Santuario della Beata Vergine di San Luca

Bologna


Via di San Luca, 36, 40135 Bologna
Telefono:  (+39) 051 614 2339
 info@santuariodisanluca.it








Fin dal 1100 alcune fonti parlano di un eremo situato sul Colle della Guardia, posto a Sud-Ovest dell’abitato di Bologna all’altezza di 286 metri s.l.m.: su questo Colle si era stabilito un certo Eutimio, un pellegrino greco che portava con sé una tavola lignea su cui era raffigurata la Vergine Maria.
Eutimio era vissuto da eremita. Un giorno, ispirato da Dio, si recò a Costantinopoli nella chiesa di Santa Sofia, dove si mise a pregare; ma fu attratto da una tavola di legno che raffigurava la Vergine Maria col Bambino e subito si mise a pregare davanti ad essa. Mentre pregava fu indotto ad osservare attentamente l’immagine e si accorse che portava una scritta: «Questa opera fatta da San Luca, cancelliere di Cristo, deve essere portata sul Monte della Guardia e collocata sopra l’altare”. Incuriosito, parlò con i sacerdoti e chiese loro perché la tavola non fosse stata portata sul Monte della Guardia; i sacerdoti gli spiegarono che avevano cercato a lungo quel Monte, ma nessuno sapeva deve si trovasse.
Eutimio ebbe l’ispirazione di provare a trovare lui quel Monte e convinse i sacerdoti ad affidargli la tavola.
L’ispirazione lo indusse a dirigersi in Italia a cercare lì il Monte della Guardia, ma non sapeva da dove incominciare e allora si recò a Roma, dove chiese a molti se sapessero dargli l’informazione: fino a quando parlò con un tale Pascipovero, che era di Bologna, che lo informò che il Monte si trovava vicino a Bologna. Eutimio si recò a Bologna e si presentò alle autorità cittadine a cui raccontò la sua vicenda. Subito le autorità disposero che la tavola con la Santa Vergine e il Bambino fosse portata in processione sul Monte della Guardia.
La tavola con l’immagine della Madonna e del Bambino venne affidata in custodia ad Eutimio che aveva deciso di rimanere sul posto come eremita. Venne costruito un eremo.





Nel 1149 l’eremo passò a due sorelle, Azzolina e Bice, figlie di Rampertino di Gherardi di Guezo. Le due sorelle furono raggiunte da altre giovani donne che desideravano vivere una vita in preghiera e pensarono di costruire un oratorio e una chiesa.
Nel 1193, papa Celestino III ordinò al vescovo di Bologna, Geraldo di Gilsa, di porre la prima pietra della «nuova chiesa da costruire sul Colle della Guardia», portata direttamente da Roma e benedetta dal Pontefice stesso. Essa fu posata il 25 maggio 1194.




Incisione settecentesca raffigurante la posa della prima pietra del nuovo santuario, nel 1723, dove è visibile la preesistente chiesa quattrocentesca di Santa Maria della Guardia.


Nel luglio 1433 si verificò un potente nubifragio che stava causando enormi danni. Si decise allora di ricorrere all’aiuto della Madonna di San Luca: venne portata in processione l’immagine della Madonna e il nubifragio cessò non appena l’immagine arrivò nell’abitato di Bologna.
L’evento produsse l’incremento del pellegrinaggio e l’arrivo di numerose donazioni, che permisero, nel 1481, di rinnovare la chiesa esistente: un unico vano rettangolare, coperto da volte a crociera e dotato di una cappella a pianta poligonale dove era custodita l’icona della Madonna. Sul lato meridionale rimaneva il monastero dove si trovavano le monache provenienti dal monastero di San Mattia, incaricate della custodia del santuario.

Il Santuario era raggiungibile a piedi lungo una strada sterrata, che fu acciottolata nel 1589. L’abitudine dei pellegrini di appendere agli alberi lungo il percorso immagini con i Misteri del Rosario, indusse nel 1640 le monache ad iniziare la costruzione di 15 cappelle.




Panoramica del portico che va da Bologna al Santuario


Nel 1674 si decise di costruire un portico per proteggere dalle intemperie e dal sole i pellegrini che andavano a sciogliere i voti fatti alla Madonna di San Luca e per rendere più agevole la processione che ancora oggi, ogni anno, porta in città l’immagine dal Santuario fino alla Cattedrale di San Pietro, per una settimana di celebrazioni, per poi ritornare nella sua casa sul Colle. Il progetto fu finanziato dai fedeli, dalle corporazioni delle arti e dalle famiglie nobili bolognesi.




Immagine antica del portico vicino al Santuario




Porta Saragozza con l'ingresso del portico sulla sinistra




Un tratto del portico




Il portico all'Arco Meloncello dove inizia la parte collinare




L'Arco Melocello visto da dentro il portico


La copertura dei quasi 3800 metri di cammino a partire da Bologna fino al Colle venne realizzato con 316 arcate sul tratto pianeggiante, da Porta Saragozza all’Arco di Meloncello, e 350 arcate sul tratto collinare, dall’Arco di Meloncello al Santuario.
Il portico contiene 15 cappelle e 489 scalini.
I lavori vennero completati nel 1721. Negli anni 1791, 1819 e 1955 furono necessari dei lavori di restauro, che sono stati ripresi nel 2019.

Nel 1723 si diede inizio al vero e proprio Santuario, con l’aiuto economico di molti devoti benefattori.
I lavori si svolsero senza turbare l’arrivo dei pellegrini: i muri del nuovo complesso, infatti, furono innalzati attorno al vecchio edificio, che fu abbattuto solo a lavori ultimati, nel 1743.
Il 25 marzo 1765, dopo 42 anni di lavori, il cardinale arcivescovo Vincenzo Malvezzi inaugurò il nuovo santuario.




Nel 1799, le leggi napoleoniche abolirono il monastero domenicano di San Mattia e le suore, alle quali era affidato il Santuario, dovettero abbandonarlo. A loro subentrarono i Domenicani fino al 1824, quando il Santuario fu posto sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo. Da allora il santuario è gestito da sacerdoti diocesani diretti da un vicario arcivescovile.




Dal 1888 al 1889 fu attiva la funicolare di San Luca






Il corpo dell’edificio è costituito, in massima parte, dal grande tiburio ellittico, sormontato al centro da una grande cupola con lanterna, che ospita un osservatorio.

Sul vertice del cupolino che si innalza sopra alla grande cupola del Santuario a 45,6 metri d’altezza, è stata posta la lanterna costituita da una sfera cava ad ossatura metallica, ricoperta da prismi rettangolari di vetro, legati in ottone e con gli spigoli smussi. La sfera ha il diametro di 60 centimetri e contiene quattro lampade ad incandescenza della potenza di 1000 watts l’una, munite di riflettore.
Al di sopra della sfera e sul prolungamento del suo diametro verticale, si eleva la croce metallica che è la parte più alta di tutto l’edificio. Attorno alla croce, in un piano più basso, sono un anemometro a quattro coppe ed un anemoscopio che fanno parte del corredo scientifico dell’osservatorio meteorologico Malvasia.





La luce emanata dalle lampade si scorge da grande istanza e costituisce un potente richiamo che rimanda, come si dice sul posto, al faro della fede.





La facciata, è costituita da un avancorpo modellato secondo le forme classiche del pronao: un ordine di paraste in stile ionico sorreggono un frontone sotto il quale si apre un arco. Il porticato, raccordato ai lati della facciata, si sviluppa con due ali curvilinee che racchiudono il piazzale antistante e che si concludono con due tribune pentagonali a edicola.





Fra il 1922 e il 1932 si realizzò la decorazione della cupola.





La cripta


Il piazzale antistante fu risistemato tra il 1938 e il 1950 per volere del Cardinale Nasalli Rocca di Corneliano, che volle anche la costruzione della cripta; qui, oltre alla tomba del Cardinale, sono ospitate alcune tombe di appartenenti alle famiglie che hanno contribuito con donazioni alla costruzione del Santuario.
All’interno della cripta si trova inoltre un modello in scala del santuario risalente al Settecento e altri oggetti sacri come il manto con cui viene cinta l’icona della Vergine e il baldacchino fiorito che la racchiude quando viene portata in processione in città.




Dietro al presbiterio si accede con una scala a una tribuna nella quale, entro una nicchia, è custodita la preziosa icona.




La cupola fu affrescata dal 1922 al 1924: presenta una composizione allegorica in cui si vede Papa Benedetto XIV che invoca la Madonna, attorniato da numerosi prelati. Vi figura anche l’Evangelista Luca in abiti orientali con l’icona della Madonna.


L’altare maggiore fu eretto nel 1815 su disegno di Venturoli, prezioso e riccamente decorato di marmi e bronzi. Il ciborio è completamente incrostato di pietre dure.



Altare maggiore


A lati del portale d’ingresso sono collocate due statue: una di San Luca e una di San Marco.



San Luca




San Marco

L’immagine sacra è meta di pellegrinaggio non solo per i devoti bolognesi che dal centro città raggiungono il Santuario seguendo il lungo portico, ma anche per i pellegrini che giungono dalla Romagna e dalle regioni vicine.




Dal 1931 al 1976 era possibile raggiungere il Santuario mediante una funivia panoramica.


La discesa della Madonna in città si svolge dal sabato che precede la Domenica prima dell’Ascensione alla Domenica dopo l’Ascensione; ingresso in città avviene dalla Porta Saragozza. La folla accompagnava l’immagine da Porta Saragozza fino al centro cittadino.
Anni fa, la processione era capitanata da un piantone che incedeva a testa alta e teneva in mano un grosso bastone dal pomo dorato: seguito da due tamburini col chepì adorno di un pennacchio blu.














Dopo la benedizione finale all’intera città, impartita dalla seliciata di San Francesco, nel pomeriggio si rifà a ritroso il percorso dell’ingresso. A porta Saragozza le autorità ecclesiastiche lasciano il corteo, che ripercorre tutto il porticato guidato dai Sabatini, una confraternita laica chiamata così perché ogni sabato, con partenza dalla chiesa dei Trentatre di via Saragozza, salgono salmodiando, fino al Colle.