
Santuario
di Maria Santissima Annunziata
Trapani
Italia
1332
Via Pepoli Agostino Conte,
178, 91100 Trapani TP
Telefono: 0923 539184
Veduta di Trapani
Trapani è una città della Sicilia occidentale
di circa 55.000 abitanti, posta a ridosso del monte Erice. Collocata in
riva al mare in corrispondenza dell’incontro tra il Mar Tirreno e il
Canale di Sicilia, è detta la città
dei due mari.
La città si sviluppa su una penisola a forma di mezzaluna, da
cui deriva il nome città: dal greco Drepanon (Δρέπανον, falce) e dal
latino Drepanum.
Fanno parte della città anche l’isola della Colombaia, lo
scoglio di Palumbo e gli scogli Porcelli.
Città prevalentemente marinara, vanta un’antica tradizione di
cantieristica navale, commercio marittimo, pesca e commercio del tonno
e lavorazione del corallo.
La presenza di numerose saline ha portato a chiamare Trapani: città del sale; ma la
denominazione più diffusa e significativa è città delle cento chiese.
A Trapani si svolge ogni anno, dal Venerdì Santo al Sabato
Santo, la Processione dei Misteri: di chiara impronta spagnola, si
compone di 20 gruppi scultorei accompagnati dai componenti in costume
delle 20 Confraternite.

Un gruppo scultoreo della Processione dei Misteri
Il Santuario di Maria Santissima Annunziata è denominato anche Santuario della Madonna di Trapani
o Santuario di Maria Santissima di
Trapani; è una Basilica minore dedicata alla Beata
Vergine Maria del Monte Carmelo, collocata ai piedi del monte Erice.
Il Santuario comprende la Cappella della Madonna di Trapani, che
è oggetto di particolare devozione a Trapani e nei dintorni,
nonché in altri paesi della Sicilia

Il monte Erice
L’origine del Santuario è riconducibile all’arrivo dei
Carmelitani a Trapani: scacciati da Gerusalemme, i Fratelli della Beata
Vergine Maria del Monte Carmelo si insediarono a Trapani nel 1194 e vi
fondarono un convento.
Nel 1240 fu loro assegnata la chiesa di Santa Maria del Parto.
Il 20 novembre 1270 la chiesa ospitò per alcuni giorni le
spoglie mortali del Re Luigi IX
di Francia, morto a Tunisi durante l’Ottava Crociata, assieme al
cardinale Raoul Grosparmi, vescovo di Albano, fervente sostenitore
della campagna contro gli infedeli.
Il Re Filippo III di Francia
dispose il temporaneo trasferimento dei resti del padre presso la Cappella di San Luigi dei Francesi
nella Cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale; infine venne
disposto il trasferimento a Parigi, nella Basilica Cattedrale di Saint Denis
[San Dionigi], che è la necropoli
reale che ospita le tombe dei Re e delle Regine di Francia: tra
cui Clodoveo, Francesco I, Luigi XVI e Maria Antonietta.
Il completamento dell’originario Santuario è attestato da una
lapide che porta la data del 1332.

La Cappella della Madonna di Trapani
Nel 1537 fu ultimata la Cappella della Madonna di Trapani, opera di
Gagini, in cui è custodita la preziosa statua in marmo pario
[marmo pregiato proveniente dall’isola di Paro, in Grecia] raffigurante
la Vergine col Bambino, sbarcata a Trapani dopo il 1300 e venerata in
tutto il Mediterraneo.
La Cappella fu ampliata nel Settecento assumendo le forme attuali, su
progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico.

La Madonna di Trapani
Un’antica leggenda racconta che la Statua fu sbarcata a Trapani intorno
al 1291 ca., durante il regno degli Aragonesi. La leggenda più
conosciuta narra di un manoscritto del 1380 in siciliano, nel quale
vengono riferite notizie tramandate da padre in figlio.
La statua era venerata in una chiesa di Siria e apparteneva a Guerreggio, Cavaliere Templare
pisano. Dopo la sconfitta subita a San Giovanni D’Acri, i Templari
decisero di tornare in patria. Guerreggio, col timore che la preziosa
statua finisse nelle mani degli “infedeli” che li avevano sconfitti,
prese una decisione straordinaria. Chiuse la statua della Madonna in
una cassa e la imbarcò verso Pisa, nella speranza di portarla in
salvo. Durante il viaggio, però, vicino all’isola di Lampedusa,
nel Sud della Sicilia, la nave fu colpita da una violenta tempesta,
costringendoli a cercare rifugio. Dopo che il tempo si placò,
ripresero il viaggio, ma furono nuovamente bloccati da un’altra
tempesta, che li costrinse ad attraccare nel porto di Trapani, dove
restarono per alcuni mesi per riparare i danni riportati dalla nave.
Quando finalmente la nave fu pronta a ripartire, una terza tempesta li
costrinse nuovamente a fermarsi.
Interpretando gli eventi come segni divini, decisero di lasciare la
statua della Madonna a Trapani e la portarono nella chiesa di Santa
Maria del Parto, retta dai Carmelitani.
Dopo questa decisione, Guerreggio ordinò di spedire la statua a
Livorno.
Quando venne il giorno di spedire la statua, questa fu posta su un
carro di buoi per essere portata al mare. Ma gli animali, al primo
stimolo, presero la via della campagna, suscitando la gioia della
popolazione trapanese: per loro, era un segno che la Madonna
desiderasse rimanere nella città.
I buoi si fermarono davanti alla chiesa dell’Annunziata dove i
Carmelitani accolsero la Madonna in processione. Guerreggio, venuto a
conoscenza di questi avvenimenti, decise di far restare la statua a
Trapani, nella chiesa che l’aveva accolta.
Nonostante la mancanza di documenti storici, i trapanesi hanno
tramandato questa leggenda di generazione in generazione, ed essa
è diventata parte integrante della cultura e della devozione
della città.

La Madonna di Trapani
La statua che raffigura la Madonna di Trapani è alta 1,65 metri.
La beata Vergine è rappresentata ritta, in piedi: con il braccio
sinistro regge il Bambino, e porge la destra al Figlio che accosta la
sua mano al seno della Madre. Il suo volto è “particolarmente
amabile”. Gli occhi, pieni di misericordiosa bontà, non sono
rivolti verso il Figlio, ma verso coloro che la contemplano. Il suo
sguardo è dolce e manifesta “quell’arcano sentimento dolce e
amabile”. Il suo capo è leggermente inclinato. Indossa una
tunica e un largo manto raccolto in pieghe.
Sul capo indossa il velo che le copre il capo e ricade sulle spalle
lasciando scorrere i capelli che ornano il delicato volto della
Madonna, lasciandole scoperta una parte del collo.
Il Bambino è tenuto in braccio alla Madre come su un trono.
Indossa una tunica che scende sino ai piedi. I suoi capelli sono folti
e ricci. I suoi occhi guardano sereni e fiduciosi verso la Madre,
mentre tende la mano sinistra alla mano destra della Madre.
Per la finezza dei tratti e per la grande serenità dello sguardo
si contempla volentieri, senza mai stancarsi: ha una bellezza
più che umana, è accogliente, entra nel cuore, infonde
fiducia.
Si racconta che il conte di Albadalista, Viceré di Sicilia, dopo
averla lungamente contemplata disse: “Chi
la vuol veder più bella vada in Paradiso”; e il marchese
Pietro Fuxardo, anch’egli Viceré di Sicilia, esclamò: “Mai mi cadrà dal cuore questa
Vergine di Trapani”.
Nel secolo scorso, l’immagine della Madonna era ornata di una
smagliante veste ricoperta dagli innumerevoli e preziosissimi ex voto
che ne celavano le fattezze.
Come ogni immagine, anche la statua della Madonna di Trapani, prezioso
patrimonio dei trapanesi, è da considerarsi un sacramentale
della presenza divina, un simbolo efficace di protezione e di vittoria
sul male.

La Madonna di Trapani addobbata con gli ex voto
Il Santuario

Veduta del Santuario
Il Santuario fu edificato nella prima metà del sec. XIV per
volontà di Federico III d’Aragona.
Nel XVIII secolo subì un rifacimento quasi totale in stile
barocco secondo il progetto di Giovanni Biagio Amico.
Esterno del Santuario
Il Santuario presenta una facciata con un portale e un rosone gotico
chiaramontano. Lateralmente si erge un notevole campanile barocco.
All’interno del Santuario, la Cappella della Madonna, in marmo
intarsiato, fa da scrigno alla meravigliosa statua della Madonna di
Trapani, compatrona della città e protettrice dei naviganti,
opera attribuita a Nino Pisano (1360 circa).
Nel XVIII secolo la chiesa ebbe bisogno di radicali restauri e fu in
questa occasione che venne completamente trasformata, perdendo il suo
stile gotico.

Interno del Santuario
Il Santuario è ad un’unica navata, con sedici colonne e con
stucchi argentati, fu trasformata nel 1742, su progetto dell’architetto
trapanese Giovanni Biagio Amico, in stile barocco-rinascimentale. Un
rosone a raggiera sovrasta il portale principale.
All’interno del Santuario sono presenti diverse Cappelle.
- La più importante e la Cappella della Madonna di Trapani

Esterno della Cappella della Madonna di Trapani
Si accede alla Cappella attraverso un arco trionfale realizzato in
stile Rinascimento Siciliano realizzato da Antonello Gagini e dai suoi
successori a partire dal 1531.
Nei tondi dei pilastri sono scolpiti i profili di 10 Profeti, nei
medaglioni dei pennacchi le raffigurazioni dell’Angelo
dell’Annunciazione e della Vergine Annunziata, nel timpano la mezza
figura di Dio Padre Onnipotente in altorilievo, con il globo crucifero
nella mano sinistra, circondato da putti alati su nembi. Distese sulle
cimase le statue a corpo intero di Sant’Elia (a sinistra con la spada
fiammeggiante) e Sant’Eliseo (a destra col libro delle Scritture),
realizzate in contrasto cromatico al candore del marmo di Carrara,
presenta una ricca decorazione in foglie d’acanto, ghirlande, festoni
fitomorfi, grottesche e rosoni.
L’accesso alla Cappella è protetto da una grata, manufatto
bronzeo, dono del viceré di Sicilia: Diego Enriquez Guzman, Conte di Albadalista.
All’interno è posto l’Altare con la statua della Madonna.
L'Altare con la statua
della Madonna
Al centro del colonnato, di otto pilastri ionici impreziositi da
capitelli corinzi e stibolati in oro e disposti a semicerchio
sull’Altare, è collocata la statua della Madonna.
La Madonna di Trapani fu coronata per disposizione nel Capitolo
Vaticano nel 1734.
Una seconda coronazione fu effettuata per volere di Pio XII nel 1935.
- Cappella di
Santa Teresa, dal lato Vangelo, realizzata nel 1570.

Cappella di Sant'Alberto degli Abbati
- Cappella
Fardella sotto il titolo di Sant’Alberto degli Abbati, chiamata
così perché patrocinata dalla famiglia Fardella.

Cappella dei Marinai
- Cappella del
Cristo Risorto, patrocinata dai «Mercanti di
Marina», lato Vangelo, nota anche come Cappella dei Marinai,
adibita a custodia del Santissimo Sacramento e all’adorazione.

Cappella dei Pescatori
- Cappella dei
Pescatori, adibita a Battistero.
CONVENTO
Annesso alla chiesa vi è il convento generalizio dei Padri
Carmelitani, che era il più grande dell’Ordine in Italia, con il
chiostro.

Il chiostro del Convento
Il chiostro, con portici e loggiati, è costituito da 80 colonne,
contiene delle lapidi con iscrizioni di Ferdinando III di Borbone e del
figlio Francesco I, Duca delle Calabrie.
Nella parte settentrionale è presente la cella-chiesetta di
Sant’Alberto degli Abbati, che porta sull’architrave la seguente
iscrizione:
HÆC FVIT
ALBERTI DREPANENSI CÆLVLA SANCTI SISTE GRADVM - ATQVE PIAS
PECTORE FVNDITE PRECES.
Gran parte dei locali del convento ospitano il Museo regionale Agostino
Pepoli che custodisce anche il “tesoro della Madonna”.
Il Santuario custodisce diverse Reliquie.
Nella Cappella di Sant’Alberto degli Abbati, la statua reliquario in
argento contiene alcune Reliquie del Santo trapanese, tra cui il
teschio intero del Santo.
Nella cella-chiesetta di Sant’Alberto degli Abbati sono custodite le
Reliquie del beato Luigi Rabatà, sacerdote professo dell’Ordine
del Carmelo: nato a Erice nel 1443, vissuto santamente a Randazzo, in
provincia di Catania, dove operò diversi miracoli; morì
nel convento carmelitano di Randazzo l’8 maggio 1490. Fu sepolto sotto
l’Altare maggiore della chiesa di Randazzo e il suo sepolcro divenne
meta di ammalati, specialmente di ossessi, che beneficiarono della sua
intercessione. I processi canonici furono celebrati nel 1533 e nel 1573
e il 10 Dicembre 1841 Papa Gregorio XVI ne approvò ufficialmente
il culto.
LA FESTA
La festa della Madonna di Trapani è, assieme alla processione dei Misteri della
Settimana Santa, l’evento religioso più importante di Trapani.
La Madonna di Trapani è venerata sia in Italia sia all’estero.
In Italia: a Cagliari, a Capaci (PA), Carini (PA), Cinisi (PA), Genova,
Messina, Mussomeli (CL), Palagonia (CT), Palermo, Partanna (TP), Santa
Lucia del Mela (ME), Tonnarella di Furnari (ME), Terrasini (PA);
all’estero: La Goulette (Tunisia), Marsiglia (Francia), Orense
(Spagna), Siviglia (Spagna), Tenerife (Spagna), Tunisi.
Il 16 agosto viene celebrata la festa della Madonna di Trapani, patrona
principale della diocesi di Trapani e co-patrona della città di
Trapani.
In questo giorno è stata portata in processione la statua della
Madonna per 23 volte nel corso dei secoli. La prima volta nel 1527,
l’ultima volta nel 1954.
Da allora è stata sostituita con una copia in legno.
I festeggiamenti hanno inizio il primo di agosto con la quindicina (un
pellegrinaggio a piedi da parte dei più devoti, che dalla
propria abitazione raggiungono la chiesa della Madonna a Trapani per
pregare), per poi esplodere in festa nei giorni 14, 15 e 16.
Il 13 di agosto una suggestiva processione notturna porta la copia
della statua della Madonna via mare, al molo Garibaldi, per poi
giungere in Cattedrale.
Il giorno 15 all’alba inizia il tradizionale pellegrinaggio dalla
Cattedrale fino al Santuario.
Il 16 agosto si svolge la processione vera e propria che percorre le
vie del centro storico. La Madonna viene portata in spalla e
accompagnata dalla banda e dai fedeli che pregano e portano una candela
accesa.
La processione con la
statua della Madonna
La serata si conclude con l'entrata in Cattedrale e i tradizionali
fuochi d'artificio di mezzanotte sul lungomare.
Papa Pio XII Il 25 marzo 1950, Papa Pio XII elevò il Santuario
alla dignità di Basilica Pontificia minore.
ORIGINI E VICENDE STORICHE
Ai piedi del Monte San Giuliano, oggi Erice, a poche miglia dal
promontorio falcato della città di Trapani, sorge il Santuario
mariano più famoso della Sicilia occidentale: il Santuario di
“Maria Santissima Annunziata”, denominato anche nella devozione
popolare Santuario della “Madonna di Trapani”.
Il complesso religioso, fin dai primordi, è stato retto dai
frati Carmelitani, giunti a Trapani nella metà del sec. XIII.
Per benevola concessione del Senato cittadino, si stanziarono in un
primo momento presso la piccola Chiesa di “Santa Maria del parto”,
costruita dai pescatori nei primi decenni del XIII secolo, alle spalle
dell’odierna Chiesa dell’ex Collegio dei Gesuiti, accanto alle mura di
tramontana della Città.
Poi, il 24 agosto del 1250, ricevute in donazione dal notaro Domenico
Ribaldo e dalla sua prima moglie donna Palma Donores, trapanesi, una
piccola cappella, dedicata all’Annunziata e le terre adiacenti ad
Oriente, fuori le mura cittadine, si trasferirono là per
continuare nella quiete della campagna la loro vita comune in ossequio
a Gesù Cristo come fraternità contemplativa sulle orme di
Maria e di Sant’Elia, il profeta del Carmelo, eremiti non più
pellegrini, ora mendicanti itineranti in Europa in mezzo al popolo.
Successivamente un’altra donazione, non meno consistente, avviene da
parte della seconda moglie di Ribaldo, Donna Perna.
Il 1248-1250 sono gli anni in cui entra nel cenobio trapanese un santo
figlio illustre: Sant’Alberto, parente degli Abbate. Attraverso questo
inaspettato e prodigioso avvenimento in seno alla nobile famiglia,
verranno così offerti a favore dei Carmelitani altri
possedimenti, per il loro sostentamento e per i lavori di ampliamento
della primitiva Chiesetta. Così, per provvidenziale coincidenza,
la storia del Carmelo trapanese inizia a legarsi indissolubilmente con
la Famiglia degli Abbate e, nel corso dei secoli, con altre famiglie
nobiliari che, con il benestare e l’ausilio degli stessi sovrani
succedutisi nel governo della Sicilia, favoriranno la realizzazione
delle pregevoli strutture architettoniche e decorative del Santuario in
gran parte giunte fino a noi grazie anche alle cospicue e pubbliche
offerte di benefattori di ogni ceto sociale.
Nulla rimane di quanto era di natura architettonica o edilizia
dell’originario cenobio carmelitano del sec. XIII nella tenuta degli
Abbate. Esso venne via via trasformato sino ad essere del tutto
sostituito dal nuovo e grande complesso realizzato, con larghezza di
mezzi, tra Cinque e Seicento.
All’origine del culto alla Madonna di Trapani non c’è quindi un
miracolo o un’apparizione. C’è una Chiesetta dedicata
all’Annunziata, alle falde del Monte Erice, accanto alla quale sorge il
primitivo convento dei Carmelitani. Essi accoglieranno ben presto nel
loro “nuovo Carmelo” trapiantato in terra sicula, l’immagine marmorea
della Vergine col Bambino, che riceverà il titolo di “Madonna di
Trapani”, la Signora del luogo, così come i primi eremiti sul
Carmelo avevano associato il nome della Vergine a quella santa
montagna, vicino Nazareth, nell’innalzare una piccola Chiesa dedicata a
Dio e in suo onore.
Il 1300 rappresenta il secolo della svolta nella storia spirituale del
Santuario sull’onda della crescente venerazione della santità di
Alberto. Una crescita che ben s’inquadra in quel risveglio che in
Sicilia sorge nel periodo della casa regnante aragonese in particolare
sotto il regno di Federico III d’Aragona, che di Alberto fu gran
devoto. Per questo motivo alla piccola Chiesa romanica apprestata e
finanziata per i Carmelitani nei possedimenti della Famiglia Abbate fin
dal loro arrivo nelle “senie” fuori le mura cittadine, fa seguito la
“Chiesa Grande” (così chiamata per distinguerla dalle Cappelle
che sono sorte attorno ad essa lungo i secoli) in puro stile gotico
catalano (a tre navate, con lunghe ogive, con delle monofore e portali)
i cui lavori iniziarono intorno al 1315 e furono terminati (almeno
nella maggior parte dell’impianto) nel 1333 (i lavori continueranno
fino al 1420 circa). Viene edificata quindi in virtù di una
partecipazione sempre più intensa del popolo di Dio, al culto
divino, alla preghiera, alla vita sacramentale, attratto dall’ideale di
santità dell’illustre discendente degli Abbate e dai continui
miracoli che egli otteneva dal Signore a favore dei suoi devoti. Questa
nuova Chiesa accoglierà soprattutto il Simulacro marmoreo della
Beata Vergine Maria, Madre di Dio, che diverrà sempre più
caro al popolo cristiano ed oggetto principale, col tempo, della sua
devozione.
I secoli successivi, fino ai nostri giorni, portano all’abbellimento o
al consolidamento delle strutture già esistenti con l’aggiunta
di alcuni elementi architettonici come, ad esempio, il Ciborio
dell’Altare della “Chiesa Grande” (lavori terminatati nel 1967),
costruito dopo l’erezione del Santuario al titolo e privilegi di
Basilica Pontificia (1950) e il rifacimento dell’arredo della Cappella
della Madonna con finti marmi di porfido e la sostituzione dell’ampio
apparato pittorico con tele del trapanese Andrea Marrone (1859-1861).
Da queste memorie storiche, si deduce chiaramente come la complessa
realtà del Santuario dell’Annunziata di Trapani, rispecchia la
vitalità cultuale e culturale che ha caratterizzato lungo i
secoli i Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, rendendo
questo luogo uno dei loro più importati centri di
spiritualità.
IL CULTO MARIANO TRA FEDE E
TRADIZIONE
«U viaggiu a Maronna»,
è il pellegrinaggio che vede decine di fedeli muovere dalle loro
abitazioni, talvolta a piedi scalzi come usava un tempo, recarsi in
preghiera presso il Santuario dell'Annunziata di Trapani.
Nel dialetto trapanese non esiste la parola “pellegrinaggio” surrogata
con maggiore efficacia dal siciliano “viaggiu”.
Si tratta, di fatto, di un viaggio interiore, come lo sono i
più noti pellegrinaggi lungo la via francigena o verso il
celeberrimo santuario di Santiago de Compostela, in Spagna. Soli con se
stessi per chilometri, in preghiera; soli con i propri pensieri,
ricordi, desideri che divengono essi stessi preghiera.
La tradizione mariana è celebrata in particolare durante
«a quinnicina», il periodo di preghiera dedicato alla
Madonna di Trapani, dal primo al 15 di agosto, giorni in cui i fedeli,
giunti talvolta da luoghi lontani, attendono di entrare nel Santuario
dell’Annunziata per adorare il simulacro.
Tutto il popolo siciliano ha un forte legame con il culto della Madre
di Cristo; ciò appare di massima evidenza oltre che a Trapani
anche ad Erice e Custonaci, Castellammare del Golfo, Marsala.
Tradizione radicata da secoli, ciò che emerge è la
autenticità del sentimento popolare, unico al quale bisogna
guardare per comprendere la sincera devozione che si traduce nella
«quinnicina» e nel «viaggiu a Maronna».
Verità storica, che prova il legame dei Trapanesi con la statua,
è il tesoro dell’Annunziata: gioielli in oro e corallo e oggetti
liturgici, raccolti nel corso di sette secoli, alcuni esposti nel
vicino Museo Pepoli, tutti ex voto per grazia ricevuta.
Significativi anche i quadri (datati ‘700, ‘800 e primi ‘900)
conservati nel Santuario che raccontano miracolosi salvataggi in mare
di pescatori e naviganti, e altrettanto prodigiose guarigioni.

Veduta parziale della sala ex voto
Patrona di Erice è la Madonna
di Custonaci che si festeggia l’ultimo mercoledì di
agosto. Anche in questo caso il quadro (datato XV secolo) sarebbe
giunto miracolosamente dal mare.

La Madonna di Custonaci
Culto “modernizzato” nelle acque della Baia di Cornino (Cala Bukuto)
dove secondo leggenda approdò il quadro.
La Madonna della Cava, Patrona di Marsala, si celebra il 19 gennaio. Il
Santuario è una grotta dove il simulacro della Madonna venne
ritrovato (dopo un sogno rivelatore ad un sacerdote), all’interno di un
pozzo nei primi del ‘500.
Coroncina alla Madonna di Trapani
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
I
Amabilissima Vergine di Trapani,
ci siamo riuniti ai tuoi piedi per cantare la nostra venerazione a Te.
In Te, umile serva, Dio ha compiuto grandi cose.
Tu, dopo Cristo, occupi il posto più alto e più vicino a
noi.
Gradisci la nostra filiale devozione e intercedi per noi presso il
Padre,
perché possiamo anche noi farci servitori fedeli
dei nostri fratelli più deboli e bisognosi.
Ave Maria.
Degli orientali lidi lasciasti la dimora:
Qui sempre a noi sorridi
Col Tuo materno amor.
II
Vergine Maria, eccelsa Figlia di Sion,
designata per dare alla luce il Messia atteso dalle genti,
con Te si sono compiuti i tempi
quando il Figlio di Dio assunse in Te la natura umana
per liberare coi misteri della Sua carne I’uomo dal peccato.
Ci rivolgiamo a Te in questo giorno,
presentandoti la nostra debolezza,
perché Tu interceda presso Dio Padre
ché voglia riempirci della forza della Sua grazia
per costruire un mondo migliore.
Ave Maria.
De’ tuoi favor celesti
Volò Pel mondo il
nome
E Trapani rendesti
Asilo d’ogni cor.
III
Maria, Tu coscientemente sei rimasta Vergine;
hai rinunciato a contare su Te stessa,
disponibile sempre alla volontà di Dio;
Tu hai ascoltato la parola di Dio
e nel silenzio e nel nascondimento
l’hai meditata e ad essa hai aperto il Tuo cuore;
prega per noi perché con volontàferma
sappiamo vivere nell’ascolto della paroladi Dio
e sappiamo darle una decisa e generosa risposta.
Ave Maria.
Chinaronsi i Potenti
Ai piedi del tuo Trono:
Noi che farem gementi
Tra mille pene ognor?
IV
Clementissima Vergine di Trapani,
la terra e il Cielo sono in attesa della Tua risposta
all’annuncio dell’Angelo.
ll Tuo “sì” al Padre
riapre i nostri cuori alla speranza.
Abbiamo scoperto il Signore, il nostro Redentore, il Fratello.
Fa’, o Madre, che in questo mondo sconvolto dalla violenza, dal
disordine, dall’egoismo, sappiamo an'che noi rispondere “si” a Dio,
con una viva testimonianza di fede, di speranza e di amore,
cosi da essere segno luminoso di speranza per tutti gli uomini.
Ave Maria.
Ti eresse il cor de’ figli
Fonte di grazia un Tempio;
Te sempre nei perigli,
o Madre, invocherem.
V
Vergine Madre di Dio, aiuto di Trapani,
tu hai dato alla luce Cristo, il Figlio di Dio
che con la sua incarnazione ha reso possibile la nostra adozione a
figli.
Un così radicale abbassamento ha innalzato la nostra
umanità fino a Dio.
Fa’, o Madre del Redentore,
che possiamo capire la dignità della nostra vita
ed accogliere con prontezza la salvezza di Cristo,
superando i limiti della nostra condizione umana,
con I’aprire il cuore alla gioiosa semplicità del servizio.
Ave Maria.
Scampati dal furore
Del mare, i figli tuoi
Ringraziano il Signore
che a lor tal Madre die’.
VI
Fedelissima Vergine di Trapani,
o Maria, Tu sei veramente una di noi,
vera figlia dell’uomo e sorella nostra anche nella prova
dell’oscurità e dell’abbandono.
Tu meditavi net Tuo cuore fatti e parole che non comprendevi,
conservando fedelmente la Tua unione col Figlio fino alla Groce.
Fa’ che non si lasci abbattere la nostra fede
Dall’oscurità, dal dubbio, dalla disperazione, dalla croce.
Prega il Signore Onnipotente
perché noi, consapevoli della fragilità della nostra
natura umana,
possiamo compiere ogni giorno, con la Sua grazia,
una doverosa opera di purificazione
progredendo, passo passo, nella ricerca del cammino di Dio.
Ave Maria.
Il sabato scegliesti
Ad abbondar Tue grazie:
Nessuno, v’ha che resti
Privo del tuo favor.
VII
Potentissima Vergine di Trapani,
Patrona della città e Diocesi;
o Maria, ecco il Tuo Figlio.
L’hai generato Tu, ma non è Tuo;
sei beata perché hai creduto, perché hai fatto la
volontà del Padre.
Non I’hai tenuto gelosamente per Te, I’hai donato ai fratelli.
Sei beata per la loro liberazione.
Sei beata per la gioia della Risurrezione.
ll Cristo Tuo Figlio è salito al Padre
e Tu invochi sui Tuoi nuovi figli I’effusione dello Spirito.
Anche noi oggi con tutte le genti, Ti chiamiamo beata.
Prega per noi,perché la nostra fede sia un fatto creativo
Nella giustizia, nella carità, nella gioia, nella pace,
nella gentilezza, nella benevolenza.
Ave Maria.
Amabile Patrona,
di Trapani Regina,
I falli ognor perdona,
Risveglia in noi la Fe’.
VIII
Vergine Maria, con la tua vita manifesti a noi credenti
la necessità di ascoltare in silenzio la Parola di Dio,
di accettare d’essere formati e guidati dal Suo Spirito,
facendo della propria vita un servizio al progetto divino di salvezza.
Fa’ che i religiosi carmelitani, promotori del tuo culto in questo
Santuario,
possano realizzare la loro consacrazione a Te,
aiutando noi Tuoi figli a comprendere la Parola di Dio,
a saper portare benedizione e pace ai nostri amici,
ed essere con la vita un convincente segno di liberazione
per tutti gli uomini.
Ave Maria.
De’ Figli del Carmelo
Al noto cor Ti affidi;
Per I’erta via del Gielo
A noi sii luce e amor.
IX
Pietosissima Vergine di Trapani,
a noi spesso angosciati e sfiduciati
Tu offri una visione serena e una parola rassicurante:
la vittoria della speranza sull’angoscia,
della comunione sulla solitudine,
della pace sul turbamento,
della gioia e della bellezza sulla noia e la nausea,
delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte.
Prega, o madre nostra, perché sappiamo accogliere questo Tuo
messaggio
e donarlo ai nostri fratelli.
Ave Maria.
Sorride il Pargoletto,
al seno Tuo, Gesù;
infiamma il nostro petto
del santo amor del Ciel.
PREGHIERA
Padre Santo, Dio onnipotente, ci ami tanto da abbassarti fino a noi tue
povere creature,
desiderose di amarTi e di
innalzare a Te un cantico di ringraziamento,
per le meraviglie operate in nostro favore.
I nostri molti peccati ci
rendono difficile elevare gli occhi a Te.
Ci hai colmato di grazie e di doni;
sei per noi un Padre amoroso,
ma noi siamo figli ingrati.
Ci rivolgiamo a Te in nome di Cristo Signore,
e per I’intercessione di Maria
Madre del Figlio Tuo incarnato.
Donaci Ia grazia di una vera conversione,
per una vita più semplice e meno egoista.
Donaci la forza di impegnarci in favore degli indifesi: i vecchi, i
bambini, gli abbandonati, i poveri: perché ci sia una maggiore
giustizia, onestà e comprensione fra noi.
Maria Annunziata, protettrice di
Trapani.
Tu sei la nostra amorosissima Madre,
prenditi cura di noi Tuoi figli.
Intercedi per noi presso il
Padre,
perché ci siano concessi giorni migliori.
Non più guerra, odio, violenza, sopruso, inganno.
Non più tenebra nel nostro cuore.
Possiamo riaprire i nostri occhi, ad una società purificata
dall’amore Tuo e del Figlio Tuo Gesù,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
LITANIE CARMELITANE
[Si recitano le Litanie Lauretane, intercalando ogni tre invocazioni
alla Madonna, a partire da “Sancta Maria”, la seguente invocazione:
Salve, Salve virgo,
gloria Drepanensium.
Salve,
Salve virgo, gloria Drepanensium, ora pro nobis.
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