
Santuario
di Nostra Signora del Libano
Harissa - Libano
XMJ2+MG8, Harissa, Libano
Telefono: +961 9 263 660
Il
Santuario di Nostra Signora del Libano (in arabo (سيدة حريصا في لبنان))
è un edificio religioso cattolico della Chiesa Maronita e luogo
di pellegrinaggio dedicato alla Vergine Maria come Patrona e
protettrice del Libano.

Il Santuario è situato su una collina rocciosa a picco sul mare,
nel villaggio di Harissa (Distretto di Kesrouan), a una ventina di
chilometri da Beirut.
Il Santuario consiste in due edifici vicini ma separati: l’originale
cappella costruita nel 1908 che è sormontata dalla statua
monumentale di Nostra Signora del Libano
Santuario antico
e la moderna chiesa di grandi dimensioni edificata negli anni ‘80 ed
elevata al rango di Basilica minore.

I due Santuari accostati
Dal 1908, i sacerdoti della Congregazione Missionaria Libanese si
incaricano dei servizi pastorali.
Il Libano è un
paese di antica cristianità come si evince anche dal fatto che
il suo nome è citato più di 70 volte nella Bibbia. Terra
biblica dei cedri, la cui figura campeggia in mezzo della bandiera
nazionale, il Libano è anche terra di antica civiltà, le
cui coste e alte montagne hanno visto avvicendarsi Sumeri, Babilonesi,
Egizi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Crociati, Ottomani.
Il Libano si vanta di essere stato anche teatro di eventi biblici
dell’Antico e del Nuovo Testamento.
La parola Libano possiede
numerose risonanze storiche. L’origine del vocabolo e il suo
significato hanno un che di misterioso. Nelle lingue semitiche libano significa genericamente bianco, e in questo caso il nome
è suggerito dalla presenza permanente di neve sulle alte
montagne del Paese; Libano
significa anche incenso, e
nel contempo richiama il latte, come si evince dal fatto che in arabo
il latte si chiama laban, che
è prodotto dai numerosi pastori locali insieme ai suoi derivati.
Isolati fin dai tempi più remoti nella montagna libanese, i
cristiani, specie i maroniti, vedono nella Madre di Dio la loro
consolazione e l’aiuto nelle molte prove che hanno dovuto affrontare e
superare lungo i secoli. Essi associano la Vergine Maria alle
reminiscenze bibliche legate al Monte Libano e all’albero del Cedro,
che tanta parte hanno nelle composizioni poetiche veterotestamentarie.
Per loro la Vergine Maria è la prediletta da Dio del “Cantico
dei Cantici”: ella viene dal Libano: “Veni
de Libano…”; s’innalza “come
il cedro del Libano”; l’odore profumato delle sue vesti è
“come il profumo del Libano” [Cant. 4, 11].
Nelle “Litanie Lauretane”, che i maroniti recitano spesso, dopo
l’invocazione “Rosa mystica”,
inseriscono l’invocazione: “Cedro del
Libano, prega per noi”.
I maroniti osservano un rito particolare: alla Messa benedicono con
l’immagine mariana, sul modello della benedizione eucaristica. Il
sacerdote in cotta e stola la incensa, sale i gradini dell’altare,
prende l’immagine della Vergine e si volge verso i fedeli, pronunciando
ad alta voce questa formula di benedizione: “Per l’intercessione della Madre di Dio, la
Vergine Maria, vi benedica la Santissima Trinità, Padre,
Figlio e Spirito Santo”.
I fedeli rispondono: “Amen,
perché ogni bene viene dalla Santa Vergine”.
Il Libano è stato chiamato “Paese di Maria” per la devozione dei
Libanesi per la loro Regina. Per questo il Paese è costellato di
Chiese e di Santuari mariani: gran parte delle chiese è dedicata
alla Vergine e nelle altre c’è sempre un Altare consacrato a Lei
che è invocata con i titoli più belli: “Nostra Signora dell’Annunciazione”,
“Nostra Signora della Luce”, “Nostra Signora dei Doni”, ecc.
In cima alle montagne sono erette grandi statue della Vergine e vi sono
innumerevoli Santuari mariani che e appartengono a tutte le
comunità cristiane, come quelli di Bkerké, Dimane, Qannoubine nella valle della
Qadisha, il villaggio biblico di Cana, Bikfaya, Jbeil, Balamand, Ehden, Harissa, Zahlé, Mannara a Magdouché, Deir al-Kamar, Ksara, Bzommar, ecc.
Il Santuario più visitato è quello di Harissa.
Il 8 dicembre 1854, Papa Pio IX definì solennemente il dogma
della Immacolata Concezione. Questa solenne proclamazione, giunta dopo
una consultazione dell’episcopato cattolico di tutto il mondo che aveva
manifestato all’unanimità il suo accordo, fu un evento notevole
nella Chiesa cattolica.
Cinquant’anni dopo, nel 1904, la Chiesa Maronita (cattolica di rito
orientale) in Libano voleva celebrare in modo speciale l’anniversario
di questa importante data nella storia della devozione all’Immacolata
Concezione. Dell’iniziativa per questo omaggio a Maria Santissima venne
a conoscenza Sua Beatitudine Elias Hoyek, Patriarca maronita di
Antiochia e di tutto l’Oriente, e Monsignor Charles Duval, Nunzio
Apostolico in Libano e Siria, nonché il gesuita svizzero Padre
Lucien Cattin.
Si decise quindi di costruire un monumento religioso per perpetuare la
memoria di questo annuncio del dogma mariano, un monumento che sarebbe
stato l’espressione dell’amore del popolo libanese per la Vergine Maria
attraverso i secoli e nel susseguirsi di molte generazioni cristiane.
Dopo aver consultato i vescovi e i sacerdoti del Paese, i due prelati
decisero di dare al monumento mariano il nome di “Nostra Signora del Libano”.
Il luogo prescelto fu una collina rocciosa della cittadina di Harissa
chiamata “La Roccia”, da dove si domina la baia e la città di
Jounieh, e da dove si ha una vista panoramica di Beirut a Sud, del Mar
Mediterraneo a Ovest e del Monte Libano a Est.
Nelle vicinanze de “la Roccia” si trovano sia la Nunziatura Apostolica
sia la residenza del Patriarca maronita di Bkerké.
La bellezza del luogo coincide simbolicamente con la magnificenza e la
santità della Vergine Maria, Signora del Libano; di cui si volle
porre una statua che sormontasse la Cappella-Santuario.
Questo luogo costituisce un centro focale delle comunità
cattoliche del Libano: sul fianco della collina vi è la sede
patriarcale maronita di Bkerké; sulla cima vi è il
Convento dei Padri Missionari di San Paolo, appartenenti alla Chiesa
Greco Melkita Cattolica; un po’ più in alto, a qualche centinaio
di metri, si trova la sede della Nunziatura Apostolica in Libano, e
nelle vicinanze il Convento dei Francescani. Più in là,
il Convento di Charfé, sede del Patriarcato Siro-cattolico, e
sulla collina di Bzoummar la sede del Patriarcato Armeno-cattolico.
La statua, che raffigura
l’Immacolata Concezione, fu realizzata in Francia dall’artista Durenne,
che prese a modello l’immagine della Santa Vergine apparsa nel 1830 a
Caterina Labouré alla Rue du Bac a Parigi. Durenne la
confezionò in dodici pezzi il cui peso totale ammonta a 14
tonnellate; è alta 8,5 metri, ha un diametro di 5 metri.
La Vergine tende le braccia verso Beirut, capitale del Libano.
La cappella si trova nel
monumentale basamento della statua, che è di forma conica ed
è fatto di pietre naturali: misura 20 metri di altezza, ha una
circonferenza è di 64 metri alla base e 12 metri alla
sommità; una scala esterna di 104 gradini a spirale conduce alla
sommità del basamento e termina proprio ai piedi di Nostra
Signora del Libano.
La costruzione della cappella venne affidata all’imprenditore Ibrahim
Makhlif di Ain El-Rihané. Il lavoro venne supervisionato da
Padre Chekrallah Khoury - poi vescovo di Tiro – e venne ultimato nel
giugno 1907.
L’inaugurazione avvenne la prima Domenica di maggio del 1908, alla
presenza delle autorità del Libano e di una grande folla di
fedeli provenienti da tutto il libano. Il Santuario e la statua furono
benedetti dal nuovo Nunzio Apostolico Monsignor Federico Giannini,
mentre la solenne Messa pontificale venne celebrata dal Patriarca
circondato dai vescovi e dal clero di tutto il Paese.
Al termine della funzione venne deposta nel Santuario un’icona della
Madonna del Libano.
Altare del Santuario antico
A partire dall’inaugurazione del Santuario antico e per decisione del
Patriarca maronita, la prima Domenica di maggio si celebra la festa
liturgica di Nostra Signora del Libano.
Fedeli in festa nel Santuario
Dato il crescente numero di
pellegrini e visitatori, negli anni sessanta nacque l’idea di costruire
una grande chiesa vicino al Santuario di Nostra Signora del Libano.
Secondo il progettista, l’architetto Pierre El Khoury, la forma del
nuovo Santuario è un incrocio architettonico tra un cedro del
Libano e un’antica nave fenicia.
Santuario nuovo
Grazie alle sue grandi dimensioni, 115 metri di lunghezza, 67 metri di
larghezza, con un’altezza che arriva a 110 metri dal suolo, l’edificio
si staglia in cima ad una collina alta 500 metri che domina la baia e
la città di Jounieh.
Interno del Santuario nuovo con l'Altare
Il Santuario nuovo, che è ad unica navata, ospita comodamente
fino a 3.500 persone.
E’ costruito in modo tale che, dall’interno, i fedeli possono
contemplare Nostra Signora del Libano nella parte superiore del
santuario antico, attraverso una grande finestra di 20 metri di
larghezza per 42 metri di altezza - che si trova dietro l’altare.
La finestra vista dall'interno
La finestra vista dall'esterno
Dagli anni ‘80, nella Basilica
Santuario si celebrano numerose cerimonie religiose, soprattutto
durante il mese di maggio, mese di Maria.
Funivia
Nel 1965 venne costruita una funivia che permette di raggiungere la
cima della “Roccia” di Harissa in 12 minuti. Da allora il Santuario ha
visto aumentare notevolmente il numero dei pellegrini, in particolare
durante il mese di maggio.
Ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo (cristiani, musulmani,
e altri) visitano il Santuario.
Per meglio accogliere i pellegrini, nel 2005 è stato costruito
un centro chiamato “Bethania”, con una cappella da 300 posti. Il centro
offre possibilità di soggiorno per ritiri spirituali, seminari e
convegni, anche di livello internazionale.
Preghiera a Nostra Signora del Libano
O Maria, Regina dei monti e dei
mari,
Signora del nostro amato Libano,
la cui gloria Ti è stata
data e che hai voluto che fosse il Tuo simbolo.
Il Tuo splendore supera quello della neve del Libano,
e il profumo della Tua purezza
si diffonde come quelli dei fiori libanesi.
Tu ti sei elevata maestosa come il cedro del Libano.
O Vergine, volgi il Tuo sguardo
materno a tutti i Tuoi figli,
e stendendo le Tue mani immacolate abbraccia tutti loro.
Amen.
I maroniti riservano a questa e ad altre occasioni molti canti popolari
in onore di Maria, suggestivi per la spontaneità dei testi e per
la loro semplicità melodica.
Uno dei canti popolari
O Madre di Dio,
o misericordiosa Madre di pietà e soccorso,
Tu sei il nostro rifugio e la
nostra speranza.
Proteggici, o Vergine,
e abbi pietà dei nostri
defunti.
O Vergine Madre, anche se
il Tuo corpo è lontano da noi,
la Tua intercessione ci
accompagna
e ci protegge.
Da colui che Ti ha esaltata
sopra ogni creatura
nel prendere da Te un corpo,
ottieni ai peccatori il perdono,
continuamente.
Tu sei nostra madre e nostra
speranza,
nostro vanto e nostro rifugio,
intercedi per noi presso il Tuo
Figlio
perché perdoni i nostri peccati
per Sua misericordia.
Non ci abbandonare,
buona e piena di ogni grazia.
Salva i Tuoi servitori,
perché Ti possiamo
ringraziare
nei secoli dei secoli.
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