Santuario di

Maria Santissima di Valverde

Valverde - Catania - Italia



Indirizzo: Piazza del Santuario, sn, 95028 Valverde CT
Telefono: 095 524073


Il santuario di Maria Santissima di Valverde si trova a Valverde (Beḍḍuvirdi in siciliano) in provincia di Catania.
La fondazione è tradizionalmente attribuita, nell’XI secolo, al brigante Dionisio, che si sarebbe convertito, divenendo poi eremita, in seguito a un’apparizione mariana.

A quei tempi la Sicilia era terra di scontri tra musulmani, che occupavano l’isola, e l’esercito bizantino intento a liberarla. Tra l’anno 1038 e il 1043 l’esercito bizantino di Giorgio Maniace e quello normanno, riescono nel loro intento. I Normanni, rimasti scontenti dalla spartizione del bottino di guerra con i bizantini, decisero di abbandonare temporaneamente l’isola.

Nel giugno del 1038, un viandante di nome Egidio, proveniente da Catania, era diretto ad Aci. Passando per Vallis Viridis venne assalito da un brigante, di nome Dionisio. Una volta depredato il malcapitato, Dionisio stava per ucciderlo quando ecco una voce che intima: «Dionisio, deponi quell’arma... e cessa questa vita di brigantaggio».
La voce viene tradizionalmente attribuita alla Madonna. Il brigante non solo si fermò, risparmiando la vita al povero malcapitato, ma addirittura si convertì.





La Vergine apparve altre tre volte a Dionisio.

Una prima volta chiese di organizzare un pellegrinaggio insieme ai sacerdoti ed ai fedeli di Aci, per indicare il luogo dove costruire un Santuario con i soldi che Dionisio aveva preso con le ruberie. Si narra che uno stormo chiassoso di gru volteggiò nel cielo disegnando il nome di “Maria” e posandosi poi sul luogo dove la Vergine desiderava che fosse fondato il suo Santuario.
Iniziarono subito i lavori per la costruzione della primitiva cappella, ma andavano a rilento per la mancanza di acqua.





Dionisio si rivolse allora alla Madonna, che gli ordinò di picconare alla base della roccia della grotta in cui viveva. Ne scaturì una polla d’acqua che permise il proseguimento dei lavori. L’acqua si rivelò presto una fonte di guarigione per molti ammalati.




La fonte miracolosa


I lavori, iniziati nel 1038 furono ultimati nel 1040, ma la cappella era priva di un segno della presenza di Maria Vergine.





Durante la terza apparizione, nell’agosto del 1040, avvenne il Prodigio del Pilastro: secondo la tradizione, mentre Dionisio era assorto in preghiera vide un raggio di intensa luce e una nube, sulla quale vi era la Madonna attorniata da Angeli. Quando la visione scomparve, su di un pilastro rimase impressa l’immagine di Maria che oggi si venera. Tradizionalmente si racconta che la bellissima immagine sia divinitus formata o acheropita, ovvero non attribuibile a mano d’uomo.

La Madonna appare seduta su di una scranna a larga spalliera, vestita con una tunica rossastra a fregi d’oro, stretta ai fianchi con una cintura alla nazzarena. Un candido velo le copre il capo, lasciando vedere gli abbondanti capelli. Un manto, dal color celeste scuro, ricco di trine d’oro, le copre con grazia le spalle e le ginocchia, dandole un’espressione di maestosa dignità.
Il volto è di una bellezza celeste: guance vermiglie e piene, breve la fronte, naso profilato, bocca pronunziata e ridente, occhi neri, vivacissimi, che fissano, parlano, conquidono, innamorano.
Con la destra sorregge il Figlioletto Gesù, dal volto di una ingenuità affascinante, dai capelli inanellati, bellissimo, vestito di una tunichetta bianca, sciolta al seno: le siede in grembo poggiandosi su di un cuscinetto verde-rosso a fregi d’oro. Con la manina destra benedice gli astanti guardandoli amorosamente, e con l’altra carezza una piccola gru, che timidamente si nasconde nella mano sinistra della Vergine.
In alto due angioletti sorreggono un aureo triregno sul capo della Vergine Maria, quasi ad indicare che Ella è la Regina della fortunata Vallis Viridis e dell’Etna che sovrasta maestoso la valle.

Del brigante Dionisio non vi è certezza storica, si suppone fosse un ex soldato dell’esercito del generale bizantino Giorgio Maniace, rifugiatosi in quelle zone in seguito a un episodio di tradimento e dedicatosi al brigantaggio.

Gli occupanti arabi, pur tollerando la religione cristiana, in genere non consentivano la diffusione del culto e quindi la costruzione di nuove chiese, ma per il Santuario di Valverde fecero un’eccezione dietro pagamento di una somma.




Federico III d'Aragona, Re della Sicilia


Il Santuario venne consacrato nel 1296 alla presenza del Re di Sicilia Federico III di Aragona, che venne poi sepolto nella Cattedrale di Catania.

L’11 gennaio 1693 il terremoto del Val di Noto distrusse il Santuario, ma rimase intatto il pilastro con l’immagine della Madonna. A un anno di distanza, il 5 aprile, gli Agostiniani Scalzi si insediarono tra i ruderi dell’antico Santuario e vi costruirono una chiesa parrocchiale. Tre anni dopo, il 26 aprile 1697, l’allora Arcivescovo di Catania, Mons. Andrea Riggio concesse ai frati l’affidamento della parrocchia pleno jure.

Il 31 agosto 1970, degli ignoti ladri rubarono la corona che cingeva l’icona della Madonna di Valverde; la corona fu ricostruita l’anno seguente e ridonata alla Madonna  il 22 agosto.

Il 24 agosto 1990, Papa Giovanni Paolo II indisse per Valverde l’anno di grazia, a ricordo del 950° anniversario dell’apparizione della Madonna al brigante Dionisio.




Esterno del Santuario


Dopo il terremoto del Val di Noto del 1693 il Santuario venne ricostruito nel XVIII secolo: con un nuovo porticato e modifiche alla facciata.




La facciata del Santuario


All’esterno il portale in pietra bianca è sormontato dallo stemma dei Principi Riggio.


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Interno del Santuario

All’interno sono degni di nota gli Altari della Madonna del Rosario, della Madonna del Carmine, della Sacra Famiglia, del Santissimo Crocifisso, di Sant’Agostino e di San Nicola da Tolentino.
Sempre all’interno è posto il monumento sepolcrale del Principe Luigi Riggio Branciforte e della moglie Caterina Gravina.




L'Altare della Madonna


L’Altare che contiene il pilastro con l'immagine della Madonna di Valverde si trova in posizione decentrata rispetto all’Altare maggiore; è costruito in stile barocco e in marmo policromo.

La festa della Madonna di Valverde, si svolge l’ultima Domenica del mese di Agosto.
Nella settimana che precede si svolgono feste e devozioni dedicate agli sposi, alla gioventù, agli ammalati, ma soprattutto alla preghiera.

Il sabato che precede la festa, intorno alle 5.30 del mattino, avviene la Solenne Svelata della Madonna con spari di fuochi d’artificio e scampanio.





Subito dopo centinaia di devoti vengono a far visita al Santuario, mentre vengono presentati gli omaggi floreali delle autorità cittadine e del corpo dei vigili urbani.




Il Fercolo della Madonna


All’imbrunire il Fercolo della Madonna, esce dal Santuario e percorre la vie cittadine, seguita dagli abitanti di Valverde e di altri comuni vicini e lontani, in segno di devozione e profonda fede.



Il quadro della Madonna sul Fercolo


La Domenica si svolge la festa grande! Continuano i pellegrinaggi e dal cielo cadono i fiori lanciati da un aereo che sorvola il Santuario gremito di fedeli. In onore della Madonna vengono eseguiti dei canti e vengono officiate diverse Messe.

La Madonna appare seduta su di una scranna a larga spalliera, vestita con tunica rossastra a fregi d’oro, stretta ai fianchi con cintura alla nazzarena. Un candido velo le copre il capo, lasciando vedere gli abbondanti capelli, che pare si possano contare a uno a uno sulla spartitura della fronte. Un manto, dal color celeste scuro, ricco di trine d’oro, le copre con grazia le spalle e le ginocchia, dandole un’espressione di maestosa dignità.
Il volto è di una bellezza celeste: guance vermiglie e piene, breve la fronte, naso profilato, bocca pronunziata e ridente, occhi neri, vivacissimi, che fissano, parlano, conquidono, innamorano.
Con la destra sorregge il Figlioletto Gesù, dal volto di una ingenuità affascinante, dai capelli inanellati, bellissimo, vestito di una tunichetta bianca, sciolta al seno: le siede in grembo poggiandosi su di un cuscinetto verde-rosso a fregi d’oro. Con la manina destra benedice gli astanti guardandoli amorosamente, e con l’altra carezza una piccola gru, che timidamente si nasconde nella mano sinistra della Vergine.
In alto due angioletti sorreggono un aureo triregno sul capo della Vergine Maria, quasi dicano che Ella è la Regina della fortunata Vallis Viridis e dell’Etna che sovrasta maestoso la valle.




Esterno del Santuario della Madonna di Valverde a Enna


La Madonna di Valverde è particolarmente venerata a Enna.
La tradizione colloca l’inizio della festività attorno alla nascita del cristianesimo ad Enna. Il promontorio dove è posto attualmente il Santuario della Madonna di Valverde ospitò fino al 300 d. C. uno dei templi dedicati a Cerere più importanti della Sicilia.
Per rimuovere il culto pagano, in quel periodo venne a Enna, a predicare il Vangelo, San Pancrazio; si dice che quello fosse un periodo di siccità tale da gettare gli ennesi nella disperazione.
I sacerdoti di Cerere esortavano il popolo al sacrificio di alcune vergini alla dea Cerere affinché mandasse in cambio la pioggia, un invito accolto dalla gente, ma evitato in tempo dall’intervento di san Pancrazio che, dove oggi sorge il santuario di Valverde, fermò il braccio sacrilego del sacerdote, evitando l’eccidio di giovani donne vestite di bianco.
San Pancrazio, piegatosi in ginocchio, rivolse lo sguardo al cielo ed invocò la pioggia che miracolosamente cadde sui terreni aridi. La gente commossa si unì in preghiera al Santo e si votò alla Vergine Santissima, mentre i sacerdoti pagani vennero cacciati e la statua della dea Cerere venne bruciata.
Gli ennesi elessero come Patrona la Vergine Santa, sotto il titolo di Valverde, fino al 1412, quando spostarono il patronato ad un altro titolo della Vergine, quello della Visitazione.




Interno del Santuario della Madomma di Valverde a Enna


La festa a Enna si svolge l’ultima settimana di agosto e culmina l’ultima Domenica di agosto.




Il fercolo della Madonna a Enna



Nel pomeriggio si svolge la processione con il simulacro della Madonna di Valverde che, partendo alle 18 dal Santuario, si reca al Duomo attraversando le vie Valverde, Candrilli e Roma. Al Duomo viene celebrata la Messa e al termine la processione riprende la processione che arriva in piazza San Tommaso per poi ritornare al Santuario. La festa si conclude con i tradizionali fuochi d’artificio e uno spettacolo musicale.



Preghiera alla Madonna di Valverde




Madonna di Valverde, Vergine dallo sguardo dolce.
Tu che hai scelto questo luogo come Tua dimora
e qui amministri la bontà e la misericordia,
accoglimi nella Tua ‘Tenda’ e insegnami la strada.

Donami la saggezza della vita e aumenta la mia fede.
Aiutami a conoscere e ad amare il Tuo Gesù.

Fà di me uno strumento del Suo amore
e ridonami la ‘speranza’ in un mondo più giusto.

Proteggi la mia famiglia e tutti coloro che sono nel bisogno.

Ti prego per il Papa.

Accogli il ‘desiderio’ degli ammalati e delle persone anziane.

Manda santi sacerdoti e ferventi religiosi alla Chiesa.

Donami la forza di combattere il male con il bene.

Ti voglio bene, Madonna mia.

Amen!

Ave Maria


Inno alla Madonna di Valverde




Vergin bella, che in cielo T’assidi nella gloria fulgente dei Santi,
alla lode dei figli Tu arridi, che devota s’eleva nei canti.
Di Valverde Regina sei Tu, tutta adorna di grazie e virtù.

Irradiante di luce divina il tuo sguardo conquide, innamora;
e rapisce il tuo volto, o Regina, più leggiadro di fulgida aurora.
Di Valverde Regina sei Tu, tutta adorna di grazie e virtù.

A mirarti nei cuori s’accede una vivida fiamma d’amore,
e la pace nell’alma discende a lenire ogni occulto dolore.
Di Valverde Regina sei Tu, tutta adorna di grazie e virtù.

Come grù pellegrina, smarrita, l’alma nostra al tuo seno riposa,
sospirando con brama ininita, di Gesù la carezza amorosa.
Di Valverde Regina sei Tu, tutta adorna di grazie e virtù.

Tu che il volto donasti, dipinto da celeste pennello,
o Maria, ce lo svela di gloria ricinto su nel cielo, ove l’alma s’india.
Di Valverde Regina sei Tu, tutta adorna di grazie e virtù.