Santuario della Beata Vergine di Castelmonte

Castelmonte, frazione di Prepotto (UD)


Santuario Beata Vergine, 33040 Castelmonte, Prepotto UD
Telefono:  (+39) 0432 731094 - 701267 - (+39) 0432 730150
info@santuariocastelmonte.it








Il santuario della Beata Vergine di Castelmonte si trova a Castelmonte, frazione di Prepotto. Sorge a 618 metri sul livello del mare a ridosso delle Alpi Giulie, a circa 7 km da Cividale del Friuli e a circa 25 km da Udine.

Nonostante esistano dei racconti sulla possibile esistenza di un antico sacello scavato nella roccia contenente un’immagine della Madonna e risalente al V secolo, le prime testimonianze sull’esistenza di una chiesa risalgono al 1175.

Si ricorda che nel 568 i Longobardi, che avevano eletto loro patrono San Michele Arcangelo, avessero costruito sul posto un luogo di culto dedicato all’Arcangelo. 

Il luogo dove sorge il Santuario apparteneva al monastero benedettino di Santa Maria in Valle di Cividale del Friuli, esisteva una chiesa dedicata al culto della Santa Vergine e frequentata da fedeli dell’intero Patriarcato di Aquileia.
La chiesa era compresa in un borgo che dal 1296 al 1432 si ingrandì e l’afflusso di pellegrini portò anche all’ampliamento della chiesa.

Nel 1469, un fulmine causò l’incendio della chiesa, che venne distrutta e andò perduta anche la statua lignea della Madonna.
Nel 1479, la chiesa venne ricostruita e all’interno fu posata una nuova statua, in pietra calcarea, raffigurante la Madonna col Bambino, la stessa che oggi si trova sull’Altare maggiore.





Per antica tradizione, nella chiesa si venera anche San Michele Arcangelo, il cui culto risale ai tempi dei Longobardi, che lo avevano eletto loro Patrono.
Il gruppo ligneo di San Michele Arcangelo che schiaccia il Diavolo, è del 1963 e riproduce un identico gruppo esistente da secoli e più volte rifatto.






Successivamente il santuario fu semidistrutto dai terremoti che devastarono la zona nel 1511 e nel 1513, e ogni volta venne riedificato, abbellito ed ampliato.

Durante il periodo di occupazione napoleonica, tra il 1797 e il 1799, dal Santuario e dal monastero furono rubate le preziose opere artistiche; e vennero tolti tutti i benefici legati al Santuario. Nel 1866 sopraggiunse la confisca dei beni da parte del nuovo governo regio d’Italia.

Nel 1913 il Santuario venne affidato ai Francescani Cappuccini.




Il Santuario nel 1914


Nel 1930, venne sopraelevato il campanile e costruita la facciata.






Nei corridoi del Santuario sono collocati numerosi ex voto.

Il Santuario è meta dei pellegrini che giungono dal Friuli, dal Veneto e dalla Slovenia; in particolare è ancora attuale la tradizione che vuole che si giunga al Santuario a piedi – a volte anche scalzi – seguendo la strada in cui sono poste delle edicole costruite nel 1864 e contenenti raffigurazioni dei 15 misteri del Rosario; i pellegrini sono soliti porre ai piedi delle edicole delle piccole croci composte con i rami dei cespugli vicini.



Edicola stazione del Santo Rosario


Il maggiore afflusso di pellegrini si registra nei giorni di particolare devozione mariana: l’Annunciazione (25 marzo), l’Assunzione (15 agosto) e la Natività di Maria (8 settembre).





ILa Chiesa risale al periodo 1469-1479 mentre la facciata al 1930. Nel presbiterio, l’altare maggiore è del 1684, opera di maestri veneziani. L’attuale tabernacolo a forma di tempietto è del 1921. Sulla volta del presbiterio è affrescata la Vergine Maria Assunta, opera di Lorenzo Bianchini risalente al 1870.





L'Altare maggiore


Il campanile, del 1475, già modificato nel XVII secolo, ebbe altre tre sopraelevazioni, l’ultima nel 1954.

La statua della Madonna risale al 1400.





La parte più antica del Santuario è la cripta, ampliata nel 1954 e nel 1962.  In essa è posto un quadro della Madonna che riprende la statua che è nella chiesa. Qui i fedeli mettono una candela e pregano. Nelle altre sale della Cripta ci sono gli ex voto dei fedeli che per intercessione della Madonna hanno ricevuto una grazia.





Al Santuario è legata un’antica, edificante leggenda:
Un giorno il diavolo sfidò la Madonna. Le si mise di fronte e le propose: «vediamo a chi arriva prima sopra al Castellamonte. Chi vince avrà la città di Cividale»
La madonna accettò la sfida: spiccarono il volo dando l’avvio alla corsa.
Il diavolo sbatté le ali il più velocemente possibile, ma al suo arrivo trovò la Madonna ad aspettarlo; era arrivata per prima.
Il diavolo sconfitto decise di ritornare all’Inferno: sprofondò nel terreno, aprendo una voragine. Oggi si vede la voragine sul vicino monte Spich: viene chiamata Bùse del diàul - buco del diavolo.