Santuario di Nostra Signora del Libano

  Harissa - Libano


XMJ2+MG8, Harissa, Libano
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Il Santuario di Nostra Signora del Libano (in arabo (سيدة حريصا في لبنان)) è un edificio religioso cattolico della Chiesa Maronita e luogo di pellegrinaggio dedicato alla Vergine Maria come Patrona e protettrice del Libano.





Il Santuario è situato su una collina rocciosa a picco sul mare, nel villaggio di Harissa (Distretto di Kesrouan), a una ventina di chilometri da Beirut.
Il Santuario consiste in due edifici vicini ma separati: l’originale cappella costruita nel 1908 che è sormontata dalla statua monumentale di Nostra Signora del Libano




Santuario antico

e la moderna chiesa di grandi dimensioni edificata negli anni ‘80 ed elevata al rango di Basilica minore.




I due Santuari accostati

Dal 1908, i sacerdoti della Congregazione Missionaria Libanese si incaricano dei servizi pastorali.

Il Libano è un paese di antica cristianità come si evince anche dal fatto che il suo nome è citato più di 70 volte nella Bibbia. Terra biblica dei cedri, la cui figura campeggia in mezzo della bandiera nazionale, il Libano è anche terra di antica civiltà, le cui coste e alte montagne hanno visto avvicendarsi Sumeri, Babilonesi, Egizi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Crociati, Ottomani.
Il Libano si vanta di essere stato anche teatro di eventi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento.

La parola Libano possiede numerose risonanze storiche. L’origine del vocabolo e il suo significato hanno un che di misterioso. Nelle lingue semitiche libano significa genericamente bianco, e in questo caso il nome è suggerito dalla presenza permanente di neve sulle alte montagne del Paese; Libano significa anche incenso, e nel contempo richiama il latte, come si evince dal fatto che in arabo il latte si chiama laban, che è prodotto dai numerosi pastori locali insieme ai suoi derivati.

Isolati fin dai tempi più remoti nella montagna libanese, i cristiani, specie i maroniti, vedono nella Madre di Dio la loro consolazione e l’aiuto nelle molte prove che hanno dovuto affrontare e superare lungo i secoli. Essi associano la  Vergine Maria alle reminiscenze bibliche legate al Monte Libano e all’albero del Cedro, che tanta parte hanno nelle composizioni poetiche veterotestamentarie.
Per loro la Vergine Maria è la prediletta da Dio del “Cantico dei Cantici”: ella viene dal Libano: “Veni de Libano…”; s’innalza “come il cedro del Libano”; l’odore profumato delle sue vesti è “come il profumo del Libano” [Cant. 4, 11].
Nelle “Litanie Lauretane”, che i maroniti recitano spesso, dopo l’invocazione “Rosa mystica”, inseriscono l’invocazione: “Cedro del Libano, prega per noi”.

I maroniti osservano un rito particolare: alla Messa benedicono con l’immagine mariana, sul modello della benedizione eucaristica. Il sacerdote in cotta e stola la incensa, sale i gradini dell’altare, prende l’immagine della Vergine e si volge verso i fedeli, pronunciando ad alta voce questa formula di benedizione: “Per l’intercessione della Madre di Dio, la Vergine Maria, vi benedica la Santissima  Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo”.
I fedeli rispondono: “Amen, perché ogni bene viene dalla Santa Vergine”.

Il Libano è stato chiamato “Paese di Maria” per la devozione dei Libanesi per la loro Regina. Per questo il Paese è costellato di Chiese e di Santuari mariani: gran parte delle chiese è dedicata alla Vergine e nelle altre c’è sempre un Altare consacrato a Lei che è invocata con i titoli più belli: “Nostra Signora dell’Annunciazione”, “Nostra Signora della Luce”, “Nostra Signora dei Doni”, ecc.
In cima alle montagne sono erette grandi statue della Vergine e vi sono innumerevoli  Santuari mariani che e appartengono a tutte le comunità cristiane, come quelli di Bkerké, Dimane, Qannoubine nella valle della Qadisha, il villaggio biblico di Cana, Bikfaya, Jbeil, Balamand, Ehden, Harissa, Zahlé, Mannara a Magdouché, Deir al-Kamar, Ksara, Bzommar, ecc.
Il Santuario più visitato è quello di Harissa.

Il 8 dicembre 1854, Papa Pio IX definì solennemente il dogma della Immacolata Concezione. Questa solenne proclamazione, giunta dopo una consultazione dell’episcopato cattolico di tutto il mondo che aveva manifestato all’unanimità il suo accordo, fu un evento notevole nella Chiesa cattolica.

Cinquant’anni dopo, nel 1904, la Chiesa Maronita (cattolica di rito orientale) in Libano voleva celebrare in modo speciale l’anniversario di questa importante data nella storia della devozione all’Immacolata Concezione. Dell’iniziativa per questo omaggio a Maria Santissima venne a conoscenza Sua Beatitudine Elias Hoyek, Patriarca maronita di Antiochia e di tutto l’Oriente, e Monsignor Charles Duval, Nunzio Apostolico in Libano e Siria, nonché il gesuita svizzero Padre Lucien Cattin.
Si decise quindi di costruire un monumento religioso per perpetuare la memoria di questo annuncio del dogma mariano, un monumento che sarebbe stato l’espressione dell’amore del popolo libanese per la Vergine Maria attraverso i secoli e nel susseguirsi di molte generazioni cristiane.
Dopo aver consultato i vescovi e i sacerdoti del Paese, i due prelati decisero di dare al monumento mariano il nome di “Nostra Signora del Libano”.

Il luogo prescelto fu una collina rocciosa della cittadina di Harissa chiamata “La Roccia”, da dove si domina la baia e la città di Jounieh, e da dove si ha una vista panoramica di Beirut a Sud, del Mar Mediterraneo a Ovest e del Monte Libano a Est.
Nelle vicinanze de “la Roccia” si trovano sia la Nunziatura Apostolica sia la residenza del Patriarca maronita di Bkerké.
La bellezza del luogo coincide simbolicamente con la magnificenza e la santità della Vergine Maria, Signora del Libano; di cui si volle porre una statua che sormontasse la Cappella-Santuario.
Questo luogo costituisce un centro focale delle comunità cattoliche del Libano: sul fianco della collina vi è la sede patriarcale maronita di Bkerké; sulla cima vi è il Convento dei Padri Missionari di San Paolo, appartenenti alla Chiesa Greco Melkita Cattolica; un po’ più in alto, a qualche centinaio di metri, si trova la sede della Nunziatura Apostolica in Libano, e nelle vicinanze il Convento dei Francescani. Più in là, il Convento di Charfé, sede del Patriarcato Siro-cattolico, e sulla collina di Bzoummar la sede del Patriarcato Armeno-cattolico.





La statua, che raffigura l’Immacolata Concezione, fu realizzata in Francia dall’artista Durenne, che prese a modello l’immagine della Santa Vergine apparsa nel 1830 a Caterina Labouré alla Rue du Bac a Parigi. Durenne la confezionò in dodici pezzi il cui peso totale ammonta a 14 tonnellate; è alta 8,5 metri, ha un diametro di 5 metri.

La Vergine tende le braccia verso Beirut, capitale del Libano.
 
La cappella si trova nel monumentale basamento della statua, che è di forma conica ed è fatto di pietre naturali: misura 20 metri di altezza, ha una circonferenza è di 64 metri alla base e 12 metri alla sommità; una scala esterna di 104 gradini a spirale conduce alla sommità del basamento e termina proprio ai piedi di Nostra Signora del Libano.

La costruzione della cappella venne affidata all’imprenditore Ibrahim Makhlif di Ain El-Rihané. Il lavoro venne supervisionato da Padre Chekrallah Khoury - poi vescovo di Tiro – e venne ultimato nel giugno 1907.
L’inaugurazione avvenne la prima Domenica di maggio del 1908, alla presenza delle autorità del Libano e di una grande folla di fedeli provenienti da tutto il libano. Il Santuario e la statua furono benedetti dal nuovo Nunzio Apostolico Monsignor Federico Giannini, mentre la solenne Messa pontificale venne celebrata dal Patriarca circondato dai vescovi e dal clero di tutto il Paese.
Al termine della funzione venne deposta nel Santuario un’icona della Madonna del Libano.
 



Altare del Santuario antico


A partire dall’inaugurazione del Santuario antico e per decisione del Patriarca maronita, la prima Domenica di maggio si celebra la festa liturgica di Nostra Signora del Libano.




Fedeli in festa nel Santuario


Dato il crescente numero di pellegrini e visitatori, negli anni sessanta nacque l’idea di costruire una grande chiesa vicino al Santuario di Nostra Signora del Libano.
Secondo il progettista, l’architetto Pierre El Khoury, la forma del nuovo Santuario è un incrocio architettonico tra un cedro del Libano e un’antica nave fenicia.



Santuario nuovo


Grazie alle sue grandi dimensioni, 115 metri di lunghezza, 67 metri di larghezza, con un’altezza che arriva a 110 metri dal suolo, l’edificio si staglia in cima ad una collina alta 500 metri che domina la baia e la città di Jounieh.




Interno del Santuario nuovo con l'Altare

Il Santuario nuovo, che è ad unica navata, ospita comodamente fino a 3.500 persone.
E’ costruito in modo tale che, dall’interno, i fedeli possono contemplare Nostra Signora del Libano nella parte superiore del santuario antico, attraverso una grande finestra di 20 metri di larghezza per 42 metri di altezza - che si trova dietro l’altare. 



La finestra vista dall'interno




La finestra vista dall'esterno

Dagli anni ‘80, nella Basilica Santuario si celebrano numerose cerimonie religiose, soprattutto durante il mese di maggio, mese di Maria.




Funivia

Nel 1965 venne costruita una funivia che permette di raggiungere la cima della “Roccia” di Harissa in 12 minuti. Da allora il Santuario ha visto aumentare notevolmente il numero dei pellegrini, in particolare durante il mese di maggio.
Ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo (cristiani, musulmani, e altri) visitano il Santuario.

Per meglio accogliere i pellegrini, nel 2005 è stato costruito un centro chiamato “Bethania”, con una cappella da 300 posti. Il centro offre possibilità di soggiorno per ritiri spirituali, seminari e convegni, anche di livello internazionale.


Preghiera a Nostra Signora del Libano





O Maria, Regina dei monti e dei mari,
Signora del nostro amato Libano,
la cui gloria Ti è stata data e che hai voluto che fosse il Tuo simbolo.
Il Tuo splendore supera quello della neve del Libano,
e il profumo della Tua purezza si diffonde come quelli dei fiori libanesi.
Tu ti sei elevata maestosa come il cedro del Libano.
O Vergine, volgi il Tuo sguardo materno a tutti i Tuoi figli,
e stendendo le Tue mani immacolate abbraccia tutti loro.
Amen.

I maroniti riservano a questa e ad altre occasioni molti canti popolari in onore di Maria, suggestivi per la spontaneità dei testi e per la loro semplicità melodica.


Uno dei canti popolari




O Madre di Dio,
o misericordiosa Madre di pietà e soccorso,
Tu sei il nostro rifugio e la nostra speranza.
Proteggici, o Vergine,
e abbi pietà dei nostri defunti.
O Vergine Madre, anche se
il Tuo corpo è lontano da noi,
la Tua intercessione ci accompagna
e ci protegge.
Da colui che Ti ha esaltata
sopra ogni creatura
nel prendere da Te un corpo,
ottieni ai peccatori il perdono,
continuamente.
Tu sei nostra madre e nostra speranza,
nostro vanto e nostro rifugio,
intercedi per noi presso il Tuo Figlio
perché perdoni i nostri peccati
per Sua misericordia.
Non ci abbandonare,
buona e piena di ogni grazia.
Salva i Tuoi servitori,
perché Ti possiamo ringraziare
nei secoli dei secoli.