Santuario Nostra Signora
della Carità del Cobre


Santuario Nuestra Señora de la Caridad del Cobre

El Cobre - Cuba



3322+796, El Cobre, Cuba

Telefono: +53 22 346118





Il Santuario sorge a 27 km da Santiago di Cuba, nel villaggio El Cobre, dove si estrae il rame da più di 4 secoli.

Nostra Signora della Carità del Cobre è stata proclamata Patrona di Cuba nel 1916 da Papa Benedetto XV.





Panoramica

Nostra Signora della Carità del Cobre (in spagnolo, Nuestra Señora de la Caridad del Cobre) viene chiamata anche Vergine della Carità del Cobre (Virgen de la Caridad del Cobre).
Un altro nome con cui viene chiamata la Vergine della Carità del Cobre è Virgen Mambisa, cioè Vergine dei mambì, il termine utilizzato dai cosiddetti Conquistadores per indicare la popolazione locale.
Per questo motivo, i patrioti dell’indipendenza cubana si facevano chiamare proprio Mambises.
La Vergine di El Cobre è anche chiamata familiarmente la “Cachita” – la “piccola” – per i suoi 60 cm. di altezza e soprattutto perché incarna la cubanità e la stessa storia della nazione.

Vi sono due leggende che raccontano del ritrovamento della statua della Madonna.

La prima racconta che una mattina di fine 1612 tre indigeni che lavoravano nella miniera di rame di Barajagua: Juan Morteno creolo di dieci anni, accompagnato da due fratelli indio, Rodrigo e Juan de Hoyos, partirono alla volta delle saline nei pressi della Bahía de Nipe alla ricerca di sale.
Giunti sul luogo, a causa del mare agitato si accorsero che non era possibile raccogliere il sale. Cercarono allora rifugio e solo dopo tre notti e tre giorni riuscirono a partire su di una canoa per dirigersi verso le saline della costa.
Non era molto che navigavano quando videro sopra le onde un oggetto bianco in mezzo alle onde che sembrava essere la carcassa di un qualche uccello marino. Avvicinatisi, si accorsero con grande sorpresa che era invece una statuetta di legno alta circa sessanta centimetri che raffigurava la Vergine, posta sopra una tavola e col vestito completamente asciutto nonostante fosse stata tanto tempo fra le onde.
Presero la statuetta e la deposero nella canoa, e lì si accorsero che sulla tavola c’era un’iscrizione: “Yo soy la Virgen de la Caridad” (Io sono la Vergine della Carità).
Sistemata la statuetta nella canoa, ma senza aver raccolto il sale, tornarono a Barajagua. Qui mostrarono la statuetta ad un funzionario del governo che ordinò di costruire una cappella, dove custodire l’immagine della Vergine.




Il ritrovamento in mare


Una notte, Rodrigo de Hoyos andò a visitare la statuetta, ma scoprì che era sparita. Organizzò una ricerca, ma senza successo. La mattina dopo, la statuetta era misteriosamente tornata sull’altare della cappella. La cosa era inspiegabile, poiché la cappella era stata chiusa a chiave. Questo evento si ripeté altre tre volte.
La gente di Barajagua  giunse alla conclusione che la Vergine volesse stare in un posto diverso, così la statuetta venne portata a El Cobre (nome che in spagnolo significa “rame”); ma la scomparsa della statuetta continuò ad accadere.
Un giorno, una ragazza di nome Apollonia, mentre giocava su una piccola collina, trovò la statuetta. Allora fu deciso di costruire sulla collina una chiesa per la Madonna, che corrisponde all’attuale Santuario. Gli abitanti di El Cobre capirono che la Vergine aveva scelto di avere lì il suo santuario, e a El Cobre ebbero inizio i pellegrinaggi.

A poco a poco la cappella si ingrandì diventando una chiesa nel 1680.
La fama della statua miracolosa si sparse in tutta l’isola, suscitando la devozione degli abitanti: bianchi, meticci, indigeni, mulatti, afrocubani, tutti venivano ad implorare l’intervento della Vergine.
Il santuario è sempre adornato di fiori.

Un’altra leggenda racconta che Alonso de Ojeda, un comandante spagnolo, si trovò in mezzo ad una tempesta nel mare dei Caraibi, ma riuscì a raggiungere la costa di Cuba, dove la nave naufragò. Dal naufragio salvò solo una statuetta della Vergine che le era stata regalata in Spagna dal vescovo Rodríguez de Fonseca, e che Ojeda aveva sempre portato con sé da quando era salpato per la prima volta per le Indie nel 1494.
In mezzo alla tempesta aveva promesso che, se si fosse salvato, avrebbe costruito una cappella e avrebbe lasciato lì la statuetta della Vergine.
Iniziò a camminare alla ricerca di un luogo abitato, fino a quando giunse in un villaggio che si chiamava El Cobre, lì costruì una cappella ove pose la statuetta della Vergine, che da allora fu venerata dagli abitanti del posto.




Lo sbarco di Alonso de Ovjeda
 

Nel 1684, venne costruito un Santuario nel quale fu posta la statuetta: che rappresenta la Madonna con in braccio il Bambino Gesù che regge il globo terrestre.





Padre Jorge Enrique Palma Arrue, cappellano del Santuario, afferma che «Il novantanove per cento dei cubani è devoto alla Virgen de la Caridad, anche se meno del 10% di essi è cattolico praticante».

Ogni giorno si recano in visita al santuario mille tra visitatori e pellegrini, specialmente nei mesi di agosto e settembre, mentre il numero raddoppia o triplica il sabato e la Domenica.
Tra i numerosissimi visitatori del santuario, molti dei quali lasciano offerte o ex voto, ci fu anche Ernest Hemingway, che donò la medaglia ricevuta quando vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.

La fede per i Cubani è di importanza vitale, sebbene venga vissuta in maniera particolare e per molti versi idolatrica.
Fin dall’arrivo delle navi che portavano gli schiavi provenienti dall’Africa, nel XV secolo, si mescolarono alla fede cattolica dei culti africani, fino a sfociare nella cosiddetta Santeria: credenza caratterizzata da elementi di folklore misti a musiche e balli; e questo nonostante l’alto livello di cristianità presente in tutti i paesi caraibici.
Nella Santeria cubana, per gli aborigeni “Atabey” è la divinità nativa, mentre per gli africani “Oshun” è la dea madre delle acque, dea dell’amore, del matrimonio e della maternità; entrambi vengono identificati con la Virgen de la Caridad del Cobre.
La maggior parte dei praticanti la Santeria si considera anche cattolica, è stata battezzata, e spesso richiede che anche gli iniziati siano battezzati.

Sotto il regime comunista di Fidel Castro (iniziato nel 1959), la Chiesa conobbe durante i primi anni, una sanguinosa persecuzione. La Madonna del Cobre divenne allora un silenzioso rifugio della fede, soprattutto a Camagüey.

Per i Cubani, la Vergine di El Cobre è anche un simbolo patriottico.
Il 19 maggio 1801, il decreto regio che concedeva la libertà agli schiavi che lavoravano nelle miniere di rame di El Cobre venne letto pubblicamente davanti alla statua della Vergine.
Nel 1868, durante la guerra di indipendenza, i ribelli separatisti – i “mambis” — si affidarono alla Vergine “mambisa” affinché concedesse loro la vittoria contro le forse spagnole.
L’8 settembre 1898, i combattenti dell’esercito liberatore celebrarono l’ottenuta indipendenza in coincidenza con la festa della Madonna.
La Vergine di El Cobre è anche chiamata familiarmente la “Cachita” – la “piccola” – per i suoi 60 cm. di altezza e soprattutto perché incarna la cubanità e la stessa storia della nazione.

Nel 2012, per celebrare il quarto centenario del ritrovamento, la statuetta della Vergine venne accolta, durante un viaggio durato un anno e mezzo, in tutte le diocesi dell’isola.




Esterno del Santuario

Il Santuario si trova su una collina chiamata “Maboa” e occorre salire 240 gradini per raggiungerlo.





Il primo santuario fu costruito alla fine del 1800, ma nel 1906 fu distrutto completamente dalle esplosioni nelle miniere di rame.
Venne costruito un nuovo Santuario che venne consacrato l’8 settembre1927.

Il Santuario bianco svetta sulle rocce rosse dove fino a 15 anni fa si estraeva il rame.
Ad esso accorrono migliaia di pellegrini che portano un girasole alla Madonna.
La gente associa il giallo del girasole al manto dorato della “Cachita”. Fino a dieci anni fa si portavano fiori bianchi o azzurri, in genere rose e gigli. Ma dopo il tracollo economico degli anni Novanta è stato scelto il girasole, più comune e meno costoso.
I numerosi pellegrini che ogni giorno si recano al Santuario portano fiori e ceri e chiedono grazie alla Madonna, molti salgono in ginocchio i gradini che portano al Santuario; al ritorno riportano a casa delle piccole pietre che contengono delle particelle di rame, simbolo dell’amore per la Vergine e della protezione a lei richiesta.

La Vergine fu incoronata il 20 dicembre del 1936 dall’arcivescovo di Santiago di Cuba.

All’interno, la Cappella dei Miracoli ospita gli ex voto lasciati da coloro che hanno ottenuto una grazia dalla Vergine.
Tra gli ex voto si trova il ritratto di due giovani guerriglieri, Fidel e Raúl Castro, portato dalla madre, Lina Ruz, mentre combattevano sulla Sierra Maestra.




Il ritratto di Raul e Fidel Castro, che tengono in mano il simulacro della Vergine




L'interno del Santuario


Al di sopra dell’Altare maggiore della basilica, la Vergine ed il Bambino Gesù portano sul capo una corona d’oro.



Altare maggiore

L’Altare maggiore è in marmo di Carrara ed è adorno di oggetti di gran valore. Ai piedi della statua c’è la piccola Capilla de los Milagros (la Cappella dei Miracoli) che contiene offerte e voti di valore.

La statua della Vergine è uscita dal santuario in 6 occasioni: nel 1936 quando fu coronata a Santiago di Cuba; nel 1952 in occasione del cinquantenario della Repubblica; nel 1959 in occasione del Congresso nazionale cattolico all’Avana;




nel 1998, quando a Santiago di Cuba fu incoronata da Giovanni Paolo II;




il 26 maggio 2012, in occasione della Messa che Benedetto XVI celebrò a Santiago di Cuba per celebrare i 400 anni del ritrovamento.





Nell’agosto del 2010, la Vergine di El Cobre è stata portata in processione per le vie di Cuba, come simbolo di devozione, patriottismo e riconciliazione.






PREGHIERA ALLA MADONNA DI EL COBRE




Santa Maria della Carità, messaggera di pace,
venuta dal mare fluttuando sulle acque,
Tu sei la Madre di tutti i Cubani,
veniamo a Te, Santa Madre di Dio,
per onorarTi con il nostro amore di bambini.
Nel Tuo cuore di Madre depositiamo
le nostre ansietà e le nostre speranze,
i nostri dispiaceri e le nostre suppliche.
Per la nostra Patria straziata,
affinché tutti insieme possiamo
ricostruire la pace e la concordia.
Amen.