Santuario di Maria Santissima di Valverde

Enna

Italia

XII secolo



Via Valverde, 94100 Enna EN

 



Veduta di Enna


Enna è una città della Sicilia di circa 25.000 abitanti, posta quasi al centro dell’isola, a circa 75 chilometri distante dal mare.
Con i suoi 900 metri di altitudine è il capoluogo di provincia più alto d’Italia.
Il nome di Enna deriva dall’antica lingua sicana, che denominava il posto col termine En-naan = luogo ameno.

Per la sua posizione geografica e la sua altitudine, Enna è stata sempre considerata un ideale luogo di fortificazione: già nel XIII secolo prima di Cristo i Sicani vi eressero una roccaforte, mentre i Romani la consideravano Urbs inexpugnabilis = città inespugnabile.
Con l’avvento degli Svevi in Sicilia, Enna continuò ad essere considerata ideale luogo fortificato e finì con l’assumere il titolo di castrum, luogo fortificato, intitolato a San Giovanni, da cui il nome di Castrogiovanni, che mantenne fino al 1927, quando con la destinazione a capoluogo delle nuova provincia creata dal Governo di allora, riprese l’antico nome di Enna.

La città vanta molti resti legati al succedersi delle diverse dominazioni, dall’islamica alla normanna. Di quest’ultima è notevole la presenza del cosiddetto Castello di Lombardia, uno dei meglio conservati della Sicilia, eretto dagli Svevi e in seguito modificato da Federico II d’Aragona, che ne fece la sua dimora.

Un’altra importante testimonianza è la Torre ottagonale di Federico II di Svevia, che rappresenta il centro geografico della Sicilia: il cosiddetto «umbilicus Sicilae».



Localizzazione del Santuario (qui indicato Chiesa di Maria SS. di Valverde)


Il Santuario di Maria Santissima di Valverde affonda le sue radici nel culto reso alla Vergine Maria a partire dal 300 d. C., dopo la cristianizzazione della zona ad opera di San Pancrazio.

Lo storico Padre Giovanni dei Cappuccini scrive che la chiesa sorgeva un tempo quasi inglobata in una grotta, nel luogo dove San Pancrazio venuto ad Enna per diffondere il cristianesimo, riuscì a convertire i contadini e i cittadini ennesi grazie ad un miracolo per intercessione della Madonna.

Tutta la zona di Enna attraversava un periodo di grande carestia, e il Santo si stabilì nei pressi del Torrente Torcicoda, che scorre lungo le pendici della montagna su cui sorge Enna, in un luogo che poi venne chiamato Cerasa [Cerere arsa] qui il Santo pregò molto, affinché la Madonna riportasse periodi prosperosi e fecondi per l’agricoltura ennese e affinché scongiurasse la pioggia che avrebbe distrutto i raccolti agricoli.
Così avvenne, e i cittadini si convertirono in massa, e inoltre San Pancrazio evitò un eccidio di giovinette, tutte vergini, che venivano sacrificate nei riti religiosi in onore della dea Cerere.

Con la conversione al cristianesimo, gli abitanti cacciarono i sacerdoti pagani e diedero fuoco al simulacro della dea Cerere, così che la zona prese il nome di Cerasa [Cerere arsa].

Sul posto dove era collocato il tempio della dea Cerere, gli abitanti costruirono la prima Cappella dedicata alla Vergine Maria.
Il posto era una piccola conca verde, detta in dialetto «Beddi virdi», da cui sorse l’appellativo di Maria Santissima di Valverde.

Fu nella seconda metà del sec. XII, durante il regno normanno, che venne costruita una vera e propria chiesa che venne dedicata alla Madonna di Valverde, e fu la più antica chiesa edificata nella città di Enna dopo la dominazione islamica.

Da allora, la chiesa di Valverde è stata ricostruita due volte: la prima volta, nel 1854 a causa di un violento incendio che distrusse tutto, ma lasciò indenne il simulacro della Madonna, e nel 1943, dopo i bombardamenti della guerra, quando la chiesa fu rasa al suolo e fu necessario portare il simulacro della Madonna, ancora una volta intatto, nella chiesa di Santa Chiara, creando dei problemi per la lo svolgimento della processione votiva.




Maria Santissima di Valverde


Nel 1948 la chiesa della Madonna di Valverde venne ripristinata, ad opera di Padre Giunta con la collaborazione di Natale Nasonte.

Nel 1799, gli abitanti costituirono la Confraternita della Madonna di Valverde, inglobando l’antica società dei Cavalieri della Torre, che era dedita ad opere di carità.

Nel 1935, la Confraternita fu ricostituita con 140 confratelli professi, che si assunsero l’impegno di portare in processione la statua della Madonna.

La chiesa è stata proclamata Santuario Mariano nel 1984 e consacrata con rito solenne nel 1988.




La facciata del Santuario


L’edifico è a navata unica, si presenta con un pianoro davanti al portale principale, e con l’abside rivolto ad Ovest, con la torre campanaria a sinistra, leggermente arretrata rispetto alla facciata principale.



Interno del Santuario


Nell’abside è posto l’Altare Maggiore




Altare Maggiore


All’interno del Santuario si trovano due oli raffiguranti la Madonna di Valverde e la Madonna delle Grazie; due statue una di San Giuseppe e l’altra della Madonna che regge il Bambino Gesù con in mano una spiga di grano argenteo, stendardi di seta damascata, manti ricamati in oro e preziosi arredi sacri.
 




Maria Santissima di Valverde


La Madonna di Valverde, fino al 1412, fu la prima Patrona di Enna.


LA FESTA

La festa della Madonna di Valverde si celebra l’ultima Domenica di agosto, ma sin dall’inizio del mese fervono i preparativi.

Secondo una antica tradizione si volge una lunga questua, chiamata “a cugliuta” – la raccolta -, per finanziare i festeggiamenti.
Essa è effettuata dai fedeli particolarmente devoti alla Madonna di Valverde, che seguono la tradizione che prevede l’impiego di muli per il trasporto del grano, che in passato costituiva l’offerta più comune, sia a ringraziamento del buon andamento del raccolto da poco conclusosi, sia delle prevalenti vocazioni cerealicole delle contrade ennesi.
I fedeli, portano dei muli bardati con finimenti caratteristici e sono accompagnati dai suonatori di zampogne – ciaramelle -  che aiutano a sollecitare le offerte dei cittadini.
Per tre giorni girano per le vie della città.



La cugliuta


Dal 2 agosto inizia la celebrazione delle Sante Messe al Santuario.

La mattina del sabato precedente la festa, alle ore 9:30 si celebra la Santa Messa delle “Verginelle” (fanciulle che rievocano l’episodio vissuto dalle antenate, scampate ad un crudele sacrificio grazie a San Pancrazio).
Queste fanciulle vengono invitate da alcune famiglie che hanno ricevuto grazie particolari dalla Madonna; digiunano fino a mezzogiorno e poi consumano un frugale pranzo preparato tra le mura domestiche dalle famiglie che le ospitano.
Le verginelle restano a pranzo anche la Domenica, giorno della festa.

In passato vi era un’altra figura, quella dei “Nudiddi” (fanciulli d’animo puro che vestivano di bianco con dei nastri multicolori allacciati alla vita; l’ultimo «Nudiddu » è stato visto nel 1967.

La vigilia della festa si conclude con i Vespri Solenni.

La settimana precedente l’ultima Domenica di agosto la statua della Vergine Maria, viene svelata ed esposta.
La Nicchia, ristrutturata negli anni ’90 dall’artigiano ennese Mastrandrea, dove il simulacro della Vergine è conservato, si compone del grande sportello centinato, decorato dal pittore ennese Lodato nel 1949, con l’artistica immagine della Madonna che riproduce con gran fedeltà le fattezze.

La statua della Madonna è ornata di argento e corona, coperta da un prezioso mantello confezionato nel 1855 dalle devote del quartiere Fundrò, che su un lucente tessuto di seta, eseguirono accurati ricami; è rivestita di luccicanti gioielli, viene portata fuori dai confratelli dalla cappella votiva, dove la statua è custodita durante l’anno.

Tale cerimonia, ufficializza l’apertura dei festeggiamenti in onore della Vergine Santissima.

La Domenica della festa, di buon mattino sull’ampio pianoro di Enna risuona l’esplosione dei cosiddetti “mascuna” (101 colpi di cannone), il crepitio segnala che è spuntato il giorno di festa dedicato alla “Madonna di Valverde”.
 
Nel Santuario, dopo la celebrazione delle Sante Messe del mattino, si celebra il Pontificale. Alla fine della celebrazione, il fercolo con la Madonna viene portato a spalle dai Confratelli in abito civile fino alla Chiesa Madre.

Nel pomeriggio si svolge la processione; per la bisogna, i confratelli indossano l’abito tradizionale: camice bianco, cintola verde, fazzoletto verde a tracollo, a piedi nudi.

Il fercolo dorato, denominato “Nave d’oro”, è composto da una struttura in legno rivestita da foglie d’oro 18 carati.

La processione parte dal Santuario e giunge al Duomo per la celebrazione della Messa Solenne. Dopo di che si porta alla chiesa di San Tommaso tra le grida di giubilo che di tanto in tanto i confratelli in camice bianco e piedi scalzi fanno echeggiare.

Ad accompagnare il fercolo nel suo percorso processionale, precedono il simbolo della Santissima Trinità, i fercoli di San Michele Arcangelo e San Giuseppe, le verginelle vestite di bianco, il clero; la seguono le autorità locali, i Procuratori, la banda cittadina, i fedeli.



Il fercolo di San Michele Arcangelo



Immagine San Michele Arcangelo in processione

La processione attraversa via Roma, piazza San Francesco, arriva in piazza Balata e prosegue lungo la via Roma, giunge ancora in piazza San Tommaso e da qui fa ritorno al Santuario.

La festa si conclude con musiche, giochi e fuochi d’artificio.




Il fercolo della Madonna portato in processione dai confratelli




La processione




La processione



CORONCINA IN ONORE DI MARIA SANTISSIMA DI VALVERDE





1° Preghiera

O Maria nostra gran Madre dell’eterno divin Padre colma sei quale regina di potenza alta divina.
Stendi ormai la destra invitta de’ Tuoi figli all’alma afflitta deh! ci accorda e speme e aita ne’ bisogni della vita.
Di Tua forza, o gran signora, l’alma e il corpo ci avvalora contro gli impeti frequenti de’ sinistri avvenimenti.
De’ potenti tre nemici,
che ci rendono infelici Tu difendi dai raggiri fino agli ultimi sospiri.

Pater... Ave... Gloria

Maria di Valverde
Maria sempre viva, che immago giuliva
Che rara beltà
Evviva Maria Maria di Valverde
La grazia chi perde
Per Lei l’otterrà.


2° Preghiera

Qual celeste alma regina, d’ogni lume e ogni dottrina, il Figliuol Tuo benedetto, ti fe’ adorno l’intelletto.
Dona ai miseri Tuoi figli, ciechi, erranti fra i perigli, della morte e dell’inferno, di Tua luce il raggio eterno.
Fra l’error, fra l’ignoranza, tu di fede e di costanza, nella legge del Signore de’ tuoi figli adorna il core.
Tu in cui è l'affluenza dell'eterna sapienza d'ogni vizio rotto il velo mostra a noi la via del cielo.

Pater... Ave... Gloria...

Maria di Valverde
Maria sempre viva, che immago giuliva
Che rara beltà
Evviva Maria Maria di Valverde
La grazia chi perde
Per Lei l’otterrà.


3° Preghiera

Il divin Tuo sposo amante le virtù più eccelse e sante l’alte fiamme del Suo amore Egli infuse nel Tuo cuore.
Della fiamma che Ti accende che a Lui grata ognor Ti rende amatissima signora i Tuoi figli infiamma ancora.
Ogni amor vile e profano che da Dio fa il cor lontano, struggi, o Madre, al nostro core col divin Tuo dolce ardore.
Sciogli a noi le rie catene in cui il vizio ci ritiene onde l’alma a Dio gradita goda al fin l’eterna vita.

Pater... Ave... Gloria...

Maria di Valverde
Maria sempre viva, che immago giuliva
Che rara beltà
Evviva Maria Maria di Valverde
La grazia chi perde
Per Lei l’otterrà.


OFFERTA

Tempio del sommo Iddio bella il di cui sembiante rendi ogni core amante spira celeste amor.
Deh! Tu pietosa accogli de figli tuoi devoti gli affetti, i preghi, i voti ch’offrono al Tuo bel cor.
Rendi a noi Dio placato col volto Tuo pietoso del Padre, Figlio e Sposo arbitra ognor sei Tu.
Tu sei di grazia piena scorra tal grazia a noi che siamo pur figli Tuoi redenti da Gesù.