Basilica di Santa Maria

Șumuleu Ciuc -  Romania


Strada Szék 148, Miercurea Ciuc 530203, România

Telefono : 0732830055




Panoramica


La Basilica di Santa Maria si trova a  Șumuleu Ciuc (in ungherese: Csíksomlyó), un villaggio nei sobborghi di Miercurea Ciuc, cittadina rumena situata nel Distretto di Harghita, nell’est della Transilvania, sulle rive del Şumuleu; appartiene ad un’enclave che ha mantenuto la lingua ungherese in seno alla Romania e i cui abitanti si chiamano Székely (Siculi di Transilvania, gruppo etnico di lingua ungherese).

Secondo lo storico Losteiner, il villaggio aveva già la sua chiesa e il suo monastero nel 1208.






Nel 1442, Giovanni Hunyadi (in ungherese János Hunyadi, in romeno Ioan de Hunedoara), un condottiero e politico ungherese che fu voivoda della Transilvania, fondò il monastero francescano e la chiesa, dopo aver difeso l’Ungheria dall’invasione ottomana col concorso di San Giovanni da Capestrano.
La chiesa venne consacrata nel 1448 col titolo della Madonna della Visitazione, e in essa venne posta una statua della Madonna.

Nel 1553 il villaggio fu attaccato dai valacca Pătrașcu il Buono e Johan III il Terribile.

Nel 1567, il re ungherese Giovanni II Sigismondo Zápolya Szeklerland voleva convertirsi al protestantesimo. Il popolo Székely non volle abbandonare la propria fede cattolica e resistette.
Il sabato prima della Pentecoste del 1567, in un campo vicino Sumuleu Ciuc si svolse una battaglia, vinta dal popolo Székely.
Gli uomini affrontarono vittoriosi l’esercito del Sovrano sulle montagne dell’Hargita, mentre gli anziani, le donne e i bambini si radunarono presso la chiesa di Sumuleu Ciuc per invocare la protezione della Vergine.
La vittoria fu attribuita alla Madonna di Sumuleu Ciuc e da allora i Székely si mantengono fedeli al voto di compiere il pellegrinaggio annuale il sabato di Pentecoste, per ricordare l’evento e per significare l’unità del popolo ungherese sia all’interno che all’esterno dei confini della regione storica della Transilvania.

La vigilia della Pentecoste è ancora oggi il giorno in cui si festeggia Santa Maria di Sumuleu Ciuc.
Centinaia di migliaia di Ungheresi, cattolici e fedeli di altre confessioni, provenienti dalla Transilvania e da paesi di tutto il mondo si radunano alla Basilica.
Gli abitanti dei diversi paesi della zona vanno tuttora a piedi alla Basilica, e dopo aver assistito alla Messa solenne compiono la salita alla cima piccola del Monte Somlyó, guidati dai sacerdoti e preceduti dal labarum.
Il labarum, custodito presso l’Altare maggiore, è una sorta di ombrello rosso che simboleggia la Basilica e richiama il vessillo militare della battaglia vittoriosa compiuta dal popolo Székely nel 1567.




Pellegrini salgono al colle con in testa il Labarum

All’alba del giorno della Pentecoste c’è l’usanza di osservare il sorgere del sole proprio dal monte, cantando il Veni Creator e il Te Deum. Secondo la tradizione, per alcuni il sole che sorge è il simbolo dello Spirito Santo.



Pellegrini al pellegrinaggio di Pentecoste












Durante il periodo comunista non fu possibile svolgere il pellegrinaggio, che riprese dopo il cambio di regime.
Lo straordinario afflusso dei pellegrini crebbe così rapidamente da non permettere la celebrazione della Messa solenne nel santuario o nel piazzale davanti ad esso.
Così, dal 1993 si decise di celebrare la Messa all’aperto: nella sella situata tra le due vette del Monte Somlyó, dove nel 1996 è stato eretto un Altare dalla forma caratteristica di triplice colle.




L'altare sulla sella tra le due cime del monte Somlyó


Sulla cima più alta del monte Somlyó, detta Nagysomlyó, in mezzo ai boschi si trovano le rovine di un’antica fortezza e di un vecchio monastero.

Sulla cima più piccola, detta Kissomlyó, sorgono tre chiesette.




Chiesetta del SS. Salvatore

La chiesetta del SS. Salvatore, edificata in memoria della vittoria di Belgrado del 1456, è il punto d’arrivo della Via Crucis che parte dai piedi del monte.



Pellegrini sulla Via Crucis




Stazione Via Crucis




Stazione Via Crucis


Poco distante si erge la cappella del Cristo Sofferente, di epoca ignota, dove a Pentecoste si radunano i pellegrini Csángó della Moldavia per osservare il sorgere del sole.




Chiesetta di Sant'Antonio

La chiesetta di Sant’Antonio, posta sulla cima più piccola del monte Somlyó, fu costruita ex voto dai frati sopravvissuti alla distruzione del convento nel 1661.

Nel 1600 il generale asburgico Basta saccheggiò Csíkszék; nel 1661 i Tartari di Crimea appiccarono il fuoco alla chiesa e al monastero, distruggendoli.
Chiesa e monastero vennero ricostruiti e nel 1694 la popolazione ormai addestrata e preparata, comprese le donne, respinse un nuovo attacco dei Tartari.




La statua della Madonna

La statua lignea della Madonna che si venera nella Basilica è alta 2,27 metri ed è considerata, nel suo genere, la più grande nel mondo. Scolpita in legno d’acero, essa rappresenta la Donna vestita di Sole descritta nell’Apocalisse (Ap. 12, 1): con il Bambino in braccio, la luna sotto i piedi e la corona regale sul capo, attorniato da una corona di dodici stelle.
Secondo la tradizione la statua è portatrice di proprietà miracolose: è sopravvissuta prodigiosamente, nel 1661, all’incendio della chiesa provocato dagli Ottomani: recenti indagini scientifiche hanno confermato la mancanza di qualsiasi traccia di bruciatura.
Neanche i Tartari riuscirono a portarla via. Si narra che, per miracolo, fosse diventata così pesante che neppure con l’uso dei buoi fu possibile rimuoverla, e un soldato, che la colpì con la spada, rimase con il braccio paralizzato.

Le grazie ottenuta per intercessione della Madonna di Șumuleu Ciuc sono testimoniate da numerosi ex voto esposti nella Basilica. Alcuni degli ex voto sono fatti di oro e argento; i più preziosi sono stati venduti e il ricavato usato per costruire la chiesa attuale.




Ex voto





La costruzione dell’attuale chiesa in stile barocco iniziò alla fine del 1802 e per l’ultimazione si impiegarono 72 anni, compresi gli interni.



Esterno della Basilica


La costruzione dell’attuale chiesa in stile barocco iniziò alla fine del 1802 e per l’ultimazione si impiegarono 72 anni, compresi gli interni.



La facciata della Basilica


La fondazione del vecchio edificio fatto costruire da John Hunyadi è servita come base per il nuovo edificio.



L'interno della Basilica


La Basilica ha un’unica navata alta 12 metri e cosparsa di dipinti di pittori italiani e ungheresi; l’organo venne ricostruito da Johannes Caioni, e una delle campane della chiesa pesa circa 1.133 kg.

La navata si chiude con un vasto presbiterio rialzato di tre gradini.



Il presbiterio


Al centro del presbiterio è posto l’Altare sul quale troneggia la statua della Madonna; ai fianchi dell’Altare sono collocate le statue di Mosè e di Gesù.



L'Altare

La devozione popolare prevede la salita alla statua della Madonna, collocata sopra l’Altare maggiore, per toccarla con la mano o con un fazzoletto.

Fin dalle origini della storia cristiana della Romania, la Madre di Dio è venerata come regina e patrona della Nazione; soprattutto attraverso le icone che tengono viva la pietà mariana nel popolo rumeno. In ogni casa, sia del povero sia del ricco, se ne trovano, ornate di stoffe più o meno preziose, circondate da basilico e illuminate di giorno e di notte da una lampada alimentata a olio.
Davanti all’icona, la sera, ogni madre s’inginocchia con i suoi bambini per recitare insieme le più belle preghiere a Gesù, alla Madonna e all’Angelo custode; poi fa baciare l’icona e la incensa. E’ usanza portare addosso, cucito sulla maglia o sulla camicia, un libriccino detto “segno della Madre Santa”, contenente il racconto della passione di Gesù e dei dolori di Maria; con esso si invoca la protezione della Vergine contro i mali dell’anima e del corpo.



Una fedele si segna con il libriccino “Segno della Madre Santa”


Le preghiere alla Madonna di Sumuleu Ciuc sono diverse, legate alle diverse etnie presenti tra l’Ungheria e la Romania.

Riportiamo le seguenti, composte dal grande poeta romantico Mihail Eminescu (1850-1889), recitate in molte occasioni.
Attraverso le parole dolenti del poeta, viene espresso il dolore del suo popolo  e nello stesso tempo la sua grande fiducia nella Vergine, invocata con i titoli propri della liturgia.






Prima preghiera

Levati su di me, o dolce Luce,
come nel mio sogno celeste di un tempo;
Oh! Madre Santa, sempre Vergine,
Vieni nell’oscurità dei miei pensieri.
Oh! non lasciar morire la mia speranza,  
nonostante la profondità oceanica delle mie miserie.
Il Tuo sguardo pieno di calde lacrime,
misericordioso, discenda su di me.
Straniero fra tutti, disperato nella sofferenza,
profondo del mio niente,
non credo più a niente, non ho più forza.
Restituíscimi la giovinezza, réndimi la fede,
E riappari dal Tuo cielo di stelle.
Perché io T’adori ormai eternamente, Maria.
 

Seconda preghiera

Ti eleggiamo a nostra Regina e in ginocchio Ti preghiamo:
esaudíscici, salvaci!
Sii lo scudo della nostra forza,
sii il muro della nostra salvezza.
Si posi su di noi il Tuo venerato sguardo.
Oh Madre tutta pura, oh sempre vergine Maria.
Noi che per la pietà di Colui che è santo
viviamo sotto il sole qui sulla terra,
supplichiamo la misericordia
della stella del mattino dei mari:
ascolta i nostri lamenti, Regina al di sopra degli angeli.  
Mostrati a noi nella caligine come luce chiara e dolce.
Oh Madre tutta pura, oh sempre Vergine Maria.