Santuario della Madonna delle Lacrime


Siracusa, Italia



Via del Santuario, 33, 96100 Siracusa - Italia

Telefono: 0931 21446


 


Il 21 marzo del 1953, i giovani Angelo Iannuso, 27 anni, e Antonina Lucia Giusti, 20 anni, entrambi di Siracusa, convolarono a nozze. Secondo l’uso del tempo ricevettero come regali di nozze quanto poteva essere loro necessario per arredare la loro nuovacasa. La cognata Grazia Iannuso regalò un capezzale raffigurante il Cuore Immacolato della Santissima Vergine Maria, costituito da un’effige in gesso incollata su un supporto di vetro opalino nero.





I novelli sposi andarono ad abitare in una modesta casa in via degli Orti di San Giorgio, 11, a Siracusa; insieme ai cognati Giuseppe e Grazia Iannuso.



La casa in via degli Orti di San Giorgio


La signora Antonina venne incinta e la gravidanza si presentò difficile: a volte le procurava l’abbassamento della vista.

Alle 3 di notte del 29 agosto 1953, la signora accusò la perdita della vista, che si accompagnò inevitabilmente allo scoraggiamento, che le fece passare la notte insonne.
Verso le 8,30 del mattino, dopo molte preghiere, la signora recuperò del tutto la vista e subito si girò verso il capezzale come a ringraziare in cuor suo la Madonna. Meravigliata e incredula si accorse che grosse lacrime scendevano sul viso della madonna fino alle mani. Chiamò il marito gridando: «la Madonnina piange!». Il marito era come se non potesse credere ai suoi occhi e rimase attonito senza sapere cosa dire. Chiamò allora la cognata Grazia e la zia Antonina Sgarlata, la quale si trovava in casa per accudire la puerpera.
Le due donne pensarono che si trattasse di un’allucinazione causata dalla malattia della giovane incinta, ma avvicinatesi al capezzale videro anche loro le lacrime che scendevano sul volto della Madonna e che giungevano fino alla spalliera del letto sottostante.
Subito vennero avvisati i genitori che erano già in ansia per la salute della puerpera; i quali giunti in casa constatarono anche loro il miracolo della lacrimazione dell’immagine della Madonna.

In poco tempo la voce si sparse nel vicinato. Da lì ad arrivare a tutta Siracusa ci volle poco. Così incominciarono ad arrivare nella casa di via degli Orti di San Giorgio numerose persone desiderose di vedere la “Madonnina che piange”.
I due coniugi mostravano a tutti il quadro della Madonna.




I coniugi Iannuso mostrano il quadro della Madonna ai visitatori


Tra i primi giunse il parroco Don Giuseppe Bruno, scettico e circospetto, che constatò anche lui la lacrimazione; e provvide ad avvisare l’arcivescovo, Mons. Ettore Baranzini.

Le persone accorse a vedere la “Madonnina che piange” furono così numerose che la casa dei coniugi non riuscì più ad accoglierle tutte.
Il commissario di Polizia, Niccolò Samperisi, non sapendo come disperdere la folla, decise di portare con sé in questura il quadro della Madonna, accompagnato dallo stesso Angelo Iannuso; ma la notte stessa del 29 agosto il quadro venne restituito alla coppia.

Il giorno seguente, 30 agosto, la lacrimazione si ripeté e si decise di esporre il quadro all’esterno dell’abitazione, per permettere a più persone possibili di osservare il miracolo, evitando assembramenti all’interno della piccola casa.
Il quadro venne protetto dalla forza pubblica.




Il quadro esposto sul muro esterno della casa
La folla dei visitatori


Dal 29 agosto al 1º settembre 1953, per quattro interi giorni e con alcune interruzioni, le lacrime continuarono a fuoriuscire dagli occhi dell’immagine della Madonna.
Si calcola che la lacrimazione si verificò per almeno 58 volte.




Il volto piangente della Madonna


Il 31 agosto il quadro fu nuovamente spostato e posto su un piedistallo presso la casa della famiglia Lucca, antistante quella dei coniugi Iannuso; la casa era dotata di un cancello che permetteva di proteggere meglio il quadro.

Il 19 settembre 1953, il quadro fu trasferito in una struttura allestita in piazza Euripide (che sorge di fianco a via degli Orti di San Giorgio), per permettere alla folla un più sicuro ingresso. Il quadro fu posto su di una stele in pietra, offerta dal Comune di Siracusa, e vi rimase per 15 anni (dal 1953 al 1968), in attesa della costruzione di un apposito Santuario.




Il quadro della Madonna esposto nella struttura di piazza Euripide


L’afflusso dei pellegrini provenienti da ogni dove aumentò vertiginosamente.



La folla in piazza Euripide


Il quadro rimase in Piazza Euripide fino al 1968, quando fu spostato sull’altare della cripta dell’erigendo Santuario; qui rimase dal 1968 al 1987 e dal 1° maggio 1994 al 4 novembre 1994.

Intanto, il 1º settembre 1953, giorno che si sarebbe rivelato essere l’ultimo della lacrimazione, la Curia arcivescovile di Siracusa nominò una commissione di esperti per dare il via alle indagini ed eventualmente comprovare l'autenticità di quanto stava accadendo.

Il 1° settembre 1953, verso le 11, il parroco don Giuseppe Bruno si recò a casa Iannuso accompagnato da alcuni medici del Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia.
All’interno dell’abitazione trovò anche alcuni militari e agenti delle forze dell’ordine, tra i quali il tenente colonnello Giovanni Grasso, comandante del Presidio militare di Siracusa.
Alla vista dei nuovi venuti, Antonina Giusto, che appariva stanca, vietò loro l’accesso. Solo dopo le insistenze del parroco permise alla commissione di entrare, prese dal cassetto della camera da letto, dove l’aveva riposto avvolto in una federa bianca, il quadro con l’effigie della Madonna e lo poggiò sul letto.




Antonina Giusto mostra il quadro della Madonna
ai membri della commissione


La commissione asciugò tutta l’effigie col cotone idrofilo e rimase in attesa di una nuova lacrimazione: questa avvenne, secondo quanto riportato dal parroco, poco dopo le 11.00, e durò circa 15 minuti, così che i medici e gli esperti divennero testimoni oculari della lacrimazione: gli occhi della Madonna apparivano come gonfi di lacrime.
Tra questi esperti vi era il dottor Michele Cassola, Direttore della Sezione Micrografica nell’Ufficio Provinciale d’Igiene di Siracusa, il quale era dichiaratamente ateo.
I chimici che accompagnavano i medici riuscirono a raccogliere in una provetta una certa quantità di lacrime.
Curiosamente, dopo questo prelievo la Madonna non pianse più, come se aspettasse l’arrivo del controllo scientifico.

Nei giorni seguenti il quadro fu sottoposto all’esame e la Commissione incaricata ne diede un’ampia relazione in data 9 settembre 1953, dalla quale si seppe che: 1) la parte di apparente maiolica dell’effige della Vergine, fu staccata dal vetro nero di supporto e si poté constatare che era costituita da uno spessore di gesso da 1 a 2 cm circa; 2) al momento dell’esame era completamente asciutta; 3) il liquido raccolto venne sottoposto ad una serie di analisi chimico-fisico-biologiche, che confrontate con il secreto lacrimale di un adulto e di un bambino di due anni e sette mesi, facevano riscontrare la stessa composizione e le stesse sostanze escretorie del tipo di lacrime umane; 4) il dottor Cassola non sapeva spiegarsi scientificamente il fenomeno.

L’arcivescovo di Siracusa, Mons. Ettore Baranzini, dopo aver ricevuto il 2 settembre un primo responso dalla commissione medica, auspicò cautela, invitando ad attendere il giudizio che avrebbe dato la Chiesa.
il 22 settembre istituì un tribunale speciale ecclesiastico («Tribunal Metropolitanum Interdiocesanum. Super veritate factorum relate ad imaginem B. M. Virginis»), già operativo il 25 settembre, con il compito specifico di verificare i fatti relativi al quadro mariano di via degli Orti di San Giorgio. Durante il processo, che si svolse in 51 sessioni, furono ascoltati, in totale, 189 testimoni e le loro deposizioni andarono a comporre un volume di 505 pagine.
I risultati emessi da questo tribunale consentirono a Mons. Ettore Baranzini di comporre e inviare una relazione sui fatti sia al Sant’Uffizio romano, sia ai vescovi della Sicilia.
La relazione comprendeva, oltre alle deposizioni dei testimoni, le analisi mediche del laboratorio, quelle tecniche sul manufatto e le fotografie scattate durante l’evento.

Il 24 novembre, l’arcivescovo si recò in Vaticano per conferire in merito a quanto accaduto nella sua città; ebbe per questo un’udienza con Papa Pio XII.

Il 12 dicembre 1953, l’episcopato della Sicilia, presieduto dal Cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo metropolita di Palermo, riunito in quei giorni a Bagheria, emanò un comunicano in cui di diceva: «I vescovi della Sicilia, vagliate attentamente le relative testimonianze nei documenti originali, hanno concluso unanimemente che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione.»
Nel medesimo comunicato, i vescovi riuniti sollecitarono la costruzione di un Santuario che avrebbe dovuto perpetuare la memoria dell’evento miracoloso.

A seguito del giudizio emesso dall’episcopato della Sicilia, l’anno seguente, il 17 ottobre 1954, Papa Pio XII, in occasione del convegno mariano di Sicilia - tenutosi poco prima della fine del 1º Anno mariano della Chiesa universale e prima dell’inizio del 2° Congresso mariologico internazionale di Roma - dedicò un lungo passaggio a quanto era accaduto a Siracusa in quei giorni d’estate del 1953: egli esordì dicendo che nonostante la Chiesa romana non si fosse ancora pronunciata nel dare un giudizio sulle lacrime del quadro mariano, essa aveva accolto con viva commozione la dichiarazione unanime che era stata diffusa dai vescovi siciliani.
Lo stesso giorno il Papa  diffuse un radiomessaggio indirizzato a tutto il mondo, in cui diceva tra l’altro: «Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria!».

Da notare che si era in pieno periodo della cortina di ferro sovietica e della Chiesa del silenzio, perseguitata.

Stando alle numerose testimonianze e ai referti di una commissione medica appositamente istituita, il miracolo della lacrimazione fu accompagnato dal verificarsi di misteriose o inspiegabili guarigioni fisiche: furono circa 300 quelle ufficialmente riconosciute. La commissione esaminò questi casi dal mese di agosto fino alla metà del mese di novembre del 1953.
Le guarigioni ritenute straordinarie si ebbero principalmente nei giorni della lacrimazione, quando una numerosissima folla attorniava il quadro in via degli Orti di San Giorgio. Anche dopo il trasferimento del quadro in piazza Euripide, la gente continuò a sostenere di aver ricevuto la grazia proprio in quei momenti, e la piazza venne soprannominata «piazza dei miracoli», appellativo caduto in seguito in disuso.
Anche il cotone imbevuto delle lacrime della Madonna fu associato alle guarigioni di pellegrini.
Secondo le testimonianze, tra i primissimi casi di risanamento fisico, oltre a quello di Antonina Giusto, la quale non ebbe ulteriori malanni durante la gravidanza, vi fu quello di Enza Moncada, una bambina di tre anni e mezzo, afflitta da paralisi al braccio destro dall’età di un anno: portata il pomeriggio del 5 settembre dinanzi al quadro della Madonna posto sul muretto della famiglia Lucca, tra la commozione dei presenti cominciò a muovere il braccio fino a poco prima inerte, riuscendo anche a rotearlo.

In seguito, l’altare dell’effigie mariana posta in piazza Euripide si riempì di stampelle, protesi e altri oggetti lasciati dai legittimi proprietari per ringraziamento e come ex voto. Questi furono successivamente collocati nell’apposito museo sorto all’interno della cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime.



Bacheca con gli ex voto allestita nella cripta del Santuario


Facendo seguito alla richiesta fatta dai vescovi della Sicilia, il 9 maggio 1954 il Cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, con un rito solenne e alla presenza delle più alte autorità e di circa 40.000 persone, benedisse e pose la prima pietra del santuario nel terreno destinato alla sua costruzione.



Panoramica del Santuario

L’opera fu progettata dagli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat a seguito di un bando di concorso internazionale. Le opere strutturali furono realizzate dell’ingegnere italiano Riccardo Morandi.

L’opera fu progettata dagli architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat a seguito di un bando di concorso internazionale. Le opere strutturali furono realizzate dell’ingegnere italiano Riccardo Morandi.

La costruzione ebbe inizio nel 1966. La modernità del progetto suscitò fin dall’inizio molte polemiche da parte della cittadinanza che reputava e reputa l’opera un “mostro di cemento armato”. Anche il luogo scelto per l’edificazione è stato ed è soggetto a polemiche e critiche, data l’incongruenza tra il nuovo edificio e il contesto urbanistico in cui è posto.
Queste diatribe ne ritardarono molto la realizzazione che si concluse solo nel 1994.




L'esterno del Santuario

Secondo l’intenzione dei progettisti, la forma del Santuario dovrebbe chiamare due elementi legati alla vicenda della lacrimazione del quadro della Madonna: da un lato una lacrima che cade dal Cielo e giunge fino a terra e dall’altro l’afflato dei fedeli che da terra si volgono verso il Cielo.

Durante gli scavi delle fondazioni venne ritrovata un’area abitativa del VI secolo a. C. e portato alla luce un pezzo di strada che in passato costituiva la via principale del quartiere Akradina. I resti archeologici furono lasciati all’interno della cripta.



La cripta con l'Altare maggiore e resti archeologici

La cripta fu inaugurata il 28 agosto del 1968; ha una forma circolare con un diametro esterno di 80 mt., uno interno di 38 mt., e un’altezza di 9 metri. Vi si può accedere da 18 ingressi ed ha la capienza di circa 2.000 posti a sedere.
Il presbiterio ha la forma di un semicerchio. l’Altare centrale è posto su una pavimentazione in granito rosso; sull’Altare venne collocato il quadro miracoloso della Madonna dal 1968 al 1987 e dal 1° Maggio del 1994 al 4 Novembre del 1994; quando il quadro venne trasferito sull’Altare del Santuario.

Nella Cripta si trovano diverse cappelle: la cappella del Sacro Cuore, che custodisce il Santissimo Sacramento; la cappella adibita all’amministrazione del sacramento della Confessione; la cappella dei Santi Pietro e Paolo, che è corredata da una iconóstasi, per permettere la celebrazione delle liturgie ortodosse; la cappella di Santa Lucia, Patrona di Siracusa, in cui si trova la tomba di Mons. Calogero Lauricella, arcivescovo di Siracusa dal 1973 al 1989, che si adoperò per la costruzione del Santuario; la cappella di San Corrado Confalonieri; la cappella di Sant’Agata; la cappella di San Francesco d’Assisi; la cappella di San Pio da Pietrelcina.
Tutte le cappelle sono arricchite da grandi icone in mosaico dedicate alla Sacra Famiglia, a Santa Lucia, a Sant’Agata, a San Corrado, a San Francesco, ai Santi Pietro e Paolo, al Sacro Cuore di Gesù e al Crocifisso.

A parte si trova il museo degli ex voto, dove sono esposti in una teca parte delle testimonianze che attestano le guarigioni miracolose operate dalla Madonna delle Lacrime.




L'esterno del Santuario gremito di fedeli nel corso di una celebrazione
con l'Altare collocato fuori dal Santuario


Il Santuario ha un’altezza di circa 103 mt. ed è sormontato da una cuspide in acciaio alta 20 mt. che contiene una statua in bronzo dorato della Vergine Maria circondata da un’aureola ad elementi circolari e raggiera.



La cuspide che sormonta il Santuario, con la statua della Madonna


Il Santuario, escluse le cappelle, ha un diametro di 71,40 mt. ed una capienza di 11000 posti in piedi e 6000 a sedere.
Lungo la circonferenza del Santuario vi sono tre sacrestie dietro l’Altare maggiore, e 22 cappelle: tra cui a sinistra le cappelle della riproduzione della Sacra Sindone e del Santissimo Sacramento; a destra le cappelle dell’Altare della Carità, in cui è anche esposta la statua raffigurante Santa Lucia; di San Giuseppe; di San Pio da Pietrelcina e di San Giovanni Paolo II.

Il Santuario venne consacrato solennemente dal Papa Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994.




L'interno del Santuario con sullo sfondo l'Altare maggiore




L'Altare maggiore


Sull’Altare è posto il quadro miracoloso della Madonna.



Il quadro miracoloso della Madonna posto sull'Altare

L’Altare ha la forma quadrata, la base bronzea è costituita da quattro pannelli che riproducono alcune scene del libro dell’Apocalisse. Il piano dell’Altare è in pietra di Modica: su di essa è inciso un versetto in greco tratto dal quinto capitolo della Lettera di San Paolo agli Efesini: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei»
Sopra l'Altare è posto un prezioso crocifisso ligneo del 1700.





Sopra l’Altare maggiore della cripta è poggiato il Reliquiario.



Il Reliqiario


Il Reliquiario poggia su un piede dalla base ottagonale sulla quale vi è incisa un’iscrizione in latino, relativa alle lacrime, e vi si trovano incastonati il monogramma di Maria, lo stemma di Mons. Ettore Baranzini, arcivescovo di Siracusa, e i due simboli mariani della Stella matutina e della Turris eburnea.
Al di sopra dell’impugnatura, vi sono da tre piani: nel piano inferiore vengono custoditi parte di un panno ricamato da Antonina Giusto, che lo adoperò per coprire, custodire e asciugare il quadro; e la metà di un fazzoletto donato da una delle prime testimoni, la signora Lisetta Toscano Piccione, impregnato delle lacrime della Madonna. Vi si trovano inoltre alcuni batuffoli di cotone e la provetta nella quale fu riposto il liquido prelevato dagli occhi dell’effigie mariana da parte della commissione scientifica.
Agli angoli del piano più basso vi sono le statue di Santa Lucia, Patrona di Siracusa; di San Marciano, primo vescovo della città; dei Santi Pietro e Paolo, colonne portanti della Chiesa, legati alla storia della prima comunità cristiana a Siracusa.



La parte alta del Reliquiario

Nel piano mediano, sono raffigurati quattro pannelli che ricordano le tappe più importanti del miracolo: il quadro mariano, la lacrimazione nella camera da letto dei coniugi Iannuso, l’esposizione del quadro in via degli Orti e il quadro posto in piazza Euripide, che per molti anni fu il primo Santuario all’aperto.
Nel piano superiore, vi è l’urna di vetro in cui è stata posta la fiala contenente le ultime lacrime rimaste dopo l’indagine scientifica; custodiscono l’urna quattro Angeli raffigurati ai lati.

Il custode canonico del Reliquiario è  l’arcivescovo metropolita di Siracusa.
Su richiesta, il Reliquiario viene portato presso altre comunità ecclesiali in Italia e all’'estero. Il Reliquiario viene sempre accompagnato da un sacerdote e da laici del Santuario.



Il Reliquiario a San Giovanni Rotondo


La festa della Madonna delle Lacrime è celebrata in tutta la Sicilia dal 29 agosto al 1 settembre. Per l’occasione viene portato in processione il quadro della Madonna.



 
Dal 13 al 20 dicembre si celebra a Siracusa la festa di Santa Lucia, Patrona della città.
Per tradizione, nel corso della processione del 20 dicembre, il fercolo di Santa Lucia viene portato davanti al Santuario della Madonna delle Lacrime. Mentre il fercolo sosta davanti al Santuario viene portato sul sagrato il quadro della Madonna delle Lacrime, realizzando così l’incontro tra la Vergine e Martire siracusana e la Santissima Vergine Maria.



Santa Lucia davanti al Santuario della Madonna delle Lacrime




PREGHIERA ALLA MADONNA DELLE LACRIME




O Madonna delle Lacrime,
guarda con materna bontà
al dolore del mondo!

Asciuga le lacrime dei sofferenti,
dei dimenticati, dei disperati,
delle vittime di ogni violenza.

Ottieni a tutti lacrime di pentimento!
e di vita nuova, che aprano i cuori,
al dono rigenerante dell’amore di Dio.

Madonna delle Lacrime, prega per noi.


SUPPLICA ALLA MADONNA DELLE LACRIME




Madonna delle Lacrime,
abbiamo bisogno di Te:
della luce che si irradia dai Tuoi occhi,
del conforto che emana dal Tuo cuore,
della Pace di cui sei Regina.

Fiduciosi Ti affidiamo le nostre necessità:
i nostri dolori perché Tu li lenisca,
i nostri corpi perché Tu li guarisca,
i nostri cuori perché Tu li converta,
le nostre anime perché Tu le guidi a salvezza.

Degnati, o Madre buona,
di unire le Tue lacrime alle nostre
affinché il Tuo divin Figlio
ci conceda la grazia…(dire l’oggetto della grazia)
che con tanto ardore noi Ti chiediamo.

O Madre d’Amore,
di Dolore e di Misericordia,
abbi pietà di noi.