La basilica è dedicata alla Vergine Maria, sotto il titolo di
Nostra Signora del Pilar.
Viene considerata come la prima chiesa dedicata a Maria della storia.
Secondo la tradizione è stata fondata dall’Apostolo Giacomo il
Maggiore (poi Patrono della Spagna) dopo che Maria gli era apparsa nel
40 d. C. in carne e ossa posata su un pilastro (pilar).
La tradizione riferisce che la Santissima Vergine, che viveva a Efeso,
prima della sua Assunzione al Cielo venne in carne mortale a Saragozza
e apparve a San Giacomo Apostolo (Patrono di Spagna) e ai suoi
discepoli, che stavano pregando sulle rive dell’Ebro. Essi si
trovavano sul posto per cercare di convertire il popolo al
messaggio evangelico, ma la gente sembrava non comprendere ciò
che loro predicavano.
L’Apostolo Giacomo deluso dall’inefficacia della sua predicazione,
stanco e sfiduciato affidò questo suo stato di scoraggiamento
alla preghiera.
A Maria era apparso suo figlio Gesù attorniato dall’intero coro
degli Angeli celesti, dicendole che l’opera degli Apostoli andava
sostenuta per il bene del genere umano; Lui stesso aveva dato la vita
per la redenzione dell’umanità e il primo che Lo doveva imitare
in era Giacomo, suo fedele discepolo, che avrebbe avuto il martirio
nella città di Gerusalemme; ma prima desiderava che la madre
visitasse Giacomo a Saragozza, dove si trovava prima che tornasse a
Gerusalemme; e che lì dove era Giacomo edificasse per lei un
tempio in suo onore, dove ella sarebbe stata venerata e invocata per la
gloria di Cristo e della Santissima Trinità.
Secondo la tradizione, la Madonna sarebbe stata trasportata dagli
Angeli in anima e corpo mortale fino a Saragozza, dove così si
manifestò a San Giacomo in una notte di incomparabile
meraviglia, accompagnata da una musica celestiale.
Ciò destò l’Apostolo e alcuni che stavano dormendo con
lui. San Giacomo si prostrò a terra con profonda venerazione e
vide contemporaneamente il pilastro nelle mani di alcuni Angeli.
La Vergine portò il messaggio del Redentore e disse agli Angeli
di collocare il pilastro, con sopra la sua santa immagine, in quello
stesso luogo, dicendo a Giacomo che avrebbe dovuto edificare un Tempio.
Da quel momento, il sito venne chiamato “
casa di Dio, porta del cielo e terra santa
consacrata nel tempo per la gloria dell’Altissimo”.
Gli Angeli riportarono Maria a Efeso nel medesimo modo in cui
l’avevano portata li. Uno di loro, per comando divino, restò a
custodia del santo luogo, dal quale cominciarono ad essere elargiti
grazie e miracoli per il popolo aragonese, di cui si conserva
documentazione.
Il pilastro rimase in quel medesimo sito come testimonio della visita
della Madonna e come prova della Sua protezione perpetua sopra la
Spagna.
I primi discepoli convertiti dall’Apostolo Giacomo in Spagna, sono noti
con il nome di “
Varones
Apostòlicos” – “
Ragazzi apostolici”.
Secondo la tradizione, questi discepoli, che erano nove (Torquato,
Tesifonte, Segundo, Indalecio, Cecilio , Hesiquio, Eufrasio, Attanasio
e Teodoro ), costruirono con San Giacomo la prima cappella della
Vergine del Pilar.
Il pilastro fu posto da San Giacomo nello stesso punto nel quale oggi
si trova ed è divenuto la prima veneratissima pietra intorno
alla quale è sorto il Santuario mariano di Saragozza.
La Vergine promise che la colonna sarebbe rimasta in piedi fino alla
fine del mondo e che il nome di Gesù sarebbe stato sempre
venerato nella città.
La prima documentazione scritta che si conosce di questa tradizione
è un testo latino della fine del XIII sec. La relazione è
scritta sui fogli finali del “
Moralia
Job” di San Gregorio Magno, conservato gelosamente nell’archivio
della Basilica del Pilar. Questo codice è contemporaneo della
Bolla “
Mirabilis Deus” di
Bonifacio VIII del 12 Giugno 1296, che concede l’indulgenza a chi
visita la chiesa di Santa Maria in determinate feste.
Nel 1730 il Papa Clemente XII concesse di commemorare il 12 ottobre in
tutta la regione dell’Impero del Re cattolico Filippo V la festa di
Santa Maria del Pilar; la coincidenza della festa del 12 ottobre con il
giorno della scoperta dell’America (12 ottobre 1492) fece si che
più tardi la vergine del Pilar venisse nominata “
Patrona de la Hispanidad”.
Molti Papi si sono interessati alla Vergine del Pilar, creando
indulgenze e riservandole giorni nel calendario religioso, in cui
commemorarla degnamente.
Alla fine di luglio del 1637 Miguel Juan Pellicer, ventenne nativo di
Calanda in Aragona, si trovava a Castellón, a lavorare come
contadino presso un suo zio. Mentre conduceva un carro agricolo, cadde
e la ruota del carro gli passò sulla gamba destra fratturandogli
la tibia.
L'incidente occorso a Miguel
Il 3 agosto Miguel venne ricoverato all’ospedale di Valencia, dove
rimase per cinque giorni; quindi decise di recarsi a Saragozza per
farsi curare nell’ospedale dedicato alla Madonna del Pilar, alla quale
è molto devoto. Al suo arrivo i medici constatarono che la gamba
era ormai in avanzato stato di cancrena e gliela amputarono fino a
quattro dita sotto il ginocchio; secondo l’usanza del tempo il tratto
della gamba amputata venne seppellita in un apposito settore del
cimitero dell’ospedale. Miguel venne provvisto di una gamba di legno e
di stampelle.
Miguel mutilato
Per i due anni successivi Miguel visse mendicando, provvisto di
regolare permesso, presso il Santuario del Pilar: durante questo
periodo lo videro un gran numero di cittadini di Saragozza. Ogni sera
Miguel chiedeva agli inservienti del santuario un po’ dell’olio che
arde nelle lampade sacre, che usava per ungere il moncone della gamba,
nella convinzione di attirare su di sé l’aiuto della Vergine.
Nei primi mesi del 1640, Miguel decise di ritornare a Calanda presso i
genitori; non potendo aiutare nel lavoro dei campi, riprese a mendicare
girando ogni giorno per i paesi vicini in groppa ad un asino: anche qui
molte altre persone poterono constatare la sua mutilazione.
La sera del 29 marzo, mentre dei soldati avevano occupato la casa,
Miguel andò a dormire coricandosi su un giaciglio provvisorio
allestito nella stanza dei suoi genitori. Dopo un po’ la madre
entrò nella stanza e vide due piedi spuntare dal mantello che
copriva Miguel, stupita, chiamò il marito e insieme constatarono
che Miguel aveva entrambe le gambe; svegliarono quindi Miguel e questi
raccontò loro di aver sognato che si trovava nel santuario del
Pilar e stava ungendosi la gamba con l’olio benedetto, come molte volte
aveva fatto. Tutti e tre furono subito concordi che la ricomparsa della
gamba si doveva certamente all’intercessione della Vergine del Pilar.
La notizia del fatto si sparge immediatamente per Calanda: la mattina
seguente il giudice del paese, assistito da due chirurghi,
esaminò Miguel e redasse un rapporto che inviò ai suoi
superiori. Il 1º aprile, Domenica delle Palme, si recò sul
posto don Marco Seguer, parroco di Mazaleón, paese distante una
cinquantina di chilometri, accompagnato dal notaio reale: quest’ultimo
redasse un rogito nel quale verbalizzò la testimonianza giurata
di dieci persone.
Il 25 aprile Miguel e i suoi genitori si recarono in pellegrinaggio a
Saragozza, per ringraziare la Madonna del Pilar; venne visto
così da numerosissime persone che lo avevano conosciuto prima
con una gamba sola.
Le autorità cittadine aprirono una formale inchiesta per
accertare la veridicità del fatto. Dal 5 giugno, per un anno, si
svolse un processo presieduto dall’arcivescovo della città;
tutte le udienze furono pubbliche e non si registrò alcun
dissenso. Vennero verbalizzati ventiquattro testimoni, provenienti da
Calanna e da Saragozza.
Gli Angeli riattaccano la gamba amputata a Miguel
Il 27 aprile 1641, l’arcivescovo di Saragozza emise la sentenza con la
quale riconobbe ufficialmente l’autenticità del miracolo. Alla
fine di quell’anno Miguel venne invitato a Madrid dal Re Filippo IV,
che si inginocchiò a baciargli la gamba miracolata.
Dai resoconti emerse che la gamba ricomparsa era la stessa gamba che
era stata amputata due anni e mezzo prima: aveva i graffi e le
cicatrici già esistenti.
L’ospedale di Saragozza fece scavare la fossa in cui era stata
seppellita la gamba tagliata: la fossa si rivelò vuota.
Esterno della Basilica
L’attuale Basilica è un
edificio di grandi proporzioni dotato di una grande cupola centrale e
da altre dieci cupole minori e quattro campanili; fu eretta a partire
dal 1681.
Una parte dell’edificio si affaccia sul fiume Ebro. Il Santuario svetta
sulla Piazza del Pilar, antica sede del Foro Romano.
L'esterno della Basilica visto dall'alto
La Basilica è a pianta rettangolare, di 130 m x 96 m, e ha tre
navate; possiede quattro torri angolari esterne (di cui solo due hanno
le campane) e bellissime cupole policrome che corrispondono ad
altrettante cappelle, più la cupola centrale.
C’è anche un Museo che conserva oggetti legati al culto della
Vergine.
Il museo della Basilica del Pilar
Durante la guerra civile spagnola (1936 – 1939), un trimotore
partì da Barcellona, schierata con i ribelli repubblicani, e in
sfregio alla religione, il 3 agosto 1936 andò a sganciare tre
bombe sulla Basilica della vicina Saragozza.
Iscrizione sul manifesto
Un aereo nemico di Dio, lasciò cadere tre bombe sul tempio della
Vergine: si produsse il miracolo che non ne esplose nessuna. Caso
accaduto a Saragozza il 3 agosto 1936 durante la guerra civile di
Spagna.
Miracolosamente, nessuna delle tre bombe esplose. Una bomba cadde sul
selciato, a circa otto metri dalla facciata, dove oggi è posta
una lapide a ricordo.
La bomba caduta sul selciato
Le altre due bombe colpirono la
Basilica, perforarono il tetto e caddero: una davanti all’Altare della
Vergine e un’altra nel coro.
All’interno della basilica, appese a una parete, sono state poste le
due bombe cadute all’interno.
Le due bombe inesplose conservate nella Basilica
All’interno della Basilica vi sono cappelle decorate da affreschi di
noti artisti, da marmi, bronzi e argenti.
Interno della Basilica
La Santa Cappella
Nella parte centrale della Basilica è posta la
santa capilla, in stile barocco a
forma di tempietto ellittico, sulla parte destra della cappella
è posta la piccola statua lignea della Madonna del XIV, vestita
di paramenti preziosi e posta su una colonna di alabastro.
La Statua è un manufatto del XV secolo, alta 36 cm.; la statua
che c’era prima andò distrutta in un incendio nel 1434-1435.
La statua della Madonna con uno dei suoi tanti abiti
L’abito della Madonna posta sul pilastro viene cambiato periodicamente
Agli affreschi della Basilica ha lavorato anche Goya. Notevole il suo
affresco “L’Adorazione del Nome di Dio”: Angeli, musicisti e cantori
sono disposti su ammassi di nuvole lodando la Gloria di Dio
rappresentato con un triangolo luminoso, sintesi delle tre Persone
della Santissima Trinità.
Il pilastro è incastonato nella cappella centrale. I fedeli
possono fare la fila per potersi ritrovare al cospetto di un ovale,
dentro cui si vede un frammento di pietra rosata, un po’ consumata.
Molti lo toccano, altri lo baciano, segno che la venerazione per la
Vergine del Pilar ancora oggi è alta.
Fedeli in fila per toccare e baciare il Pilastro della Madonna
Altare maggiore
Sull’Altare maggiore si trova il “Retablo dell’Assunzione”, realizzato
dal 1509 al 1518.
Il retablo sull'Altare maggiore
Tradizionalmente in onore della Madonna del Pilar si celebrano grandi
feste dall’11 al 18 ottobre, in cui si balla l’antichissima “
jota”, danza sacra e popolare.
Adulti che ballano la jota
Ragazzi che ballano la jota
Il 2, il 12 e il 20 di ogni mese (corrispondenti rispettivamente al
giorno della venuta della Madonna, alla festa del Pilar e
all’Incoronazione canonica), la Vergine viene posta su una colonna
dorata, che simboleggia l’originario Pilastro
La Madonna sul Pilastro dorato
Il giorno più importante è il 12 ottobre, festa della
Vergine del Pilar, Patrona della città. Sin dalle prime ore del
mattino si svolge l’offerta dei fiori: migliaia di persone provenienti
da tutto il mondo e vestite con i loro costumi tipici raggiungono la
piazza del Pilar per depositare davanti alla Madonna milioni di fiori.
La Madonna su una montagna di fiori
Il 13 ottobre si tiene invece l’offerta dei frutti. Al tramonto prende
il via il Rosario di Cristallo, una processione con carri e lanterne di
cristallo che attraversa le strade di Saragozza.
Processione per il Rosario di Cristallo