Santuario di
Maria Santissima Addolorata

  Castelpetroso (IS) - Italia


Via Santuario, 86096 Castelpetroso (IS)
Telefono: 0865 936110





Il Santuario della Santissima Addolorata sorge nel territorio del comune di Castelpetroso, in provincia di Isernia, ad Est della frazione Pastena, non lontano dalla Strada Statale 17 dell’Appennino abruzzese e Appulo Sannitica.





Il 22 marzo 1888, in località Cesa tra Santi, due contadine: Bibiana Cicchino, trentacinquenne nata e residente a Castelpetroso, e Serafina Valentino, trentaquattrenne, anch’ella nativa e residente a Castelpetroso, erano alla ricerca di un agnellino disperso. Bibiana, attratta dallo sfolgorio che promanava da una grotta, si avvicinò e subito si trovò immersa in una visione: la Vergine Santissima semi inginocchiata, con le mani allargate e gli occhi rivolti al cielo e con ai suoi piedi Gesù morto coperto di sangue e di piaghe.
Dopo un primo momento di sgomento, Bibiana chiamò a gran voce l’amica Serafina perché la raggiungesse; quest’ultima giunta sul luogo non riuscì a vedere nulla e fu molto stupita nel sentire da Bibiana quello che aveva visto.
Dieci giorni dopo, il primo aprile, giorno di Pasqua, l’apparizione si rinnovò e questa volta anche Serafina poté beneficiarne.



Le apparizioni alle due contadine


Le voci sulle apparizioni ben presto si diffusero a Castelpetroso e in tutti i paesi e le regioni vicine. Folle di fedeli accorsero e già pochi giorni dopo le apparizioni si contarono a Cesa tra Santi circa 4000 pellegrini in una sola giornata.

Il vescovo di Bojano, Mons. Francesco Macarone Palmieri, alla prima notizia degli eventi mise subito sotto controllo Cesa tra Santi e dispose un primo processo istruttorio per effettuare indagini sulle presunte apparizioni. Il Santo Padre Leone XIII, sia pure oralmente, lo nominò Delegato Apostolico, dandogli l’incarico di effettuare un sopralluogo alla grotta dell’apparizione per conto della Santa Sede.

Il 26 settembre 1888, Mons. Francesco Macarone Palmieri si recò sul luogo per “indagare” sulle presunte apparizioni ed ebbe la grazia di vedere la Madonna Addolorata così com’era apparsa alle due contadine.



Apparizione al vescovo
 

Il vescovo parlò della sua esperienza dicendo: «Con animo lieto posso affermare che il miracolo di Castelpetroso è un segno della Divina Misericordia, per richiamare i traviati al retto sentiero. Anche io posso testificare che, recatomi nel luogo sacro, riconcentrandomi nella preghiera, ebbi l’apparizione della Vergine».

Alle apparizioni si aggiunse un altro evento straordinario: ai piedi della grotta scaturì una sorgente d’acqua rivelatasi subito miracolosa.

La stampa diede subito la notizia dell’evento di Castelpetroso: la rivista mariana “Il Servo di Maria”, bimensile edita a Bologna a cura dei Servi di Maria e di alcuni laici, fu uno dei primi a pubblicare e divulgare la notizia dell’apparizione.
Nel novembre del 1888, il Direttore della rivista, Carlo Acquaderni, si recò alla grotta insieme con il figlio Augusto: nel cuore del padre c’era la grande speranza di ottenere la guarigione del figlio, condannato a morire per le tragiche conseguenze di una malattia incurabile, la tubercolosi ossea. Augusto guarì miracolosamente!



Apparizione a Carlo Acquaderni e al figlio


In seguito al riconoscimento canonico delle apparizioni, il 6 dicembre 1973 Papa Paolo VI proclamò Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso: Patrona del Molise.

Vicino alla grotta delle apparizioni venne eretta una cappella in legno che in seguito venne demolita per far posto ad cappella in pietra che venne consacrata il 27 settembre 1947 dal vescovo di Bojano, Mons. Alberto Carinci, alla presenza di numerosi fedeli.



La cappella in pietra

La cappella custodisce al suo interno un dipinto dell’Addolorata di Castelpetroso, opera del 1948 di Mario Barberis.



Il dipinto custodito nella cappella


Negli anni novanta del XIX secolo, si decise di costruire un Santuario presso il luogo delle apparizioni, ma più a valle, affinché fosse più facilmente raggiungibile dai pellegrini. Il progetto venne affidato a Giuseppe Gualandi, alla cui morte (1944) subentrò il figlio Francesco.
Il 28 settembre 1890 venne posata la prima pietra e si diede inizio alla costruzione del Santuario, che procedette a rilento a causa di problemi economici.
La costruzione venne ultimata nel 1907 e venne aperta al culto la cappella dei Polacchi.
Le mura perimetrali del Santuario furono completare solo nel 1950, grazie alle sovvenzioni di don Nicolino Passarelli, canonico teologo della Cattedrale di Venafro, avvocato della Sacra Rota e professore.
Nei decenni successivi si completò il Santuario che venne consacrato il 21 settembre 1975 dal vescovo di Boiano-Campobasso, Mons. Alberto Carinci.

Ci sono voluti ottantacinque anni per vedere Il Santuario completo.
Si racconta che nel giorno dell’inaugurazione si verificarono due miracoli: un giovane precipitò dalla rupe senza ferirsi, mentre un altro ragazzo, a cui sarebbe caduta in testa una grossa pietra, non si accorse neppure dell’incidente.
La veridicità degli eventi è stata riconosciuta ed è stata confermata da Papa Paolo VI, che nel 1973 aveva proclamato la Vergine Addolorata di Castelpetroso: celeste Patrona del Molise.

Il 19 marzo 1995, giorno di San Giuseppe e terza Domenica di Quaresima, Papa Giovanni Paolo II, in occasione del suo secondo viaggio pastorale in Molise, visitò il luogo delle apparizioni e il Santuario, dove celebrò la Santa Messa e recitò l’Angelus.
Il 14 novembre 2004, l’arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano, Mons. Armando Dini promulgò il nuovo statuto del Santuario, che venne affidato ad un proprio vicario episcopale.
In conseguenza di tale nuovo statuto, i Frati francescani dell’Immacolata, che amministravano economicamente e pastoralmente le attività del Santuario, ne abbandonarono la direzione dopo 12 anni di attività e al loro posto subentrarono i Frati Minori Conventuali.
Nel gennaio 2005 il Santuario si adeguò alla nuova liturgia e posizionò l’Altare al centro della navata.
Il 21 settembre 2013, 123º anniversario della posa della prima pietra, il Santuario venne elevato alla dignità di Basilica minore da Papa Francesco, il quale vi andò in visita il 5 luglio 2014, incontrando i giovani dell’Abruzzo e del Molise.

L’assistenza dei pellegrini e l’orfanotrofio sorto accanto al Santuario furono affidati fino al 2013 alle Piccole Discepole di Gesù di Marino (Roma).
Dal 28 settembre 2014 l’assistenza ai pellegrini venne affidata alle Serve del Signore e della Vergine di Matarà (Brasile).
 



L'esterno del Santuario


Il Santuario è interamente realizzato in pietra locale, in stile neogotico. La sua collocazione più a valle comporta che vi sia un cammino in salita per giungere alla originaria cappella delle apparizioni.




Il luogo delle apparzioni oggi indicato  con una lapide


Il cammino in salita, lungo 750 metri, esprime simbolicamente le sofferenze di Maria ad imitazione delle sofferenze di Gesù nella Sua salita al Calvario. In tal senso sono state realizzate lungo il cammino sette stazioni che esprimono i sette dolori di Maria, raffigurati con sette gruppi scultori in bronzo. L’insieme è denominato Via Matris



Il primo dei gruppi scultori



La vergine incontra Gesù che sale al Calvario



La Vergine e San Giovanni ai piedi della Croce



La Vergine che ha condotto Gesù al sepolcro


L’esterno del Santuario è caratterizzato dalla facciata, che è stretta tra due torri campanarie ed è tripartita orizzontalmente da tre sezioni della medesima altezza, ciascuna delle quali termina con una cuspide triangolare; al centro si apre una quadrifora, e ai lati una trifora ciascuno. In basso, vi sono i tre portali strombati, decorati con lunette musive raffiguranti Gesù in croce tra Maria e Giovanni (nella lunetta centrale), l’Annunciazione (nella lunetta di sinistra) e l’Incoronazione di Maria (nella lunetta di destra).



La facciata del Santuario

I battenti in bronzo dei portali d’accesso raffigurano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento.



Uno dei pannelli in bronzo dei portali


I due campanili sono a pianta quadrata e presentano due ordini sovrapposti di bifore, con quello inferiore più alto. Al loro interno si trovano dieci campane realizzate dalla Pontificia Fonderia di Campane Marinelli di Agnone (IS).
La cupola ottogonale si innesta su un alto tamburo che presenta una bifora su ciascun lato terminante con una cuspide triangolare. La cupola è sormontata da una lanterna, anch’essa ottagonale, che alla sua sommità raggiunge l’altezza di 52 metri.



L'interno della cupola

La pianta del Santuario, dominata dalla cupola, ha una distribuzione radiale a simboleggiare il Cuore di Maria trafitto da sette spade, rappresentate da sette cappelle.



L'interno radiale con l'accesso alle cappelle

Sul tamburo della cupola sono raffigurati con dei mosaici i Santi più venerati nel Molise più gli Evangelisti e i Profeti.




La navata


La cappella centrale contiene l’Altare maggiore, denominato Trono, realizzato in marmi policromi; su di esso è collocato il Simulacro di Maria Santissima Addolorata, come si è rivelata nelle apparizioni.



L'altare maggiore


Le sette cappelle laterali contengono dei dipinti che raffigurano la vita di Cristo.



Il dipinto che raffigura la Resurrezione




Il dipinto che raffigura l'Ascensione


Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso viene onorata quattro volte l’anno: il 22 marzo, anniversario dell’apparizione, il 15 settembre, festa dell’Addolorata, il 26 settembre, anniversario dell’apparizione al vescovo Palmieri e il 28 settembre, posa della prima pietra del Santuario.
La festa più importante è quest’ultima; si tratta di una festa principalmente religiosa, con celebrazioni e Messe che si susseguono nell’arco dell’intera giornata, dalle 7 alle 17.30, orario dell’ultima celebrazione eucaristica.

La festa è l’occasione per una grande fiera a favore dei pellegrini che si recano al Santuario e si conclude con lo spettacolo dei fuochi pirotecnici.


PREGHIERA A MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA
 (Castelpetroso – Isernia)




Vergine Addolorata di Castelpetroso,
umilmente raccolti ai piedi della Tua sacra immagine,
Ti invochiamo con il saluto dell’Angelo Gabriele,
e con gli stessi accenti del Tuo Cantico
lodiamo e glorifichiamo il Signore Onnipotente e Misericordioso
per le meraviglie che in Te ha compiuto per opera dello Spirito Santo.
Ti ringraziamo per aver scelto la nostra piccola rupe di Cesa tra Santi
per mostrarTi a noi, al mondo intero Corredentrice e Mediatrice,
nel gesto sacrificale che offre al Padre il Figlio Gesù,
immolato per la nostra salvezza eterna.
Esultanti e fiduciosi a Te ricorriamo,
pellegrini con il Vicario di Cristo, Maestro Sacerdote e Pastore della Chiesa universale per venerarTi come Madre della Misericordia e Patrona della nostra Regione.
Ti preghiamo di renderci pronti e generosi a testimoniare l’amore del Padre nei fratelli, particolarmente i poveri, gli infermi, gli afflitti ed i lontani.
Alle soglie del terzo millennio cristiano sii Tu,
per ognuno di noi e per la nostra Chiesa, o Vergine Benedetta,
la “stella che guida con certezza i passi incontro al Signore
per partecipare degnamente alla sua divina opera di Redenzione.
Amen

Salve Regina


ALTRA PREGHIERA




O Vergine Addolorata, Madre dal cuore trafitto,
sostegno nelle nostre pene,
volgi lo sguardo pietoso su tutti noi ed ascolta la nostra preghiera.
Stanchi, delusi, pieni di amarezze, facciamo ricorso a Te, o Madre clemente e pia.
Col pentimento nel cuore Ti presentiamo tutte le nostre colpe
e Ti chiediamo di ottenerci misericordia.
Tu che a nessuno neghi protezione ed aiuto,
accóglici e concédici di restarTi accanto
per rivivere con Te la passione e la morte del Tuo Divino Figlio.
Le sofferenze inaudite che Gli causò l’atroce supplizio,
le umiliazioni che subì dai suoi persecutori,
l’abbandono che gli svuotò il cuore di qualsiasi sollievo,
potranno, col Tuo aiuto, rivelarci il Suo Amore infinito
e le nostre ingratitudini ed ottenerci la grazia di proporre di non rinnovarle mai più.

Ave Maria…


Per l’amarezza di cui fu tutta pervasa l’anima di Gesù,
quando fu prossima l’ora del suo patire,
concédici o Madre Addolorata,
di accettare con santa rassegnazione le prove più amare della vita.
Per il Suo turbamento di fronte al tradimento di Giuda,
ottienici di saper perdonare quanti ci offendono e ci tormentano.
Per l’amore con cui Egli, nel Cenacolo,
fece dono agli uomini del Suo Corpo e del Suo Sangue,
procúraci la grazia di offriGli ogni sacrificio
in riparazione delle nostre colpe e di quelle di tutti gli uomini.
Per l’angoscia, la fame e la sete che Lo torturarono sulla via del Calvario,
fa’ che non siamo vinti dall’abbattimento e dalla sfiducia nel cammino della nostra vita.
Per il colpo di lancia che aprì il Suo cuore,
índicaci la via sicura per raggiungere il Suo Regno.
Per tutte le lacrime da Te versate nella Sua agonia,
nell’ora della Sua morte e sepoltura,
ottiénici, o Madre Addolorata,
la grazia di una sincera ed efficace conversione del cuore
perchè non abbiamo più ad offenderlo con il peccato.

Ave Maria…

O Vergine Santissima Addolorata,

il Signore Ti volle ai piedi della Croce
perché più completa fosse la Tua compassione
per i cuori smarriti ed oppressi da infinite miserie.
E noi con l’animo, pieno di fiducia, ricorriamo a Te,
affinché la sventura e le afflizioni siano sempre lontane
da tutti noi, dalle nostre famiglie.
Ma se esse dovessero colpirci,
non permettere che l’anima nostra cada nell’avvilimento,
nello sconforto, nella delusione senza possibilità di rialzarsi.
Sostieni la nostra umana debolezza di fronte al dolore;
dónaci il Tuo conforto; rimani accanto a noi.
E come presso la Croce fosti silenziosa confortatrice dell’agonia di Gesù,
così sii sollecita consolatrice delle nostre afflizioni.
Accetta, o Vergine Addolorata, questa nostra umile preghiera
e ottiénici la grazia che umilmente ti chiediamo……(chiedere la grazia).
Esaudíscici in nome dell’amore che ci porti,
fa che ci elevi al Tuo Cuore di Madre, per sempre. Amen.

Salve Regina…