Santuario di Nostra Signora di Bónaria

Cagliari



Piazza Bonária, s.n.c. - 09125 Cagliari

Telefono: +39 070 301747

bonaria@mercede.org








Panoramica del Santuario


Il 25 marzo del 1370, una nave, diretta dalla Catalogna verso l’Italia, ebbe la sventura di capitare nel bel mezzo di una violenta e improvvisa tempesta. Visto che le cose si stavano mettendo al peggio, pur di non diventare cibo per i pesci, il capitano ordinò di gettare in mare tutto il carico della nave.
L’ultimo oggetto ad essere gettato in mare fu una grande e pesante cassa di cui i marinai ignoravano il contenuto. Qualunque cosa contenesse, appena la cassa toccò la superficie del mare la tempesta subito cessò.
I marinai, esultanti per lo scampato pericolo, trascurarono di indagare e si misero a pregare.




Arrivo della cassa


La misteriosa cassa, galleggiando, arrivò sulla spiaggia sotto il colle di Bonária, nei pressi di Cagliari. I Cagliaritani cercarono di capire cosa potesse contenere la cassa, ma si spazientirono quando nessuno fu in grado né di aprire né di sollevare la misteriosa cassa.

Davanti allo strano fenomeno, nel dubbio che si potesse trattare di un miracolo o di uno scherzo del demonio, i Cagliaritani si rivolsero ai frati mercedari che vivevano e pregavano nel convento sul colle di Bonária.

Scesi dal loro convento e arrivati sulla spiaggia, fra lo stupore generale i frati non ebbero alcun problema a sollevare la cassa, segno che la forza di cui c’era bisogno per riuscire nell’impresa era quella della fede, non già quella delle braccia. Con il loro carico, seguiti da una folla di curiosi, i frati si avviarono al convento.





Arrivati nel convento procedettero all’apertura della cassa senza alcun problema.
Quando incominciò ad apparire il contenuto della cassa, sia i frati, sia i Cagliaritani presenti incominciarono a capire il perché delle stranezze e delle difficoltà presentate dalla cassa.
La cassa conteneva una grande statua di legno raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù. Commossi, i frati si affrettarono a rimuovere i rimanenti assi di legno della cassa e allora la commozione divenne prima stupore e poi timore riverenziale: la Madonna teneva nella mano destra una candela che continuava ad essere accesa.




La statua è stata ricavata da un unico pezzo di legno di carrubo, misura un metro e 56 centimetri di altezza. La Madonna ha il capo scoperto con la lunga chioma sparsa maestosamente sugli omeri. Dal collo fino ai piedi veste un’ampia e lunga tunica cremisi, da cui spunta appena il piede destro, bellamente dipinta con broccatello dorato e stretta ai fianchi da una cintura ricamata. La copre un gran manto azzurro con un lavorio di fiori dorati affibbiato al petto. Dal manto sporge la mano destra col braccio disteso; il pollice e la altre dita riunite reggono una candela. Con il braccio sinistro regge il Bambino Gesù nudo, che ha i capelli ricciuti e porta un globo nella mano sinistra, mentre con la destra benedice.

La statua venne subito collocata all’interno di una piccola chiesa che anni prima Alfonso IV d’Aragona aveva fatto erigere sulla collina di Bonária e affidata ai frati Mercedari.
In poco tempo la notizia si diffuse e la chiesa divenne meta di pellegrinaggio: da tutta la Sardegna incominciarono a giungere a piedi o con i carri i fedeli che volevano rendere omaggio alla miracolosa statua della Madonna.

Si pensò di collocarla in una cappella laterale, poiché l’Altare maggiore era già occupato da un’altra prodigiosa statua: la Madonna del Miracolo, che doveva il suo titolo al fatto che qualche tempo prima un soldato, accanito giocatore, stava perdendo ogni suo avere; disperato, entrò in chiesa e pregò la Vergine di concedergli di vincere al giuoco, se avesse vinto avrebbe offerto la metà del ricavato alla stessa Vergine, in caso contrario sarebbe tornato in chiesa e avrebbe pugnalato la Madonna. La notte non riuscì a dormire e il giorno dopo, dopo aver ancora una volta giocato a carte, perse ogni cosa. Allora infuriato torno in chiesa e trafisse con la spada la statua della Madonna. Dalla ferita sgorgò sangue e le tracce si possono ancora vedere. Accorsero i religiosi e lo sorpresero in preda alla disperazione. Fu arrestato e sparì dalla circolazione. Da allora, quell’immagine di Maria viene indicata come la Madonna del Miracolo.



La Madonna del Miracolo

Il mattino dopo, i religiosi si accorsero che la statua venuta dal mare si trovava  sull’Altare maggiore, mentre nella cappella laterale c’era la Madonna del Miracolo.
Pensarono che qualcuno avesse voluto onorare nascostamente, durante la notte, la nuova statua miracolosa, e rimisero le statue al loro posto. Il mattino seguente verificarono lo stesso spostamento di prima. La terza notte decisero di vegliare per impedire che qualcuno effettuasse quello spostamento, ma, senza che riuscissero a rendersene conto, la Madonna venuta dal mare si spostò ancora una volta sull’Altare maggiore.
Era chiaro che la nuova venuta voleva essere onorata come regina del Santuario; perciò i religiosi la lasciarono nel posto che Ella stessa si era scelta.

Papa San Pio X, il 13 settembre 1907, proclamò la Madonna di Bonária Patrona Massima della Sardegna.

Tutta questa la storia è documentata da un regolare Processo Canonico celebrato nel 1592 alla presenza dell’Arcivescovo di Cagliari, Mons. Francesco Del Vall, dietro richiesta dei religiosi Mercedari.

Dopo l’arrivo prodigioso ed i miracoli che ne seguirono, i Cagliaritani salivano tutti i giorni sul colle per inginocchiarsi dinanzi alla taumaturgica immagine della Madre di Dio; affidandole le proprie anime, i propri cari, i figli, le spose e in particolare quei pescatori che ogni notte sono costretti a solcare i mari per procurare il cibo ai propri cari.

La devozione della gente di mare verso la Vergine divenne talmente grande che tutti, ben presto, al nome di Nostra Signora di Bonária aggiunsero “protettrice dei naviganti”.
Titolo reso ufficiale da un decreto del Papa.

A Nostra Signora di Bonária è anche legato il nome dato a quella che oggi è la capitale dell’Argentina: Buenos Aires.

Riportiamo in calce la storia di questo legame.

Molti fedeli, in seguito alle grazie e ai miracoli ottenuti dalla Vergine, incominciarono a portare degli ex voto in segno di gratitudine.
Tra i tanti ex voto, offerti lungo i secoli, il più ricorrente è la barca, dono di pescatori o marinai. Il Santuario col tempo si riempì di questi oggetti.




Museo ex voto

Moltissimi ex voto vennero distrutti durante l’occupazione del convento ai tempi delle leggi eversive emanate dal Regno d’Italia nel 1866 e nel 1867. Nonostante ciò a Bonária c’è ancora una straordinaria raccolta di ex voto sistemati, finalmente, in modo dignitoso.
Dopo i restauri degli anni ‘50 gli ex voto che si conservavano nel Santuaio furono rimossi e sistemati alla meglio in alcuni locali, in attesa di una sistemazione definitiva.
Oggi essi sono esposti nel Museo allestito in alcuni locali del Convento.
Nel museo e nei lunghi corridoi della sacrestia del Santuario non si contano gli ex voto, spesso sotto forma di quadri che rappresentano le tempeste da cui sono scampati miracolosamente i naviganti, per intercessione di Nostra Signora di Bonária.






Su molti di essi si legge VFGA: Votum Feci Gratiam Accepi, che significa “ho fatto un voto e ho ricevuto una grazia”, o più semplicemente PGR: Per Grazia Ricevuta.




Ex voto - Cuori d'argento




Ex voto - Stampelle


Fu nel 1968 che vedendo l’enorme quantità di ex-voto distribuiti in maniera piuttosto disordinata in ambienti diversi e lontani l’uno dall’altro, i religiosi mercedari ebbero l’idea di costruire un piccolo Museo destinato a conservare e a preservare dalla distruzione quel grande tesoro di fede e di pietà popolare accumulato durante un periodo lunghissimo.
Però questo locale era troppo angusto per poter contenere tutti gli oggetti donati nel corso dei secoli e ancora presenti a Bonária, per cui negli anni Novanta fu preparato in locali più ampi e sovrastanti il chiostro, l’attuale museo che racchiude autentici tesori soprattutto del modellismo navale.



Galleria ex voto

Tra gli ex voto vi è una particolare navicella d’avorio, donata da una pellegrina in procinto di recarsi in Terra Santa, che ha assunto valore non soltanto devozionale, ma anche storico e significativo. Tale navicella è appesa con una lunga cordicella al centro dell’abside del Santuario, e pare che si muova in maniera impercettibile a seconda del vento che soffia nel golfo di Cagliari.



La navicella d'avorio





Esterno del complesso

L’intero complesso, gestito dai Padri Mercedari, è costituito dal Santuario in stile gotico-catalano risalente alla prima metà del XIV secolo, dove è custodito il simulacro di Nostra Signora di Bonária, Patrona massima della Sardegna e di Cagliari, Protettrice dei naviganti; dalla Basilica in stile neo-classico risalente al XVIII secolo; da un convento che ospita i Padri dell’ordine della Mercede, i Mercedari, nel cui chiostro è posto il Museo di Bonária; e da un cimitero-parco monumentale.
All’intero complesso si accede con una lunga scalinata.



La scalinata d'accesso


Il Santuario venne rimaneggiato negli anni cinquanta del XX secolo, allo scopo di riportarlo alla forma originaria.
La facciata, allineata a quella della basilica, è a capanna. Per accedere si entra dal portale in stile gotico proveniente dalla medievale chiesa di San Francesco che venne demolita.
L’interno, sempre in stile gotico-catalano, è a navata unica lunga circa 15 metri con volta ogivale.



Abside e Altare del Santuario


In fondo alla navata, sopraelevato rispetto al pavimento, si trova il presbiterio che termina con l’abside poligonale dov’è l’Altare maggiore; sull’Altare è posta la statua lignea della Madonna col Bambino, detta Nostra Signora di Bonária: per venerarla, i fedeli salgono le scalette ai due lati dell’Altare.

Sul lato sinistro si aprono tre cappelle, anch’esse in stile gotico, con la volta a crociera; sul lato destro si trova l’arco che unisce il Santuario alla Basilica.
Nella tribuna è ubicato l’organo.

La Basilica è a croce latina divisa in tre navate; la navata centrale è lunga 54 metri e larga 34 metri; il transetto è di 31 metri. La volta centrale è alta 30 metri, mentre la cupola 50.




Interno della Basilica


All’ingresso sono collocate due acquasantiere in marmo, costituite da un Angelo che regge tra le mani la pila dell’acqua santa.




Le navate sono divise tra loro da quattro arcate per lato che poggiano su coppie di grosse colonne di calcare, per un totale di 16 colonne.



Le colonne che separano le navate

Da ogni arcata pende un grosso candelabro di bronzo a nove luci, per un totale di 8 candelabri, quattro per ogni lato.




Il Santuario, che è molto luminoso, riceve luce da una serie di finestre: un finestrone sull’interno della facciata, tre finestre in fondo all’abside, dieci finestre nella navata centrale, altre dieci nel transetto, otto nella cupola e altre otto più piccole sul pinnacolo della cupola. Nelle navate laterali si trovano otto cupolette con piccole finestre, e altre finestre si trovano nel Matroneo che gira intorno alle pareti del Santuario.




Una navata laterale




Presbiterio


Sotto la cupola, ai quattro lati, vi sono otto grossi candelabri a palma in ottone a sette luci del peso di un quintale l’uno, collocati intorno all’Altare maggiore.



L'Altare col baldacchino


L’Altare è sormontato da un grande baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo verde con i capitelli di bronzo dorato dai quali poi si diramano le arcate che reggono sia i gruppi di angeli, anch’essi in bronzo dorato, sia il baldacchino in rame dorato.
In alto si legge la seguente iscrizione:
V. E. III Rege Pio XI PP. E. M. Piovella Arch. P. A. Ciuchini rect. A. D. 1934 – XII.




L'Altare


Nel transetto  si trova l’organo a canne.




Nel Santuario sono presenti i pannelli della Via Crucis, in bronzo, dal peso di sessanta chili l’uno.

Durante l’anno liturgico a Cagliari si celebrano tre feste solenni in onore della Madonna di Bonária, Patrona Massima della Sardegna e speciale Protettrice della gente di mare: il 25 Marzo, il 24 Aprile e la prima Domenica di Luglio.

Il 25 marzo si ricorda l’arrivo prodigioso della statua della Vergine, avvenuto nell’anno 1370.




La processione con la Madonna scortata dai marinari della Marina Militare


Il 24 aprile 1870, in occasione del quinto centenario dell’arrivo della Madonna, il Simulacro della Vergine fu incoronato durante una solenne cerimonia con decreto del Capitolo Vaticano. In tale occasione il papa San Pio X inviò la sua benedizione apostolica, stabilendo che quello fosse il giorno liturgico per la celebrazione della festa di Nostra Signora di Bonária.






La prima domenica di luglio, si celebra la Sagra estiva in onore di Nostra Signora di Bonária. E’ una festa popolare, nata ad opera di alcuni giovani reduci della guerra combattuta contro gli Austriaci nel 1866. In questa occasione tutta la città si mobilita.
La statua della Vergine, Protettrice dei naviganti, esce dal Santuario e attraversando viale Bonária tra due ali di popolo osannante si dirige verso il porto dove sale su un rimorchiatore assieme al clero.



La processione in mare

I fedeli,  sistemati su altri battelli, seguono l’imbarcazione che porta la Madonna.
Insieme fanno un giro nell’ampio golfo degli Angeli.





Giunti al largo, da un elicottero militare vengono gettate in mare corone di alloro  precedentemente benedette, in memoria dei caduti di tutte le guerre.

Poi il ritorno a Bonária, ove l’Arcivescovo conclude le celebrazioni con una predica e la benedizione.

Queste tre feste richiamano sempre una gran moltitudine di fedeli provenienti da ogni parte della Sardegna, che fanno tanti sacrifici per pregare ai piedi della Vergine: mettersi sotto la sua materna protezione, implorare aiuto per i propri cari e ringraziare.


Supplica alla Madonna di Bonária

(da recitarsi il 24 aprile a mezzogiorno)





Eccoci nuovamente innanzi a Te, o Vergine Santissima di Bonária, certi che nella Tua bontà vorrai ancora chinarti verso di noi e ascoltarci. Ave, Maria.

Sono seicento anni che la Sardegna vanta un titolo speciale alla Tua protezione, da quando, con un delicato e prodigioso gesto di predilezione, Tu volesti che il tuo bel Simulacro approdasse alle nostre sponde e così diventasti la conquistatrice più benigna e l’ospite più i

Da quel giorno benedetto le vicende cristiane della nostra terra sono legate al Tuo nome; al Tuo colle sono saliti incessantemente i nostri padri con una preghiera sul labbro dettata via via dall’angoscia, dalla confidenza, dalla speranza, dalla fiducia.

A Te ricorsero quando la guerra infuriava, quando infierivano la pestilenza e la carestia, quando la tempesta flagellava i fragili legni cui si affidavano al nostro mare meraviglioso e infido, quando malizia di uomini, furia di elementi o avversità di tempi li facevano sentire abbandonati, indifesi, miseri, oppressi; ai Tuoi piedi trovarono sempre conforto e soccorso.

Verso di Te sono poi risaliti cantando a celebrare le mille grazie da Te impetrate, la liberazione dal male e dalla paura, gli eventi felici della loro esistenza di persone e di popolo.
Ave, Maria.

Con la stessa fede e lo stesso slancio dei nostri antenati noi oggi torniamo da Te.

Vedi, Madre premurosa, quante difficoltà di ordine morale e materiale ancora ci angustiano: i frutti della terra e del lavoro non bastano al nostro sostento e a quello delle nostre famiglie; a tanti di noi il lavoro ancora manca o la casa o la sicurezza del domani; molti dei nostri cari per procurarsi un pane stentato meno incerto sono costretti ad emigrare; l’ardore e il bisogno di affermarsi dei nostri giovani si vedono spesso frustrati, o fuorviati.

Non sempre la verità, la giustizia, il rispetto, la mitezza ispirano i nostri rapporti reciproci e non di rado lo stesso progresso che crediamo di aver raggiunto minaccia di sviarci da Te e dal tuo Figlio divino, nostra salvezza e nostra vita.

Abbiamo perciò bisogno, oggi come un tempo, della Tua compiacente, materna assistenza.

Conservaci nell’antica fede, nella lealtà e nella sobrietà, che sono i tratti caratteristici del volto spirituale di queste Tue genti.

Aiutaci anche nell’ardua impresa di promuovere in questa nostra e Tua Isola quello sviluppo sociale ed economico che è condizione di tranquillità e di pace.

Ave, Maria.


Fa’ che accanto a Te, Madre della Chiesa, ci sentiamo uniti in una feconda comunione di carità con tutto il popolo di Dio e coi suoi pastori, il Papa e i nostri Vescovi, nell’impegno di dar vita ad un mondo più umano e più cristiano, nella consapevolezza delle responsabilità di ciascuno e nella volenterosa e ordinata convergenza di queste al servizio della comunità.

Fa’ che possiamo crescere nell’unità e nell’amore; fa’ che per Te ci riconosciamo sempre più sinceramente famiglia di Dio; fa’ che possiamo camminare generosamente insieme verso la casa del Padre.

Salve, Regina


A Nostra Signora di Bonária,
Patrona Massima della Sardegna





O Regina dolcissima della Sardegna, ascoltate benigna le nostre umili preghiere.

Voi, inviandoci prodigiosamente nel 1370 il bel Simulacro, quale pegno di amore materno, non smentiste poi mai le Vostre delicatezze a chi fidente Vi invocò.

Voi veniste tra le procelle del mare: guardate in quale mare di malanni, di guerre, odi, orrori, miserie ci troviamo: sedate tante tempeste.

Ci recaste Gesù, luce di verità, fiamma d’amore: sia Egli sempre per noi luce divina che avvivi la fede e infiammi i nostri cuori.

Dal trono di gloria che i figli devoti Vi prepararono in Bonária, stendete lo scettro regale e date pace al misero mondo: date pietà, purezza e carità a noi tutti: date gloria e trionfi alla Santa Chiesa: proteggete sempre la Vostra Italia che si gloria d’averVi amabilissima Regina.


Richiesta di protezione per tutti
i naviganti del Web alla Madonna di Bonária





Nostra Signora di Bonária, Tu che conosci i pericoli che incombono sul mondo di oggi, sii guida ai naviganti del mare digitale e sicuro rifugio nelle tempeste mediatiche.

Stella del Mare, sostienici perché possiamo promuovere la dignità dell’uomo e della donna condividendo i valori della giustizia, dell’amore, della libertà e della verità, salde fondamenta per la Civiltà dell’Amore.

Luce nelle tenebre, aiutaci a essere sempre al servizio della verità e, animati dalla carità di Cristo, ad avere l’attenzione alle persone e ai loro bisogni spirituali. Suscita dei cuori ardenti di apostolato, perché la Buona Novella proclamata dai tetti, si diffonda attraverso l’etere, e sia accolta da tutti, toccando il cuore di quanti cercano il Signore con cuore sincero.

Madre di Dio e Madre nostra, fa’ che il Web non sia per nessuno segno di divisione, ma occasione di incontro tra le persone, in vista del bene comune. Raccoglici sotto il tuo manto materno come tuoi figli e conduci noi tutti al porto sicuro della Patria celeste.

Amen.

La storia di Buenos Aires




Statua della Madonna di Bonária
collocata ad un ingresso del porto della capitale argentina


A partire dal 1323-1326, la Sardegna venne occupata dagli Spagnoli provenienti da Barcellona, che costituirono il Regno di Sardegna. I compagni d’armi dei Re aragonesi che avevano occupato l’isola divennero i signori dei feudi in cui il territorio era stato diviso.

Tra i dignitari spagnoli vi era Pedro de Mendoza, un comandate di navi, che intorno alla fine del 1300 viveva a Castel di Calari – Cagliari – e che aveva una devozione particolare per Nostra Signora di Bonária, da poco apparsa a Cagliari.

Nel 1536, Pedro de Mendoza condusse una spedizione che, partita dal porto fluviale di Siviglia, doveva esplorare e colonizzare dei territori posti nell’America del Sud.

Il 3 febbraio 1536, Pedro de Mendoza, sbarcò sulla costa un po’ più a Sud dell’estuario del Rio de la Plata e vi fondò un villaggio a cui diede il nome di “Ciudad del Espíritu Santo y Puerto de Nuestra Señora del Buen Ayre” – cioè: “Città dello Spirito Santo e Porto di Nostra Signora della Buona Aria” – “Bonária” -, a cui il de Mendoza era molto devoto, non a caso facevano parte della spedizione due frati Mercedari - custodi del Santuario di Bonária di Cagliari - che si erano imbarcati a Siviglia.

Ben presto, dopo lo sbarco sorsero nel nuovo continente, e in particolare nell’estuario del Rio de la Plata diverse chiese, cappelle e istituzioni dedicate alla protettrice dei naviganti, tra le quali anche l’“Ospedale di Nostra Signora di Buen Aire della Comunità dei Naviganti”.

Circa 50 anni dopo, nel 1580, Juan de Garay diede nuovi natali alla città e la chiamò “Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora del Buen Ayre”, cioè “Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora della Buona Aria” - “Bonária” -.

Solo più tardi la città cambiò nome e divenne “Ciudad Autónoma de Buenos Aires”, abbreviato più comunemente con “Buenos Aires”.




Monumento a Pedro de Mendoza
posto nel parco Lezama di Buenos Aires
in ricordo della prima fondazione della città


Nel 1968, il Lions Club di Cagliari ha donato alla città di Buenos Aires una statua in marmo della Madonna di Bonária alta 2 metri, che venne accolta con una solenne cerimonia dall’arcivescovo della città, ed è attualmente collocata in plaza Cerdeña (piazza Sardegna) a Buenos Aires.



Statua della Madonna a piazza Sardegna a Buenos Aires


Nel 1911, nel quartiere Monserrat di Buenos Aires è stata costruita una Basilica dedicata a Nuestra Señora de los Buenos Aires, lunga 80 metri e larga 32.




La Basilica della Madonna di Bonária a Buenos Aires


Nel 1968 Cagliari e la capitale dell’Argentina hanno avviato un gemellaggio, rinnovato nel 2001.

Nel museo storico nazionale di Buenos Aires si conserva una incisione in rame della “vera immagine della Vergine Santissima di Buen Aire, patrona dei naviganti”; analoga incisione di epoca anteriore si trova nella Casa del Governo.