Santuario Pontificio della
Santa Casa di Loreto

Loreto (An)

Piazza della Madonna, 1, 60025 Loreto (AN)
Telefono: 071 974 7155







Il Santuario si trova nella cittadina marchigiana di Loreto, in provincia di Ancona, al termine della via Lauretana che parte da Porto Recanati.
Nel 1989, Papa Giovanni Paolo II ha elevato il Santuario al rango di Basilica Pontificia minore.

Era il 1291 quando i Mamelucchi d’Egitto, che avevano soppiantato i califfi Ayyubidi, occupavano tutta la Palestina. Il rischio corrente era che questi agguerriti musulmani distruggessero ogni elemento religioso esistente nella regione. A Nazareth era ancora presente la casa in cui aveva abitato la Vergine Maria e in cui aveva ricevuto l’Annuncio dell’Arcangelo Gabriele del suo concepimento verginale.
La casa era costituita da tre pareti in muratura di mattoni addossate ad una grotta. Dato il pericolo incombente, il 10 maggio 1291, degli Angeli portarono via la casa e la trasferirono in volo in Croazia, in una località denominata Tersatto, oggi un quartiere della città di Fiume.
Il luogo, però, si rivelò inadatto per la presenza di malfattori che depredavano i visitatori. Così, tre anni e sette mesi dopo gli Angeli sollevarono di nuovo la casa e la portarono sulla sponda opposta dell’Adriatico, depositandola nei pressi di Ancona, nel luogo dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice, detto Posatora (posa et ora – fermati e prega). Ma ancora una volta il luogo si rivelò insicuro, per cui, nove mesi dopo, gli Angeli spostarono la casa in un boschetto vicino a Porto Recanati, nella località detta “Banderuola”, di proprietà di una nobildonna di nome Loreta.
Dei pastori si accorsero della presenza della casa da dei bagliori venienti dalle nubi, che illuminarono il luogo e mostrarono la casa. I pastori sparsero la voce e i visitatori che sopraggiungevano presero l’uso di dire “andiamo a vedere la casa di Loreta”, dando così al posto il nome di Loreto, che è quello odierno.
Ma il luogo era troppo vicino al mare e quindi esposto alle incursioni dei pirati musulmani, mentre l’accorrere dei visitatori aveva richiamato dei malfattori che li derubavano.
Avvenne così che, otto mesi dopo, gli Angeli spostarono di nuovo la casa in volo e la posarono su un terreno di proprietà dei Conti Rinaldi di Antici; ma questi ne approfittarono estorcendo denaro ai visitatori.
Gli Angeli sollevarono di nuovo in volo la casa e nel dicembre del 1294 la posarono su un colle al centro della strada che da Recanati conduceva al porto.




Quadro del Tiepolo che rappresenta il traferimento in volo della Santa Casa





Altra raffigurazione del trasferimento in volo della Santa Casa
al di sopra del mare Adriatico


Fu per questo continuo spostamento in volo della Santa Casa che il 24 marzo 1920 Papa Benedetto XV, con un breve apostolico, proclamò la Madonna di Loreto protettrice degli aviatori.

A partire dal 10 dicembre 1294, la Santa Casa venne prima sopraelevata e coperta da una volta, dopo venne circondata da portici e inclusa in una chiesa, fino alla costruzione dell’attuale Santuario.

Nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati, iniziarono i lavori per la costruzione di una grande chiesa, sia a protezione della Santa Casa sia per accogliere il numero sempre crescente d pellegrini.
Nel 1469 i lavori proseguirono per volontà di Papa Paolo II, il quale, quand’era ancora cardinale, nel 1464 era arrivato pellegrino a Loreto afflitto da una malattia della quale venne miracolosamente guarito per intervento della Madonna a cui si era appellato.




Panoramica del Santuario con la vista del piazzale




Panoramica del Santuario con la vista della cupola e dei corpi absidali


I lavori del Santuario vennero completati nel 1587 con l’ultimazione della facciata.




Nel piazzale del Santuario, sulla sinistra davanti all’ingresso è collocata la statua di Sisto V, il Papa che fece iniziare la costruzione del Santuario e il cui nome è scritto nel cornicione superiore.





Dal 1600 al 1607 venne eretto il battistero, ancora esistente nella cappella di sinistra del Santuario,



Il Battistero con in cima il Battesimo di Gesù


Nel 1614 venne realizzata la fontana ancora presente nel piazzale del Santuario.




Nel febbraio 1797 Loreto venne occupata dalle truppe napoleoniche che, come altrove, razziarono e rubarono anche nel Santuario. Il Governatore Pontificio Mons. Agostino Rivarola, in una lettera al fratello, ha ricordato che l’ecclesiastico Ludovico Sensi si schierò con l’invasore e venne per questo nominato governatore della città. Costui, mosso dal furore rivoluzionario veicolato dai Francesi, si recò nel Santuario con dei muratori per demolire la Santa Casa, ma dovette desistere per lo sdegno e il furore dei fedeli.

Il Santuario è orientato lungo la direttrice Est-Ovest. Esso si presenta come un misto tra una chiesa e una fortificazione, quest’ultima dettata dalla necessità di difendere il Santuario dalle incursioni dei pirati turchi. Tutta la parte absidale è composta da corpi circolari coronati in alto da camminamenti di ronda poggianti su beccatelli.




I corpi absidali visti dall'esterno




Camminamenti di ronda visti dall'esterno




Camminamenti di ronda visti dall'interno


Si accede al Santuario attraverso tre porte in bronzo con bassorilievi, realizzate  tra il 1590 e il 1611. La porta di destra è ritenuta la più bella delle tre.




La porta di destra


L’interno del Santuario è a croce latina a tre navate, divise da 12 pilastri quadrati che richiamano gli Apostoli.



Navata centrale



Abside


Ai quattro angoli dei bracci della croce si aprono quattro sagrestie intitolate ai quattro Evangelisti.



Sagrestia San Giovanni


Nelle due navate laterali si trovano sei cappelle per lato.



Una delle cappelle nella navata laterale


Nella crociera della navata centrale, sotto la cupola, è collocata la Santa Casa.




L’esterno della Santa Casa è costituito da rivestimenti marmorei realizzati con marmo di Carrara fatto arrivare via mare da Papa Leone X.

Sulla base intorno alla Santa Casa si notano due solchi paralleli, segni del percorso in ginocchio effettuato nei secoli dai pellegrini.
I quattro cancelli della Santa Casa furono realizzati con la fusione delle catene donate dagli schiavi cristiani liberati con la battaglia di Lepanto del 1571, i quali giunsero pellegrini a Loreto per sciogliere un voto.




L'interno della Santa Casa con le pareti laterali in muratura di mattoni,
come giunti in volo da Nazareth.


Sull’Altare della Santa Casa è posta la statua della Madonna avvolta interamente nella “dalmatica”: un manto riccamente decorato. Sopra il manto si vedono il capo della Madonna e il capo e le mani del Bambino.



La statua è scolpita in legno di cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani. La statua attuale sostituisce l’originale del XIV secolo, distrutto nel 1921 da un incendio.
Pio XI commissionò la nuova statua  e la incoronò solennemente del 1922.




La statua della Madonna collocata in una nicchia sull'Altare


Sull’Altare della Santa Casa è posta la statua della Madonna avvolta interamente dalla “dalmatica”: un manto riccamente decorato. Sopra il manto si vedono il capo della Madonna e il capo e le mani del Bambino.
La statua è scolpita in legno di cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani. La statua attuale sostituisce l’originale del XIV secolo, distrutto nel 1921 da un incendio.
Pio XI commissionò la nuova statua  e la incoronò solennemente del 1922.






La parte absidale del Santuario è composta da corpi circolari e da due transetti che contengono 9 cappelle: la cappella del Crocifisso, la cappella dei Duchi di Urbino, e sette cappelle costruite con il concorso economico dei fedeli di varie nazioni: cappella americana o dell’Assunta; cappella francese o del Sacramento; cappella polacca o del Sacro Cuore; cappella slava o dei Santi Cirillo e Metodio; cappella spagnola o di San Giuseppe; cappella svizzera o di San Gioacchino e Sant’Anna; cappella tedesca o del Coro.




La cappella polacca o del Sacro Cuore




La cappella spagnola o di San Giuseppe




La cappella americana o dell'Assunta


A fianco dell’ingresso laterale del Santuario è collocato un accesso che porta alla Sala del Tesoro, che oggi contiene pochi reperti dopo i furti e le depredazioni avvenute nei secoli.



La sala del tesoro


Al Santuario della Madonna di Loreto sono connessi, oltre ai tanti miracoli ricordati dal numero enorme di ex voto, tre eventi di portata internazionale.

Uno è costituito dalla devozione alla Madonna degli aviatori di tutto il mondo, dopo che il 24 marzo 1920 la Madonna di Loreto fu proclamata protettrice degli aviatori da Papa Benedetto XV.
Ogni anno, nella festa della “venuta” della Santa Casa, il 10 dicembre, reparti dell’Aeronautica Militare organizzano iniziative per onorare la Madonna di Loreto.



Milite dell'Aeronautica Militare in uniforme di gala fa la guardia alla Madonna




Preghiera degli aviatori alla Madonna di Loreto - versione originaria


La preghiera nella versione originaria:

O Maria Santissima, Vergine Immacolata,
che per divina disposizione fosti guida agli Angeli
quando sulle loro ali trasportarono a Tersatto
e poi sul fortunato colle di Loreto,
la Casa benedetta ove tu nascesti e vivesti
nella pratica di ogni virtù,
e per questo sei invocata Patrona degli aeronauti,
volgi sempre il tuo sguardo materno su di noi,
piloti dell’ala italiana.
Concedi a noi tuoi figli
la grazia di volare impavidi nelle immensità dei cieli,
di dominare sempre le insidie dell’aria e della fragile ala;
e di tornare incolumi ai nostri aeroporti ove,
cercando di vivere come perfetti soldati di Cristo
e della Patria diletta,
acquisteremo nuova fede e novella forza.
Invocando Te, nostra Santissima Protettrice.
Amen.

Virgo Lauretana, ora pro nobis.
(300 giorni di indulgenza)
Tre Ave Maria.

Imprimatur Laureti, die 22 januarius 1939

+ Caietano Malchiodi Episcipus Canae
Vic. Amm. Pontificiae





Preghiera dell'aviatore alla Madonna di Loreto
versione modificata dopo la Seconda Guerra Mondiale


La preghiera nella versione modificata:

Dio di potenza e di gloria,
Dio della primavera che doni l’arcobaleno ai nostri cieli
Noi saliamo nella Tua luce,
compagni delle allodole e de rondini, per cantare,
col rombo dei nostri motori,
la Tua gloria.
Noi siamo uomini, ma saliamo verso di Te
dimentichi del peso della nostra carne,
puri dei nostri peccati.
E l’azzurro  dei Tuoi cieli
e il sangue delle nostre vene
hanno lo stesso colore.
E Tu, o Dio, dacci le ali delle aquile,
lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile,
per portare, ovunque Tu doni la luce,
l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma.
Fa, nella pace, dei nostri voli il volo più alto;
Fa, nella guerra, della nostra forza
la tua forza, o Signore;
Perché nessuna ombra sfiori la nostra terra.
E fa’, quando sia l’ora,
dei Tuoi cieli la nostra corona
E sii con noi, come noi siamo con Te,
per sempre.



Un altro evento è legato alla battaglia navale di Lepanto del 1571.




La battaglia navale di Lepanto (clicca per ingrandire)




Il Principe Marcantonio II Colonna


Prima dello scontro navale di Lepanto, il Principe Marcantonio II Colonna, comandante della flotta pontificia, si recò a Loreto con la sposa per mettere nelle mani di Maria Santissima la sorte della guerra. Dopo la sconfitta della flotta turca, tornò a Loreto, con tutta l’armata papale per ringraziare la Madonna. Giunsero anche i prigionieri cristiani liberati dalle galee turche, che donarono al Santuario le loro catene, che vennero fuse per costruire porte e cancelli della Santa Casa e delle varie cappelle laterali della chiesa.




La battaglia di Vienna (clicca per ingrandire)


Un terzo è legato alla battaglia di Vienna del 1683.
Nella città assediata dai Turchi, Padre Marco d’Aviano con tutto il popolo viennese invocarono la Madonna di Loreto cantando il Santo Rosario e le litanie lauretane.



Il beato Marco d'Aviano


L’esercito cristiano era composto da 18.500 Austriaci, Toscani, Veneziani e Mantovani al comando di Carlo V Duca di Lorena e di Eugenio di Savoia; 19.000 Franchi, Svevi e Bavaresi al comando di Giorgio Federico di Waldeck; 9.000 Sassoni al comando di Giovanni Giorgio III di Sassonia; e 30.000 Polacchi con quasi 5.000 Ussari Alati al comando del Re Giovanni III Sobienski. Tutto l’esercito era al comando di quest’ultimo.



I cavalieri Ussari Alati, corpo scelto dell'esercito polacco


Dopo la vittoria riportata contro i quasi 200.000 uomini dell’esercito turco, il Re Sobienski volle rendere grazie alla Madonna facendo portare trionfalmente in processione per le strade di Vienna uno stendardo con l’immagine della Madonna.




Il Re polacco Giovanni III Sobienski

Il giorno dopo, il Re e il suo corteo si recarono nella chiesa della Madonna di Loreto, dove venne celebrata la Santa Messa, alla fine della quale Sobieski intonò il “Te Deum” di ringraziamento e poi, a voce alta e commossa, intonò l’inizio del salmo 115: “Non nobis, Domine, non nobis!” (“Non a noi, Signore, non a noi”). I presenti risposero commossi: “Sed nomini tuo da gloriam” (“Ma al tuo nome dà gloria”).
Il Re Sobieski fece poi collocare lo stendardo nella sua cappella e ogni giorno faceva celebrare dinanzi alla Santissima Vergine la Santa Messa e faceva cantare le Litanie Lauretane.

L’evento è ricordato in un quadro ad olio conservato nei Musei Vaticani: in 9 metri di larghezza e 4,5 metri di altezza è illustrata la vittoria contro i Turchi.




Il quadro conservato nei Musei vaticani

L’autore del quadro è il polacco Jan Matejko, che donò il quadro al Papa Leone XIII nel 1883, in occasione del bicentenario dalla liberazione di Vienna.
Al centro della tela, si vede il Re Giovanni Sobieski che avanza maestoso sul suo cavallo, alla sua sinistra cavalca con fierezza il giovane figlio, il Principe Giacomo. Il volto del Re è raggiante, egli indossa il costume regale polacco, di color azzurro e oro. Il sovrano porge con la mano destra al messo papale la lettera annunciatrice della liberazione di Vienna, e con la sinistra impugna lo scettro d’oro. Da destra, avanzano verso il Re i nobili capi della Lega cristiana guidati dal Duca Carlo di Lorena, che si scopre il capo in segno di omaggio.
Sulla cornice del quadro, in alto, sono incisi i versi del Salmo 115, cantati dopo la vittoria dal Re e dai presenti nella chiesa della Madonna di Loreto.

Le principali festività lauretane ricorrono l’8 settembre, Natività di Maria, e il 10 dicembre, giorno dell’arrivo della Santa Casa a Loreto.
Il 10 dicembre si svolge una processione con la Statua della Madonna.




La processione a Loreto (clicca per ingrandire)


La statua della Madonna è portata in processione dai militi dell’Aeronautica Militare.





Alla vigilia, il 9 dicembre, a Loreto, nelle Marche e nei territori vicini è usanza accendere grandi fuochi o falò, “focaracci”, nelle campagne, nei paesi e nei vari quartieri delle città, mentre tutte le campane delle parrocchie suonano a festa. Fuori dalle finestre delle case vengono accesi dei lumi. Il tutto per rischiarare il cammino degli Angeli che, volando nella notte, portano la Santa Casa in volo verso Loreto.
Si ricorda così la “venuta” della Santa Casa a Loreto.




Tradizionalmente le fiamme venivano accese alla mezzanotte e quando si spegnevano era usanza che i giovani le saltassero per purificarsi, ballando poi tutto intorno fino allo spegnimento naturale del fuoco.
Il ‘tizzo’ raccolto da quei bracieri era considerato un potente talismano, capace di annullare le azioni malefiche delle streghe.

Nel XVII secolo, grazie all’opera del frate cappuccino anconitano, fra Tommaso, la festa si diffuse in tutta la regione e in alcune zone di quelle limitrofe; da allora continua la tradizione di accendere dei fuochi nella notte del 9 dicembre.