Basilica di Santa Maria di Collemaggio

L’Aquila

Piazzale Collemaggio, 5, 67100 L’Aquila
Telefono: 0862.23165






La Basilica si trova a L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo, fuori dalla cinta muraria della vecchia città.





Nel 1274, Pietro Angelerio, che viveva da eremita sul monte Morrone, nei pressi di Sulmona in Abruzzo, e per questo noto anche come Pietro da Morrone, dovendosi recare al II Concilio di Lione, si fermò a L’Aquila nella chiesa di Santa Maria dell’Assunzione.
Secondo la tradizione la Vergine apparve in sogno all’eremita chiedendo che nel medesimo posto fosse edificata una nuova chiesa.




L'eremo sul Morrone


Nel 1287 i monaci detti Morronesi perché fondati da Pietro da Morrone, e che assunsero il nome di Celestini dopo l’elezione al pontificato di Pietro da Morrone, acquistarono il terreno e diedero inizio alla costruzione dell’edificio, che fu consacrato il 25 agosto 1288.

Il 5 luglio 1294, Pietro da Morrone venne eletto Papa e il 29 agosto dello stesso anno venne incoronato col nome di Celestino V nella nuova chiesa che aveva fatto costruire.
Celestino V è ancora oggi ricordato per aver rinunciato al papato dopo 161 giorni dalla sua elezione: il 13 dicembre 1294.
Celebre il richiamo alla rinuncia di Celestino fatto da Dante nel III canto dell’Inferno, 58-60: “Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto /vidi e conobbi l’ombra di colui / che fece per viltade il gran rifiuto



Celestino V


Il Cardinale Benedetto Caetani, che aveva sostenuto Celestino V nel suo intento di dimettersi, gli successe sul trono di San Pietro col nome di Bonifacio VIII. Egli, temendo le macchinazioni dei suoi nemici che sostenevano l’invalidità del suo pontificato adducendo l’invalidità della rinuncia del suo predecessore, dispose che Pietro da Morrone fosse sorvegliato. Celestino, venuto a conoscenza della decisione del nuovo Papa lasciò il Morrone e attraverso i tratturi raggiunge il Gargano, per cercare di arrivare in Oriente. Celestino venne catturato e Bonifacio VIII decise di segregarlo e di togliere ogni possibilità di comunicare con lui; lo fece rinchiudere nella torre del castello di Fumone, in provincia di Frosinone, e  Celestino in forza dell’isolamento si trovò bene come fosse nell’eremo. Gli vennero assegnati due suoi monaci per assisterlo nell’Ufficio divino e rimase lì per undici mesi sotto stretta custodia.




Torre del castello di Fumone


Sopraggiunse un’infermità che si aggravò sempre più e la sera del 19 maggio 1296, dopo aver ricevuto l’Estrema Unzione, rese l’anima a Dio, aveva 81 anni.
Bonifacio VIII diede subito inizio al processo di canonizzazione e il 5 maggio 1313 Celestino fu canonizzato da Papa Clemente V tra l’acclamazione del popolo.
Nel febbraio del 1317 le spoglie vennero traslate nella Basilica di Collemaggio.

Uno dei primi atti ufficiali di Celestino V fu l’emissione, il 29 settembre 1294, della bolla Inter sanctorum solemnia, nota come “Bolla del Perdono”. La bolla fu emessa dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Fino al 2009 la pergamena originale fu conservata nella torre civica del palazzo comunale de L’Aquila: da dopo il terremoto del 2009 essa è conservata nel caveau della filiale della Banca d’Italia
La “Bolla del Perdono” elargisce l’indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si recano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29.
Da allora si svolge a L’Aquila la celebrazione annuale della cosiddetta “Perdonanza celestiniana”, il 28 e il 29 agosto.




La permanena originale della Bolla
conservata nel caveau della filiale della Banca d'Italia a L'aquila


La Basilica si trovava e si trova fuori dalla cinta muraria della vecchia città.





Realizzata nella seconda metà del ‘300, la facciata riprende i colori bianco e rosso, quelli dello stemma cittadino prima del terremoto del 1703, con disegni geometrici che riprendono quelli della  “Fontana delle 99 cannelle” esistente a L’Aquila.




La Fontana delle 99 cannelle




I 99 mascheroni della fontana rappresentano i Signori dei 99 castelli che fondarono l’Aquila. Quale numero simbolico, lo si ritrova in altri elementi presenti nella strutturazione della città: 99 piazze, 99 chiese e 99 fontane.




La facciata della Basilica

La facciata della Basilica presenta tre porte sovrastate da tre rosoni.
La porta principale, al centro, è in stile barocco ed è arricchita da volte concentriche a tutto sesto con nicchie ornate da figure angeliche, tortiglioni, motivi vegetali ed animali. Sulla lunetta vi è un dipinto della Madonna con Bambino che mostra la Bolla della Perdonanza.




Portale d’ingresso




Statue gotiche sul Portale d'ingresso


Nella parte superiore della facciata è collocato un raffinato rosone



Rosone centrale

Il rosone centrale è composto da un fiore centrale a 8 petali da cui si dipartono 36 braccia e 72 propaggini: il prodotto di 36 per 72 = 2592, richiama il movimento della terra che alterna nel tempo equinozi e solstizi.




La Porta Santa

A sinistra è posta la prima Porta Santa della storia, testimonianza concreta della Bolla del Perdono; in cima è posto uno stemma raffigurante un’aquila, simbolo della città.





Lo stemma de L'Aquila


A causa dei terremoti ricorrenti nella conca aquilana, la Basilica è stata rimaneggiata più volte: nel 1315, 1327 e 1335.




Navata centrale




Altare maggiore


Internamente la Basilica si suddivide in tre navate di cui la destra è più larga della sinistra. Le navate sono separate da 8 arcate per lato a forma ogivale, poggiate su pilastri a pianta ottagonale.




Affresco della Dormizione e dell'Incoronazione della Santa Vergine


La navata di destra presenta tre affreschi: la Madonna con le Sante Agnese e Apollonia; l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine; la Crocifissione.
Nell’abside della stessa navata è collocato il Mausoleo di Celestino V, risalente al 1517.



Mausoleo di Celestino V


La navata di sinistra presenta un ciclo pittorico dedicato a Celestino V, tra cui figura l’incoronazione di Celestino V.



Affresco dell'Incoronazione di Celestino V


Nel transetto vi sono due altari: sotto l’altare di sinistra è il corpo del beato Giovanni Bassand, Priore di Collemaggio nel Quattrocento. L’altare di destra è invece caratterizzato da una Madonna con Bambino in terracotta abbrunita.




La statua della Madonna col Bambino poggiata su un basamento antisismico


Nell’abside centrale è presente una bifora gotica che ha una particolare caratterista che continua a richiamare l’attenzione dei fedeli.



L'abside con la bifora

Ogni anno nel giorno dell’Assunta, il 15 agosto, il sole, venti secondi prima del tramonto, si posa in maniera concentrica sul fiore a otto petali che è raffigurato sulla bifora e per venti secondi incorona Maria che venne assunta in Cielo anima e corpo.




La bifora illuminata


Il fiore a otto petali illuminato si riflette sul pavimento antistante l’Altare.




Lo spettacolo richiama sempre numerosi fedeli, che si recano nella Basilica per rendere omaggio così alla Madonna Assunta.

Il pavimento della Basilica richiama il disegno della facciata.

L’orientamento della Basilica lungo la direttrice Est-Ovest fa sì che si riscontri un particolare collegamento tra i tre rosoni della facciata e il disegno del pavimento di fronte all’abside: al solstizio d’estate, la luce che penetra dai tre rosoni illumina sei punti precisi del pavimento in cui le mattonelle sono disposte in tre cerchi concentrici. La luce che penetra dal rosone centrale crea un settimo cerchio che li avvolge tutti e tre.




In seguito al terremoto del 2009, la Basilica è stata sottoposta a lavori di consolidamento e restauro che si sono conclusi nel 2017.

Si racconta che Pietro da Morrone al Concilio di Lione abbia incontrato i Cavalieri Templari, i quali gli avrebbero affidato delle reliquie: una spina della corona di Cristo e l’indice della mano destra di San Giovanni Battista; che sono conservati nella Basilica.




Organo a canne esistente prima del terremoto del 2009

Durante il terremoto del 2009, l’organo a canne è andato distrutto; nello stesso anno sono state recuperate alcune parti, tra le quali il somiere, elementi della cassa e della cantoria e alcune canne. Dopo complessi lavori di restauro della cassa e della cantoria con la ricostruzione delle parti mancanti, quest’ultime sono state rimontate in Basilica nel 2018, prive della parte fonica.

Sul lato destro della chiesa si accede al chiostro, caratterizzato da un bellissimo porticato con al centro una fontana monumentale.

A partire dall’emissione da parte di Celestino V della “Bolla del perdono” è sorta a L’aquila una tradizione che dura ancora oggi: detta “La Perdonanza”, termine medievale riportato in auge da Gabriele D’Annunzio.
Nel corso dei secoli scorsi vi sono stati periodi di disinteresse, tanto che la ricorrenza era limitata alla funzione religiosa. Tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso si ebbe il riaccendersi dell’interesse per Celestino V e la sua Bolla.
Nel 1983, l’allora sindaco de l’Aquila, Tullio De Rubeis, decise di rilanciare la cerimonia: a fianco delle cerimonie religiose fu ripristinato il corteo storico, il Corteo della Bolla, che porta la Bolla dalla torre civica alla Basilica di Collemaggio, immediatamente prima dell’apertura della Porta Santa.
La cerimonia è preceduta da una settimana di manifestazioni preparatorie tra il 23 e il 29 agosto.
I tre appuntamenti principali dell’evento sono il “cammino del Fuoco del Morrone” (antecedente alla settimana festiva), il “corteo della Bolla” e “l’apertura della Porta Santa” della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Il “cammino del Fuoco del Morrone” si rifà al corteo con cui Pietro da Morrone, in sella ad un asino, partì dall’eremo sul Morrone e fece il suo ingresso trionfale a L’Aquila il 27 luglio 1294, attraversando varie località.
La rievocazione prevede che i tedofori accendano la fiaccola, il “Fuoco”, nell’eremo e la portino di corsa, con un percorso di diverse giornate e attraversando vari comuni, fino ad arrivare in Piazza Palazzo, a L’Aquila, dove accendono il tripode posto sulla torre civica, in cui è custodita la “Bolla del perdono”, generalmente il 23 agosto, dando così inizio alla settimana di festività.




Il “corteo della Bolla” si svolge il 28 agosto e sfila per le strade del centro storico portando solennemente la Bolla dalla sede del Comune alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
La Bolla viene portata dalla “Dama” accompagnata dal “Giovin Signore”, dalla “Dama della Croce”, dal gonfalone medievale, dai Carabinieri in alta uniforme e da oltre 250 figuranti.
Le autorità religiose, civili e militari attendono l’arrivo della Bolla sul prato della Basilica di Collemaggio.
Una volta sul sagrato viene letta solennemente la Bolla e consegnata simbolicamente alla Chiesa Aquilana.



Il “Giovin Signore” e la “Dama della Croce”




La “Dama” che porta la Bolla



I figuranti




I figuranti

L’“apertura Porta Santa” ha inizio col Vescovo de L’aquila – o da chi per lui: molte volte viene invitato un Cardinale – nel 2021 fu invitato il Cardinale Enrico Feroci – che colpisce per tre volte, con un bastone di legno d’ulivo del Getsemani, la Porta Santa della Basilica.






Le Sante Messe di apertura e di chiusura della Porta Santa vengono celebrate sul sagrato,
condizioni metereologiche permettendo, diversamente le celebrazioni si svolgono all’interno della Basilica.




Chiusura della Porta Santa




Chiusura della Porta Santa




Chiusura della Porta Santa