Nostra Signora della Carità
del Cobre (in spagnolo,
Nuestra
Señora de la Caridad del Cobre) viene chiamata anche
Vergine della Carità del Cobre (
Virgen
de la Caridad del Cobre).
Un altro nome con cui viene chiamata la Vergine della Carità del
Cobre è
Virgen Mambisa,
cioè Vergine dei mambì, il termine utilizzato dai
cosiddetti Conquistadores per indicare la popolazione locale.
Per questo motivo, i patrioti dell’indipendenza cubana si facevano
chiamare proprio
Mambises.
La Vergine di El Cobre è anche chiamata familiarmente la “
Cachita” – la “piccola” – per i
suoi 60 cm. di altezza e soprattutto perché incarna la
cubanità e la stessa storia della nazione.
Vi sono due leggende che raccontano del ritrovamento della statua della
Madonna.
La prima racconta che una mattina di fine 1612 tre indigeni che
lavoravano nella miniera di rame di Barajagua: Juan Morteno creolo di
dieci anni, accompagnato da due fratelli indio, Rodrigo e Juan de
Hoyos, partirono alla volta delle saline nei pressi della Bahía
de Nipe alla ricerca di sale.
Giunti sul luogo, a causa del mare agitato si accorsero che non era
possibile raccogliere il sale. Cercarono allora rifugio e solo dopo tre
notti e tre giorni riuscirono a partire su di una canoa per dirigersi
verso le saline della costa.
Non era molto che navigavano quando videro sopra le onde un oggetto
bianco in mezzo alle onde che sembrava essere la carcassa di un qualche
uccello marino. Avvicinatisi, si accorsero con grande sorpresa che era
invece una statuetta di legno alta circa sessanta centimetri che
raffigurava la Vergine, posta sopra una tavola e col vestito
completamente asciutto nonostante fosse stata tanto tempo fra le onde.
Presero la statuetta e la deposero nella canoa, e lì si
accorsero che sulla tavola c’era un’iscrizione: “
Yo soy la Virgen de la Caridad” (Io
sono la Vergine della Carità).
Sistemata la statuetta nella canoa, ma senza aver raccolto il sale,
tornarono a Barajagua. Qui mostrarono la statuetta ad un funzionario
del governo che ordinò di costruire una cappella, dove custodire
l’immagine della Vergine.
Il ritrovamento in mare
Una notte, Rodrigo de Hoyos andò a visitare la statuetta, ma
scoprì che era sparita. Organizzò una ricerca, ma senza
successo. La mattina dopo, la statuetta era misteriosamente tornata
sull’altare della cappella. La cosa era inspiegabile, poiché la
cappella era stata chiusa a chiave. Questo evento si ripeté
altre tre volte.
La gente di Barajagua giunse alla conclusione che la Vergine
volesse stare in un posto diverso, così la statuetta venne
portata a El Cobre (nome che in spagnolo significa “rame”); ma la
scomparsa della statuetta continuò ad accadere.
Un giorno, una ragazza di nome Apollonia, mentre giocava su una piccola
collina, trovò la statuetta. Allora fu deciso di costruire sulla
collina una chiesa per la Madonna, che corrisponde all’attuale
Santuario. Gli abitanti di El Cobre capirono che la Vergine aveva
scelto di avere lì il suo santuario, e a El Cobre ebbero inizio
i pellegrinaggi.
A poco a poco la cappella si ingrandì diventando una chiesa nel
1680.
La fama della statua miracolosa si sparse in tutta l’isola, suscitando
la devozione degli abitanti: bianchi, meticci, indigeni, mulatti,
afrocubani, tutti venivano ad implorare l’intervento della Vergine.
Il santuario è sempre adornato di fiori.
Un’altra leggenda racconta che Alonso de Ojeda, un comandante spagnolo,
si trovò in mezzo ad una tempesta nel mare dei Caraibi, ma
riuscì a raggiungere la costa di Cuba, dove la nave
naufragò. Dal naufragio salvò solo una statuetta della
Vergine che le era stata regalata in Spagna dal vescovo
Rodríguez de Fonseca, e che Ojeda aveva sempre portato con
sé da quando era salpato per la prima volta per le Indie nel
1494.
In mezzo alla tempesta aveva promesso che, se si fosse salvato, avrebbe
costruito una cappella e avrebbe lasciato lì la statuetta della
Vergine.
Iniziò a camminare alla ricerca di un luogo abitato, fino a
quando giunse in un villaggio che si chiamava El Cobre, lì
costruì una cappella ove pose la statuetta della Vergine, che da
allora fu venerata dagli abitanti del posto.
Lo sbarco di Alonso de Ovjeda
Nel 1684, venne costruito un Santuario nel quale fu posta la statuetta:
che rappresenta la Madonna con in braccio il Bambino Gesù che
regge il globo terrestre.
Padre Jorge Enrique Palma Arrue, cappellano del Santuario, afferma che
«Il novantanove per cento dei cubani è devoto alla
Virgen de la Caridad, anche se meno
del 10% di essi è cattolico praticante».
Ogni giorno si recano in visita al santuario mille tra visitatori e
pellegrini, specialmente nei mesi di agosto e settembre, mentre il
numero raddoppia o triplica il sabato e la Domenica.
Tra i numerosissimi visitatori del santuario, molti dei quali lasciano
offerte o
ex voto, ci fu
anche Ernest Hemingway, che donò la medaglia ricevuta quando
vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.
La fede per i Cubani è di importanza vitale, sebbene venga
vissuta in maniera particolare e per molti versi idolatrica.
Fin dall’arrivo delle navi che portavano gli schiavi provenienti
dall’Africa, nel XV secolo, si mescolarono alla fede cattolica dei
culti africani, fino a sfociare nella cosiddetta
Santeria: credenza caratterizzata
da elementi di folklore misti a musiche e balli; e questo nonostante
l’alto livello di cristianità presente in tutti i paesi
caraibici.
Nella Santeria cubana, per gli aborigeni “Atabey” è la
divinità nativa, mentre per gli africani “Oshun” è la dea
madre delle acque, dea dell’amore, del matrimonio e della
maternità; entrambi vengono identificati con la
Virgen de la Caridad del Cobre.
La maggior parte dei praticanti la Santeria si considera anche
cattolica, è stata battezzata, e spesso richiede che anche gli
iniziati siano battezzati.
Sotto il regime comunista di Fidel Castro (iniziato nel 1959), la
Chiesa conobbe durante i primi anni, una sanguinosa persecuzione. La
Madonna del Cobre divenne allora un silenzioso rifugio della fede,
soprattutto a Camagüey.
Per i Cubani, la Vergine di El Cobre è anche un simbolo
patriottico.
Il 19 maggio 1801, il decreto regio che concedeva la libertà
agli schiavi che lavoravano nelle miniere di rame di El Cobre venne
letto pubblicamente davanti alla statua della Vergine.
Nel 1868, durante la guerra di indipendenza, i ribelli separatisti – i “
mambis” — si affidarono alla
Vergine “mambisa” affinché concedesse loro la vittoria contro le
forse spagnole.
L’8 settembre 1898, i combattenti dell’esercito liberatore celebrarono
l’ottenuta indipendenza in coincidenza con la festa della Madonna.
La Vergine di El Cobre è anche chiamata familiarmente la “
Cachita” – la “piccola” – per i
suoi 60 cm. di altezza e soprattutto perché incarna la
cubanità e la stessa storia della nazione.
Nel 2012, per celebrare il quarto centenario del ritrovamento, la
statuetta della Vergine venne accolta, durante un viaggio durato un
anno e mezzo, in tutte le diocesi dell’isola.
Esterno del Santuario
Il Santuario si trova su una collina chiamata “Maboa” e occorre salire
240 gradini per raggiungerlo.
Il primo santuario fu costruito alla fine del 1800, ma nel 1906 fu
distrutto completamente dalle esplosioni nelle miniere di rame.
Venne costruito un nuovo Santuario che venne consacrato l’8
settembre1927.
Il Santuario bianco svetta sulle rocce rosse dove fino a 15 anni fa si
estraeva il rame.
Ad esso accorrono migliaia di pellegrini che portano un girasole alla
Madonna.
La gente associa il giallo del girasole al manto dorato della
“Cachita”. Fino a dieci anni fa si portavano fiori bianchi o azzurri,
in genere rose e gigli. Ma dopo il tracollo economico degli anni
Novanta è stato scelto il girasole, più comune e meno
costoso.
I numerosi pellegrini che ogni giorno si recano al Santuario portano
fiori e ceri e chiedono grazie alla Madonna, molti salgono in ginocchio
i gradini che portano al Santuario; al ritorno riportano a casa delle
piccole pietre che contengono delle particelle di rame, simbolo
dell’amore per la Vergine e della protezione a lei richiesta.
La Vergine fu incoronata il 20 dicembre del 1936 dall’arcivescovo di
Santiago di Cuba.
All’interno, la Cappella dei Miracoli ospita gli
ex voto lasciati da coloro che
hanno ottenuto una grazia dalla Vergine.
Tra gli
ex voto si trova il
ritratto di due giovani guerriglieri, Fidel e Raúl Castro,
portato dalla madre, Lina Ruz, mentre combattevano sulla Sierra
Maestra.
Il ritratto di Raul e Fidel Castro, che tengono in mano il simulacro
della Vergine
L'interno del Santuario
Al di sopra dell’Altare maggiore della basilica, la Vergine ed il
Bambino Gesù portano sul capo una corona d’oro.
Altare maggiore
L’Altare maggiore è in
marmo di Carrara ed è adorno di oggetti di gran valore. Ai piedi
della statua c’è la piccola Capilla
de los Milagros (la Cappella dei Miracoli) che contiene offerte
e voti di valore.
La statua della Vergine è uscita dal santuario in 6 occasioni:
nel 1936 quando fu coronata a Santiago di Cuba; nel 1952 in occasione
del cinquantenario della Repubblica; nel 1959 in occasione del
Congresso nazionale cattolico all’Avana;
nel 1998, quando a Santiago di Cuba fu incoronata da Giovanni Paolo II;
il 26 maggio 2012, in occasione della Messa che Benedetto XVI
celebrò a Santiago di Cuba per celebrare i 400 anni del
ritrovamento.
Nell’agosto del 2010, la Vergine di El Cobre è stata portata in
processione per le vie di Cuba, come simbolo di devozione, patriottismo
e riconciliazione.
PREGHIERA
ALLA MADONNA DI EL COBRE

Santa Maria della Carità, messaggera di pace,
venuta dal mare fluttuando sulle acque,
Tu sei la Madre di tutti i Cubani,
veniamo a Te, Santa Madre di Dio,
per onorarTi con il nostro amore di bambini.
Nel Tuo cuore di Madre depositiamo
le nostre ansietà e le nostre speranze,
i nostri dispiaceri e le nostre suppliche.
Per la nostra Patria straziata,
affinché tutti insieme possiamo
ricostruire la pace e la concordia.
Amen.