Santuario di Nostra Signora di Coromoto

Santuario de la Virgen de Coromoto

Guanare -  Venezuela


W68G+5RH, Quebrada de la Virgen 3350, Portuguesa, Venezuela

Telefono : +58 426-1731521


Il Santuario di Nostra Signora di Coromoto porta questo nome perché nel 1652 la Santissima Vergine Maria apparve al capo della tribù degli indios Cospes, il cui nome era appunto Coromoto.



La Madonna appare per la prima volta a Coromoto


Il Santuario si trova a 25 chilometri dalla città di Guanare, nella regione Portuguesa, posta nella parte nordoccidentale del Venezuela.





Nel 1591 un comandante spagnolo fondò la città di Guanare, in un territorio ove risiedevano diverse tribù indigene, che si provvide ad evangelizzare.
Una di queste tribù, i Cospes, era avversa ai nuovi arrivati e preferì rifugiarsi nella selva a nord della città. Per decenni non si sentì parlare di loro, fino a quando accadde un fatto eccezionale.

Si tramanda che nel 1651, nella selva dove si erano rifugiati i Cospes, la Santissima Vergine Maria apparve al capo tribù, il cacicco, il cui nome era Coromoto.
Un giorno, mentre questi camminava lungo il rio Guanare con la moglie, sulle acque apparve una bellissima Signora che teneva in braccio un Bambino irradiato di luce. Coromoto e la moglie rimasero come paralizzati dalla visione, ma la Signora sorridendo li rassicurò rivolgendosi ad essi nella loro stessa lingua:  “esci dal bosco”, disse a Coromoto, “e va nel posto dove abitano i bianchi per ricevere l’acqua sulla testa e poter così andare in cielo”. Queste parole furono pronunciate dalla Vergine con tanta dolcezza che Coromoto si convinse immediatamente.

Il cacicco raccontò tutto al suo encomendero (colono spagnolo responsabile della cura degli indios), don Juan Sánchez; questi gli disse di prepararsi con la sua tribù per ricevere l’istruzione catechetica e il Battesimo.




La Madonna appare per la seconda volta a Coromoto


La sera dell’8 settembre 1652, era un sabato, gli indios neoconvertiti erano tutti riuniti per pregare la Santa Vergine. Juan Sanchez aveva invitato pure Coromoto, ma questi, sdegnato, era andato a chiudersi nella sua capanna di paglia nella selva, accompagnato dalla moglie, dalla cognata e dal figlioletto dodicenne di quest’ultima.
Erano passati solo pochi minuti quando l’umile capanna fu illuminata a giorno: all’ingresso c’era ancora quella Signora bellissima, che appariva luminosa come i raggi del sole a mezzogiorno.
Coromoto credette che lei fosse venuta per impedirgli di tornare nella sua foresta e venne preso dall’ira. “Fino a quando mi perseguiterai?”, gridò. “Te ne puoi anche andare perché io non farò mai quello che mi ordini!”.
La moglie, vergognandosi di tanta mancanza di rispetto, lo ammonì: “Non parlare in questo modo alla bella Signora!”. Ma il cacicco, ormai in preda alla rabbia, afferrò il suo arco urlando: “Ti ammazzo!”.
A questo punto la bella Signora, che finora era rimasta sulla soglia, entrò nella capanna. Coromoto le si lanciò addosso, cercando di afferrarle il collo per strozzarla. Ma in quello stesso istante la visione celeste sparì e la capanna ripiombò nell’oscurità.
L’apparizione era svanita, eppure Coromoto era sicuro di stringere qualcosa dentro il pugno. “L’ho presa!”, gridò alle due donne attonite. “La tengo qui nella mano!”. “Faccela vedere”, dissero queste.
Coromoto aprì le dita e la capanna fu di nuovo illuminata a giorno. La luce proveniva da un piccolo pezzo di pergamena su cui era impressa un’immagine della Madonna col Bambino, era grande quanto una moneta: 27 millimetri per 22.




La pergamena
 

Coromoto avvolse la pergamena in una foglia e la nascose fra la paglia del letto. Il nipote dodicenne temette che lo zio volesse distruggere quella piccola pergamena e corse fuori della capanna fino alla casa di Juan Sanchez per raccontargli l’accaduto; questi provvide a salvare l’immagine miracolosa.

Dopo un po’ di tempo, Coromoto venne morso da un serpente velenoso; preso dallo spavento e prossimo alla morte tornò a Guanare e chiese il Battesimo, che ricevette da un barinese (funzionario statale), prendendo il nome di Angelo Custode.
Guarito dal veleno, Coromoto ordinò a tutti i Cospes di farsi battezzare.

L’immagine miracolosa della Vergine restò per più di un anno in casa di Juan Sanchez.
Nei mesi successivi la fama della Vergine si diffuse e crebbe tra la gente della regione; finché il 1° febbraio 1654, il presbitero vicario don Diego de Lozano - lo stesso che non aveva creduto alla storia di Juan Sánchez nel 1652 -, portò la pergamena in processione, con grande devozione e maestà, dalla casa di Juan Sánchez alla Chiesa di Guanare.
Il popolo la conosceva già come la Vergine di Coromoto.





Quando i pochi spagnoli e gli indios che conoscevano il luogo delle apparizioni morirono e gli indios tornarono sulle montagne alla fine del XVII secolo, nessuno a Guanare conosceva il luogo esatto delle apparizioni.

Nel 1698, Frate Diego de Olayza, agostiniano, giunse a Guanare dalla città di Bogotà, con un’immagine della Vergine del Santuario di Topo, che rappresenta la Madonna Addolorata alla deposizione di Gesù dalla Croce.
Il frate girava le città portando con sé l’immagine della Vergine e raccogliendo l’elemosina, accompagnato da molte persone, tra cui il signor Marcos Paredes de San Nicolás.
Un giorno, mentre tornavano a Guanare recitando il Rosario, tutti si accorsero che il volto della Vergine che portava con sé Frate Diego si era ingiallito per poi riprendere i suoi colori naturali, più vividi e belli.
Poco dopo, mentre erano ancora per la strada, si accorsero che il volto della vergine era coperto da un’ombra; allora si fermarono per 3 ore ad invocare la Divina Misericordia, ma l’ombra persisteva.
Marcos Paredes, seguendo un’ispirazione, disse di piantare una croce sul luogo in cui si trovavano, e così facendo l’ombra scomparve.




Ritrovamento del luogo dell'apparizione


Giunti a Guanare, Marcos Paredes raccontò tutto al sacerdote della città e chiese il permesso di erigere una piccola chiesa sul luogo contrassegnato con la croce. Il sacerdote pensò che forse la Vergine avesse voluto indicare il luogo della sua apparizione e incaricò Marcos Paredes di cercare il luogo esatto.

Il Paredes, messosi alla ricerca con Santiago López, Simón Sánchez e Pablo Pérez, agli inizi di agosto 1698 incontrarono 9 indios a cavallo; cosa strana per uno di loro che commentò: “Sono qui da 10 anni e non ho mai visto un solo indio in questo posto”.
Tra gli indios vi era il cacicco Gaspar Tabares che disse loro: “Abbiamo saputo che un uomo viene per costruire una chiesa per la Madonna, la Vergine. Digli che se vuole costruirla, nel luogo dove la Beata Vergine scese dal Cielo quando mio suocero la vide, verremo tutti ad abitare qui”. Gli altri aggiunsero: “Se costruiscono la chiesa dove il nostro cacicco incontrò la Vergine, usciremo tutti dalle foreste”.

Marcos Paredes disse loro: “Vogliamo costruire la cappella nel punto esatto dell’apparizione, ma ci è stato impossibile trovarlo”. Sentendo ciò, il cacicco Gaspar disse a un altro indio: “Torna indietro e chiama Giuliano perché vengano con tutte le famiglie, che Dio si è ricordato di noi”.
Vennero e venerarono un’immagine della Vergine di Coromoto che Paredes portava con sé e andarono a cercare il luogo esatto dell’apparizione.
Gaspare disse loro: “Ma il luogo dove la Vergine è scesa dal Cielo e mio suocero la prese è già segnato con questa croce”
Allora tutti si resero conto che gli accadimenti con l’immagine della Vergine di Topo e l’inaspettato arrivo degli indios erano state provocate dalla Beata Vergine perché fosse onorato il ricordo della sua apparizione.

Il Santuario di Coromoto è molto considerato dai Venezuelani, intorno ad esso si raccontano centinaia di guarigioni e miracoli prodigiosi.
Particolare è il racconto che narra il caso di Padre Alvarez.
Questi aveva dismesso l’abito ecclesiastico e si era messo a fare il camionista.
Una notte il suo camion si fermò: il guasto sembrava grave. Altri camionisti di passaggio si fermarono per prestargli aiuto. Dopo vari tentativi non riuscirono a far ripartire il camion.
Ma ecco che arrivò trafelata una ragazzina che disse: “Mia nonna sta morendo; mi ha mandato qui a cercare un prete che possa confessarla”. I camionisti, che non sapevano dei trascorsi di Padre Alvarez, dissero che con loro non c’era alcun prete.
Ma ecco che Padre Alvarez si rivela dicendo “Sono io il prete. Non ve l’ho mai detto, ma io sono un sacerdote, anche se ho smesso l’abito. Ho il dovere di aiutare questa donna che sta morendo”.
Alvarez, seguendo la ragazzina, giunse alla casa e qui confessò la moribonda. Subito dopo chiese alla vecchia signora: “Come faceva a sapere che sulla strada c’era un prete?”. La vecchia rispose: “Me l’ha detto la Vergine di quel quadro” e indicò un’immagine sacra che teneva nella stanza: “Mi ha detto che c’era un prete fermo per un incidente, e di mandarlo a chiamare”.
Alvarez andò a guardare l’immagine che era appesa al muro e si accorse che si trattava di Nostra Signora di Coromoto.
Lasciata la casa, Alvarez tornò al suo camion e provò ancora a farlo ripartire: con sua grande meraviglia il camion si riavviò senza difficoltà.
Dopo qualche giorno Alvarez rivestì di nuovo l’abito ecclesiastico e riprese a fare il prete.





Panoramica


Nel 1976, con il patrocinio della Congregazione delle Serve del Santissimo Sacramento, diverse personalità del Venezuela costituirono l’Associazione Civile Venezuelana della Vergine di Coromoto, per la costruzione, sul luogo esatto dell’ultima apparizione, di un Tempio Votivo Nazionale dedicato alla Vergine.

La costruzione del Santuario è durata vent’anni. Nel corso dei lavori si verificò un evento miracoloso.
Il meccanismo di bloccaggio di una gru si ruppe all’improvviso e la gru incominciò a vacillare; stava per cadere addosso ad una squadra di operai, quando questi invocarono a gran voce la Vergine di Coromoto; immediatamente la gru rimase sospesa in aria e gli operai poterono salvarsi. Tutti ringraziarono la Madonna e gridarono al miracolo.




Esterno del Santuario




L’edificio, grande quanto un campo di calcio, può accogliere fino a seimila fedeli.
La grande spianata all’esterno può arrivare ad accogliere fino a mezzo milione di fedeli.




Interno del Santuario


L’interno, una navata unica e senza colonne, prende luce da un’immensa vetrata di 330 metri quadri, costruita a Monaco di Baviera.
L’Altare maggiore è collocato nel luogo esatto dell’Apparizione della Madonna.

Sopra l’Altare è collocata in alto la statua della Madonna, visibile da ogni lato della navata.




La statua della Madonna in alto dietro l'Altare


Per la venerazione dei fedeli, l'immagine della Madonna è posta in una nicchia






Il reliquario



La Reliquia


Quella che tradizionalmente veniva chiamata la “Reliquia” della Vergine di Coromoto, oggi si sa che è più che una Reliquia è una “Mariofanía”, cioè una “Manifestazione della Vergine Vivente”. Gli unici casi di apparizioni al mondo in cui la Vergine ha lasciato non solo testimoni, ma anche testimonianze fisiche sono: Guadalupe in Messico e Coromoto in Venezuela.
Entrambi sono conosciuti come Paesi di forte cultura matriarcale, e non è un caso che la Vergine, Madre di Dio e degli uomini, sia l’interceditrice per eccellenza dei suoi figli davanti al Padre celeste.
La Vergine di Coromoto è anche conosciuta come “la Vergine dell’Acqua”, poiché mandò a battezzare i testimoni della sua apparizione. La sua è anche l’unica apparizione  davanti ad una famiglia completa (il cacicco Coromoto, sua moglie, sua cognata Isabel e il figlio di quest’ultima).

La Reliquia è stata sottoposta restauro e nel processo di ripristino dell’immagine si sono verificati diversi eventi e sono state fatte diverse scoperte.
Durante il restauro, oltre ai rappresentanti della Chiesa e al gruppo di restauratori, sono stati coinvolti stimati professionisti di diverse discipline scientifiche: antropologi, storici, medici, ecc.
Tutto è stato documentato con riprese video autorizzate dalla gerarchia della Chiesa venezuelana e dal Vaticano.

Il reliquiario era sigillato e i restauratori non potevano aprirlo... all’improvviso si è aperto da solo.
L’immagine, oltre ad essere macchiata e molto deteriorata, era incollata al vetro del reliquiario che la conteneva. Senza manipolarlo o applicare sostanze chimiche, ha iniziato a staccarsi da solo.
Misurando il pH del supporto e del contenitore, è stata rilevata acidità, tutto era contaminato, tranne l’immagine.
La prima fase del restauro doveva essere completata in 3-7 settimane: senza una possibile spiegazione scientifica, l’immagine ha iniziato ad auto-restaurarsi (le parti mancanti si sono completate) in 6 giorni e il processo di auto-restauro è continuato, mostrando nuove scoperte ogni volta che veniva esposta ai microscopi ad alta risoluzione.
L’inchiostro che definisce l’immagine non aderisce alla carta, non la penetra, ma vi galleggia sopra, come accade sulla “tilma” della Vergine di Guadalupe.
Il volto si rivela essere di una donna giovanissima, dai lineamenti fini, delicati e sereni.
L’esame degli occhi ha destato una grande sorpresa perché non ci sono spiegazioni umanamente possibili: l’occhio sinistro ha un’iride, una lente e una retina; in esso si riflette una figura umana. Nell’occhio destro ci sono cellule epiteliali di un occhio umano vivente.
L’iride ha la forma di una mappa del Venezuela e al centro della mappa c’è l’immagine di Gesù. (Si noti che il Venezuela è l’unico Paese al mondo consacrato al Santissimo Sacramento dell’Altare e al Sacro Cuore di Gesù).

La corona sulla testa è un pennacchio indigeno, quello che si vede dietro come sfondo dell’immagine è l’interno di una capanna indigena. Le colonne ai lati sono rappresentate da cesti indigeni. Sopra di loro ci sono parole in aramaico, tra le quali è stata tradotta “La più grande donna piena di grazia”.
Nel pennacchio compaiono alcuni simboli noti, come il fiore di giglio.
Il naso ha la forma di una nave sul mare e coincide con l’immagine della Battaglia di Lepanto, vinta con la recita del Rosario.
Sulla fronte appare una costellazione di stelle la cui disposizione coincide con quella del giorno e l’ora dell’apparizione: l’8 settembre 1652 alle ore 18,30.
Nell’auto-restaurazione è apparsa l’immagine del volto di Gesù Bambino, che si è rivelato essere non di stoffa o di cotone, ma di pelle umana.

Per iniziare a diffondere i risultati occorre aspettare la certificazione del Vaticano.

Nel 1942, l’episcopato venezuelano dichiarò e proclamò Nostra Signora di Coromoto Patrona ufficiale del Venezuela.

Nel 1944, il Papa Pio XII confermò, costituì e dichiarò la Santissima Vergine di Coromoto, Celeste e Principale Patrona del Venezuela.

Il 14 maggio del 1949, la chiesa di Guanare fu elevata a Basilica Minore da Sua Santità Pio XII. Nella chiesa è custodita la Reliquia lasciata dalla Vergine nella mano del cacicco Coromoto.

L’11 settembre del 1952, a 300 anni dalla sua apparizione, la sacra immagine della Vergine fu incoronata dal Cardinale Manuel Arteaga Betancourt.

Nel 1976, con il patrocinio della Congregazione delle Serve del Santissimo Sacramento, M. Guadalupe, M. Elizabeth, Mons. Alfonzo Vaz, Mons. Ángel Polacini ed altre personalità, hanno costituito l’Associazione Civile Venezuelana della Vergine di Coromoto, per la costruzione, sul luogo esatto dell’ultima apparizione, di un tempio Votivo Nazionale dedicato alla Vergine.
Nel Tempio fu traslata la Reliquia, che venne posta in un posto particolare per la venerazione dei fedeli.

Nel gennaio del 1996, il tempio fu dichiarato Santuario da Sua Eccellenza Monsignor Oriano Quillici, Nunzio Apostolico in Venezuela.

Nel febbraio dello stesso anno, il Santuario fu inaugurato dal Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita nel paese.
Nel 2007, il Papa Benedetto XVI elevò il Santuario al rango di Basilica minore.


La festa di Nostra Signora di Coromoto si celebra tre volte l’anno: il 2 febbraio e l’8 e l’11 di settembre.

Dall’8 all’11 settembre giungono al Santuario centinaia di migliaia di pellegrini provenienti dal Venezuela e dagli Stati vicini.





Un gruppo di pellegrini venezuelani si reca al Santuario in bicicletta, percorrendo circa 330 km. fino a Guanare, dopo aver visitato gli altri luoghi di culto del Venezuela.





Durante la festa, vengono portate in processione la statua della Madonna e il reliquario.








Il reliquario viene portato in processione dagli indios abbigliati con i loro costumi tribali.





Con gli stessi costumi gli indios entrano nel Santuario.








Preghiera a Nostra Signora di Coromoto








Prima preghiera


Oh, Vergine di Coromoto, Patrona del Venezuela,
nelle Tue mani deposito questa supplica (oggetto della supplica).
Benedícila, preséntala al Cuore di Gesù.
Conferma il Tuo amore di Madre
e il Tuo potere di Regina, Oh Maria!
Io conto nel Tuo aiuto e nella Tua fedele amicizia.
Io mi affido al Tuo potere materno.
Io mi arrendo alla divina volontà del Tuo amato Figlio.
Sono sicuro che Tu sei Madre di Misericordia
e ascolti attenta ognuna delle nostre suppliche.
Madre di Dio e Madre mia! Mia Regina!
Pórtami al Cuore di Gesù.
Benedícici, oh Madre Santissima!
Cóprici sol Tuo santo manto.
Oh Nostra Signora di Coromoto, intercedi per noi!
Amen

Salve Regina, Padre Nostro, Ave Maria e Gloria.

 

Seconda preghiera


Bella Signora Maria,
Vergine Madre del Redentore,
con Te lodiamo e glorifichiamo il Padre,
nello Spirito Santo per Gesù Cristo.
Ti supplichiamo che.
come con Coromoto guidasti i passi degli indios
fino alla grazia battesimale,
così oggi guida i cuori dei Venezuelani
e condúcili al rinnovamento della fede.
Vergine di Coromoto,
Patrona del Venezuela,
benedici l’opera evangelizzatrice della Chiesa
nella nostra Patria, perché sia baluardo
e difesa della fede dei Tuoi figli
e dia inizio ad un rinnovamento
dei costumi cristiani.
Amen.