Santuario
di Maria Santissima di Gibilmanna
Via del Giubileo Magno, 90015
Gibilmanna - PA
Telefono: 0921 421835
Il Santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, si trova
a Gibilmanna, una collina a Sud di Cefalù. Il nome della
località è di origine araba – Gibel-El-Mann – e significa monte
della manna; sulla collina infatti crescono molti frassini dalla cui
linfa si ricava la manna.
Il Santuario si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali
del Pizzo Sant’Angelo (cima delle Madonie), sulla cui cima esisteva una
chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo.
Panoramica
Panoramica
Esterno del Santuario
La domenica di Pasqua del 5 aprile 1534, una nave che trasportava una
statua della Madonna col Bambino si rifugiò da una tempesta nei
pressi del borgo di Castello di Roccella.
Il castello della Roccella
La leggenda narra che la Vergine apparve a un frate cappuccino che
viveva a Gibilmanna, dicendogli di andare a prendere la statua avvolta
con una coperta di lana e costruire un santuario.
La statua venne caricata su un carro trainato da buoi che, lasciati in
libertà, dopo giorni di viaggio si fermarono nel promontorio che
sovrasta Cefalù, dove sorgerà l’attuale Santuario di
Maria Santissima di Gibilmanna.
Sulla cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo e un
antico monastero fondato da San Gregorio Magno.
Nel nono secolo, con l’occupazione della Sicilia da parte degli Arabi,
gli edifici conventuali andarono in rovina. La chiesetta andò in
custodia a diversi eremiti.
Nell’undicesimo secolo, con l’arrivo in Sicilia dei Normanni ebbe
inizio una vasta opera di ricostruzione di monasteri ed edifici sacri,
la chiesetta venne restaurata.
Nel 1228 la chiesa divenne un “priorato” e smise di appartenere ai
monaci benedettini; mentre nel 1279 l’edificio passò ad un frate
agostiniano.
Nel 1535, Padre Sebastiano Maio da Gratteri, uno dei primi seguaci
della riforma cappuccina, si stabilì a Gibilmanna, ottenendo in
tal modo la facoltà di rifondare la chiesa ed il convento: che
venne costruito accanto alla vecchia cappella benedettina.
Nel convento abitava anche l’eremita Giuliano de Placia da Misilmeri:
si narra che la sua cella fosse stata ricavata all’interno del tronco
di un castagno.
Il convento dei Cappuccini
Nel 1576 Padre Sebastiano Maio da Gratteri durante la celebrazione
della Messa, nell’antica chiesetta, ebbe un’apparizione di Gesù,
che lo invitò a dipingerlo così come lo vedeva.
Padre Sebastiano, sconvolto dall’accaduto, si ingegnò e
riuscì e rimediare i colori di cui aveva bisogno dalle piante
pestate presenti sul luogo. Fu allora che dipinse il quadro che gli era
stato richiesto durante l’apparizione.
Dipinto che si trova attualmente ancora esposto all’interno del
Santuario.
Alla fine del Cinquecento, quando nel Santuario si erano ormai
stabiliti i frati cappuccini, durante una preghiera gli eremiti si
rivolsero al crocifisso che stava nella chiesa perché potesse
essere soddisfatto il loro bisogno di cibo. Dopo la Messa, dal
crocifisso risuonò una voce che, rivolta a uno dei frati, disse:
“Qui governa mia
madre, a lei rivolgi le tue preghiere per i bisogni della famiglia”;
frase che è anche riportata nella didascalia sotto il crocifisso.
Adesso il crocifisso, di manifattura siciliana, risalente al XIV
secolo, è esposto in una nicchia nella cappella dedicata alla
Madonna, protetto da un vetro.
Nella seconda metà del Settecento, il santuario fu teatro di un
altro ben più importante e documentato miracolo: la forte
devozione per la Madonna di Gibilmanna indusse il vescovo di
Cefalù, Mons. Gioacchino Castelli a incoronare solennemente la
Vergine e il Bambino Gesù con le corone pervenute dal Vaticano
il 15 agosto del 1760. Nel corso della celebrazione a cui assistevano
molti pellegrini, due ciechi e un
muto riacquistarono rispettivamente la vista e la parola. Subito
dopo, il vescovo si tolse l’anello e lo mise alle dita della statua
della Madonna, fece lo stesso con la croce pettorale che destinò
al Bambino.
Nel 1785 venne sistemato l’Altare per la cappella della Madonna.
L’altare comprende le statue in marmo di San Giovanni Battista di
Sant’Elena, al centro troneggia la statua della Madonna col Bambino del
1534.
L'Altare
Nel 1907, col crollo del portico antistante la chiesa, la facciata fu
rifatta in stile neogotico.
La facciata
Nel 1927 venne eretto un monumento a San Francesco.
Nel 1954 Papa Pio XII dichiarò Maria Santissima di Gibilmanna
patrona della diocesi e della città di Cefalù, mentre nel
1958 venne inaugurato nel convento il Seminario Serafico. Negli anni
furono molte le modifiche che vennero apportate al santuario: la statua
di San Francesco venne trasportata nel lato destro del piazzale, i
cortili interni ristrutturati e l’antica stalla trasformata in museo.
L’interno la chiesa presenta un originale impianto a croce latina
capovolta per l’innesto lungo le navate delle due cappelle: della
Madonna a destra, sul cui Altare vi è un dipinto dell’Assunta.
Cappella della Madonna
e del Sacro Cuore a sinistra.
Cappella del Sacro Cuore
Altare Maggiore
L’Altare è il simulacro marmoreo di Maria Santissima Regina del
Paradiso con il suo ricchissimo trono. La statua e a grandezza naturale.
Nel 1785, i religiosi vi innalzarono un trono in stile barocco
costituito da tre ordini: pilastri, colonne e nicchia. Alla mensa
dell’altare è addossato un antialtare ad intarsio ricavato da
un’unica tavola di marmo bianco i cui incavi sono ripieni di rarissimi
marmi variopinti.
Dietro l’Altare maggiore vi è la bellissima custodia in legno
scolpito che è tipica delle chiese francescane.
All’interno del Santuario è custodita l’immagine della Madonna
sotto la quale arde incessantemente una lampada. Ogni anno, l’olio che
alimenta la lampada viene offerto alla Madonna da uno dei vari comuni
della diocesi.
All’esterno del Santuario vi sono
delle piccole cappelle che vengono utilizzate per celebrarvi delle
funzioni particolari, come la Via Crucis.
La festa della Madonna di Gibilmanna si svolge la prima domenica di
settembre.
I festeggiamenti hanno luogo presso il Santuario di Gibilmanna, che in
quei giorni intensifica il suo ruolo di centro dei territori delle
Madonie, attirando pellegrini e devoti da ogni dove.
Durante i giorni di festa i pellegrini si recano a piedi del Santuario
per onorare la Madre di Dio, chiamata Madonna di Gibilmanna.
Il corteo per la processione con
il simulacro della Madonna è composto dalle confraternite, dal
clero, dalle Autorità civili e militari, dalla banda e dai
numerosi fedeli giunti dai vari paesi della diocesi. Dopo la
processione, nell’ampio piazzale sito nei pressi del Santuario, si
svolge la Solenne Celebrazione Eucaristica con l’offerta dei doni e
dell’Olio, al termine della funzione la Lampada viene posta sull’altare
e accesa; quindi viene portata in processione all’interno del Santuario
e posta ai piedi dell’immagine della Madonna.
Preghiera
a Maria Santissima, regina di Gibilmanna
Incedi
Maria, nel tuo vestito sono impressi arabeschi di sole.
Trapela il mistero di chi è stato benedetto dal Signore.
Porti tra le braccia il nostro
Salvatore e ce lo mostri con orgoglio.
La sua piccola mano tiene stretto tra le dita il mondo e lo sostiene.
In esso siamo contenuti tutti
con le nostre passioni
le nostre pene e le nostre gioie, le nostre speranze e delusioni.
Raggiungici Madre,
entra nelle nostre case, siediti alla nostra mensa e cibaci di Lui!
Noi ti apriamo la porta ed accendiamo un lume:
rimani con noi per sempre e portaci la pace.
Amen.
<>
>
|