Santuario di Częstochowa

Jasna Góra - Polonia

ul. o. A. Kordeckiego 2, 42-225 Częstochowa, Polonia
Telefono: +48 34 377 77 77







Il santuario si trova sulla collina della città di Częstochowa, nel voivodato – entità feudale - della Slesia, nella regione centrale della Polonia meridionale.
La collina è chiamata Jasna Gòra – Monte Chiaro -.






Il Santuario fu fondato nel 1382 dal Re Luigi I d’Ungheria e dal suo collaboratore di corte il Principe Ladislao di Opole. Fu quest’ultimo che dall’Ucraina portò a Częstochowa il dipinto della Madonna e che fece costruire sulla collina un monastero per custodirvelo. Il monastero venne affidato all’Ordine ungherese dei Paolini.
Da allora i Re polacchi hanno sempre riservato una grande venerazione alla Madonna di Częstochowa: ad incoronazione avvenuta, erano soliti recarsi al Santuario per rendere omaggio alla Madonna Nera.





Il Santuario è diventato uno dei più importanti centri di culto cattolico della Polonia. Ogni anno vi giungono oltre quattro milioni di pellegrini provenienti dalla Polonia e da altri paesi.

La leggenda racconta che il dipinto sia opera di San Luca, che l’avrebbe realizzato nel 46 d. C. su degli assi di legno provenienti dal tavolo della casa della Santa Famiglia a Nazareth. La stessa leggenda racconta che San Luca avrebbe dipinto una seconda Vergine col Bambino sul legno rimanente del tavolo, e che questo secondo dipinto sia quello che oggi si trova  nella Basilica di San Luca a Bologna.

Nel corso della guerra contro i Tartari (1340-1366) intrapresa dal Re di Polonia Casimiro il Grande, il quadro fu nascosto nel castello di Beltz e poi affidato al Principe Ladislao di Opole. Questi, alla vigilia di una dura battaglia contro le truppe tartare e lituane che assediavano Beltz, aveva invocato la sacra immagine e, dopo la sospirata vittoria, indicò Maria come Madre e Regina.
Si racconta anche che, durante l’assedio, un tartaro ferisse con una freccia la parte destra del bellissimo volto della Vergine e che, dopo la sacrilega profanazione, una fittissima nebbia, sorta d’improvviso, mettesse in difficoltà gli assedianti. Allora, il Principe, approfittando del momento favorevole, si gettò con le truppe contro il nemico e lo sconfisse.
Altri documenti assicurano che, terminata l’amministrazione del Principe Ladislao nella Russia, il quadro fu caricato su di un carro con l’intenzione di portarlo nella Slesia ma, tra lo stupore di tutti, i cavalli, pur ripetutamente sferzati, non si muovevano. Il Principe ordinò allora di aggiogarne di nuovi, senza però ottenere alcun risultato. Sconvolto, si inginocchiò a terra e promise di trasferire la venerata effigie sul colle di Częstochowa, nella piccola chiesa di legno.
In seguito egli avrebbe innalzato una basilica nel medesimo luogo ad onore di Dio onnipotente, della Vergine Maria e di tutti i Santi e, contemporaneamente realizzato un convento per i frati eremiti dell’Ordine di San Paolo.





Nel 1430, il monastero di Jasna Góra venne attaccato e profanato dai Boemi eretici seguaci di Jan Hus, gli Ussiti, che tra l’altro propugnavano l’espropriazione dei beni ecclesiastici e la povertà del clero.
Gli ussiti strapparono il quadro della Madonna dall’Altare e lo portarono fuori dalla cappella, qui lo trapassarono con la spada in più parti.
Un monaco paolino del XVI secolo, scrivendo una storia del monastero, racconta che «uno dei predoni si avvicinò con rabbia e gettò il dipinto onorevole contro il pavimento perché si spezzasse, ma la testa e il viso della Beata Vergine Maria rimasero intere. Sorpreso dal miracolo chiamò i suoi compagni, ed uno di essi estrasse la spada e colpì due volte il volto della Vergine. Presto divenne cieco, come avvenne ad un altro che tentò di fare lo stesso. Al loro ritorno al monastero, i monaci trovarono il dipinto fatto a pezzi e profanato, lo misero insieme e lo nascosero con grande riverenza. Dopo aver sentito dell’arrivo di Re Ladislao dalla Prussia a Cracovia, presero il dipinto con loro e si lamentarono con il Re della grande crudeltà. Il Re ordinò che il dipinto fosse custodito nel suo castello, poi i pittori lo aggiustarono, tranne le cicatrici (causate dalle spade) che non poterono essere riparate con alcun mezzo. In questo modo il dipinto, nel 1434, fu restituito al monastero e riportato alla sua dimora da una grande moltitudine di signori, nobili e degni borghesi.»

Nei primi decenni del Seicento, per proteggere il monastero, furono costruite delle fortificazioni, all’interno delle quali vegliava costantemente una guarnigione militare.
Nel 1655 per due mesi Jasna Góra resistette all’assedio dell’esercito svedese.
Negli anni 1770-1771 fu occupata dalle truppe dei Confederati di Bar  - un’associazione di nobili polacchi  per difendere l’indipendenza interna ed esterna della Confederazione Polacco-Lituana - che qui si difesero contro i Russi.
Nel 1890 resistette all’assedio degli Austriaci, ma quattro anni più tardi si arrese all’esercito russo.





Fin dal Medioevo da tutta la Polonia si svolge il pellegrinaggio a piedi verso il Santuario di Częstochowa. Ancora oggi questo pellegrinaggio vede la partecipazione di decine di migliaia di persone che in estate si mettono in marcia a piedi verso il Santuario.
Questo tipo di pellegrinaggio si svolge da giugno a settembre, normalmente il periodo scelto è quello attorno a Ferragosto. Il pellegrinaggio a piedi dura diversi giorni ed i pellegrini percorrono anche centinaia di chilometri lungo oltre 50 percorsi da tutta la Polonia. I percorsi più famosi sono quelli che partono da Varsavia (9 tappe, 243 km, dal 6 al 15 agosto) e da Cracovia (6 tappe, 150 km, dal 6 all’11 agosto). Il pellegrinaggio da Varsavia si svolge dal 1711.
Nel periodo in cui la Polonia era governata dal regime comunista il pellegrinaggio ha visto un incremento di adesioni raggiungendo nei primi anni ottanta fino a un milione di partecipanti.
Attualmente i pellegrini a piedi sono oltre 200 000. Negli ultimi 30 anni hanno preso parte a questo pellegrinaggio anche molti fedeli provenienti dai paesi occidentali, compresa l’Italia, dove il pellegrinaggio è proposto a chi si diploma o si laurea perché possa affidare alla Madonna la nuova fase delicata della propria vita.




La cappella della Madonna


Per il grande afflusso di pellegrini, la visita alla cappella della Madonna è consentita solo in fila, con una sosta di qualche minuto davanti al dipinto. A volte i pellegrini sono costretti ad aspettare fuori in attesa del loro turno.




Pellegrini in attesa di vedere il dipinto della Madonna


Il Santuario, oltre ad essere un luogo di culto è anche un luogo di cultura: possiede una biblioteca che raccoglie oltre 40.000 pregiati manoscritti.



La biblioteca





Il dipinto raffigura il busto della Vergine con Gesù in braccio. Il volto di Maria domina tutto il quadro e guarda verso il pellegrino. Anche il volto del Bambino è rivolto al pellegrino, ma non il suo sguardo, che risulta in qualche modo fisso altrove.
La guancia destra della Madonna è segnata da due sfregi paralleli e da un terzo che li attraversa; il collo presenta altre sei scalfitture, due delle quali visibili, quattro appena percettibili.
Gesù, vestito di una tunica scarlatta, riposa sul braccio sinistro della Madre. Con la mano sinistra tiene il libro – il Vangelo -, con la destra benedice.
La mano destra della Madonna sembra indicare il Bambino. Sul velo che copre la fronte di Maria è raffigurata una stella a sei punte. Attorno ai volti della Madonna e di Gesù risaltano le aureole la cui luminosità contrasta con il colorito dei loro visi.




L'ingresso del complesso




Viale interno che porta al Santuario


Dopo la profanazione e il restauro, la fama del santuario crebbe enormemente e aumentarono i pellegrinaggi, a tal punto che la chiesa originaria si rivelò insufficiente a contenere il numero dei fedeli. Per questo motivo, già nella seconda metà del secolo XV, accanto alla Cappella della Madonna, fu dato avvio alla costruzione di una chiesa gotica a tre ampie navate.




Navata centrale




Altare maggiore


Oltre all’Altare Maggiore, nella Basilica sono presenti degli altari laterali





Altare laterale




Organo collocato sopra l'ingresso


I santini con l’immagine della Madonna riportano sul retro la preghiera da rivolgere alla Vergine anche per ottenere il suo aiuto:
«O Chiaromontana Madre della Chiesa, con i cori degli Angeli e i nostri Santi Patroni, umilmente ci prostriamo di fronte al tuo trono. Da secoli tu risplendi di miracoli e di grazie qui a Jasna Gòra, sede della tua infinita misericordia.
Guarda i nostri cuori che ti presentano l’omaggio di venerazione e di amore.
Risveglia dentro di noi il desiderio della santità; formaci veri apostoli di fede; rafforza il nostro amore verso la Chiesa.
Ottienici questa grazia che tanto desideriamo:  O Madre dal volto sfregiato, nelle Tue mani pongo me stesso e tutti i miei cari.
In te confido, sicuro della tua intercessione presso il Figlio tuo, a gloria della Santissima Trinità. (3 Ave Maria).
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, o Santa Madre di Dio: guarda a noi che siamo nella prova.
Nostra Signora della Montagna Luminosa, prega per noi.»




Un santino


Nel parco circostante il Santuario, nell’antico fossato della fortezza, fra rocce, alberi, cespugli e prati, si snoda una notevole Via Crucis composta da dipinti quasi a grandezza naturale incastonati entro strutture che col piedistallo arrivano fino all’altezza di due metri.







All’esterno, il Santuario è attrezzato per celebrare le funzioni in presenza di migliaia di pellegrini.