Santuario
di Maria Ausiliatrice
Torino - Italia
Via Maria Ausiliatrice, 32, 10152
Torino
Telefono: +39 011 52 241
Il complesso del Santuario
Il Santuario di Maria Ausiliatrice è un complesso voluto da San
Giovanni Bosco (1815-1888) tra il 1865 1867.
Dedicatosi all’assistenza dei giovani disadattati e disoccupati, che
incontrava nella zona di Porta Palazzo, Don Giovanni Bosco cercò
un luogo ove accogliere ed aiutare i giovani.
A Ovest della vecchia città di Torino vi era una zona a ridosso
del fiume Dora, coperta di campi e con qualche cascina, la zona era
denominata Valdocco (Valdòch - Vallis occisorum - Valle
degli uccisi), lì Don Giovanni Bosco trovò in affitto la
cascina di un certo Francesco Pinardi, comoda perché
vicina alla zona di Porta Palazzo. La cascina venne adibita a oratorio.
In seguito, con l’aiuto di Giulia Falletti Marchesa di Barolo, Don
Bosco riuscì a rilevare i terreni e ampliare così
l’accoglienza dei giovani. Ben presto, tra il 1850 e il 1852, di fianco
alla cascina – denominata Tettoia Finardi - fu aggiunta una
piccola chiesa, adibita a cappella, e dedicata a San Francesco di
Sales. Oggi la chiesetta è accessibile dal cortile interno,
dietro l’attuale Basilica.
La vecchia cascina Finardi
La seconda Domenica di ottobre del 1844 Don Giovanni Bosco ebbe una
visione.
Gli era parso di essere sul margine settentrionale di Valdocco, dove,
spingendo lo sguardo dalla parte della Dora, fra gli altissimi alberi
che il quel tempo occupavano l’odierno Corso Margherita, aveva visto in
giù, vicino all’odierno Cottolengo, in un campo di ortaglie, tre
bellissimi giovani, splendenti di luce, i quali stavano ritti in piedi,
in quello spazio che nel sogno precedente le era stato indicato come
teatro del glorioso martirio dei tre soldati della legione “Tebea”; lo
invitavano a scendere ed a recarsi da loro. Don Bosco si
affrettò, e come li ebbe raggiunti, fu da essi accompagnato con
grande amorevolezza verso l’estremità di quel terreno nel quale
ora si innalza la chiesa di Maria Ausiliatrice. Qui, percorso un breve
tratto, passando di meraviglia in meraviglia, si trovò dinanzi
una Donna magnificamente vestita, la Vergine, di indicibile avvenenza,
maestà e splendore, presso la quale vide un gruppo di vegliardi
con l’aspetto di príncipi.
A Lei, come a una regina, facevano nobilissimo seguito innumerevoli
personaggi abbaglianti di grazia e di ricchezza: e intorno si
stendevano altre schiere fin dove si poteva spingere lo sguardo. La
Vergine, apparsa nel punto ove poi fu eretto l’Altare maggiore del
Santuario, invitò Don Bosco ad avvicinarsi; e, come lo ebbe
vicino, gli disse che i tre giovani che lo avevano condotto a lei,
erano i martiri “Solutore”, “Avventore” e “Ottavio”; quasi volesse
indicargli che loro sarebbero stati i Patroni speciali di quel luogo.
Quindi, con un incantevole sorriso sulle labbra e con affettuose
parole, lo incoraggiò a non abbandonare i suoi figli, ma a
proseguire con sempre maggior ardore l’opera intrapresa. Soggiunse che
avrebbe incontrato ostacoli gravissimi, ma che li avrebbe vinti e
superati attraverso la fiducia nella Madre di Dio e nel suo Divino
Figlio.
Infine gli mostrò poco distante una casa, che allora esisteva
realmente ed era proprietà di un certo Pinardi, ed una piccola
chiesa, nel posto preciso dov’è la chiesa di San Francesco di
Sales, con l’annesso fabbricato.
Alzando allora la destra, con voce ineffabilmente armoniosa e degna di
venerazione la Vergine esclamò: «Hic domus mea, inde
gloria mea” - Questa è la mia casa! Da qui la mia gloria!»
Al suono di queste parole Don Bosco rimase così commosso, che si
riscosse, e la figura della Vergine, con tutta la visione che la
attorniava, lentamente svanì, come nebbia al levar del sole.
Oggi la scritta con le parole della Madonna campeggia nella seconda
cupola della Basilica.
Don Bosco iniziò i lavori per costruire l’attuale Basilica e li
affidò all’impresa del capomastro Carlo Buzzetti. I lavori
iniziarono nell’autunno del 1863. Terminati gli scavi, nell’aprile del
1864, Don Bosco disse al Buzzetti: «Ti voglio dare subito un
acconto per i grandi lavori». Così dicendo tirò
fuori il borsellino, l’aprì e versò nelle mani di
Buzzetti quanto conteneva: otto soldi, nemmeno mezza lira.
La Basilica fu costruita sul luogo della morte dei tre Santi Martiri
della legione “Tebea”; in essa sono poste le reliquie di questi santi.
In seguito verranno poste le reliquie contenenti il corpo di San
Giovanni Bosco e di Santa Maria Domenica Mazzarello.
La prima pietra della Basilica venne posta il 27 aprile 1865, alla
presenza del Principe Amedeo di Savoia; il 23 settembre 1866 venne
terminata la grande cupola; e nel 1867 fu posta la statua della Madonna
al termine della cupola.
La consacrazione ebbe luogo il 9 giugno 1868.
Tra il 1935 e il 1942 la Basilica venne ingrandita, in concomitanza con
la canonizzazione di Don Bosco, le cui spoglie sono oggi ospitate in
una cappella completata nel 1938.
L’elevazione alla dignità di “Basilica minore” avvenne il 28
giugno 1911.
Nato in una famiglia di contadini, Don Bosco era povero. Lo fu
per tutta la vita. La mancanza di mezzi gli provocò giorni di
trepidazione e di pena, soprattutto quando, nel corso dei lavori per la
costruzione della Basilica di Maria Ausiliatrice, si vide quasi
costretto a sospendere l’innalzamento della cupola progettata
dall’architetto Spezia. Un giorno, aveva deciso di rinunciare,
sostituendola con una semplice volta; ne diede in realtà ordine
al suo economo e al capomastro. Questi, dolorosamente sorpresi,
disubbidirono. Don Bosco non insistette; taceva e pregava.
Intervenne la Madonna:. Un uomo molto ricco in fin di vita fece
chiamare don Bosco per gli ultimi conforti religiosi. Don Bosco
andò e, al termine della visita, disse all’infermo: «Che
cosa farebbe se Maria Ausiliatrice le ottenesse la grazia di
guarire?». «Prometto» - rispose l’infermo - «di
fare per sei mesi consecutivi una generosa offerta per la chiesa in
Valdocco». Don Bosco accettò la promessa; pregò,
benedisse l’infermo e ritornò al suo Oratorio. Tre giorni dopo,
gli fu annunziata la visita di un vecchio signore. Era il banchiere
Antonio Cotta, Senatore del Regno, di anni 83, perfettamente guarito
dopo la promessa fatta e la benedizione ricevuta da don Bosco.
«Sono qui» - disse lieto e sorridente- «la Madonna mi
ha guarito contro l’aspettativa di tutti, con stupore e gioia della mia
famiglia. Ecco la prima offerta per questo mese».
La facciata principale della Basilica
L’edificio ha una facciata in stile neo-rinascimentale sul modello
palladiano della chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia, con un
timpano retto da quattro colonne, sul quale sono poste le statue dei
martiri Solutore, Avventore e Ottavio.
A lato del timpano sono le statue di San Massimo e di San Francesco di
Sales.
Sull’architrave sotto il timpano c’è la scritta: «Maria auxilium
christianorum ora pro nobis” e sotto il rosone la statua in
marmo di Gesù tra i fanciulli.
Tra le colonne, a destra e a sinistra della fascia centrale, due
altorilievi rappresentano San Pio V che annuncia la vittoria di Lepanto
e Pio VII che incorona Maria.
La statua dorata della Madonna posta sulla cupola
Nel 1867 sopra la cupola venne posta una statua dorata della Madonna
opera di Camillo Boggio.
Il monumento a Don Bosco
Nel 1920, sulla rotonda di fronte alla chiesa venne collocato un
monumento a Don Bosco.
La Basilica ha una pianta a croce latina e una decorazione in marmi
policromi voluta dal beato Michele Rua, primo successore di Don Bosco.
Interno della Basilica
La navata culmina col presbiterio, al centro del quale è posto
l’Altare maggiore.
Il presbiterio
L'Altare maggiore
Sopra il tabernacolo si trova il grande dipinto che rappresenta Maria
ausiliatrice, voluto da Don Bosco, e realizzato da Tommaso Lorenzone.
Il dipinto sopra il tabernacolo
I lavori di decorazione furono inaugurati l’8 dicembre 1891, nella
ricorrenza del primo cinquantenario dell’Opera Salesiana
A Carlo Cussetti si devono i decori sulle volte delle gallerie che
circondano le due cappelle che affiancano l’Altare maggiore, e quelli
della cupola minore costruita da Giulio Vallotti.
L'interno della cupola principale
Nell’interno della cupola principale si trova un grandioso affresco,
opera del pittore Giuseppe Rollini che da ragazzo era stato allievo di
Don Bosco.
L'affresco
(clicca per ingrandire)
Nell’affresco: al centro vi è Maria Ausiliatrice, Regina del
Cielo, che siede sul suo trono e tiene ritto sulle ginocchia il Bambino
che ha le braccia aperte in atto di richiamo. Sopra il capo della
Vergine, la figura maestosa del Padre Eterno che ha sul petto
splendente una candida colomba, simbolo dello Spirito Santo. Intorno
alla Vergine si librano in volo e fanno corona Angeli e Arcangeli:
Gabriele inginocchiato e chino presso il trono, come era nell’umile
casa di Nazareth il giorno dell’Annunciazione quando rivolse alla
Vergine il saluto Ave, gratia plena;
Michele in alto, sfolgorante con la spada e con la bilancia. Alla
destra di Maria vi è San Giuseppe in piedi con il bastone
fiorito in mano.
Sotto i cumuli delle bianche nubi si apre un lembo di terra, dove la
sorridente figura di Don Bosco appare in mezzo ai suoi figli, con le
opere del suo apostolato nei paesi civili e tra i popoli selvaggi.
Monsignor G. Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia, presenta a
Don Bosco un gruppo di Patagoni, alcuni inginocchiati, uno, di statura
gigantesca, in piedi con le braccia aperte in atteggiamento di stupore,
di gioia, di riconoscenza verso colui che mandò i Missionari per
la loro redenzione.
Accanto sono due Suore delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che nelle
scuole, negli ospizi, negli asili, negli ospedali compiono la loro
santa missione fra le povere donne e le fanciulle della Patagonia.
Più in alto, sopra le Suore, è collocato un gruppo di
Santi cari a don Bosco: San Francesco di Sales, San Filippo Neri, San
Luigi Gonzaga; e dinanzi a loro, inginocchiato, San Carlo
Borromeo.
Più in alto ancora sono riconoscibili San Giovanni Battista,
Santa Teresa con la freccia in mano, e, seduti, San Pietro con le
chiavi e San Paolo con la spada.
A destra delle Suore, due Missionari salesiani. A sinistra di Don
Bosco, sono raffigurati i Salesiani con le loro scuole.
Più a sinistra sono raffigurati gli Ordini religiosi dei
Trinitari e dei Mercedari, che operarono per la liberazione dei
cristiani caduti schiavi dei Musulmani.
Più in alto, inginocchiato sulle nubi, con la croce sul petto,
le braccia aperte, rapito nella contemplazione della Vergine, vi
è San Giovanni di Matha, che fondò nel 1198 l’Ordine
della SS. Trinità, con San Felice di Valois, rappresentato
più in basso mentre invita gli schiavi liberati a rivolgere le
loro preghiere di ringraziamento alla Madonna.
Tra San Giovanni di Matha e San Felice di Valois è collocato San
Pietro Nolasco, che nel 1218 fondò l’Ordine dei Mercedari.
II personaggio che è più a sinistra, con uno schiavo
inginocchiato ai suoi piedi e nell’atto di pagare la mercede per
riscattare alcuni poveri cristiani fatti schiavi e incatenati, è
San Raimondo Nonnato, che fu il secondo generale dell’Ordine della
Mercede.
Presso l’Arabo che riceve i soldi, c’è un cartello con
la firma del pittore e la data dell’anno in cui fu terminato il lavoro:
G. Rollini, 1891.
Nella parte della cupola che è di fronte al trono della Vergine
Ausiliatrice, un gruppo di Angeli con le ali spiegate, di mirabile
finezza e perfezione, sostiene un grande arazzo sul quale è
rappresentata la scena della battaglia di Lepanto, che decise dei
destini dell’Asia e dell’Europa.
Accanto, a destra, il Papa San Pio V
col braccio teso indica la Vergine Ausiliatrice, per il cui materno
intervento fu ottenuta la vittoria.
A ricordo di questa insigne
vittoria, San Pio V fissò nel giorno 7 ottobre la festa del
santo Rosario.
A destra della grandiosa rappresentazione della battaglia, il pittore
Rollini ritrasse accanto al pontefice San Pio V, i principi cristiani
che contribuirono con le loro armate e con il loro braccio, ad ottenere
la vittoria di Lepanto: è un gruppo di dieci slanciate figure di
cavalieri sfarzosamente vestiti secondo il costume del tempo, raccolti
intorno al re di Spagna, Filippo II.
Procedendo sempre verso sinistra si presenta sul bianco destriero, il
re di Polonia Giovanni Sobieski che liberò Vienna dall’assedio
dei Turchi. Al suo fianco un altro cavaliere abbassa a terra, in segno
di omaggio alla Vergine, la grande bandiera del profeta, strappata ai
Turchi.
L’ultimo gruppo che completa la decorazione e chiude l’anello del
quadro dipinto dal Rollini nella cupola, rappresenta il Pontefice Pio
VII solennemente vestito degli abiti pontificali e con la tiara in
capo. Tiene in mano un foglio che è la Bolla con cui egli
istituì la festa di Maria Auxilium Christianorum, nel 1815,
proprio l’anno in cui nacque Don Bosco. Una colonna tronca gli sta
accanto con la data «1815», a ricordo dell’avvenimento; da
essa pendono le spezzate catene della tirannide napoleonica.
Il Papa
Pio VII istituì la festa di Maria Ausiliatrice da celebrarsi il
24 maggio.
All’interno della Basilica, oltre all’Altare Maggiore vi sono quattro
altari laterali: entrando dall’ingresso principale, sulla destra, si
trova l’Altare dedicato a Santa Maria Domenica Mazzarello, cofondatrice
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
L'Altare di Santa Maria Domenica Mazzarello
Di fronte vi è l’Altare
intitolato a San Domenico Savio, giovane allievo di Don Bosco e
protettore dei ragazzi.
Altare di San Domenico Savio
Proseguendo per la navata, superato l’accesso alla cosiddetta “cappella
delle Reliquie”, sulla destra vi è l’Altare di Don Bosco, opera
monumentale dell’architetto Mario Ceradini.
Altare di San Giovanni Bosco
In questo Altare sono conservate le spoglie del Santo.
L'urna con le spoglie di San Giovanni Bosco
Di fronte a questo Altare vi è la cappella dedicata a San
Giuseppe, l’unica rimasta come l’aveva voluta Don Bosco, nel cui
quadro, in basso, si vede il complesso della basilica come si
presentava poco dopo la costruzione.
Altare di San Giuseppe
Dalla navata centrale una scala conduce alla cripta, la “Cappella delle
Reliquie”.
La cripta
Nella cappella è conservata la reliquia del Legno della Santa
Croce.
La Reliquia del Legno della Santa Croce
Nella cappella è contrassegnato con una croce il punto preciso
dove la Madonna indicò di dare inizio alla costruzione della
Basilica.
Il punto preciso dove la Madonna indicò di dare inizio alla
costruzione
Sulla cantoria alla sinistra dell’abside si trova l’organo
a canne, costruito nel 1941: è a trasmissione elettrica e
dispone di 65 registri; la sua consolle, anch’essa in cantoria, ha tre
tastiere e pedaliera. Lo strumento dispone anche di una consolle
ausiliaria ad unico manuale e pedaliera per la sola sezione corale,
situata al disotto della stessa cantoria.
L'organo a canne
La festa di Maria Auxilium
Christianorum -Aiuto dei cristiani -, fu istituita da papa
Pio VII il 15 settembre 1815 e fissata al 24 maggio in ricordo suo
trionfale rientro a Roma (24 maggio 1814) dopo la prigionia sotto
Napoleone a Fontainebleau. In origine la festa era limitata alla Chiesa
di Roma, ma fu presto adottata dalle diocesi toscane (1816) e poi
estesa alla Chiesa universale.
La S. Messa per la festa della Madonna
Dopo la celebrazione delle SS. Messe durante tutto il giorno del 24
maggio, alle ore 20,30 si svolge a Torino la solenne processione di
Maria Ausiliatrice, presieduta dall’arcivescovo di Torino.
Nel 1872 Don Bosco era a
Genova nel quartiere di Sampierdarena, per dare inizio in Liguria alla
sua opera missionaria. Un giorno era nella allora Cattedrale di San
Siro a celebrare la Messa alla quale parteciparono tanti benefattori.
Questi ascoltarono la sua catechesi e poi si presentarono in sagrestia
per ricevere la sua benedizione. Don Bosco dava a tutti una medaglietta
di Maria Ausiliatrice. Le medagliette che aveva in un sacchetto erano
pochissime, eppure tutti i numerosi presenti ne ricevettero una.
Un giorno Don Bosco cominciò a distribuire castagne cotte ai
ragazzi, ma ben presto ne rimasero poche per soddisfare i
seicentocinquanta giovani presenti. Tuttavia Don Bosco calava il
mestolo nel canestro e lo ritraeva pieno e la quantità che
rimaneva nel cesto sembrava non cessasse mai, esaurita la distribuzione
ne rimase ancora una porzione.
Un giorno non c’era pane sufficiente per i suoi ragazzi, e il fornaio
non voleva mandarne altro se prima non fosse stato saldato il credito.
Don Bosco prese il cesto, che conteneva una ventina di pagnottelle, e
incominciò a distribuire il pane, e con grande meraviglia
riuscì a distribuire le pagnottelle a tutti i presenti. Quando
ebbe terminato, nel cesto vi erano ancora le venti pagnottelle, senza
che fosse stato messo altro pane nel cesto.
Un giorno Don Bosco incominciò a distribuire la Comunione, ma le
Ostie erano troppo poche, tuttavia egli continuò la
distribuzione e le Particole si moltiplicarono e bastarono per tutti.
Un giorno, un giovane che frequentava l’oratorio, di nome Carlo, cadde
gravemente ammalato e in poco tempo morì. Quando lo seppe Don
Bosco si avviò frettolosamente verso la casa dov’era il ragazzo,
e quando vi giunse, gli dissero che era morto da molte ore. Don Bosco
rispose: «Egli dorme a voi credete che sia morto!» Quindi
fu condotto nella camera, dove il cadavere era già rivestito per
la sepoltura. Disse: «Lasciatemi solo!» Recitò una
preghiera, lo benedisse e chiamò il giovane due volte:
«Carlo alzati!».
Il giovane scucì il lenzuolo con le mani e apri gli occhi;
subito chiese di confessarsi e si pentì di tutti i peccati. Poi
disse alla madre, che nel frattempo era entrata nella camera:
«Don Bosco mi salva dall’inferno». Il ragazzo rimase due
ore a parlare con Don Bosco, mentre il suo corpo rimaneva freddo. Don
Bosco gli chiese: «Vuoi andare lassù o rimanere con
noi?». Il ragazzo rispose: «Desidero andare il
Paradiso». E Don Bosco rispose: «Arrivederci in
paradiso». Il ragazzo chiuse gli occhi e si riaddormentò
nel Signore.
Un giorno che Don Bosco si trovava a Firenze: accorse da lui la
Marchesa Gerolama Uguccioni Gherardi, piangendo e gridando che il suo
figlioccio era morto e che Don Bosco doveva accorrere con lei per farlo
rivivere. Don Bosco acconsentì e avvicinatosi al letto,
trovò il bimbo, ancor in tenera età, immobile,
pallidissimo, con gli occhi vitrei, con il viso contratto, che non dava
più segni di vita. A detta di tutti era spirato.
Don Bosco invitò quanti si trovavano nella stanza ad innalzare
una preghiera a Maria Ausiliatrice, poi diede la benedizione a quel
corpicino. Non appena terminata la benedizione il bambino morto diede
come uno sbadiglio, incominciò a respirare, a muoversi,
riacquisto l’uso dei sensi, si volse alla madre sorridendo, e in breve
si riebbe.
Per questa ragione la Marchesa quando Don Bosco passava per Firenze lo
voleva sempre ospite in casa sua dandogli mille segni di stima e di
rispetto. La Marchesa divenne inoltre benefattrice delle opere di Don
Bosco, da meritare d’essere chiamata dai Salesiani: “La nostra buona
mamma di Firenze”.
Un giorno Don Bosco si trovava nel paese di Caramagna, vicino Torino,
gli si presentò una donna povera che si trascinava su due
grucce. Don bosco le chiese: «Cosa volete mia buona
donna?». La donna rispose: «Oh Don Bosco! Abbia compassione
di me! Mi dia una sua benedizione!». «Di tutto cuore»
– le disse Don Bosco – «ma avete fede nella
Madonna?». «Sì, tanta» – rispose la
donna -. «Dunque, inginocchiatevi!». «È da
tanto tempo che non posso inginocchiarmi; ho le gambe quasi
morte» – disse la donna – E don Bosco: «Non importa
inginocchiatevi!». E quella donna, per obbedire, si appoggiava
alle due grucce per tentare di strisciare su quelle fino a terra; ma
Don Bosco, togliendole le grucce da sotto le braccia e dalle mani, le
disse risolutamente: «Così no, inginocchiatevi
bene». Nella folla regnava un totale silenzio; non si udiva un
respiro; ed erano presenti seicento e più persone. La donna si
trovò in ginocchio a terra, come per incanto ... «Adesso
dite con me» - disse Don Bosco - «Tre Ave Maria alla
Vergine Ausiliatrice». E dopo aver recitato le tre Ave Maria,
senza che nessuno la aiutasse, la donna si alzò senza più
sentire i dolori che da diversi anni la opprimevano. Don Bosco,
sorridendo, le mise le due grucce sulle spalle e le disse:
«Andate, mia buona donna, e amate sempre Maria
Ausiliatrice».
La donna miracolata si incamminò fra la folla verso casa,
magnificando e ringraziando la Madonna e il suo benefattore.
Preghiere a Maria Ausiliatrice
(Composta da Don Bosco - Indulgenza di 3 anni.
Indulgenza plenaria alle solite condizioni, purché recitata ogni
giorno per un mese intero)
O Maria, vergine potente:
Tu, grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu, aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola tutte le eresie del mondo,
Tu nelle angustie, nelle lotte,
nelle necessità diféndici dal nemico
e nell’ora della morte accóglici nel Paradiso.
Amen.
A Te, Maria Ausiliatrice,
che ogni anno ci accogli ai tuoi piedi,
rivolgiamo il nostro sguardo carico di amore per Te e per il tuo Figlio
Gesù.
Da Te attendiamo, o Madre, aiuto e protezione per i fedeli e le
realtà ecclesiali.
Siano uniti nella fede e nella carità e testimonino la comunione
e l’unità,
perché il mondo creda in Cristo Signore.
Dona ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, e ai laici credenti,
fiducia ed entusiasmo nel predicare il Vangelo ad ogni persona
e ogni ambiente di vita e di lavoro.
Madre dolcissima di
misericordia,
Tu che ami ogni famiglia e sei attenta e premurosa per le sue
necessità,
intercedi presso il Figlio Tuo, affinché in ogni casa non
manchino l’amore e l’unità;
gli sposi siano forti nelle prove e carichi di speranza nel Signore;
i figli accolgano gli insegnamenti della vita dati dai genitori;
gli anziani siano sostenuti e non lasciati soli nel loro cammino a
volte di sofferenza.
In tutti si rinsaldi la fede in Gesù mediante la preghiera
familiare.
Dona a tutti noi la volontà di seguire il Tuo invito di
“fare sempre quello che Gesù mio Figlio vi dice”.
Guarda o Maria Santissima,
i giovani che cercano una strada nella vita:
indica loro il tuo esempio da seguire.
Indica ai giovani la via della vocazione che Dio ha scelto per ciascuno
e réndili coraggiosi e forti nel rispondere “sì”
anche alle chiamate più impegnative del sacerdozio e della vita
consacrata.
Maria Ausiliatrice,
Tu che sempre ci hai aiutato nei momenti difficili,
mostraTi ricca di grazie per tante famiglie.
Fa’ che la solidarietà e la collaborazione
promuovano iniziative di sostegno per chi è nella prova
e ridiano speranza di uscirne insieme più uniti e ricchi di
amore reciproco.
A Te, Vergine, aiuto e
protezione dei Tuoi figli,
ricorriamo umili e confidenti,
in Te speriamo di ottenere la grazia della Tua materna protezione
e sostegno soprattutto nelle prove e sofferenze della vita.
Maria Ausiliatrice,
madre tenerissima di misericordia,
rivolgi il Tuo sguardo benigno ai tanti martiri del nostro tempo,
che versano il sangue per Cristo e la fede.
Il loro sacrifico sia lievito di vita e di pace per tutti.
Maria Ausiliatrice, Avvocata di
misericordia,
Aiuto dei cristiani e madre dell’umanità
acccógli le preghiere di noi Tuoi figli che in Te sperano,
ed aiutaci ad accogliere e seguire con fedeltà il Vangelo del
tuo Figlio Gesù.
Amen.
O Maria Ausiliatrice,
noi ci affidiamo nuovamente, totalmente, sinceramente a Te!
Tu che sei Vergine Potente, resta vicino a ciascuno di noi.
Ripeti a Gesù, per noi, il “Non hanno più vino”
che dicesti per gli sposi di Cana,
perché Gesù possa rinnovare il miracolo della salvezza.
Ripeti a Gesù: “Non hanno più vino!”,
“Non hanno salute, non hanno serenità, non hanno speranza!”.
Tra noi ci sono molti ammalati, alcuni anche gravi, confórtali,
o Maria Ausiliatrice!
Tra noi ci sono molti anziani soli e tristi, consólali, o Maria
Ausiliatrice!
Tra noi ci sono molti adulti sfiduciati e stanchi, sostienili, o Maria
Ausiliatrice!
Tu che Ti sei fatta carico di ogni persona,
aiuta ciascun di noi a farsi carico della vita del prossimo!
Aiuta i nostri giovani, soprattutto quelli che riempiono le piazze e le
vie.
Aiuta le nostre famiglie,
soprattutto quelle che faticano a vivere la fedeltà, l’unione,
la concordia!
Aiuta le persone consacrate
perché siano un segno trasparente dell’amore di Dio.
Aiuta i sacerdoti,
perché possano comunicare a tutti la bellezza della misericordia
di Dio.
Aiuta gli educatori, gli insegnanti e gli animatori,
perché siano aiuto autentico alla crescita.
Aiuta i governanti
perché sappiano cercare sempre e solo il bene comune.
O Maria Ausiliatrice, vieni
nelle nostre case,
Tu che hai fatto della casa di Giovanni la tua casa,
secondo la parola di Gesù in croce.
Proteggi la vita in tutte le sue forme, età e situazioni.
Sostieni ciascuno di noi perché
diventiamo apostoli entusiasti e credibili del Vangelo.
E custodisci nella pace, nella serenità e nell’amore,
ogni persona che alza verso di Te il suo sguardo e a Te si affida.
Amen.
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