
Santuario
di Maria Santissima della Libera
Pratola Peligna (AQ)
Italia
1851
Via Rocco Santacroce, 3, 67035 Pratola Peligna (AQ)
Telefono: 0864 273146

Veduta di Pratola Peligna
Pratola Peligna (Pratëlë in abruzzese) è un comune
italiano di circa 7.000 abitanti nella provincia dell’Aquila in
Abruzzo; alle pendici del monte Morrone.
Fa parte della Comunità Montana Peligna.
Durante la peste del 1500, un contadino di nome Fortunato, affetto dal
male, si rifugiò nei pressi di una chiesetta campestre
diroccata, in contrada Torre, alle falde del monte Cerrano, per
attendere in un luogo sacro l’ormai prossima fine.
Si addormentò e nel sogno vide una donna bellissima, vestita di
rosso e con un manto celeste, che si presentò come la
Liberatrice, e che gli promise la grazia della guarigione per lui e per
i Pratolani.
Al risveglio, Fortunato intravide fra le macerie un occhio che lo
fissava, scavò e scoprì un’immagine affrescata di una
Madonna.
Entusiasmato dalla scoperta, si inginocchiò ed espresse la sua
fede e la sua fiducia gridando: “Madonna,
liberaci!”.
Raccontò l’accaduto e la gente di Pratola accorse sul posto per
raccogliersi in preghiera.
La peste fu sconfitta e fu deciso di portare l’immagine in paese, con
un carro trainato da buoi.
A questo punto, nacque un contrasto con la vicina popolazione di
Sulmona che avanzava pretese sull’immagine per via dell’incerta
collocazione territoriale del sito in cui era stata rinvenuta. La
scelta fra Pratola e Sulmona venne affidata ai buoi che dovevano
trainare il carro che trasportava il dipinto: i buoi si diressero verso
Pratola e si fermarono proprio nel punto in cui venne poi edificata una
Cappella in onore della Madonna della Libera.
L'affresco che raffigura la
Madonna
L’affresco raffigura la Madonna in atto di proteggere i
fedeli, inginocchiati e oranti, raccolti sotto il suo manto tenuto
aperto da due Angeli: le donne da una parte e gli uomini dall’altra,
tra questi ultimi è visibile un Pontefice, che si ritiene sia
Celestino V, eremita sul monte Morrone.
L’affresco si conserva nel Santuario, in una cappella apposita.
Il flusso dei pellegrini che andavano a rendere culto a Maria
Santissima della Libera andò aumentando, così che la
Cappella si rivelò insufficiente.
Nel 1851, il vescovo di Valva e Sulmona, Mons. Mario Mirone, sotto la
cui giurisdizione rientra anche Pratola Peligna, con una solenne
celebrazione benedisse la prima pietra del costruendo Santuario, alla
presenza di un gran numero di fedeli.
Fu l’architetto Eusebio Tedeschi, nativo di Pratola, che
approntò il progetto e controllò i lavori di costruzione.
Il Santuario venne realizzato con il contributo economico ed anche
lavorativo degli abitanti di Pratola.

Veduta del Santuario
Il Santuario è posto sul punto più alto
dell’abitato di
Pratola.
Non si conosce la data esatta della fine dei lavori, ma si ritiene che
essa possa essere posta intorno al 1860, dal momento che la data 1858
compare incisa su una pietra dei muri più alti della facciata.
Inoltre è documentato che nel 1863 il Parroco di Castelnuovo,
Don Francesco Tozzi, vi predicò il Quaresimale.

La facciata del Santuario
Il Santuario è realizzato in pietra bianca della Maiella; ha una
facciata di linea neoclassica e dall’alto in cui si trova domina tutta
Pratola.
E’ adorna di quattro statue monumentali, dovute allo scalpello
dell’abruzzese Nazareno Di Renzo e collocate nel 1911. In alto sul
frontone è posta, tra gli Angeli, la Madonna della Libera, opera
di Giovanni Feneziani, anch’egli abruzzese.

Interno del Santuario
L’interno del Santuario è a tre navate in stile
barocco, con impianto a croce latina.
La navata centrale è più alta delle laterali.

Una delle due acquasantiere
La volta è ornata da quattro tempere, opera del pittore
pratolano Amedeo Tedeschi. I quattro dipinti raffigurano i Misteri
del Rosario.
Partendo dall’ingresso si trovano i Misteri Gaudiosi, con una
bellissima “Annunciazione”.
Nel secondo riquadro della volta, sono raffigurati i Misteri
Dolorosi, con una “Crocifissione” in cui vi è la Vergine ai
piedi della Croce, con San Giovanni prostrato a terra e le pie donne
inginocchiate.
Nel terzo riquadro sono raffigurati i Misteri Gloriosi, con una
“Assunzione della Vergine”, rappresentata mentre sale in Cielo,
circondata da Angeli inchinati e oranti.
Nel quarto riquadro vi è la Madonna Glorificata, con
l’“Incoronazione della Vergine”, in cui un Angelo regge la corona
regale.
Il colonnato è composto da dieci pilastri, dei quali i quattro
di maggiore sezione sorreggono anche le grandi arcate della cupola
centrale.
I pennacchi della cupola sono decorati con quattro tempere, che
raffigurano i Quattro Evangelisti, anch’esse opera del Tedeschi.
A cominciare dall’angolo che sta verso la Cappella della Madonna, vi
è l’Evangelista Marco, col simbolo del leone; poi San Giovanni
col
simbolo dell’aquila; poi, San Matteo col simbolo dell’angelo e San Luca
col simbolo del vitello.
Nelle navate laterali e nel transetto vi sono dieci Cappelle con
relativi Altari.
La Cappella della Madonna: con un intarsio ex voto delle donne cattoliche per
la liberazione.
La Cappella dell’affresco, dove è conservato l’affresco della
Madonna

La Cappella dell'affresco
La Cappella di Sant’Antonio di Padova.
La Cappella del Sacro Cuore.
La Cappella della Madonna delle Grazie.
La Cappella delle Anime Sante, con la Madonna del Suffragio.
La Cappella dell’Addolorata, in cui sono poste due lapidi che ricordano
i Caduti della Grande Guerra, inserite ai fianchi di un grande
Crocifisso.

Il Crocifisso con le lapidi dei Caduti
La Cappella di San Giovanni Evangelista

La Cappella di San Giovanni Evangelista
Nel transetto, a sinistra vi è la Cappella della Santissima
Trinità, con il quadro di Palmiero di Guardiagrele che raffigura
la Santissima Trinità.

Quadro della Santissima Trinità
Nel transetto, a destra vi è la Cappella del
Santissimo Sacramento, con il quadro dell’Ultima Cena, anch'essa opera
di
Palmerio di Guardiagrele.

Quadro dell'Ultima Cena
La navata centrale culmina col presbiterio con al centro l’Altare
Maggiore.

Il presbiterio

L'Altare Maggiore
L’Altare Maggiore è sovrastato da un tempietto
distribuito su tre piani: al piano in basso vi sono le statue delle
Virtù e degli Angeli, con al centro la nicchia dove è
posta la statua di Maria Santissima della Libera. Al piano più
in alto vi sono due statue che raffigurano allegoricamente la Chiesa.
Il tutto culmina con la statua dell’Angelo dell’Apocalisse.

La statua della Madonna sopra l'Altare Maggiore
La statua della madonna sposta sopra l’Altare Maggiore è la
stessa che viene portata in processione nei festeggiamenti, per la
bisogna montata su un piedistallo.

La statua processionale della Madonna
La statua della Madonna è diventata più importante
dell’affresco ritrovato originariamente.
La tradizione afferma che sia stata donata al Santuario dei monaci
Celestini della Badia Morronese.
Fu consacrata nel 1741 e trasportata con una solenne processione dalla
chiesetta della Madonna della Neve nella chiesa della Madonna della
Libera, che all’epoca era situata al centro dell’attuale piazza
antistante il Santuario ed era di dimensioni ridotte avendo solo cinque
altari.
Il volto della statua riprende l’immagine dell’affresco: ha lo sguardo
implorante rivolto al Cielo e le mani aperte nell’invocazione.
Gli attuali lunghi riccioli inanellati sono fatti di capelli veri,
donati dalle ragazze di Pratola negli anni sessanta, hanno sostituito
l’originaria parrucca che si era deteriorata.
L’antico manto, opera di Barbara Micarelli, riccamente ricamato,
è stato recentemente sostituito con uno nuovo, dono di un
benefattore pratolano.
Nel 1978 e poi nel 1983, con atti di vandalismo, alla statua vennero
asportati i pregevoli oggetti aurei che la adornavano.
Il popolo di Pratola dimostrò il proprio affetto per la Madonna
offrendo i proprii ori.

L'organo
Nella cantoria è presente l’organo composto da 3200
canne.
Tutte le opere del Santuario, compreso l'organo, vennero inaugurate
nella solenne esposizione del sabato 4 maggio 1912, vigilia della festa
della Madonna.
I festeggiamenti
I festeggiamenti in onore della Madonna della Libera durano per tutto
il mese di maggio, anche se il giorno più importante è la
prima Domenica del mese.
Si inizia il pomeriggio del venerdì precedente la prima Domenica
di maggio, con l’arrivo della Compagnia di Gioia dei Marsi.
Per la festa di Maria Santissima della Libera, nei tempi passati si
recavano in pellegrinaggio a Pratola Peligna diverse comunità
abruzzesi che andavano a ringraziare la Madonna per le grazie ricevute.
Ogni comunità prendeva il nome di Compagnia accompagnato dal
nome del luogo da cui proveniva.
Oggi ne è rimasta solo una: la Compagnia
di Gioia dei Marsi, e questo conferisce alla festa un senso
religioso molto sentito perché ricorda la tradizionale
religiosità delle genti d’Abruzzo, soprattutto oggi che essa ha
perso vigore.
L'arrivo della Compagnia di
Gioia dei Marsi
All’alba del venerdì che precede la festa della Madonna della
Libera, dopo aver assistito alla Messa, un folto gruppo di Marsicani si
mette in cammino verso il Santuario mariano di Pratola Peligna.
Persone di ogni età e ceto sociale, spinte dalla devozione per
la Madonna della Libera compiono il lungo percorso di circa 20
chilometri dalle montagne marsicane del Parco Nazionale d’Abruzzo, a
piedi e con ogni condizione meteorologica, fino alla Valle Peligna.

La Compagnia dei Marsicani in cammino
Con in testa lo stendardo recante l’effige della Madonna, i pellegrini
portano con loro cibo e tutto ciò che può servire ad
affrontare i valichi spesso colpiti dal maltempo.
Dopo una breve colazione consumata appena attraversata la cittadina
di Pescina,
affrontano la lunga salita verso Forca Caruso alle pendici orientali
della catena del Sirente, recitando la Via Crucis.
A Goriano Sicoli, centro della Valle Subequana, consumano il pranzo
accolti dagli abitanti del luogo; dopo una breve visita al locale
Santuario di Santa Gemma, riprendono il cammino.
Giunti al valico chiamato “spiaggia di Goriano”, eccoli in vista di
Pratola Peligna.
Già da lì è visibile il Santuario, posto sul punto
più alto del paese; ed è lì che recitano preghiere
di
ringraziamento per la strada percorsa.
Arrivano a Pratola Peligna al tramonto, accolti da abbracci e applausi,
ci si riconosce e si ritrovano vecchie amicizie.
Quindi la Compagnia si reca al Santuario.

La Compagnia al Santuario
Qui percorrono la lunga navata in ginocchio, in segno di penitenza,
fino a raggiungere il monogramma di Maria posto sotto l’Altare, che
baciano.
L’emozione è grandissima, mentre echeggiano i canti tra le
navate colme di fedeli.

Il bacio al monogramma di Maria
La mattina del sabato, in un’atmosfera ricca di emozione, si procede
all’esposizione della statua della Madonna. E’ un rito che da sempre
suscita le stesse profonde emozioni nei fedeli presenti.
Dopo la Messa, celebrata dal Vescovo di Valva e Sulmona, si svolge una
limitata processione al Rione Valle Madonna.
La prima Domenica di maggio, arrivano tantissimi altri devoti: Pratola
Peligna offre uno spettacolo indescrivibile di vita festosa, con
centinaia di bancarelle che espongono e vendono le cose più
disparate.
Fedeli alla festa
I membri del Comitato dei Festeggiamenti, accompagnati dalla banda
musicale, si recano prima a prelevare il Presidente del Comitato e poi
la Mastra, colei che di fatto ha organizzato la festa, che viene
solennemente accompagnata fino al Santuario dove si celebra la Messa.
Al pomeriggio, si svolge la solenne processione per tutto il paese.

La processione con la statua della Madonna

La statua della Madonna portata in processione dai devoti
I festeggiamenti si concludono la Domenica sera, sotto la luce delle
luminarie poste lungo le strade, e in Piazza Garibaldi si effettua il
tradizionale concerto bandistico.

Fedeli alla festa
Per l’ottavario, il sabato pomeriggio si ripete l’esposizione della
statua della Madonna, particolarmente riservata ai Pratolani: si svolge
una
breve processione all’interno del Santuario.
La Domenica seguente, si svolge una processione, che ogni anno
tocca un rione in cui non è passata la processione della prima
Domenica.
Nei giorni dell’ottavario si svolgono manifestazioni religiose, civili
e culturali, con concerti musicali.
Festeggiamenti vengono effettuati anche dalle comunità dei
Pratolani in Italia, come a Mozzate (CO); e all’estero: particolarmente
in Venezuela (Caracas), in Canada (London e Brandford), in U.S.A.
(Hartford e Cleveland), non soltanto con la celebrazione dei riti
religiosi ma anche – in alcune località – con la processione
della statua della Madonna.
In passato venivano effettuati anche in Argentina, a Tucumàn.
PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA LIBERA
O Maria, Madre di grazia e di misericordia,
salute degli infermi,
rifugio dei peccatori
e consolatrice degli afflitti:
Tu che conosci le nostre
necessità
e le nostre sofferenze,
degnati di volgere su di noi
il Tuo sguardo pietoso.
Esaudisci le nostre preghiere
e fa’ che, sul Tuo esempio,
progrediamo nell’impegno di vita cristiana
per divenire più simili a
Gesù
ed ottenere la Sua misericordia.
Amen.
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