Riportiamo in calce la storia di
questo legame.
Esterno del complesso
L’intero complesso, gestito dai
Padri Mercedari, è costituito
dal Santuario in stile gotico-catalano risalente alla prima metà
del XIV secolo, dove è custodito il simulacro di Nostra Signora
di Bonária, Patrona massima della Sardegna e di Cagliari,
Protettrice dei naviganti; dalla Basilica in stile neo-classico
risalente al XVIII secolo; da un convento che ospita i Padri
dell’ordine della Mercede, i Mercedari, nel cui chiostro è posto
il Museo di Bonária; e da un cimitero-parco monumentale.
All’intero complesso si accede con una lunga scalinata.
La scalinata d'accesso
Il Santuario venne rimaneggiato
negli anni cinquanta del XX secolo,
allo scopo di riportarlo alla forma originaria.
La facciata, allineata a quella della basilica, è a capanna. Per
accedere si entra dal portale in stile gotico proveniente dalla
medievale chiesa di San Francesco che venne demolita.
L’interno, sempre in stile gotico-catalano, è a navata unica
lunga circa 15 metri con volta ogivale.
Abside e Altare del Santuario
In fondo alla navata, sopraelevato
rispetto al pavimento, si trova il
presbiterio che termina con l’abside poligonale dov’è l’Altare
maggiore; sull’Altare è posta la statua lignea della Madonna col
Bambino, detta Nostra Signora di Bonária: per venerarla, i
fedeli salgono le scalette ai due lati dell’Altare.
Sul lato sinistro si aprono tre cappelle, anch’esse in stile gotico,
con la volta a crociera; sul lato destro si trova l’arco che unisce il
Santuario alla Basilica.
Nella tribuna è ubicato l’organo.
La Basilica è a croce latina divisa in tre navate; la navata
centrale è lunga 54 metri e larga 34 metri; il transetto
è di 31 metri. La volta centrale è alta 30 metri, mentre
la cupola 50.
Interno della Basilica
All’ingresso sono collocate due
acquasantiere in marmo, costituite da
un Angelo che regge tra le mani la pila dell’acqua santa.
Le navate sono divise tra loro da
quattro arcate per lato che poggiano
su coppie di grosse colonne di calcare, per un totale di 16 colonne.
Le colonne che separano le navate
Da ogni arcata pende un grosso
candelabro di bronzo a nove luci, per un
totale di 8 candelabri, quattro per ogni lato.
Il Santuario, che è molto
luminoso, riceve luce da una serie di
finestre: un finestrone sull’interno della facciata, tre finestre in
fondo all’abside, dieci finestre nella navata centrale, altre dieci nel
transetto, otto nella cupola e altre otto più piccole sul
pinnacolo della cupola. Nelle navate laterali si trovano otto cupolette
con piccole finestre, e altre finestre si trovano nel Matroneo che gira
intorno alle pareti del Santuario.
Una navata laterale
Presbiterio
Sotto la cupola, ai quattro lati,
vi sono otto grossi candelabri a
palma in ottone a sette luci del peso di un quintale l’uno, collocati
intorno all’Altare maggiore.
L'Altare col baldacchino
L’Altare è sormontato da un
grande baldacchino sorretto da
quattro colonne di marmo verde con i capitelli di bronzo dorato dai
quali poi si diramano le arcate che reggono sia i gruppi di angeli,
anch’essi in bronzo dorato, sia il baldacchino in rame dorato.
In alto si legge la seguente iscrizione:
V. E. III Rege Pio XI PP. E. M. Piovella Arch. P. A. Ciuchini rect. A.
D. 1934 – XII.
L'Altare
Nel transetto si trova
l’organo a canne.
Nel Santuario sono presenti i
pannelli della Via Crucis, in bronzo, dal
peso di sessanta chili l’uno.
Durante l’anno liturgico a Cagliari si celebrano tre feste solenni in
onore della Madonna di Bonária, Patrona Massima della Sardegna e
speciale Protettrice della gente di mare: il 25 Marzo, il 24 Aprile e
la prima Domenica di Luglio.
Il
25 marzo si ricorda
l’arrivo prodigioso della statua della Vergine, avvenuto nell’anno
1370.
La processione con la Madonna scortata dai marinari della Marina
Militare
Il 24 aprile 1870, in
occasione del quinto centenario dell’arrivo della Madonna, il Simulacro
della Vergine fu incoronato durante una solenne cerimonia con decreto
del Capitolo Vaticano. In tale occasione il papa San Pio X inviò
la sua benedizione apostolica, stabilendo che quello fosse il giorno
liturgico per la celebrazione della festa di Nostra Signora di
Bonária.
La prima domenica di luglio,
si celebra la Sagra estiva in onore di Nostra Signora di
Bonária. E’ una festa popolare, nata ad opera di alcuni giovani
reduci della guerra combattuta contro gli Austriaci nel 1866. In questa
occasione tutta la città si mobilita.
La statua della Vergine, Protettrice dei naviganti, esce dal Santuario
e attraversando viale Bonária tra due ali di popolo osannante si
dirige verso il porto dove sale su un rimorchiatore assieme al clero.
La processione in mare
I fedeli, sistemati su altri
battelli, seguono l’imbarcazione che
porta la Madonna.
Insieme fanno un giro nell’ampio golfo degli Angeli.
Giunti al largo, da un elicottero
militare vengono gettate in mare
corone di alloro precedentemente benedette, in memoria dei caduti
di tutte le guerre.
Poi il ritorno a Bonária, ove l’Arcivescovo conclude le
celebrazioni con una predica e la benedizione.
Queste tre feste richiamano sempre una gran moltitudine di fedeli
provenienti da ogni parte della Sardegna, che fanno tanti sacrifici per
pregare ai piedi della Vergine: mettersi sotto la sua materna
protezione, implorare aiuto per i propri cari e ringraziare.
Supplica alla Madonna di Bonária
(da recitarsi il 24 aprile a
mezzogiorno)
Eccoci
nuovamente innanzi a Te,
o Vergine Santissima di Bonária, certi che nella Tua
bontà vorrai ancora chinarti verso di noi e ascoltarci. Ave,
Maria.
Sono
seicento anni che la Sardegna vanta un titolo speciale alla Tua
protezione, da quando, con un delicato e prodigioso gesto di
predilezione, Tu volesti che il tuo bel Simulacro approdasse alle
nostre sponde e così diventasti la conquistatrice più
benigna e l’ospite più i
Da quel giorno benedetto
le vicende cristiane della nostra terra sono legate al Tuo nome; al Tuo
colle sono saliti incessantemente i nostri padri con una preghiera sul
labbro dettata via via dall’angoscia, dalla confidenza, dalla speranza,
dalla fiducia.
A Te ricorsero quando
la guerra infuriava, quando infierivano la pestilenza e la carestia,
quando la tempesta flagellava i fragili legni cui si affidavano al
nostro mare meraviglioso e infido, quando malizia di uomini, furia di
elementi o avversità di tempi li facevano sentire abbandonati,
indifesi, miseri, oppressi; ai Tuoi piedi trovarono sempre conforto e
soccorso.
Verso di Te sono poi risaliti
cantando a celebrare le mille grazie da Te impetrate, la liberazione
dal male e dalla paura, gli eventi felici della loro esistenza di
persone e di popolo.
Ave, Maria.
Con la stessa fede e
lo stesso slancio dei nostri antenati noi oggi torniamo da Te.
Vedi, Madre premurosa,
quante difficoltà di ordine morale e materiale ancora ci
angustiano: i frutti della terra e del lavoro non bastano al nostro
sostento e a quello delle nostre famiglie; a tanti di noi il lavoro
ancora manca o la casa o la sicurezza del domani; molti dei nostri cari
per procurarsi un pane stentato meno incerto sono costretti ad
emigrare; l’ardore e il bisogno di affermarsi dei nostri giovani si
vedono spesso frustrati, o fuorviati.
Non
sempre la verità, la giustizia, il rispetto, la mitezza
ispirano i nostri rapporti reciproci e non di rado lo stesso progresso
che crediamo di aver raggiunto minaccia di sviarci da Te e dal tuo
Figlio divino, nostra salvezza e nostra vita.
Abbiamo perciò bisogno,
oggi come un tempo, della Tua compiacente, materna assistenza.
Conservaci nell’antica fede,
nella lealtà e nella sobrietà, che sono i tratti
caratteristici del volto spirituale di queste Tue genti.
Aiutaci anche nell’ardua
impresa di promuovere in questa nostra e Tua Isola quello
sviluppo sociale ed economico che è condizione di
tranquillità e di pace.
Ave, Maria.
Fa’
che accanto a Te, Madre della Chiesa, ci sentiamo uniti in una
feconda comunione di carità con tutto il popolo di Dio e coi
suoi pastori, il Papa e i nostri Vescovi, nell’impegno di dar vita ad
un mondo più umano e più cristiano, nella consapevolezza
delle responsabilità di ciascuno e nella volenterosa e ordinata
convergenza di queste al servizio della comunità.
Fa’ che possiamo crescere nell’unità
e nell’amore; fa’ che per Te ci riconosciamo sempre più
sinceramente famiglia di Dio; fa’ che possiamo camminare generosamente
insieme verso la casa del Padre.
Salve, Regina
A Nostra Signora di Bonária,
Patrona Massima della Sardegna
O
Regina dolcissima della Sardegna, ascoltate benigna le nostre
umili preghiere.
Voi, inviandoci prodigiosamente
nel 1370 il bel Simulacro, quale pegno di amore materno, non smentiste
poi mai le Vostre delicatezze a chi fidente Vi invocò.
Voi veniste tra le procelle del
mare: guardate in quale mare di malanni, di guerre, odi, orrori,
miserie ci troviamo: sedate tante tempeste.
Ci recaste Gesù,
luce di verità, fiamma d’amore: sia Egli sempre per noi luce
divina che avvivi la fede e infiammi i nostri cuori.
Dal trono di gloria che i
figli devoti Vi prepararono in Bonária, stendete lo scettro
regale e date pace al misero mondo: date pietà, purezza e
carità a noi tutti: date gloria e trionfi alla Santa Chiesa:
proteggete sempre la Vostra Italia che si gloria d’averVi amabilissima
Regina.
Richiesta
di protezione per tutti
i naviganti del Web alla Madonna di Bonária
Nostra
Signora di Bonária, Tu che conosci i pericoli che
incombono sul mondo di oggi, sii guida ai naviganti del mare digitale e
sicuro rifugio nelle tempeste mediatiche.
Stella del Mare,
sostienici perché possiamo promuovere la dignità
dell’uomo e della donna condividendo i valori della giustizia,
dell’amore, della libertà e della verità, salde
fondamenta per la Civiltà dell’Amore.
Luce nelle tenebre,
aiutaci a essere sempre al servizio della verità e, animati
dalla carità di Cristo, ad avere l’attenzione alle persone e ai
loro bisogni spirituali. Suscita dei cuori ardenti di apostolato,
perché la Buona Novella proclamata dai tetti, si diffonda
attraverso l’etere, e sia accolta da tutti, toccando il cuore di quanti
cercano il Signore con cuore sincero.
Madre di Dio e Madre nostra,
fa’ che il Web non sia per nessuno segno di divisione, ma occasione di
incontro tra le persone, in vista del bene comune. Raccoglici sotto il
tuo manto materno come tuoi figli e conduci noi tutti al porto sicuro
della Patria celeste.
Amen.
La storia di Buenos Aires
Statua della Madonna di Bonária
collocata ad un ingresso del porto della capitale argentina
A partire dal 1323-1326, la
Sardegna venne occupata dagli Spagnoli provenienti da Barcellona, che
costituirono il Regno di Sardegna. I compagni d’armi dei Re aragonesi
che avevano occupato l’isola divennero i signori dei feudi in cui il
territorio era stato diviso.
Tra i dignitari spagnoli vi era
Pedro de Mendoza, un comandate di navi,
che intorno alla fine del 1300 viveva a Castel di Calari – Cagliari – e
che aveva una devozione particolare per Nostra Signora di
Bonária, da poco apparsa a Cagliari.
Nel 1536, Pedro de Mendoza condusse una spedizione che, partita dal
porto fluviale di Siviglia, doveva esplorare e colonizzare dei
territori posti nell’America del Sud.
Il 3 febbraio 1536, Pedro de Mendoza, sbarcò sulla costa un po’
più a Sud dell’estuario del Rio de la Plata e vi fondò un
villaggio a cui diede il nome di “Ciudad
del Espíritu Santo y Puerto de Nuestra Señora del Buen
Ayre” – cioè: “Città dello Spirito Santo e Porto
di Nostra Signora della Buona Aria” – “Bonária” -, a cui il de
Mendoza era molto devoto, non a caso facevano parte della spedizione
due frati Mercedari - custodi del Santuario di Bonária di
Cagliari - che si erano imbarcati a Siviglia.
Ben presto, dopo lo sbarco sorsero
nel nuovo continente, e in particolare nell’estuario del Rio de la
Plata diverse chiese, cappelle e istituzioni dedicate alla protettrice
dei naviganti, tra le quali anche l’“Ospedale di Nostra Signora di Buen
Aire della Comunità dei Naviganti”.
Circa 50 anni dopo, nel 1580, Juan
de Garay diede nuovi natali alla città e la chiamò “Ciudad de la Santísima Trinidad y
Puerto de Nuestra Señora del Buen Ayre”, cioè
“Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora
della Buona Aria” - “Bonária” -.
Solo più tardi la
città cambiò nome e divenne “Ciudad Autónoma de
Buenos Aires”, abbreviato più comunemente con “Buenos Aires”.
Monumento a Pedro de Mendoza
posto nel parco Lezama di Buenos Aires
in ricordo della prima
fondazione della città
Nel 1968, il Lions Club di
Cagliari ha donato alla città di
Buenos Aires una statua in marmo della Madonna di Bonária alta 2
metri, che venne accolta con una solenne cerimonia dall’arcivescovo
della città, ed è attualmente collocata in plaza
Cerdeña (piazza Sardegna) a Buenos Aires.
Statua della Madonna a piazza Sardegna a Buenos Aires
Nel 1911, nel quartiere
Monserrat di Buenos Aires è stata costruita una Basilica
dedicata a Nuestra Señora de los Buenos Aires, lunga 80 metri e
larga 32.
La Basilica della Madonna di Bonária a Buenos Aires
Nel 1968 Cagliari e la capitale
dell’Argentina hanno avviato un gemellaggio, rinnovato nel 2001.
Nel museo storico nazionale di Buenos Aires si conserva una
incisione in rame della “vera immagine della Vergine Santissima di Buen
Aire, patrona dei naviganti”; analoga incisione di epoca anteriore si
trova nella Casa del Governo.