L’immagine fu dipinta su una tavola di legno d’acero, di 70×50
cm., il pittore osservò le regole dell’iconografia e
realizzò un’immagine del tipo delle cosiddette “
hodigitria” (“Colei che indica la
via”).
Maria tiene il bambino con la mano sinistra e con la mano destra lo
indica. I volti della Madonna e del Bambino sono circondati da aureole,
accanto ad esse si leggono le lettere greche “MP-OY” [Μήτηρ Θεού]
e “IC-XC” [Ιησούς Χριστός], cioè “Madre di Dio” e “Gesù
Cristo”.
Maria è vestita di porpora, il Bambino con la destra benedice e
nella sinistra tiene un fiore, simile ad un giglio a tre steli che
simboleggia la Santissima Trinità, e porta una croce appesa al
collo.
Sulla parte superiore dell’immagine ai due lati vi sono due Angeli.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’icona fu restaurata: durante i
lavori di restauro apparve l’iscrizione: “
Io, servo di Dio, feci dipingere
quest’icona in remissione dei miei peccati”.
Pare che il pittore István Papp avesse dipinto l’immagine su una
vecchia icona bizantina.
Il 4 novembre 1696, verso la fine della Messa, l’immagine della Madonna
incominciò a lacrimare. La lacrimazione durò con flusso
intermittente fino all’8 dicembre, accompagnata da diversi miracoli:
conversione di musulmani e di protestanti, guarigioni: un bambino in
fin di vita riacquistò la salute dopo aver toccato l’immagine.
Si sparse la voce e giungevano molti fedeli anche dai paesi vicini,
così che l’evento miracoloso venne constatato da migliaia di
persone.
Il parroco basiliano raccolse in un fazzoletto di seta “queste perle
preziose della misericordia” e le inviò al vescovo di Eger,
György Fenesy, il quale fece svolgere un’inchiesta e dopo
l’audizione di 53 testimoni, tra cui dei protestanti, risultò in
modo unanime che si trattava di lacrime umane.
Il generale imperiale di stanza nella città di
Kálló, che era vicino a Pócs e fungeva da centro
dell’amministrazione locale, il conte Johannes Andreas Corbelli, si
recò a Pócs, accompagnato dai suoi ufficiali, per vedere
l’immagine di Maria piangente. Prendendo in mano il dipinto ed
esaminandolo attentamente, si convinse personalmente che non ci fosse
frode, poiché le lacrime cadevano copiosamente dagli occhi della
Madre di Dio anche quando teneva il quadro tra le mani. Allora raccolse
delle lacrime con un fazzoletto e con questo andò a riferire
l’evento a Vienna, all’imperatore Leopoldo d’Asburgo, che era anche Re
d’Ungheria, e all’imperatrice Eleonora.
In mezzo alla desolazione del Regno, l’evento della lacrimazione venne
visto dall’Imperatore come provvidenziale; e allora fece trasferire
l’immagine miracolosa a Vienna e nella chiesa di Pócs ne fece
porre una copia; che i monaci Basiliani rivestirono d’argento,
lasciando scoperti solo i volti, secondo i canoni dell’iconografia
bizantina.
Da allora la cittadina cambiò nome da semplice
Pócs a
Máriapócs.
Il trasferimento del quadro si svolse in modo trionfale, durò
cinque mesi e passò per diverse città, arrivò a
Vienna il 4 luglio 1697 dove ad attendere la Madonna c’erano 300.000
persone giubilanti.
Il quadro venne posto nella Cattedrale di Santo Stefano, dove si trova
tuttora.
Il quadro nella Cattedrale di Vienna
I Viennesi pregarono senza sosta la Vergine perché li
proteggesse dai musulmani, in parte respinti con la vittoria di
Kahlenberg del 1683. Ben presto, il pericolo dei musulmani venne
definitivamente superato, con la vittoria di Zenta (1697) - che oggi si
trova in Serbia – ottenuta dal Principe Eugenio di Savoia, comandante
dell’esercito imperiale. Si trattò di una delle peggiori
sconfitte mai inflitte all’Impero Ottomano.
Nella regione di Mariapócs le conversioni di moltiplicarono e la
cittadina divenne un fervente focolaio cattolico, anche se gli abitanti
erano dispiaciuti per il trasferimento
Il 1 agosto 1715, durante la Messa, la copia dell’immagine lasciata al
posto di quella originale incominciò a lacrimare. Il nuovo
prodigio durò tre giorni e fu visto da centinaia di fedeli.
Mons. Gábor Antal Erdődy, vescovo di Eger, fece effettuare una
nuova inchiesta, che si concluse col riconoscimento dell’evento
miracoloso e dei miracoli che ne erano seguiti.
I pellegrini accorrevano numerosi e le autorità pensarono alla
costruzione di una nuova chiesa più ampia, la quale, iniziata
nel 1731 fu ultimata nel 1746, in stile barocco.
Nel 1748, il vescovo Olsavszky incaricò un maestro artigiano
greco, di nome Costantino, di creare l’iconostasi della chiesa del
Santuario. L’opera alta tredici metri e larga sei metri, riccamente
decorata con intagli, fu completata in meno di otto mesi.
La copia dell’immagine della Madonna venne rimossa dall’iconostasi e
posta nella posizione attuale sopra l’Altare.
Iconostasi
L’afflusso dei fedeli, durante i due secoli, fu sempre crescente.
Il 3 dicembre 1905 si verificò una nuova lacrimazione, che
durò fino alla fine dell’anno e che fu oggetto solo di
un’inchiesta locale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Cattedrale di Santo Stefano a
Vienna fu gravemente danneggiata, ma il miracoloso quadro della Madonna
rimase intatto.
Nel 1946, in occasione del 250° anniversario del primo miracolo, il
cardinale Mindszenty celebrò la Santa Messa alla presenza di
oltre 200mila fedeli.
Nel periodo comunista, il santuario restò aperto e le
persecuzioni incoraggiavano i fedeli a frequentarlo.
Attualmente l’affluenza dei pellegrini è più intensa
nelle feste della
Natività e
dell’
Assunzione o
Dormizione della Vergine. Ogni anno
giungono al Santuario da 600.000 a 800.000 pellegrini di rito latino o
bizantino. Le celebrazioni incominciano nel pomeriggio della vigilia e
si protraggono fino a tarda notte con preghiere liturgiche e private
per i vivi e i defunti.
Pellegrini verso il Santuario
Pellegrini al Santuario
Il 1 dicembre 2005, la chiesa di
Mariapócs è stata dichiarata Santuario nazionale e
l’Ungheria è stata posta sotto la protezione di Nostra Signora
delle Lacrime.
La facciata del Santuario
Il Santuario è orientato ad Est; l’ingresso è sulla
facciata a Ovest, tramite una porta in bronzo.
La porta di bronzo
Le torri sulla facciata a Ovest culminano con due cupole sormontate da
una croce, in linea con l’architettura bizantina.
Sul tetto vi sono altre tre cupole, nello stesso stile.
Accanto al Santuario vi è il monastero dei Padri Basiliani, alto
due piani.

Il
Il monastero
Il monastero è collegato al Santuario tramite un corridoio
sospeso.
L'interno del Santuario
Nel presbiterio vi è l’iconostasi con dietro l’Altare per le
funzioni in rito cattolico bizantino.
Ci sono due altari laterali.
Sul lato Nord: l’Altare della Vergine Maria progettato dai monaci
Francescani di Pócs, che oggi custodisce la miracolosa “Maria
piangente di Máriapócs”.
L'Altare
Sul lato Sud: l’Altare del Cuore
di Gesù, che custodisce una reliquia della croce.
Sullo stesso lato si trova l’Altare Maggiore di San Basilio.
All’esterno, nei giardini del
Santuario vi sono diverse cappelle dove i pellegrini sostano in
preghiera.
La cappella della Madonna all'esterno
Preghiera a Nostra Signora
di Mariapóch
O Beata Vergine Maria,
Madre della Misericordia,
adornata di miracoli,
la cui icona pianse nel luogo della tua misericordia a
Mariapóch,
noi che Ti onoriamo,
imploriamo umilmente le Tue cure materne.
Salva il nostro paese da tutti i
suoi nemici;
proteggi la Chiesa; e unisci tutti in una sola fede
affinché, finalmente, si adempiano le parole di Cristo:
“
Ci sarà un solo ovile e un
solo pastore”.
Non negarci la Tua intercessione;
e ottienici tempi di pace,
salute per i nostri corpi e pace
per le nostre anime.
Ottieni per noi la grazia
che la nostra ultima ora ci
trovi nella fede cristiana
e in uno stato di grazia
affinché possiamo
ottenere la salvezza eterna.
Amen.