e un cippo di pietra di età romana, raffigurante un magistrato. Galleria degli ex voto Un gran numero di ex-voto testimonia la forte e antica devozione popolare verso la Madonna di Barbana. La continua azione della laguna ha impedito la conservazione di tracce significative dei Santuari più antichi. Tra le vestigia giunte fino a noi, è possibile ricordare un bassorilievo funerario rappresentate un’apparizione di Cristo risorto (X-XI secolo), un frammento dell’albero presso il quale secondo la tradizione venne ritrovata l’immagine della Madonna, un rivestimento per altare in cuoio e oro (XVII secolo), e due colonne con capitelli corinzi, quest’ultime poste oggi davanti al campanile. Nella cappella della “Domus Mariae” è custodita la statua della cosiddetta “Madonna mora”, venerata nel santuario dall’XI al XVI secolo. L’opera, in legno dipinto, è stata recentemente restaurata: curiosamente, la Madonna regge il bambino per i piedini. Della prima chiesa costruita dai francescani (XVIII secolo) sono invece rimaste numerose tracce, sia negli arredi interni che in materiale iconografico (dipinti, fotografie, bassorilievi). La chiesa, più piccola dell’attuale, si presentava con una semplice facciata bianca, successivamente ingentilita da un porticato, e aveva un piccolo campanile. Cappella del ritrovamento A poca distanza dal Santuario, sul luogo dove secondo la tradizione si arenò l’immagine della Madonna, sorge la cappella del ritrovamento, costruita nel 1854 per celebrare il dogma dell’Immacolata Concezione. La cappella, di forma ottagonale, ha preso il posto di un precedente capitello votivo ed è stata decorata nel 1860 dal pittore udinese Rocco Pitacco. I dipinti rappresentano la glorificazione di Maria tra angeli e personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Sulle pareti laterali si trovano quadri relativi alla proclamazione del dogma e alla vita e alle origini del Santuario. La cappella, che è circondata da un piccolo cimitero, custodisce le spoglie del venerabile Egidio Bullesi, un giovane istriano distintosi per il suo apostolato a Pola e a Monfalcone. Statua della Madonna all'ingresso del porto All’ingresso del piccolo porto dell’isola è posta una statua della Madonna, eretta nel 1954 a ricordo dell’anno mariano. Altre statue dedicate a San Francesco, alla Madonna e ad Egidio Bullesi sono inoltre dislocate nei pressi del Santuario e della “Domus Mariae”. Il Santuario è meta di numerosi pellegrinaggi provenienti principalmente dai paesi della Bassa Friulana, testimoniati anche da documenti pittorici come, ad esempio, un quadro votivo che ricorda la processione della comunità di Ruda. I pellegrinaggi votivi delle comunità si svolgono prevalentemente dal mese di aprile alla fine di settembre. Numerosi pellegrini partecipano inoltre il 15 agosto e l’8 settembre di ogni anno, in occasione delle festività mariane dell’Assunzione e della Natività, alle due processioni nelle quali la statua della Madonna di Barbana viene portata a spalla per l’isola. La statua della Madonna portata a spalla in processione Esistono diverse feste legate al Santuario di Barbana e alla devozione mariana: due appartengono a quell’Isola della laguna, e precisamente la processione in occasione della “Pasqua rosada”, officiata dal cappellano e non dal parroco di Grado, che si celebrava ai tempi della Serenissima la Domenica e il lunedì della Pentecoste ed aveva un carattere preminentemente politico e militare; e l’anniversario dell’Incoronazione della Beata Vergine, che si festeggia ancor oggi nel giorno dell’Assunzione e che vanta un’origine più recente. Altre due ricorrenze appartengono all’isola di Grado: la processione della prima Domenica di luglio e quella, più modesta, del primo maggio, che ricorda la terribile notte del 3 giugno 1925, allorché 56 barche della flottiglia da pesca furono sorprese, travolte e in parte sospinte verso le coste istriane da una eccezionale tempesta. Le radici della festa risalgono al 1237, quando gli abitanti di Grado, guidati dal Patriarca Leonardo Querini, promisero di portare la statua della Madonna dalla Basilica di Santa Eufemia, a Grado, all’isola di Barbana, in segno di ringraziamento per la fine di una terribile epidemia di peste. Ogni anno, il primo fine settimana di luglio, la comunità celebra questo evento, nei giorni precedenti il sabato si svolgono delle manifestazioni culturali e di intrattenimento. La festa inizia il sabato precedente, detto “Sabo Grando”, sabato grande. Alle ore 12,00 si rende omaggio alla “Madonnina del mare”. Alle ore 18,00, nella Basilica di Sant’Eufemia, a Grado, si recita il Santo Rosario e si celebra una Santa Messa solenne con il canto delle Litanie della Madonna. Alle ore 21,00, la banda “Città di Grado” suona il “Sabo Grando” sul sagrato della Basilica. La Domenica inizia con la celebrazione della Santa Messa, alle 8,00, nella Basilica di Sant’Eufemia. Processione con la statua della Madonna Dopo la celebrazione della Santa Messa, la statua della Madonna viene portata in processione dalla Basilica al porto “Mandracchio”. Qui la statua della Madonna viene caricata sulla “Stella del Mare”, la barca che guida la processione a mare: un corteo di barche imbandierate e inghirlandate si sposta in laguna da Grado a Barbana. Lo stesso avviene al ritorno da Barbana a Grado. La barca che trasporta la statua della Madonna La statua della Madonna sulla barca La processione a mare La processione a mare La processione di barche
accompagna la Madonna da Grado a Barbana.
Arrivati a Barbana, l’arcivescovo celebra la Santa Messa solenne nel Santuario. Dopo la celebrazione della Santa Messa, la statua della Madonna torna sulla barca e la processione a mare riprende da Barbana a Grado. Giunti al porto di Grado, la statua della Madonna viene portata in processione in Basilica, dove si canta un Te Deum di ringraziamento. Per tutto il giorno è disponibile un servizio traghetti da Grado a Barbana. PREGHIERA ALLA MADONNA DI BARBANA
Vergine Maria, Madre di Dio e madre nostra, Regina della laguna Noi, tuoi figli devoti, con gioia veniamo e Te e fiduciosi Ti supplichiamo. Tu, che in tempi remoti, al pio Barbano lasciasti un segno di sollecitudine materna, continua a volgere il tuo sguardo benigno su di noi, sulle nostre famiglie, su questa terra rivolta ad Oriente e animata dallo spirito che fu di Aquileia cristiana. Tu, consacrata dallo Spirito Santo, fa che seguiamo il Tuo Figlio sulla via del Vangelo e diventiamo suoi validi testimoni, portando a tutti la Parola di vita con gesti generosi di carità, attenta ai poveri e ai sofferenti. Tu, beata perché hai creduto, ottienici dal Signore una fede salda, una speranza fervente, un amore operoso. Mostraci il cammino della pace perché, con tutti i nostri fratelli, possiamo giungere là dove tu già dimori con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, nella comunione con i Santi, per tutti i secoli dei secoli. Amen. Ave Maria…
|